di luogo sporre qui i danni prodötti da sistemi nè già pas-
sati tempi adottati a quest' uopo ; e se sviluppar pretendessi
quello che aforisticamente ne dico :
Coltivate i campi e distrugerete gli Agridi :
delle quali cose sarà tenuto proposito in opportuno e spéciale
ragio/iarnento. , 1 U ,
Da ultimo debbo notare ehe lo scuoprimento dell'A. cru-
ciato esistente nella Daunia, essendo awenuto dopo la pub-
blicazione della Monografia precitata, e le contestazioni
avute di cssere stato questo ehe le orde compose del 1808
al 1813 , e quelle campagne distrusse, kanno rajforzato
il giudizio emesso net trattare della prima quistione ; e quin-
di per me resta Jèrmo ehe non da straniere contrade ven-
gono i stormi di tali insetti all’ agricoltura molesti, ma che
tra noi si generano a quando a quando dalle specie indigene
, sempre chè le meteoriche vicissitudini sono propi-
zie a potersi queste moltiplicare.
r i sereni non possono librarsi sulle loro ali prima di essersi dissipata Tu-
midità assorbita dalla matutina rugiada. Tutto questo varrebbe quando vi
fosse chi persuaso sia , ehe il continuo flutto delle onde , per lo spazio al-
meno di 12 ore , capace non fosse di sommergere i peregrini insetti. Cio
sia detto non ostante come semplice dubbio, riserbando a pm matura di-
scussione di assodarlo o distruggerlo.
Si ha pure un’ altra riprova ehe nel 1809 ed anni seguenti non fu
1’ Acridio eraigratorio che tanto danno ci fece. I signori Metaxà e R o lli,
entrambi cultori delle scienze naturali assicurano , ehe nelle campagne romane
fu V A t italiano ehe a stormi si diffuse. Bendiscioli ed Angelini ri-
conobbero la medesima specie nelle campagne del Mantovano, ed in quelle
della Mirandola nel 1825 e 26 (V . Bibl. Ital. agosto 1825, Tom. 1*5 ).
Essendovi dunque tra noi specie di acridi suscettibili di tale incremen-
to di riproduzione da arrecare a ll’ agraria economia danni non lievi , ra-
gion vuole starsene a l l’ erta , per impedirne i progressi. Dopo aver esibi-
to tutto il materiale bisognevole per distinguer le specie , non resta cbe
spiarne 1’ annuale prolificazione : e quando si vedesse la loro prole molfi-
p lica ta, difficile non è il d a iie la çaccia e procurarne quasi l ’ esterminio.
ORDIIVE VI.
( U L O N A T A , F abr. )
ordine degli Ortotteri di Latreille abbraccia quat-
tro generi délia C lasse degli Emitteri di Linneo , quello
cioè delle jForßcule, delle jBlatte, de’Mantidi e de’ Gril-
li\ de’ quali i primi due si trovano conservati , gli altri
avendo subito importanti cangiamenti. Il Genere Manhs
racchiudeva poche , ma tanto svariate specie, ehe anche
all’aspetto esteriore ( fa d e s ) è agevole accorgersi délia naturale
loro discrepanza. Quindi era dalla natura stessa in-
dicata la loro generica ripartizione. Di maggior riforma
bisognevole il genere Gryllus, e numeroso essendo pure
di specie, elevato si è al posto di F amiglia , divisa in tre
generi Grillô cioè , de’ Locusta ed Acridio.
Non è a tacersi ehe lo Gmelin operata aveva di già
una prima divisione del G • Grillo di Linneo, servendosi
di taluni generi stabiliti da Fabricio ; ma i nomi adottati
erano in gran parte ambigui, ed i caratteri non sufficienti
a separare le une specie dalle altre senza veruna promi-
scuitk, onde moite ne restavan confuse. In fine, meglio
studiate le specie già note , ed altre novelle in diverse
contrade discoperte , esigevano una classazione ben ordi-
nata, corne quella ehe ci è stata esibita dall entomologo
francese, alla quale mi attengo.