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2 SEPOLCRO DI NEVOLEIzi TYCIIE
essendo ancora in v ita ha fa tto edificare questo monumento p e ’ suoi lib e r ti e libertine , e d i Caio
M u n a zio Fausto )■
Quel Miiuazio Fausto, d ie non si rileva invero dalla iscrizione se sia stalo esso stesso il padrone
della pompeiana liberta, m a che certo al cuore di Ncvoleia era carissim o, clic fosse uomo di mollo
nome e benemerito del municipio in Pompei non è da dubitare. Ciò si raccoglie, come venne osservato
dal cl). Cav. Finali clic illustrava la iscrizione della quale è parola, dalla sua qualità di augustalc sia
d ie fosse sacerdote d’Augusto, o de’ suoi successori, sia che fosse rivestilo di questo titolo per pubblica
benemerenza '. Il bisellio scolpilo in una delle facce del m onumento ( vedi il 11.“ G nella lavola clic
accompagna questa descrizione) c cbe all’ augustalc Caio Munazio quivi si collega, accenna come i
servigi d ie questo sacerdote d’Auguslo ebbe di ced o a rendere al municipio gli m eritarono, con lo
asscnlimciilo d d popolo, l’onore appunto del bisellio, ossia il privilegio di adagiarsi nelle pubbliche
adunanze sopra spazioso sedile che due persone polca comodamente coiitcìicrc sedute. E opiiimiic
d d Finali che i servigi resi al municipio dal pompeiano Munazio Fausto non potendosi rendere nella
qualità di semplice augustalc ebbe ad essere questi pcrlaiilo rivestito pure di qualche m agislraluca
municipale, e che forse perciò la voce pag a n u s introdotta nella iscrizione non indica sem plicemente
essere egli stalo abitante del drcoiidario pompeiano, m a ancora M agisler p a g i, colui 111 fine che ben
regolava gl'interessi del municipio, cd al suo benessere il conduceva. Questa opinione divide col Finali
il Mazois che fu il prim o, dopo il Clarac, a far di pubblica ragione la tomba cbc qui descriviamo.
Sia come vuoisi, il lettore giudicherà da se l’im portanza di tal co ng ettu ra, certa cosa è che l’ allro
bassorilievo sull’altra faccia del monumento, opposta a quella del descritto bisellio, paniiienti all’augustalc
Caio Munazio era consacralo. In esso vedesi una nave nell’ allo di aiTerrarc il p o rlo , nel momento
d ie l’ c((UÌpaggio ad ammainare le vele si adopera, c nella quale ogni particolare egrcgianicnlc e
espresso. Le estremità del naviglio, a croslolia, sono fra le altre parli im portam i. La prua { c o n jm b u s )
di parlicolar forma è ornala da una lesta di Minerva, c la poppa, lorm inanlc in un collo di oca 0 di
cigno, vedesi sormontala da una specie di segnale come una banderuola ( a p lu s ir a ) . Un uomo sulla
poppa assiso stringe il limone come un lungo c largo rem o form ato, c l’ aiU cuna, 111 due pezzi
roiigiunla, si eleva sull’alto dell’albero mercè una carrucola dallo scultore ehiaramciilc espressa. Vario
npcrlurc, a guisa di fincstrinc, accennano probabilm ente, ch’ivi nelle occorrenze ad adattarvi i remi
orano destinate. Diversi fanciulli aiiimainano le v ele, come oggi ai mozzi delle navi vcggiamo ogni
giorno operare nelle loro m arinaresche m anovre; arrampicandosi su po’ co rd am i, i q u ali, insieme
alle altre |>arli della n av e , .son con tanta diligenza l'ilralli d ie rendono perciò, nc’ suoi particolari,
questo bassorilievo oltrem odo im porlanic c da noi disegnato nel N.° 5. della nostra Lavola.
I! Clarac, che fu il prim o ad annunziare la scoperta di c|ucslo m onum culo, scorge nella descritta
nave un’ allegoria deli’ umana vila clic dopo aver lottalo co’ marosi dell’avversità fm almenle viene a
riposare tranquilla in sicuro porto. Non cosi Mazois. Questi chiede perchè la nosd-a nave, cosi al vivo
espressa nel pompeiano bassorilievo, non potrebbe piuttosto accennare alla professione dell'augustalc
Munazio? Pompei, aggiunge il Mazoi.?, scala del ricco commercio delle vicine c illà , servir di dimora
doveva di certo a molli opulenti e ricclii cittadini ai negozi m arittim i dedicali. Forse Caio Munazio,
scolpilo ncll’iionio clic governa il limone, a! dire del chiaro architetto francese, era di questi. E tale
opinione viemm aggiorm enle è sostenuta dal Mazois, perocché lo stile allegorico, a suo c red ere, non
è pillilo adoperalo negli altri bassorilievi di (¡ueslo m onumento, e perchè gli antichi, clic gran cura
poncano nel ram m entare nelle loro iscrizioni gli uffizi, le dignità, c gli onori de’ quali erano rivestiti,
accennavano invece alle professioni della vila civile non altrimenti che con <iualche oggetto che a
(juestc avessero ra pp orto, e cosi scorgendo in fin e, in quel legno, non un’ allegorìa della umana
vita, ma invece un simbolo del com m ercio, e della navigazione ■■
Abbenchè ingegnosa e sagace sia da stimarsi cerlam cnlc la opinione del chiaro architetto francese,
iniorno al bassorilievo di cui è parola, pur lultavolla a noi sem bra che trovi appoggio moggiore
nel vero la prim a dal Clarac e da allri in vari tempi enunciala, c clic per sem pre iiii'i rendcrlii
accetta fcccsi osservare dal Cav. Finati come a prescindere dalle rappresentazioni bacchiche espresse
sulle tombe degli iniziali ne’ misteri dionisiaci, sovente s’incontrano intorno ai sarcofiiglii delle scene
allegoriche alle vicende della v ila, 0 a strepitose gesta 0 ad alti della vila pubblica del defunio che
vi era luniulalo. Intanto osservali i particolari del noslro naviglio chiaro si scorge, al dire del l'iniili,
che esso non appartiene alla classe delle belliche trirem i, essendo privo affallo di quel terribile rosico
colanlo spaventevole, nc’ navali com ballim enli, ma in esso scorgesi all’ opposto una seiii))licc nave
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ciiuipaggiata da un sol pilota, c da nudi fanciulli clic si affrcllano ad am m ainare le vele, p er essere
pervenuti in porlo, c ciò ad indicar certo il compimento dell’allegorìa della vita um ana, clic essendo
stata agitala da’ lluUi delle svariate vicende mondane, c superati gli scogli clic di tratto in tratto le
sono stali opposti,giunge (inalnicnle a sicura salvezza, sem brando al Finati da ultimo che quei fanciulli
nel bassorilievo inirodotli, invece di m arinai stiano a simboleggiare i geni tutelari dell’ u om o, che
l'opera compiono cosi delle loro cure c de! loro protettorato L
I due bassorilievi enunciati, quello del bisellio e quello or qui sopra descritto e clic iiaiiclieggiano
il monumento, non sono i soli quivi scolpili. Sulla facciala principale un altro ricco di mollo figure
è collocalo sollo la iscrizione che abbiamo riportala, e sulla quale primeggia la prolom e di Ncvoleia
diligentem ente modellala. Da un Iato di lal bassorilievo come può osservarsi nel n.” 4 della lavola,
veggonsi luimciosi magistrati m unicipali, dall’ altro forse i familiari di Ncvoleia, nel mezzo un’ara
verso ia quale si atteggiano a porgere quei familiari le loro offerte, in alcuni panieri ripnsti. Uu fanciullo
depoiic sull’ara uu oggetto cbc oggi non è facile più ciiiaramculc scorgere, guasto e mal ridotto dal
tempo. Sta presso all’ara un ceppo, clic potrebbe forse rappresentare la tomba, perocché l’ insieme
di questa artistica opera alia inaugurazione del monumculo ccrlanicnlc accenna. E vicino a tale ceppo
un altro giovanello si scorge il quale da vari illustratori vuoisi essere forse un figliuolo dell’aiiguslalo
Munazio, ma con quanto fondam ento non sappiamo addilare.
L 'in tern o della cella disposlo, come dicevamo di sop ra , a guisa di colombario fu rinvenulo
coiiscrvalissimo , cd ove l’ umido islcsso non produsse alcun danno nolcviile h (V edi il n." 0 della
tavola). Nelle nicchie, 0 loculi, (juivi incavale erano collocale varie urne cinerarie di IcrracoLla 0 tre
di vetro delle (¡uali due rivestite da vasi di piombo crmclicaiiiciilc chiusi, come può il lettore scorgere
nel 11.“ 7 della lavola che accompagna la presente descrizione Presso ad ognuna delle u rne eravi
una lucerna di terracolla collocala. F ra i loculi havvciic uno più grande, di forma rcllilinca, e nell’u rna
clic conteneva, anch’cssa fra le altre di proporzione m aggiore, rinvenuti furono gli avanzi delle ossa,
e delle cen eri, di più di un cadavere Vicn supposto dai v ari illustratori di questo m onum ento,
che in tale urna fossero stali dagli antichi gli avanzi de’ corpi di Ncvoleia c di Caio Munazio riposti.
Uniti in vila, forse, non vollero nella tomba esser mai separati. Coimmquc sia è da notare come i
tre vasi di vetro clic contenevano cd ossa c c e n e ri, erano questi ripieni in oltre di un liquido clic,
sottoposto ad accurata analisi dal nostro chiaro S cm cn iini, vi ricoiiolibc il dotto chimico un liquore
composto da una miscela di acqua, d'olio c di vino, im portante singolarità, che in nessun altro vaso
cinerario lìii o ra , a noslro credere, non si è p er anco rinvenuta.
I pregi dell’ arte c le auliche ricordanze racchiuse in questo m onum ento lo pongono al c e rto ,
come di sopra accennavamo, fra i più iiiiporlanli della disscpolta necropoli. Anzi ci piace qui ricordare
come p er una parlicolare circostanza avvciiula nello scavo sin da reputarsi questa lonilm più delle
altre degna di speciale iiilercssc, in quella via oggi della de’ Sepolcri in Pompei.
» nrol Sluseo illuslraiiono eli