I MESTIERI E L E IKDLSTUIE DEI ROMPEIiNI
TONSORES, UNGÜEOTAR1I, TEDRAUll.
.Monlix lu mtjai«! ilei tortore- (biirliitri) o ilciiU (TCinlilori iTiingiionli) in l'oiiipoi ci
c Ulc'itoli ilallc istrizioiil, i»ii pili, illvsi lo slc„o ilei Ihmr il , i .|iii.li «ino ipn i'esi«l™l' solinneiile
„ „ 111111 veii-iii.ile eonnelliira ilei Miiiiiii.seii (di'. C. I. A. IV n. »9). HoUeslie ili toi-ere- e ili iiii-
,1.1(1,rii 11,11. possono ì,.,lioa.'si eoi. ccloizn, liond.ii si sin voli.lo a (orlo .iconosooi'o una lo.rtAiim o
bollogii di borbii'i'c in una piccola slaiizclla, accanto alla Fullonica , nella blcada della di illciriirio.
Forse 'con maggiore probabilità iiolrcbbcro ritcucrsi per /oii.ririmic le due bolicglic ii . 12 c 13 dcllTs.
ì •’ IU- Vin, se il progianiiiia, clic vi si leggeva sopra uno dei pilastri della via, c in cui erano
ricordatM loi.sores (C. I . L . IV u. 743), potesse credersi iu rcla/.ionc con le persone, elio vi cser-
cilaviiio la loro iiuluslria; la -iimlc d’ altra parte non saiobbe invcrisuiiilc vedere islallaUi d incontro allo
lemic Stabianc, i|unndo sa).pianio clic una bottega di barbiere Irovavasi pure nello Icrmc di Diocleziano,
per comodo di coloro clic volovan radersi o prolùinarsi. ........................
1.1 quanto ai irnvirii, c da credere die equivalessero ai moderili proluuuen, giacdiò insieme col
i/ms vendevano ancho altre essenze odorose. Nella Campania i ’ulcoli (Pozzuoli) avca, a sinuglianza di
Uoma, un infero ciiiarlicro , clic pmulcvii il nome appiiiilo dai f/mr«rit (regio Ihiirimorimi).
V.
l'EKFnSOE, FORNACATOR.
Sono duo mestieri, clic avcan lolazione con le torme, poiché il pcr/);.ior era quel servo clic asiiere
gcva di acqua (mp.o pcrfuiuìebal) coloro, i quali di quel sistema ka^narsi cran '■'S'“ ; ®
naialor (l'uocliisla) avea l'obbligo di tenero accesa la iornacc dei pubblici bagni. LAvdIuio (/?»//. njvi.
ap li p 3 c 67) l'u il primo a dare la giusta iulcrprolazionc alla parola periuso,■ (cfr. L. I. L.
IV
VI.
aiipu
LIGNARII, PLOSTRARIl, ClSlAUll , SIULIONES.
Intoriio ai fai,ri lig,unii o scmplicciueiilc Hgiiarii non possiamo indicare altro clic due dipinti, doi
quali l'uno, oggi nel Musco di Napoli, nipprcsenla una processione o pompa di falegnami presieduta
dallo stesso Dedalo, invo.ilorc di quell'ai-tc (Hklrui Waiulg. u. I4 8 0 _V . tav. V); c nel secondo assai
rozzo, ora sv.anito (Sogliano, Pi», miir. u. C.'.i) vedovasi appunto un faber ligmiriiis ritto sopra uu cavalletto
ili atto di ladiarc con la seaa una trave unitamente ud uu altro, die slava in terra. I p/oslraiii, o, come
si Ic-gc il. "uu progranmia" {(.'. /. L. IV n. 48.-)), %tmi-ii plosirarii, erano i costrullori di carri (piai,sira
0,1 anche p/osira), solo mezzo di Iraspoilo dl'etliiafo con le bestie da tiro, clic potesse aver luogo per le
vie di Pompe!, munite nc! mezzo , come lulli sanno , di una o pm pietre di passaggio dall uno al-
1’ altro marciapiede, lidia solidilà di tali plausi,;, ci fanno Icslimomanza non solo le prolonde carreggiate
csistcnfi tuflora nel selcialo delle vie , ma and.e le poderose ruoto, cbc o nella fonna m gesso
0 nella loi'o arii.adiiia di Icito si osservano nel piccolo Musco pompejano. Nella nostra tav-, \ e riprodotto
Il plausi,-,un, su cui sta in. grosso olre di vino (Ilia.iuc op. cil. n. 1487). Mentre delle Ictl.glic si
i ricchi nello inierno della città, per le gite ai paesi vicini |iri.vvcdcvano i eiriaru o guidatori
di ro b iM s . l.a io.o menzione ricorre in una celebre epigrafe latina (C. /. L. N n. 1064) posta fuori
iiorla Stabiana, e nella i|iialc si dlee clic i duumviri L . Aviaiiio Fiacco Pniiziauo c Q. Spcdio I-irmo
a proprie spese lastricarono la strada dal milliario sino alla stazione doi ti.riorii. .Vdmu|uc questi coc-
diieii da nolo avcani) la loro stazione fuoi’i della città , e pr.ipi ia.iienlc nello estremi) lumie del ler-
rili.rio Pom|iejaiio (n i/ii/inrio lugiw ud (isiiirios, g\ui leriitvriiiiii esl Poinpejiiìtanwt). Ndla grande swir-
sozza ili milizie, sulla l elaziomi di l'oiiqiei col sim Icrritorio il dato li piigraiico ildla citala epigrafe è
sommamente ).iczioso, ed c a desiderare dio verso quel |imilu min si faccia più l.mgariiciilc aspotlarc
ia luce degli scavi. In quanto ai uiuliuiies (mulatlicri), fjeqiionleiiienlc ricordali nelle iscrizioni panelarie,
rijioileieino qui un giallilo in scnarj gianiliici, die per la vivacità della forma, non certo per la
casligafezza del coiilcmilo, eira i più belli dio sieiio Inniati siiiora a luco in Pompei (/MI. hisl. 4877 p. 223):
.Imori.v i;/iic.v si sciifircs, muliu,
Magi properares ul lùilerits Viuinroui.
Jliligo jiiveueiii imuiusliiiu; rogo, punge, inimw .'
Dibisii; iamus / pre,ule ¡ora el excute,
Pompejos (lefer, ubi diih-is csl amor
Mcus..................
I MESTIERI E L E INDUSTRIE DEI POMPEJANI 7
Se tu sentissi, o niiilalliere, il fiioeo dì iiniore, assai più li ajfrelleresli per veder Venere. Io amo
un giovinello bello; li srongiiiro, sferza, andiamo! Hai bevalo; andiamo, prendi le. miiiii e sgiuissa ;
¡orlami a Pompei, dove è il mìo dolce amore.....................Si leggevano lali versi sur una iiarolc dd
peristilio della casa n. 11 , Is. 5.“ , Reg. IX , e vi furono tracciali iu iiicnioria di uu viaggio a
l’oiiipci, (love Irovavasi il duh-is umor dello seriplor. II iiuilallicro, cui il pecla tanfo vivamente apostrofa,
nini allrimeiili che il modcnio coccbicrc, qui ci appare iu tulio il suo freddo egoismo, e solo a l'uria
di malico seconda le inipazicuzc del viaggiatore. E a notare clic il terzo verso mm risponde alle e.sigcnzc
della iiietiica, e die il juvenem fu corretto in puenan dallo stesso sciiplor.
VII.
TECTOK, DISSIGNATOU.
Nessuna epigrafe pompejana ci paida dei leelorvs (coloro clic intonacavano i muri) , ma in compenso
uu ilipiiilu nel pciisliliu della casa n. 9, Is. 5.", Reg. IX (Soui.iano, op. ci(. ii. 65.5) ci autorizza
a loiicriic conto ud noslro cionco. Infalli é rapjn'cscnlalo in esso, stante so|ira uu banco di legno, un
Irelor con corta (unica giallognola, die dipinto quasi di .spallo allo sjidfaloie è iu alto di lisciare, con
ambe Ir inani il muro con un islroiiionto verde; ai suoi piedi si veggono due vasi sul banco.
La menzione del dissignaliir ricorre in due |ii'ogi'aniini (C. /. L. 1\ n, ìiì)7 e 708), c si chiamava
così noli solo la persona addetta ai loalii per regolarne l’urdine nialcriale o por badare alla di-
spcsizionc dd popolo clic vi accorreva, ma andic colui die nel teatro curava lo scenario mobile. Cie-
diauio clic questo secondo significalo dcbbasi attribuire al dissignalor dei progianinii puiiipejaiù, tanto
più die in uno di essi (n. 768) si legge: Sahinus ilissignidor eum plausi, faeit. 11 citm plaiisu non è
senza allusione alla scena c alle case teatrali, ed è naturale che Sabino ricordasse (juclle espressioni dio
si riferivano aU'esercizio del suo ministero.
Vili.
I coriarii (conciatori di pelli) avcano la loro olllciim nell' Is. 5.", Reg. 1, in vicinanza della porta
.8/(ii)i(()in. Né l’edilizio adilcllo ad uu' industria così iusaliibre poteva sorgere in allro silo cbc non fos.sc
la [iurte mono nobile della cillà, [loicliè, por quanto gli aiilidii fossero poco curanti di cpiolla clic oggi
si cliiama igiene, non c da credere porò cbc trascurassero alliillo il benessere materiale delia vita. Cbc
lalc poi sia stata riudiistria esercitata iu quoiropilldo, si rileva e dal grande uso clic ivi làcovasi dd-
racijiia, come attestano le, grandi c profonde vasche conicuiilc neiraroa destinala alla lavorazione, c, ciò
che più iniporlii, dal rinvonimeiilo di ciuallio isiruiiienti, ora ud Museo di Napoli, destinali senza dubbio
a radere, c riconosciiili quasi simili a quelli oggidì adoperali.
II Sogliano (Cìoni. Sene. Pomp. u. s. Ili [ i . I ! ) ba raccolto le lesfimouianzc degli scrittori relativo
alla coiiciafiira ddlc [lelli; opperò crediamo utile di riportar (pii quanto egli dice: a Dalle fonti
classiche poco o nulla ricaviamo circa il modo di pieparare lo pelli; Uliiiio, dio cdiidica molli vegetali,
alii a cpiesto sco[io, non dice come es.si lèssero adoiicriili. Però nelle Exeivilalìoiies Pliniumic del Sal-
masio (voi. I p. 330) leggiamo: C'im/ìei porro roria dininliir, guae suhigunlur ct lingimlur. Nam el dinn
liiigunlui-, domini eliuin soleni el subiyi, ut meliiis eolorem aeeipiind el iinliibanl. Uoe inuniis est iocicSt-ià-i.
giios Latini eoiiinios voeanl. In una iscrizione (Ouei.i.i-IIknzf.n n. 4170) troviamo in fatti mi Cdeomcnes
i-oriaiins subarluriiis, un eojajo cioè, il cui iiilicio consisteva solo nel sabigorc coria, a quel modo stesso
die relneiilariiis rliedaiias e /mmWu.v pee/imiri»,? indicava ima sjiecialila di mcstici’c (S.U.masius ad Hisl. Aug.
Seiipl. |i, 27(1). Snida ud conuiioiitarc l'epiteto di dalu a Cleono da Aristofane, c’ insegna per
iiicidenlo die i l'acevaiio anuuollirc per più giorni le [idli iieiracc(iui assoluta e nel Tra
le arti servili, clic remlevano infame dii le esercitava csdiisivaniciitc, Polluce (Oiioiii. VI, 31) annovera
anche il i-rf'-ciiir.-, ».
Nelle epigrafi ponipej.aiic sinora tornale a luce non ricorre mai la incnzionc dei eorinrii.
L\.
niomuiu'iili ponipejaiii bau dalo sinora il maggior contributo,
noi già parlalo del primo , ci occuperemo cpii del mestiere
i lavare e a sodare i isimii.
I due mestieri, alla cui coiioscoiiza i
sono ipidli del pislor e dd fililo. Avoiulo
ilei fulloiies, cioè di quegli opcraj adilolli :
Due ollidne di fullmii u l'iillonidie iiropriamenlc dette sono state rimesse a luce sinora in Pompei,
l’uiia nella via dolla di Mereniio (Reg. \ i, Is. 8.', n, 20) e l’altra nella medesima Reg, M, Is. 14.'",
11. 21 e 22, La prima, distoiTuta negli anni 1825 e 1826, é senza dubbio la più importante, sia pcr-
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