iliiH
f e i l
sono isolate nel cam po: vedi im Amore alato volante e tenendo una spada nel suo fodero; una Ninfa
• In coronata di foglie con la doppia tibia; altro alalo Amorino con p atera cd altro simbolo ora
U d n t o , p e r c sic r cad uto l’in to n ic o ; fm alm enle a ltre N infe con ab iti sv olazzanti, e con sim bo li in c erti.
Due faziosissim e composizioni sono stale staccale o trasportate nel rcal musco Borbonico. Se. Amorini
intenti alla vendem mia costituiscono la prim a rappresentazione: grazioso è m essa i gruppo di un
Am ore, che salilo su di una scala raccoglie i grappoli, c di un altro che attende a l operazione .
Più inleressanle è la seconda scena composta pure di sci A m orini, uno de’quali c bendalo c egalo
al suolo m ercè una corda, m entre gli allri cinque lo circondano muniti di bastoncelli. Non v ha dubbio
che volle prcsenlarcisi uno di quei giuochi infantili, che tanto allcttano la più tenera età. E evidente
che ci si offre alio sguardo quello scherzo, che gl’italiani appellano mosca cieca, c che i Greci chiamavano
M'Sx e (mo s ca d ì b ro n zo ): cd è notevole clic Polluce nel farne parola ricorda . bevi bastoncelli,
de’quali si armavano i fanciulli persecutori, c che trovano nel dipinto pompejano il più grazioso
confronlo Alcune anfore con iscrizioni greche o latin e, diversi vasi di vetro , od un piallcl o i i
terracotta con ulive carbonizzate, rinvenuti in questo com preso, dimostrano che anche talvolta nc
usavano p er irattenervisi a mensa ; se pure d ir non si voglia che alcuni di quegli oggetti provenissero
da’sili superiori.
R IM A N E N T E P A R T E B E L L A C A S A
Aveva questa una particolare entrala, e costituiva quasi una distinta abitazione. È perciò che ne
teniamo proposito a cominciar Uall’cnLrala, dandone una rapida descrizione.
Androne. La porta esterna è adorna di due pilastrini rivestiti di stucco rosso. L’androne poi ha
zoccolo nero, e varie riquadrature dipinte su fondo bianco. Questo ingresso clic metteva ad un yicoleUo
diverso dalla strada, ove si apriva la principale entrata della casa, può considerarsi come un p o sh eum .
Cella deirosliario. Vedesi questa a desira dell’en trata; cd è ornala di bianco intomco con semplici
riquadri formati da rosse e verdi linee. Una lincstra sporge sul vicoletlo.
S ta n za a sin istra d e ila n d ro n e . È questa alquanto più accuratamente dipinta. In una zona gialla,
distinta da candelabri in varii compartimenti, appajono in sci dischi sei differenti teste appena v^ibili,
due Amorini xolanti, cd un quadrello interam ente perduto. Nella zona superiore bianca sono cflìgiati
al vivo alcuni an im ali, fra’ quali du o cervi c d u e pa n tere .
Atrio. L’atrio è tuscanico, con piccolo impluvio nel mezzo : è decorato di groltcsclic nelle pare .
dipinte in compartimenti rossi e neri. Alla sinistra era una im portante rappresentazione, della q u a c
nulla di certo può determ inarsi, essendo unicamente visibili le gambe de’ cinque personaggi, che la
componevano; perchè crollata la parte superiore del m uro. Nel m uro di rim petto sono due grandi
incavi, destinati forse a contenere due armadii. ■• • •
Tabiino. Di fronte al piccolo atrio sopra descritto vedesi il lablino graziosamente dipinto in
0 con frulla,
tre compartimenti adorni di grottesche; fralle quali si distinguono tre volanti Am orini, u
l’allro con vase e tirso, l’ultimo con la lira. In questo tabiino diconsi rinvenuti
di bronzo con m olti ornam enti, collocati ora nel Rcal Museo Borbonico. ^ •
i fram menti di un carro
Cubicolo. Dall’atrio si passa pure in un cubicolo, ch’c a sinistra del tabiino, c ch’c semplicemente
decorato di grottesche: vi si vede l’incavo per qualche mobile, forse pel letto.
Fuuees Alla desira del lablino è un corridojo che serviva di comunicazione col rim anente della
casa : è esso ricoperto con semplice inlonico, e conduce ad un largo compreso destinalo pure al medesimo
o ^ f tto , non che a d ar comunicazione colie parli più elevate dcircdifieio, merce una scaletta, che a
quelle conduceva. Allo stesso uopo era destinalo allrrai il corridojo messo alla parte posteriore del
giardino. È questo dipinlo in varie orizzontali zone. La prim a vicn costituita dal giallo zoccolo, la seconda
è rossa con varii ornam cnli, l’ultim a è bianca, e distinta da graziosi fogliami. V ani quadrelli spezzano
la monotonia del compartimento di mezzo. Uno ci offre un loro m arino n uotante; in allro e allro
m arino mostro con testa di G rifo: e cosi pure in altri vedcvansi allri m ostri m arm i ora interam ente
perduti. In allri quadretti erano ritratte al naturale diverse fru lla ; m a o ra la vivacità de color, m
alcuni è svanita, altri sono siati tolti e trasportati nel rcal Musco Borbonico. Nel pilastro angolare del
giardino vedesi pure dipinto in campo rosso un giallo vaso a due manichi di grandissim e proporzioni.
11 pavimento di queslo corridojo è di lapillo vulcanico con pezzelli di bianco m arm o: cd c stalo
ro E pubUlcjlo dii Zibu aelli su« lem Mllszioue U.. XXXV. XXI, 394, SloS. «rm. LXXVHI.S. Vedi II eh. C. F. Ilermeim isArtue/. d.r ir.eeA
« v i™ - diJ’èTOKf.vilUio;. è il'o h llerminn. Son ei I
M i l* e tóù-. „.he .irei. Poli. IX, <23 cf, Eustozlo ai Hiai. Sul poslicuo
li 1 ' ¡¡Yìl
'4 1
osservalo come il lavoro n’è identico a quello de’ lastrici adoperali alle coverture delle nostre case.
Sul suolo e un foi-o circolare praticato in un sodo quadralo di pietra vesuviana, c ricoperto da chiusura
di m arm o. Non sapremmo se quesl’apei-tara servisse [)cr le acque inferiorm ente raccolte, ovvero per
nn ventilatore de’sotlerranei compresi. Ulteriori scavazioni chiarir potranno una lal quistione.
S ta n ze a l doi-so d d pe ristilio . Sul descritto corridojo apronsi tre stanze. La prim a più vasta delle
allre ha duplice entrala : fu essa determ inala per un oecus da alcuni, da allri per un cubicolo. Tulla
la porzione sinislra di questa prim a stanza non è affatto dipin ta, ma ricoperta di semplice inlonico
bianco. Il sig. Bechi pensa alle lapezzeric in uso presso gli antichi ; ma iiotrcbbc alti-esì una tale
particolarità attribuirsi a mobili od armadii che vi fossero collocati. Nella quale idea può sem brar
probabile la conghicttura del sig. Brclon, che vi riconosce una biblioteca. E certamente una stanza
di simile uso m ancar non dovca nella casa di M. Lucrezio; m entre il proprietario mostravasi cotanto
amico della drammatica poesia, della quale non pochi soggetti avea fatto effigiare nelle dipinte pareti.
La parte dipinta di questa, che noi direm o biblioteca, offre varii compartimenti di grottesche su fondi
rossi, gialli e bianchi con zoccolo nero : fralle grottesche apparisce un Amorino alato con simbolo
incerto. Erano in questa stanza due quadretti, che sono stati trasportati nel reai musco Borbonico.
Uno di essi rappresenta Narcisso, che specchiasi nelle onde; l’altro il m ito di Apollo e di D afne:
soggetti già conosciuti, c ripetutam ente venuti fuora dagli scavi pompcjani. Rimangono tuttora in parte
visibili tre teste di Baccanti, che costeggiavano i due quadri più grandi.
La stanza media ha pavimento di opera signina fregiata di pezzetti di marm o. Le solite grottesche
ornano le pareti con varie figurine, traile quali un Satiro con pedo e siringa, cd una Ninfa con cesta
di fiori c fruita. Più in giù nel campo giallo erano tre quadrelli ora interam ente perduti, circondati
da Amorini. Può credersi questo un cubicolo.
Finalm ente la terza stanza ha pavimento signino, e soglia di m arm o. Le pareti giollc sono poco
ornate; e non vi si scorge alcuna traccia di chiusura. Vi si vede nell’angolo un poggiuolo di fabbrica
destinalo forse a lavare ( la tr in a ), un peso, cd un putcalc di terracotta ; i quali oggetli ignoriamo se
fossero stali altronde trasportati in questo sito. Può riconoscersi in questa piccola stanza una dispensa.
S o tte r ra n e i— Cantina. Dal corridojo medesimo sopra accennato si ha l’accesso ad una scaletta,
la quale conduceva a sotterranei compresi. La porla di queslo sotterraneo trovasi m urata dagli anticbi
medesimi ; m a è probabile che desse adito alla canliua : colla quale veniva a compiersi questo nobilissimo
edificio. E qui mi sìa lecito di osservare clic la casa di Marco Lucrezio offre ben quattro differenti
piani nella sua costruzione: il prim o vien costituito dal sotterraneo; il secondo dalla parte più nobile
della casa, che aveva l’entrata dalia strada Stabiana; il terzo si estende dal peristilio a lutto il
rim anente dcirabitazione, che aveva l’entrala dal vicoletlo; e finalmente il quarto era form ato dalle
costruzioni, alle quali m enavano le differenti scale, di cui furono ritrovate le tracce.
Fabbriche vicine. Nell’angolo estrem o, verso il lalo destro, abbiamo segnalo nella pianta il principio
(li altra abitazione, p er m ostrare come la casa di M. Lucrezio si colleglli colle fabbriche circostanti.
P er lo stesso motivo aggiungemmo a sinistra la piccola casetta, che ha pur l’entrata dal vicoletlo,
e delle cui pitture dovremo altra volta tener ragionamento.
OGGETTI DIVERSI RINVENUTI NELLA CASA DI M. LUCREZIO
OGGETTI DI ORO E DI ARGENTO
Tralasciniido la parlicolar iiioio.ionc di due monde di argenlo,
dello quali non Irovasi la dclcrminazionc nel giornale degli scavi,
faremo unicaiuenle parola dei seguenli oggcili, dio sono siali da
noi esaminali.
In anellino di oro, eoll’oriianiento ili una conchiglia e di una
pietra tureliiim: ora conservalo nel Reni ¡Museo liorbonieo fra gli
oggolli preziosi.
Un braecialclto di bronzo, coll’ornamonlo di un disco di
argcnlo, ov'é figurala la lesto del Sole radiata (riporlala in più
piccolo (liiiieiisioni nella (avola IV fig. U), È collocalo fra’bronzi
minuli del Rcal ¡Musco.
l'ra gli oggclU preziosi veggonsi pur conservati i residui del
nobile lollo rinvoimlo nel Iriclinio. Si veggono alcuni pezzi dei
liasloni di ferro con parie dol legno, onde orano cosliluili i piedi
di quel mobile, con una porzione del rirosliinenlo di argcnlo. Altri
ornamcnli parimenli di argcnlo di finissima lamina, quasi dislruUi,
sono il solo residuo di quella imporlanic seopcrla; cd i spiacevole
che non se uc Irasse siibilo un disegno.
OGGETTI DI ßno.-izo, DI Fl DI ALTRI METALll
Non inicndiamo far parlicolare enumerazione delle diverse
scrraluro rinvenulo in varii siti deUa easa, luccliclli fpemUiJ, arpioni
(canlims), chiavi diverso (daves), nd tampoco de’cliiodi di bronzo
o di ferro, c di allri insignificanli pozzi di simili melalli. Taceremo
del pari dello iiocho moneto, dello quali non Irovasi una distinta
descrizione, c clic non abbiamo polulo esaminare co’iioslri proprii
occhi- lìnmmcnicrenio pori le coso princiivali, le quali si trovano
nella collezione dc'l)ron/i minuli del Reni Musco.
Rnovzo — SlutueUc—Sono da ricordare in primo luogo cinque
slnluollo, le quali non hcn si conosce d’onde sieno siate Italie. Debbo
non i>erlnnlo avvenire ciie il sig. Falkener nc fa sapore di averne
proso conlozza, e <ii aver rilevalo che furono ritrovalo lullo nella
nicchia circolate do! larario [giorn. cit. pag. 8 8 ). So rii é vero,
sapremmo ie domcsiiche divinilù parlicolnrnicnlo venerale nella casa
di M. Lucrezio.
La prima rapprcscnla nn Giovo barbalo con clamide, il quale
colia destra lia il fulmino, cd ha la sinislra alquanto elevata, ove
Icnovft forse un’nsin: presso a suoi piedi é l’aquila.
.n Ui