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L ’ARTlù IX POMPEI--ELENCO ILLUSTRATIVO D ELLE TAVOLE
antichità, il Von liolnlen rinvenne sul suolo il
frnuimento di una grande grondaia. Da una grossa
0 pesante lastra sporge, cccelleutcìncntc modellata,
una tosta di leone ricoperta da nn sottile
strato di stucco. La creta era straor.linarininontc
dura c granulosa, l’rohiibilraontc apparteneva
questo frainniento al tetto di quelTatrio, ina può
nuche osservi stato trasportato da qualcuna delle
case vicine. È molto sìmile se nou affatto identico
ai numerosi pezzi dell’ atrio della casa di
Salluslio (Reg. VI, Is. 2‘, n. S-5), ora situati sul
muro fra la casa e il piccolo pistrino annesso. 11 Mazois
(II, 78) li cliiama exemples remarquables du
plastique, autant par la perfection da travail que
2>ar la dificuUé de faire cuire de pièces d'ornement
d'iiiic semblable dimenskn cl ayant des saillies
iiKSsi prononcées. E cou piena ragione, poiché
essi insieme con. le gi'oudaje della casa del Fauno
rappresentano quanto di meglio ha dato sinora
l’ompei in ornamenti plastici di tal genere.
In generalo negli ornamenti arehitettoniei
la terracotta ha quasi sempre uu rivestimento di
stucco, il quale, soprattutto nel periodo arcaico,
trova la sua ragion di essere nella qualità della
creta straordinariainontc granulosa: perché potesse
esser dipinta, era necessario ricoprire con uno
strato di stucco la ruvida superficie della terracotta,
appunto come praticavasi pel tufo.
Il Mazois ( II, pi. 37, 4) pubblica una grondaja
angolare proveniente da questa medesima
casa dì Sallustio, ed osserva: La goiUlih-e était
placée à l’un des angles de ¿’oti imn (naturalmente
del compluvium), qui en avait trois atdres semblables;
elles s-ervaieiic à recevoir l'eau qui tombait dans
les noues à la rencontre des ¡¡entes du toit. Celle
goiUtih-e est en terre cuite, revêtue de stuc. Invece
di una testa di leone, noi qui troviamo un'intera
parte anteriore di leone, fra le eui zampo vi ha
il getto mascherato con una foglia di acanto. È
questa la forma preferita per le grondaje angolari,
e dalla quale solo in casi rari si é deviato.
La quantità d'acqua, che affluiva negli angoli del
tetto delTatrio e del peristilio, era considerevolmente
maggiore di quella che scorreva pei singoli
canaletti formati dalle tegole; e però anche
il getto doveva essere maggiore e nel tempo
stesso assai sporgente, perché la vena d'acqua
cadesse fin dentro \ impluvium. Teste di fiere
come grondaje angolari ricorrono solamente in
taluni pezzi più antichi; di tal novero sono una
magnifica testa di cinghiale c alcune teste di
grifo, che già per la loro grandezza superano di
molto r ordinaria grandezza delle teste leonine.
Con la casa di Sallustio va messa insieme
la casa del Fauno. Già noi iu altra parte eli
quest' opera menzionammo varie docce, fra le (piali
talune ornale con leste di leoni. Senza dubbio la
decorazione arcbitettonica in terracotta dovette
esservi applicata su larga »caia, come si rileva
dagli avanzi, in parte conservati nel Museo di
Napoli, ili parte nei magazzini di Pompei c in
parte ancora sul posto. Essi mostrano la più
grande analogia con le grondaje dolla ca.sa di
Sallustio: la grandezza corrisponde esattamente,
il profilo c le teste sono simili, l'accuratezza del
lavoro é la stessa. Non sì può quindi dubitavo
dio appartengano al medesimo periodo e siano
perciò coiitomporiuici alla decorazione murale della
casa nel primo stile. Proviene da questa casa appunto
la grondaja aiigolaro da noi pubblicata
(v. sopra voi. I, casa del Fauno, tav. 8."), la
quale, esibendoci la intera parto anteriore di
leone con una foglia fra lo zampe come getto,
ribadisce la grande affiintà con la ornamentazione
plastica della casa di Sallustio.
La differenza tra gli ornamenti in terracotta
sin ipii considerati c quelli dell' ultima epoca
emergo cliiara dal paragono dei primi eon ic
grondaje delle altre case. Le grondaje degli ultimi
tempi di Pompei si distinguono per la loro
non comune (locorozioue figurata a rilievo c per
la vivezza (lei colori ; senonclié lo forme dello
figure sono così appannate dnlTiudinneuto colorato
, clic di leggieri si riconosco come dappertutto
si facesse assegnamento sul colore. L'ordinaria
e sabbiosa terra rossastra é ricoperta di uno
spesso strato bianco, c i colori vi sono applicati
con grande trascuratezza, come nelle figure isolate
del medesimo tempo.
Assai caratteristiche sono le maschero comiche
adoperate conio grondaje. Tutti i pezzi di
questa serie portano Tii i delia contoniporaneità,
della esecuzione nella medesima fabbrica
e, si potrebbe dire, della medesima mano. Sopra
tutto vi si riconosce una grande varietà di tipi.
Certamente la ricchezza delle diverse forme
nou é grande ; ma il fabbricante ha saputo, nella
lavorazione delle maschere già formate, derivare
da uno parecchi tipi medimitc la diversa trattazione
dei capelli , la inoltiplicaziono delie pieghe
ecc. .4 ciò si aggiuuga che le inasclicre sono
lavorate così, che esso con grande facilità potevano
essere adoperato a piacere sia come grondaje
sia anche come antefisse. L ’ applicazione dì tali
maschere per due scopi tanto diversi non attesta
di certi) un gran sentimento della forma; ancora
meno si può portare , rispetto al lavoro, un favorevole
giudizio. Grande atiitudiue c coiiosccuza
del proprio mestiere é forza attribuire all'artefice;
la impressione, che queste inascliere fanno, è notevole
; molte sono originali, e la caratteristica
u’é ossai vitale. Manca tuttavia quell' amorosa
cura, che nel tempo più antico si riconosco persino
nei più piccoli particolari dolla forma cava,
quella eccellente modellazione, ohe riusoiva a strappare
alla natura le forme reali c lo fissava sulla
creta. Qui tutte le linee sono dure o senza vita,
la individualizzazione limitata a coso affatto esteriori,
i capelli sono o rozzamente trattati,ovvero
accennati in modo fuggevole; vi si riscontra in
fondo la medesima rozzezza, elio nei rilievi dei
sarcofagt del terzo c (¡uarto secolo dopo Cristo.
Anclic per questo gruppo fu d'uopo fissare
come limite di tempo rultimo decennio di Pompei,
oltre il quale non é lecito ri.salire. Tale accettazione
vien rafforzata da ragioni estrinseche. Una
masclieru, la quale a questa serio appunto si riannoda,
si trova ancora oggi come antcflssa sopra
una piccola edicola innanzi al tempio d’ Iside ;
oppartieue dunque sicuramente nU'uUimo periodo,
„.oiKlo noto Ok» qo.l Im 'F » «“ ‘l ” “ P«'
moto aoir.mio 63 tlopo Cviito vo.mo rifotto tUlo
fondamciitn.
Rimane dunque nssodafo che tali maschero
comiche non furono mai adoperate in Pompoi nel
tempo più antico ué come grondaje né come antefisse,
e che esse provengono tutte da una sola
c medesima fabbrica e tutte devono appartenere
aU'uUium epoca di Pompei.
Sulla diffusione di questi ornamenti fittili in
Pompei si ricava assai poco dai rapporti officiali
degli scavi. Di maschero vi si ta spessissimo men-
zioìie • ma é da avvertire che la parola maschere
in quéi rapporti ha parecchi significati. Portano
tal nome così le toste di animali adoperate per
grondnjo come ogni antefissa, la quale sia decorata
dì qualche testa iu rilievo.
Anche lo autefissc, salvo taluno eccezioni,
appartengono all’ ultimo periodo. Esse mostrano
una sorprendente varietà di forme e di motivi.
Una classe di antefisse presenta nel lato anteriore
ima testina a bassorilievo nel mezzo di una pai-
„mite, .... o » .« g « “ «l .li
sotto. Pezzi di tal genero sembra che si ^ siano
riuvonnti molto frequentemente iu Pompei, soprattutto
negli aiiui precedenti. I l tetto della tomba
di Mamia, il cortile della caserma dei ghuiiaton,
e anche il piccolo covtìlctto del Img.io privato
uella così detta villa dì Diomede erano ornati di
tali aiitefisse. Cortamente appartengono a questo
serie anclic le Ire maschere con frondi aWiiUorno
rerristrate nelle relazioni officiali sotto la data
degli 11 agosto 1764. Un altro gruppo affine e
«inolio, iu cui la testina a bassorilievo, qui pm
“ i-andc, nou piii la paluietta, é il proprio coronamento
della tegola, iu quanto che vi si attacca
immedìiitomcntc. Sono le nmschereUe sormontate da
foqliami, delle quali si fa ripetutamente meuz.one
nei rapporti officiali. I l più gran trovamento di
tal sorta consistente di 38 aiitefisse .simili ebbe
h,0“ 0 nella casa detto del Citarista nel luglio ed
mrosto 1861. Il tetto del peristilio sembra che
s'm stato decorato in tutta la sua estensione da
queste autcfisse.
11 von Roiiden separa dalla classe di ante-
fisso, di cui ci occupiamo, tutta una sene, che
certo é anteviovc di tempo i mentre la torma é
quasi in tutte la ineacsima , la testina e invece
idealo, desunta dal cielo degli dèi e dei scinuléi.
Anche fra gli oriiamcnti fittili, di cui sopra e
"parola, uon afflitto di rado ricorrono tipi divini i
però ia clitìerciizn fra «picsto e quel genero é assai
notevole. Qui si riscontra nn carattere pieno di
vita cd im'esccnziouc artistica molto accurato; là
mi lavoro dozzinale, c talora di una rozzezza
incredibile. Non v’ lia dunque che questo intero
gruppo sia da collocare nel tempo anteriore al
terremoto dell'anno 63 d. Cr.
Agli ornamenti fittili arcliitcttonici si collegllilo
i°rilicvi in terracotta adopcvati por decorazione
uuivale. Di ossi solamcnto poclii sou tornati
siuora a luco, ma formano tra lo terrecotte
di l’ompei un nucleo non disprozzabile. Ecco
quanto so ne dice nei rapporti officiali degli scavi.
I l soprastante Ainieoiio registra sotto la data degli
8 agosto 1837 un fregio rivestilo di stucco di
pai. 5 per 1 V» di altezza in cincjue pezzi, in ciascuno
dei qwdi vedesi un Tritone con la lesta di cavallo.
È difficile non pensare che questi pezzi abliiano
dovuto far parte del gran fregio delle Nereidi,
scoperto nella casa dol Fauno nella seconda meto
dell'almo 1831.
Già subito dopo il coininciainciito degl
vi il 21 aprilo 1758 é registrato
greda de 1 pai y 2 on. allo, y de 1 pai ancho,
que contiene «a cobalto marino con tino dea a cu-
hallo desnuda, y cubiela de medio cuerpo abajo con
un manto. E tenuto conto di un qiezzo di cornice,
su cui vedesi una baccante a bassoi ilievo, rinvenuto
il 13 maggio 1873 e dell’ avanzo di un
freoio ad altorilievo, rappresentante un coinbat-
tiineiito a cavallo , e che già venne a luce sin
dal 1757 , possiamo affermare di non aver negletta
nessuna notizia di trovanienti, che si riferiscano
a rilievi in tei'racotta adoperati per decorazione
parietale nell’ interno delle case. Imperocché
(pici pezzo di creta, con labbro elevato da
tre jHirtl, e nel mezzo nm maschera di donna di
buomi maniera, colorito il fondo di rosso e la tesla
di òdww, rinvenuto in una tomba ucH’anuo
1770, nou rientra qui certamente.
Ai duo fregi sopra menzionati bisogna aggiungerne
un terzo, che é il pili bello di tutti,
e sulla cui provenienza nou si ba notizia alcuna.
Aneli’ osso è un fregio di Nereidi, molto af-
fiue nei suoi motivi a quello dolla casa del Fauno.
simile anclie iu questo, cbe due diverse lastre
costantemente si alternano. L'uno é di gran
lunga meglio modellato , per quanto ora si può
vedere attraverso il rii cstiinento di stucco , ma
l'altro lo supera così per la elegauza come per la
sua ricca ornaineutazionc a colori eseguita con
Ai cui ..on «i ri.oont« .i-
noia l'uguale fra le terrecotte di Pompei. E a deplorare
che dol fregio ad altorilievo si sia sola-
meiue conservato uu tenue avanzo, dal quale si
rileva die anche qui iu una determinata vicenda
i medesimi rilievi ritornavano, però sempre dopo
un più lungo intervallo ; c che inoltre 1' intero
fregio formava un tutto contiuuo.
La iimuicra di attaccalo i rilievi alla parete
é ili tutti la solita. Nel fondo, in luoglii scelti
ad arbitrio sono praticati piccoli fori lotoudi ,
clic scrviiauo pei chiodi di bronzo. I l tempo
della lavorazione di questi fregi si può determinare
con sicurezza come anteriore al terremoto
ddl’anuo 63 d. Cr. Lo prova innanzi tutto l’cc-
celleiitc lax oro, che c comune a tutti o troi si
„ggimigono poi altre ragioni estrinseclie. I l gran
fregio dello Nereidi si rinvenne nella casa del
.Fauno accumulato in un angolo insiema con molti
altri niiitcriali di costruzione per servire alle nuove
riixmazioni; erano adunque gli avanzi della decorazione
arcliitettouica scampati al terremoto del
153 d Cr. I l grazioso bassorilievo delle Baccanti
é l'unico franmicnto di un fregio probabilmente
anche lungo; e poiché nello vicinanze non tornò
a luce nulla che vi appartenesse, é dì certo aneli'
esso un' avanzo di decorazione di altro tompo.
L ’ attuale deplorevole stato di conservazione del
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