STRADA STARIANA
CASA NUMERO 57.
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N é gi'andiosa, nè ricca, nè sparsa di sontuosi avanzi c (jucsta casa. Al paragone di m olte che
destano nella vetusta Pompei e meraviglia c stupore (jucsta, se non angusta, può dirsi quasi modesta.
Ma ox'c è quella dimora pur negletta e povera della disscpolta cillà che non racchiuda jicrcgrini esempi di
artistiche bellezze, cd argom enti di nuove e svariale meditazioni? Se p er poco ci facciamo a passeggiare
le strade dell’antica Pompei im maginando in noi stessi, su quanto pur ci rim ane, l’aspetto di quelle
vie innanzi della loro rovina, vaghissimi innumerevoli quadri si offriranno allo sguardo. L’arcbiletlonica
disposizione di quelle case era il segreto di tan ta bellezza, perocché l’ occhio a prim a giunta polca
dall’ingresso, poslo sulla v ia , attraversare da un capo all’altro la interna loro estensione. 1 vivaci
colori di cento squisiti dipinli, le svariate decorazioni d’ogni m aniera di stile, le ornate colonne sopra
mosaici rarissimi spesso im piantate, le statue, le m arm oree zam pillanti fontane collocale a rallegrare
la casa, c sem pre clic dall’ingresso vcdcansi; parca c rislrella negli atri c nc’ lalilini la luce, vibrata
e scinlillanlc nei peristili c nei giardini, quasi per ¡studiato contrapposto; le tante preziose suppellettili
ovunque più che sparse profuse, le cortine quivi di seriche stoffe c quivi di trapuntati ricam i, i bronzi
dorati, le tcrrccoUe, i vetri d’ogni colore bclli-ssimi, esposti ai rillcssi del Sole, e tutto in fine una
scena veram ente d’incanto sopra ogni via dal loro ingresso svelar dovevano le case della oscura
Pompei, tale una scena insom m a, c grandiosa e leggiadra ad un tempo, che certo non possiamo ora
d ire che si riproduca per noi in qual sì voglia cillà per grande, civile, c popolosa clic sia, del nostro
mondo m oderno. O r tanto studio jicr dilcllarc gli sguardi, c tanto dovizie sì cojiiosamcnle profuse
potcansi spendere senza che i bisogni, gli ag i, i piaceri stessi non fossero prim a c più largam ente
soddisfatti nelle domcsiiclic m ura? Il siipcrlluo non può che al necessario succedere, c che non meno
larghi perciò nel provTcdcrc ai comodi della vita erano quelle genti è facile scorgere quando i costumi,
gli usi, i bisogni, c le credenze di quel tempo con gli cdifizi loi-o ci facciamo a studiare. Non vi è
casa Pompeiana in cui il bello non si accompagni ad ogni m aniera di agiata c comoda distribuzione,
con iiiiluita avvedutezza sviluppata. E come in tu tte , in questa pure che nel volger dell’anno 1852
tornava a lY’cdcrc la luce, abbcncliè quasi m odesta al jiaragonc di tante, non mancano molli ¡ircgevoli
esempi cbe ci sforzano ad am m irare il sagace accorgimento con cui venne edificala c disposta. Anzi
(¡uesla casa, della (piale offriamo ai nostri lettori la pianta nella lav. I, c di cui diamo di volo
rapida la descrizione, citando le dotte e sviluppale critiche di allri ¡Ihistralori clic ci bau preceduti
per chi fosse vago di meglio studiarne le particolari sue p a rli, questa casa pertanto ci serba taluni
esempi cosi nuovi per noi c cosi r a r i , clic meglio che im portanti, unici possiamo chiam arli, m entre
(anta vaghezza c leggiadria racchiude nello sue peregrine decorazioni che i nostri lellori ci saran
grati, siam certi, alla vista delle tavole clic la pianta accompagnano, cd in cui taluno di quelle arlisticlie
bellezze ci siamo sforzati di riprodurre per sah are dairobbiio buona parie di esse, le quali p ur tI•o¡)po
roll’aiulare del tempo loriicrnm io nel nulla.
lu questa, come nel maggior numero delle pompeiane dim ore, dal solido andito o p ro lln jro n ,
(vedi nella citata pianta il n .” 1) clic ha l'ingresso sulla v ia , si passa nell’ atrio tuscanico n." 5
e dall’ atrio nel peristilio n .’ 10. Una porla chiudeva la esterna entrata della casa, lianclicggiata
dalle botteghe n .’ 2 come chiaro nc appare dui segni della soglia fatta di pietra Vesuviana. Ma il