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4 CASA DETTA DE! CAPITELLI COLORATI
Quaranta. Non entrò il prim o nclia spiegazione della favola di Ciparisso, rapprcsciUnIa nel dipinlo,
(lilTusamente invece fu dal secondo traltata. Ora essendo questo un dipinlo clie non solo p er la bellezza
d e ira rtc prim eggia, ma bene pure per la varietà del snbietlo è da annoverarsi fra i più im portanti
dissotterrali in Pompei. Così si fa a descriverlo il Q iiaranla: In mezzo ad mi cam po, dove sorgono
molti bruni cipressi, siede sopra una quadrala base un vago giovine, cui fan vedere stanco dalla
caccia i due giavellotti clic stringe mollemente nella manca mano. Gli sta sdraiato dappresso nn cervo,
cd al di dietro un vago giovine il quale è iiulubilatam cntc un Apollo: c tale lo dicliiarano l’alloro
ed il nimbo che gli circondano il capo, l’azzurra clam ide, gentilm ente affibbiala su gli om eri, gli
aurei coturni che ha ai piedi, c la lira , cd un ramo anche di alloro, che porla nelle mani.
Inoltre convicn dire che anche a lui si appartenga il turcasso deposto sul tetto che copre la
piccola stanzetta che gli ò alle spalle, destinala forse a ricovero dì quel cervo, come pure il tripode
che sorge sopra allra base non mollo lungi, c che lullo quello spazio, come sacro al nume del canlo.
chiaram ente ci addila \
Dopo aver così descritta questa im portante piltura, o.sserva il citalo comm cndalore Q uaranta che
è facile com prendere come queslo di|>iiUo rappresenti la favola di C iparisso, perciocché narravasi
come Ciparisso, figliuolo di Telcfo, avendo pi'cso riposo sollo l’om bra di un albero, desiosi di repente,
ucciso avesse un cervo m ansueto che gli ora carissimo: alla quale svcnlura non polendo sopravvivere,
ottenuto avesse da Apollo, cbc assai lo am ava, di essere trasformalo in cipresso, cd iu falli nel
dipinlo scorgiamo Apollo aver deposto l’arco appressandosi al cervo, tenendo la sola cclra ed un ramo
di alloro, forse p er oiferirlo al cervo ferito; c quel cipresso cbc spunta dalia fronte del vagliissinio
giovane, è indizio della sua cominciata metamorfosi.
Splendida, sopra lultc le allre di questa casa, è la p iltu ra , nella medesima stanza rinvcm ila,
rappresentante G alalca, e che perciò facemmo sopra più am pia scala ritrarre con l’antica vivezza dei
suoi colori, nella (avola IV. Aggiungere parole a dim ostrare le bellezze di questa insigne pittura è
inutile opera, quando il lellorc può valularne gl’¡nfiniti pregi nella copia fedele da noi qui prodotta.
Nulla davvero possono le parole aggiugnere al bello di quest’opera d’arte, e non vi è dubbio alcuno
che in essa non sia rapprcsciilala la m adre d’Amore che valica il m are, assi.sa mollemente su ia
groppa di un tritone, e corteggiata da una vaga nercidc c da tre vaghissimi amorini, i quali piacque
agli archeologi chiamarli E r o s , ¡ineros, c Pothos. Ben a ragione fu scritto essere tanta la bellezza
della invenzione, tanto il magistero c la grazia con la quale sono disposte c condotte le figure in
queslo dipinto, cbc dircbbesi che la stessa dea del terzo cielo ne avesse ispiralo all’arlista il concetto,
e direttone il pennello, e qui vogliam dire di qiicll’artisla clic nc concepiva la prim a volta il pensiero,
pci'occlié il nosli'o pom peiano dipinlo ccrlam cnlc è da credere clic allro non sia clic una copia :
m aestrevolm ente eseguila, di ima delle più vaghe c più leggiadre opere dell’anlicliilà, uscita dal
pennello di un sovrano arlcficc.
Se non cosi splendidi, pure a.ssai pregevoli sono da notarsi da ullimo i due dipinti ricopiali
nella parte superiore della (av. HI, il prim o rinvenuto nel triclinio, fu riacquistalo alle arti, ma non
intero, esso abbenchè fram mentalo, ci m ostra Apollo, o il Sole, sedente. L’arco e ia faretra vola del
num e, riversa, avvolta ancora dalla fascia p er la quale sospcndeasi, giacciono a terra. Una giovane
donna con Umica verdastra, con m anto paonazzo, e con un serio di rose candide e |)orpoi'inc in lesta,
ed un allro nella sinistra, siede al fianco di Apollo, m entre posa la d rilla sul dorso del sedile- Par
che una terza figura occupar dovesse l’altro lalo del quadro, m a caduto l’intonaco, appena da un
lembo del panneggiamento se ne può argom entare la presenza. Qual mai sarà stato l’argomcnlo clic
ispirò all’arlisla questo dipinto? Invero non è facile ii dirlo. P ur luttavolta non è certo da obbiiarc,
a questo proposilo, la spiegazione che nc dava il cliiaris. RafTaelc Liberatore. Questo egregio uomo
adunque illuslrando il dipinto del quale è p arola, pensò che il pillore avesse voluto esprim ere nelle
due figure che ci rim angono, il Sole c l'O ra di prim avera, e però, secondo il Liberatore, l’arlisla
diede all’uno quel nimbo Irasparcnle cd azzurrino, il quale rende somiglianza del colore del ciclo
iu quella stagione, diegli verde ìl manlello per alludere alì’inverdire delle piante c della cam pagna,
ed in fine gli tolse le frecce, c riversò il liircasso, come a dinotare cbc non hanno allora forza di
ferire i suoi raggi, e proseguendo l’autore, dice clic l’arlclice diè poi all’altra figura non solo tiitlii
quella frcscliczza che al giovinetto anno appartiene, ma corona di ro se, c serto di fiori in m ano,
comunissimi insegne di primavera. ‘ Se alcuno potrà forse d ire avventala questa divinazione del
chiarissimo L iberatore, non potrà dire però ch’cssa non sia squisilamcnte ingegnosa.
CASA DETTA DEI CAPITELLI COLORATI
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Rappresenta il secondo dipinto poslo nell’ alto della lavola III. Tcsco che abbandona A rianna,
argomento le mille volte riprodolto neU’ antica nostra Pom pei, ma però questa volta accompagnala
da lina particolare circostanza che sagacemciilc investigava il cliiai'issimo com m endatore G. B. Finali
nell’ illustrarlo. Qui, come accenna il citalo au to re , l’espressione del volto, e l’ulliludiiic di Teseo
non è di chi abbandona un’amante per Iradimcnto o p er noia, ma di d ii se nc distacca p er impero
di circnslanza, o p er irresislibilc com ando, ii che vicn dim ostrato, ol dire del Finali, dallo sguardo
maliiieonico cd appassionato che l’am ante Tcsco licn fisso sull’amala A rianna, c daH’aUo eloquente
d’indicar verso m are, con la sinislra mano spiegala. Tulio ciò inoslrcrcbbc d ie il pillore nella doqiicnle sua
composizione avesse seguito la opinione di que’mitogriifi, i quali raccontano di Tcsco che non abbandonò
A rianna per tradim ento, ma per volere dell’irrcsislibilc Nume. È questa la circostanza che rende, su
gli allri dello stesso argom ento, più im porlanic il noslro dipinlo, p erocdiè, come bene osserva il
Finali, dopo lanli alfreschi ercolancsi c pompeiani, d ie le avvcnUirc di Arianna ci presentano, secondo
la coinimc opinione espressa, è questo ii prim o clic la stessa avventura ¡iresenfa, secondo la opinione
di quelli clic sostengono aver Teseo abbandonala l’ am ante sua non per Iradim entó, ma p er supremo
volere. Ciò che fa, con giusla critica in fine, dedurre al Finali cbc quest’ opera sia di valentissimo
arlisla, il quale dalla volgare tradizione volle allontanarsi, non potendosi dubitare del suo m erito deciso
c del suo siile de’biioni tempi delle arti greche.
A dare un’idea di come in prospettiva presentasi Tinsiemc di quesla casa, della dei Capitelli colorati,
ne abbiamo fililo ritrarre nella lavola I l’interno, da quel punto di veduta cbc ccrlam cnlc è il più
pittorico di quesla antica c sontuosa dimora.
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O GGE T T I DI VER S I
RINVENUTI NELLA CASA DETTA'DEI CAPITELLI COLORATI
NoraDtanOTe diverso m onele d i bronzo elio il giornale degli
.vi riporla senza aleuna indicazione.
OCCETTI DI i 1 RH0NZ0
B riglia di cavallo col snn morso di ferro,
l’ala d i ferro m ollo ossidala.
Duo perni di bronzo con piaslro ad occbio.
Duo piccolo borchie di bronzo con anello dislaccalo.
Un laslo di cbirurgo in form a di a g o , con Icsla viporiiia.
Una borchia di bronzo,
Uno scudo di scrralu ra di bronzo.
Un lucchello ossidato di bronzo-
Q uallio scibe divci-se dì bronzo.
Un pomo scornicialo con g hirlanda d' argenlo inlnrsinla.
Tro borchie con anello di bronzo.
Un lucchello di sorrnliirn d i bronzo-
Dilico di bronzo con su a piaslrm a.
Una piastrina di bronzo priva d i bilico.
Una piccola slaluclla niuliobro con lureasso, forse Diana.
Sci piccole grappo.
Due scibe rollc.
Una boreliia con anello.
Uno scudo di scrralura.
Un bilico privo di pinslrina.
Un bel vnso bislungo dì allozza pai. 1
Vaso, o nasilorno allo •/. di pai.
Piccola slalua con base rolonda, dissaldala, con elmo in lesta
foi-se Minerva, alla di pai.
Grossa sciba.
Soi bilici di |)orla di diversa grandezza.
Tro lubi eoa fondo concavo.
Una piccola base, forse por slaluclla.
Duo piccoli oleari.
Un fram m enlo di patera.
Un pczzcllo di calcnuzza.
Una b ell'orm a a doppio busto rnpprcscnlnnlc un fauno cd
u n a baccante coronala d i edera o p am p in i, di squisilo lav oro ,
alla V. di palmo.
A llra orm a a duo facce, alla ” / « di palmo.
Mezzo buslo coronalo di edera c p am p in i, forse un fjiuno.
Un gladialorc con scu d o , m ancanlc di gladio.
Una tigre di lunghezza iolcra palmo.
Un piccolo cavallo con cavaliere, d i lunghezza '/ , di palmo-
Una slatuella am m an tala, di altezza un terzo di palmo.
A llra slaluclla iu g ran parie ro lla , di allezza ‘I, di |>alniu.
Allra slaluclla virile, alla u n quarlo d i palmo.
Un piccolo M ercurio, d i altezza colla basolla '/„ d i palm o.
Un mozzo buslo con cim o in lesta, di altezza un terzo di
p alm o, forse Minerva-
Altro sim ile di fig u ra niuliobro con sola capellatura c diadema,
forse u na G iunone, di altezza 7 . di palmo.
Altro sim ile, con capellatura sem plice, di altezza di palmo-
Una lesta m uliebre di allezza '/, di palmo.
Una bcU’aq u ila d i hingliezza 7 „ di palmo-
Una Icsla di cinghiale.
Allra di nriole.
A llra similo più piccola.
Due leste di bue di diversa grandezza.
Uu piccolissimo pappagallo.
Un piccolo ippogrifo.
Una piccola aiiiira.
Una fig u riu i vestita cd a lala, per guarnizione;.
Due braccia d i qualclic slalua.
Due maschcroncini di Icone.
Allri olio maschcroncini diversi.
Un |>oscc prii'O di basctin, forse per golfo d’acqua.
Un’an ilra priva di base.
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