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Aiialognmenlc alla stessa fonte siede a d ritta sull’orlo della vasca una figurina di tre palmi in
circa esprimente un pescatore seduto ad uno scoglio con cesleìlo, fe rn io n " , di pesci in una mano, c
protendendo l’ altra come in atto di sollevare il lacciuolo di un am o: le foi-mc del suo volto non
essendo affatto ideali, m a bensì molto caratteristiche, ci m ostrano le sembianze di un volgare pescatore.
E <iui notiamo col sommo Visconti, che iii altre consimili figure furon piiranclie ossei-vali ignobili
e caricali bencliè mollo espressivi i lineamenti c che la specie di pileo che porla in testa come quello
del nostro sia la causia comparendo così coperto il capo il pcscatoi-c doi-mienlc del ¡Musco Pio
Clemenliiio. La corta tunica o piccolo pallio legalo sull’omero sinistro, e che lascia nudo c libero il
l)raccio e l’omero destro, era proprio de’pescatori, come abbiam veduto dall’opportunissimo luogo di
Plauto, pallio lu in habeas fe rru g in eum , riportalo in nota, c dall» analogo confronto della citóla statua
con una gemm a del àluseo Fiorentino. Merita pure di essere avvertilo, ciie la mascliera scenica espressa
sullo scoglio ornato di conchiglie, su cui siede il nostro pescatore, serviva parim ente da zampillo di
acqua per sempre più ravvivare l’insieme di questa fonte, c trova p ur essa un confi-onlo in una statuetta
di Villa Albani allresi pubblicala dal W inckclm ann, e per la quale sembro al Visconti che dovesse
desumersi come i pescatori intredotli nelle comiche rappresentazioni erano espressam ente con simili
allribuli rapprcscntali.
Sugli orli di questa stessa vasca furono del pari ritrovate altre due figurine di m arm o; l’ una
qui vedesi a piò del pescatore or o ra descritto, c l’altra chiude la composizione dali’opposto Iato. La
prim a presenta anch’cssa uu giovinetto m arinaro rannicchiato c dorm iente p er terra, con una sportclla "
in inano, incappucciato il capo in piccolo mantello simile a q u e 'che portano gli odierni m an n a ri,
vedendosi chiaram ente indicalo esser questo di pelle, come scorgesi dalla lanuta rivolta, donde sporgono
parecchi velli che costituiscono quella pelliccia da Teocrito altribu ila a’pescatori poco discosto dalla
testa gli sta una specie di ansata brocca rivestita di vimini, dalla quale altro getto di acqua ne sgorgava.
La mezza ligura clic ciui cliiudc l’elegante aggiustam ento della fontana presenta forse una C ariatide
vestita di tunica e sopravveste corta, clic passa sul modio che ha in testa, lenendo la mano destra
sul petto, m entre rialza alquanto la veste con la sinistra abbassata: è osservabile il perno di ferro che
tuttora rim ane sul modio, indizio certo di qiialclie simbolo che doveva sostenere
E nell’ultim arc la descrizione di questa fontana non possiamo far a meno di ricordare un luogo
di Ulpiano " , dal (piale si apprende l’uso di o rnar le ville di piccole statue c di masclicre donde
faccvansi zampillar le acque nelle sottoposte vasclic, c la opinione del g ran Visconti sulla vaghezza che
avevano gli antichi di allietar tali ville con fontane, ornate fra l’allro di liguriiic di pescatori c di
consimili decorazioni. «N on mi sem bra, son le sue parole, invcrisimilc che siffatti simulacri di pescatori
» furono nelle antiche ville rom ane collocali nel m argine di que’vivai o peschiere, delle (juali sul finir
» della repubblica eran divenuti si pazzamente vaglii (piei doiniualori delle genti, clic col nome di
» Sellato)’« p isd n a i'ii vennero tradotti da Cicerone »: questa opinione viene eminentem ente confermata
dal confronto della nostra fonte pom pcjana, presso della quale o ltre alle due statuette di pescatori altre
se ne sono trovale, e clie qui so[>ra abbiamo descritte.
Merita infine di essere qui osservalo il corso delle acque che ilucndo per un canale di piombo
erano per via di chiavi diram ale c racchiuse nc’vari getti c zampilli destinati per questa fonte,
come scn ’ir potevano a’bisogni dell’abitazione, c forse anclic delle due contigue laterali stanze,
segnate co’ num cri dò e 14 che dovevano essere nobilmente decorate, dandone sicuro indizio la
bellissima m ensa circolare " ritrovatavi dappresso, c che abbiamo riprodotta al n .” 5 4 della lav. I.
Towrilo '
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ili Alrifrcnc cJ Esicliio ;
lib.X rap.M , repisioìa
a ) . VI$conllMu5CiiP-C..il III voi. u
H u uo BocliOBieo voi. IV liv . LIV.
È dcssa a tre piedi di marm o c di buon lavoro greco, alla palmi tre e tre (piarli, e di palm i cinque di
diam etro: ne’suoi piedi sono espresse le più vivaci forme leonine, ravvisandosi nelle leste che vi sono
nell’alto scolpile non la natura ritrallala, ma bensì sed ia, nobilitóla, cd al sublime m agistrevolm enle
elevata; cose tu tte che quegli antichi artefici allingcvan con frequenza dalle fiere che in tónte terribili
forme lor si presentavano ne’supremi momenti degli spettacoli anfitcali-ali Ni; di m inore importanza
c certam ente il graziosissimo candelabro di bronzo dell’altezza di palmo uno c quallro decimi, di forma
affatto singolare, e che qui presentiamo disegnalo nella tav. VI. Esso è composto di un giulivo vegliardo
tutto nudo nella persona, se n’eccettui il piccol panno sul braccio sinistro , ed assiso su di un g rep po ,
dietro del quale sorge un tronco cannellato di pianta palustre, con brevi foglie nc’nodi, che in allo si
divide in due ram i sostenenti altrettante pialtelline circolari, su delle quali si poggiavano le lucerne,
che non si sono rinvenute nelle escavazioni. Questo allegro vecchio mollem ente adagiato su quel masso
p ar che abbia versato ii vino daila bocca di un otre, podeon, in un nappo che doveva stringere nella
sinistra, ciò desumendosi chiaram ente dal suo atteggiamento c dalla compiacenza del suo volto. Alle
sue forme schiacciate e ridenti, al naso sim o, all’am pia pancia, di leggieri si scorge essere egli il
vecchio Sileno, l’educatore e compagno di Bacco, cd il più vecchio de’Saliri, come le p un tute orecchie,
la ricciuta barba, la velluta cute e la irsuta ciocca doi-salc il mostrano appartenere alla caprípeda famiglia:
particolari tutti espressi e lavorati con intelligenza c valen tia, la quale raassim anienle si appalesa
nelle forme e lineam enti del suo volto, gioviale si, m a Icndculc a quella allegra stupidezza che dalla
im m odcrata abitudine del bere costóntcmcntc deriva. E tale valentia non ¡scompagnala affatto da
quella artistica diligenza di cesello pur si appalesa e nell’alquanto tortuosa pianta, c nella m odanatura
ad ovoli delle superiori pialtelline a’due ram i soprappostc, da far convenire cìiiunquc il risguarda che
per ¡squisitezza di lavoro pochi altri il possono ugaagliarc. La scelta non pertanto di dare ad un
candelabro l’iniporlante ornam ento di un Sileno potrebbe bene accagionare quello artefice di poca
intelligenza c di sconvenevolezza; m a ove si ponga m ente che il nostro candelabro adornava forse
qualche bacchica misteriosa m ensa, niente meglio che la figura di un Sileno poteva esser trascella
per rallegrare vicm aggiorincnlc quella cbrifeslaiitc adunanza. E ci m antiene in tal proponimento il
ravvisare in (lucsta nobile abitazione introdotte le più gaie rappresentanze dionisiache p er adornare
le sue p areti, la m obilia, cd allri suoi u tensili; le quali cose ci fan puranchc sorgere il sospetto
che il suo proprietario probabilm ente un cuitore fosse stato de’dionisiaci m isteri, il che non lieve
appoggio riceve dalla tendenza cbc i Pompcjani avevano, c da noi le molte volle ravvisala negli sliipcmli
affreschi di soggetto bacchico, che le più iniporlanti Case della nostra Pompei costantemente decoravano
Abbiamo inoltre nella stessa lav. VI riprodotta la parte supcriore di un altro candelabro allo palmi
ciiupic cd un decimo in questa stessa casa rinvenuto, ofi’crcndo sul capitello la Sfinge tcbaiia a volto
(li donzella, a grandi ale aperte, ed n corpo di quadrupede conformala *2, d ie sorregge la prcdellina
ove poggiavasi la lucerna: la quale Sfinge p ur trova la sua convenienza negli enigm atici andamenti
de’dionisiaci m isteri. E ci siamo determ inali a riprodurre la parte superiore di questo m onumento
come unico esempio raccolto finora fra’molliplici candelabri discoperti in Pom pei; m entre la infcrior
parle è simile al non piccol num ero di essi che poggiano sul solilo tripode eleganlcm cnlc composto
di diverse foglie Ira loro annodale, c donde emergono tre arcuate zampe leonine, delle quali non
m ancheremo dare qualche esempio nelle tavole che m an m ano ci proponiara presentare in vantaggio
(le’ciiltoi'i delle buone arti.
L’altra parie della casa che descriviam o, c che dapprim a divisammo esser destinala agli usi
domestici della famiglia, si è da alcuni creduto che una casella fosse ad uso di ospitalità accomodala, e
che secondo la dottrina di V iiruvio l'opulenza greca costruiva a destra cd a sinistra delle case con
porle p ro prie, triclini c stan ze, ove si teneva sem pre pronto pc’forestieri quanto occorresse per
comodamente abitarvi, lor offrendo come in propria casa liliera agiatezza separatam ente dalla dimora
dell’ospite, senza che gli uni all’allro la benché m inim a molestia arrecassero; una im itazione riconoscendo
ncll’atluale abilazione di quelle greche costumanze non di rado ad iueontrarsi in altre case della
,T . T.C16, «onde AUMÙ. IX 16. U Sflngo risale ad un’antlcUllà niollo rcm ou, Il
si veggono In «uc'slngolarl e preaiosi ba
coneltolll si rinvengono.
ressanil quadri clnvcnull nelle loro
'itpennis.pedibui fera, frmiepaella.
capra (ia ti. v. 12871, Pisandro la coda di dragone ( presso lo Scollaste di Euripide
rbaen. v. (7(81. Se’monumentl egizi al corpo di leone si accoppia la lesta di
donzella calantleata; In quelli osservali da Erodoto (II. (76) la tesla era di oomo, onde
(u cù lam alain irM Ìn s.; qulndlo ragione nliblam ravvisato nella DOSIra la Sdage
tabana, che venula a notizia dc’GrecI fu abbellita da quC sublimi artelcl, ornandole
Il capodi doppio diadema e I dorso di grandi ali, come vedasi nel candelabro cbe