Numerosissime sono le specie del genere Forficula ,
quantunque di poco danno all agricoilura riescano , siccome
partitamente diremo a suo luogo.
Comecche dunque alle campagne ed alle case di gran
nocumento siano gl'insetti di quest' ordine , meritavan percio
tutti esser trattati cost estesamente , che da ciascuno age-
volmente coriosciuti venissero" ed e percio che , uscendo dal
piano generate, util cosa mi sembra figurare e descrivere
tutte le indigene specie , tranne le piii comuni de' generi
meno nocevoli.
Poiche degli Acridiani principalmente fia d' ubpo e
quasi in preferenza occuparsi, cotivien dire qui taluna cosa
intorno alia emigrazione di taluna delle specie, e di quelle
di cui principalmente compongonsi le orde che d ' ordinario
si elevano a volo nelle nostre campagne, traslatandosi da
luogo a luogo. Le quali cose formano il tema di due im-
portanti quistioni, che ho cercato risolvere nella mia m o n o -
GRAFIA DEGLI ACRId I D E L REGNO D I NAPOLI ( i ) . (i)
(i) Quali specie esotiche hanno emigrato nelle diverse epoche sulle
-campagne del regno di Napoli ? —■ Lo specifico, nome di emigratorio ,
assegnato dal Linneo ad una specie del suo genere Gryllus, ha fatto credere
che fosse esclusiva a questa la propriété di emigrare dal suo luogo
natio portandosi fin sulle piii lontane regioni dell’ Europa e dell’Asia. Ovun-.
que pervenuti sono quegli stuoli copiosi quali dense nuhi, che hanno oscu-
rato anche il sole, e manomessa ogni specie di vegetabile, non si e pensa
to che alia Locusta di passaggio , o grillo emigratorio, quasicchè deb-
ha essere necessai iamente la stessa specie tutte le volte ed in ogni luogo.
Senza occuparsi quindi ne punto ne poco della ricognizione di essi , si è
rjtenqto per ferai o esser la summenzionala specie; ed a quelli, cui venne
in perisiero di passargli in rassegna , mancarono le necessarie cognizioni per
tramandarcene la chiara descrizione , siccome e avenuto tra noi ne’ già
decorsi anni.
Egli è vero che 1’ Acridio emigratorio-, indigeno della Tar taria , si
moltiplica cola siffaitamente che inondar suole tutte le circostanti regioni
, e che da tempo in tempo si e diffuso nella Germania , nell’ Olanda ,
e fino nell’ Inghilterra , secondo ci attestano scrittori assai accreditati :
Parziali, e quindi di pochissimo interesse riescori poi
i danni dolle Locuste o Cavallette cagionati, ma non per~
cio trascurabili affalto. Awegnachè , quanclo esse straordi-
Vero è altresi che in Puglia questa specie vi e stata : e più‘ che le ambiguë
testimonianze de’ storici me ne porge forte argomento una volgare
opinione. Ho udito da molti uomini di grave età , L quali videro ne’ re-
moti tempi questa specie d’ insetto dévasta tore , ch’ esso porta scritto sul-
I’ elitre ( da lor designate col nome di ali ) IRA DEI. L’ acridio emigratorio
ha in fatti certe macchie nere pressô il margiue'superiore de.U’ ëli-
tre , che in taluni individui occupano maggiore estensione , lasciando degli
spazi hiancastri in forma di carâlteri ebraici ; in altri le stesse macchie
nere prendono tal figura ; ed a cotesti ideali caratteri si è dato il
valore dell’ espressione anzidetta per indicare il flagello che tali insetti pro-
ducono ( veggasi 1’ osservazione sotto la specie A . emigratorio ). Ma se fu
solo questa specie o mista ad altre; se sempre fu la stessa, o se or 1’ una
or 1’ altra vi approdô ; sono delle. inchieste dilficili a risolversi, non es-
sendovi documenti storici che ne porgessero chiar.e note intorno ai caratteri
proprî della specie , e delle specie da essi loro osservate.
Incontrastabile è per tanto, che le orde del 1809 al i 8 i4 non furono
costituite ne dall’ emigratorio , ne dal lartarico, ma sibbene da una specie
distinta , che a me sembra non affatto descritta dagli entomologisti.
Metaxà e Rolli, naturalisti di Roma , assicurano essere stato V acridio ita-
lico quello che nella stessa epôca devasto le campagne romane : e prestan-
do tutta la fede , della quale son degni questi dotti uomini , rimarrà sem-
preppiù confermato non doversi attribuire all’ emigratorio quella sciagu-
ra , ma sibbene a specie nostrale. È perô da notarsi eziandio, che in quel-
1’ epoca trovai framischiato a tali acrid! il Talassino , e non in iscarso
numéro. Questa specie è nostrale , ed osservasi tutti gli anni nelle Puglie,
quando più e quando meno moltiplicata. Non e quindi improbabile che
anche questo eserciti la sua parte nelle lagrimevoli devastazioni e ohe
perennemente vada frugando ne’ campi messi a coltura, quando gl’ incolti
non gli porgono più sulficiente alimento.
Corre finalmente opinione tra qualche intendente di entomologia , che
anche 1’ Acridio di Tartaria sia venuto come V emigratorio a grandi scia-
mi tra noi ; ma io non mai lo yidi , e mi resta molto a dubitare sopra
tali asserzioni, Se tra coloro che per maestri si ebbero appo noi tanta in-*
certezza regno nel riconoscere 1’ acridio di Tartaria , che lo confusero col>
col Lineola ; se il chiarissimo Petagna ( Padre ) , con una sua addizione
alle note caratteristiche di tali specie , dicendolo colle ali tinte per metà
di rosso , maggiorwente ne rese oscura la diaguosi ; potrà giudicare cia