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stra tavola. Vedesi nn tempietto o Sacello in
mezzo nd una campagna. Un ncU'ordinc di cui
é murato alquanto dell’Ionico. In ciascuno do'duo
lati clic si scorgono sporge nx'auti una specie di
vestibolo 0 loggia elio voglinm diro, (poicliò non
vi si vedo sotto aldina poi ta introduconte aU'odì-
fizio) ; le quali logge sono sostenuto da duo colonne
che lianno baso .sopra duo gradini clic formano
lo zoccolo di questo bizzarro edifizio. Le
colonne , i cui capitelli sono di maniera joiiica,
portano un nrcliitravc, un fregio ed una cornice
con modiglioni che sostiene il tetto di queste logge,
0 vestiboli ; sopra il tetto dì una di queste logge
si veggono due anfore. Tutto l'edifizio sorge quadrato
e prolungato in altezza a modo di una nostra
torre, nell’ alto coronato da una specie di
fastigio bizzarro e grottesco, tutto dipinto a colori
svariati e brillantissimi. È anche degno di
osservazione una specie di quadro rappresentante
edilizii c campagne, dipinto nel muro esterno di
questo campestro tempietto. Questa osservazione
ci somministra la eougcttiiva olio gli aiiticln avessero
in costume di dipìngere con shuill rappresentanze
la parte esterna delle loro fabbriche,
. onde cogli ingegni della pittura (men dispendiosi
di quelli deU’intaglio e della scultura) adornare le
facciate dei più piccoli tuguri. Dal mozzo delle
colonne de'due pcristilj si vedono pondero ghirlando
quasi a seguo di festa intrecciate, c da una
parto queste ghirlande scendono da uu hucraneo
c da una patera, dall’ altra sou due faci ad una
delle colonne attaccato, dove ad essa la ghirlanda
stessa si avvolge. Davanti questo Sacello è pure
osservabile una Sacerdotessa dipinta in atto di
ministrare al culto clic in esso si celebrava; poiché
si vede coronata, coperta la testa di un gran
peplo bianco, cbe le discende e se lo avvolge attorno
la persona, riiuboccandosi sul braccio sinistro con
cui sostiene ima patera, stendendo la destra cou
la quale stringe una face accesa. Sotto il pallio
che della testa scendendo si avvolge attorno la
X ita della Sacerdotessa si x'ede x'cstita di una tunica
gialla senza maniclic, duo volte succinta,
adorna di uu lembo celeste. Sopra una specie di
ara concava dirimpetto l’angolo di questo cdifizio
appariscono offerto rurali, come frutti cd erbe diverse
; e quest’ ara, o x'asca sacra sembra destinata
ad uso di contenere liquidi, poiché oltre al
vedersi nel suo orlo essere questa concava, si
scorge nuche chiarissimo alla base di essa uu buco
clic pare fatto per estraine quei liquidi dei quali
dovevasi riainpirc. Su quest’ara forse gli abitanti
di quella villa portax'ano le primizie de'Ioro campì
e delle loro vigno in offerta al nume cllespoii-
tiaco che da quel tempietto lo tutelava. Poiché
quelle rustiche offerte e la postura campestre di
questo Sacello, ed il vedersi sopra ima specie di
pilastro nd esso aderente un .simnlacvo di Priapo,
tii credere essere ivi xeuerato il rubicondo iddio
degli orti. Congettura che ci suggerisco Catullo
nel canno X X in cui fa dire al dio degli orti —
io fallo con rustica arie difendo e proteggo questa
piccola villa, questi poveri campi o ne allontano i
ladroni. Avanli a me si offrono variopinte corone
di ¡n-imacera, spighe di eslatc, uve d' autunno, ed
olive di tieriio. Su i gradini del vestibolo di questo
tempietto (che in questa pittura si presenta di
scorcio), é rappresentato un pescatore sedato con
rumo in una mano, cd un cestello ripieno di
pesci nell’ altra, ed una specie di cappello in tosta
clic invece di cucuzzolo lin nel mezzo una
pvomiiieiiza acuminata, che serviva al comodo di
levarlo, e di metterlo; il qual cappello o disco era
mantenuto sulla testa da un laccio che lo legava
sotto la gola. Questo pescatore pare l i riposarsi
dnlla pcscn, clic sembra abbia fatto in quel fiume
che in lontananza si vedo scorrere fra sponde
ricche di xaric miinicvc di albori, od irrigare un
paese tutto alpestre di nlte montagne. Osserveremo
qui quello che altro volto abbiamo detto,
come cioè le lince di questo edilizio o degli nitri
oggetti in questa veduta dipinti, non siano obbedienti
a nessuna leggo di prospettiva liiioaro,
quantunque la prospettiva aerea, che secondo le
distanze cresco c diminuisce il vigore alle tinto,
sia assai bene osservata.
TAV. LU.
PITTURA MIRALE-— In una casa di Pompoi
furono rinvenuti, dipinti su fondo rosso, la Vittoria
ed il Genio cbe abbiamo riprodotti nel 1° c
3° quadretto della presente tavola. Queste figure,
alta ciascuna, poco più di quaranta centimetri,
sono composte e dipinte con moltissima maestria.
La Vittoria seminuda ha un panno svolazzante
verde foderato di bianco. Colle ali spante
vola, 0 sostiene sull'omero sinistro un trofeo cho
regge colla mano destra. Elegantissima é la mossa
di questa figura a cui giudiziosamente il pittore
ha fatto stendere innanzi quasi in aziono di sforzarsi
il piede sinistro in corrispondenza deil’oracro
che regge il peso del trofeo, per far conoscere
senza disturbare in niente ia grazia della mossa
di questa figura, la fatica clic dura in reggere
quelle armature. Sovente cd in più attitudini si
è trovata dipinta in Pompei questa simbolica
Divinità, cd é qui rappresentata con i suoi più
comuni attributi, la corona, il trofeo , e lo ali.
I l trofeo é un segnale tanto caratteristico della
Vittoria cbe 1' autore greco Moscopnlo definisce
la Vittoria come la possessione dol trofeo. E leali
eziandio sono state sempre dall’ antica mitologia
attriljiiite alla Vittoria, né si vede mai sia in scultura
, in pittura o nelle medaglie rapprc.seutata
senza questo attributo.
Abbiamo in altre parti di questa pubblicazione
parlato delle opinioni dogli antichi intorno
a’ Genj, né ripeteremo come c.ssi attribuis.sorli
agli Dei, alle Arti, ai luoghi, agli uomini, ed a
tutto le donno; né come si legga in tanti luoghi
de’ classici, cd in tante iscrizioni che il Genio
dello donno ora dn loro iloiiominato Giunone, c
die attributo freqnenli.ssiino si fosse do’ Genii
tutelari alle persone il corno dell’abbondanza col
qual solo attributo si é più volte ravvisato rappresentato
in Pompei il Genio stesso tutelare
sin del luogo, sia della persona. 11 Genio rappresentato
nel terzo quadretto come una voga giovane
sullo ali librata, é vestito di uu panno
giallo foderato di bianco, e tiene collo duo mani
il corno dcirnbbondanzn. In questo Gonio si ammira
il medesimo stile , 1’ ¡stessa vaghezza di
mossa 0 perizia di pittura clic rendo ragguardevole
la figura della Vittoria.
Molto si é scritto e molto si é dissertato
suU’ovigino 0 suiruso doi Trofei. In sullo primo
ossi .si formarono da mi tronco di albero rivestiti
delle spoglio dei vinti, stimandosi troppo fasto il
farli durevoli sui campi di battaglia per mantcìioro
eterna la memoria delle debellato genti. Col progresso
degli niini c colFax-auzainoiito della civiltà
furono creduti siffatti Trofei degni dei soli cou-
duttori di eserciti, cui era concesso l'onore del
trionfo; cd altri più grandiosi o più durox’olì ne
furono immaginati pc’ supremi Capitani imperanti,
cspressameiito adoperandosi il metallo o la
pietra per eternare la memoria delle vinte nazioni.
I superbi gruppi del Campidoglio dotti i Trofei
di Mario, la colonna Trnjana, c l'Antonina,
gli arcbi trionfali di Tito, di Settimio Severo, di
Costantino cec. ecc. ue sono elei nionumenti parlanti.
Quei linci intanto, cui veniva concesso
l’onore del trionfo, cleponevano nel più nobile sito
de' loro palagi le spoglie più insigni degli abbattuti
nemici, e solevano tnl\-olta dipingere sulle
mura i riportati trofei. Uno di questi ci presenta
per l'appunto il dipinto di un intonaco da moltissimi
anni rinvenuto e che abbiamo fatto esattamente
delineare nel secondo quadretto di questa
tavola.
La Vittoria ed il vincitore sono qui convenuti
a formare un trofeo: essi sono in fine dell'opera.
Già il tronco è rivestito di uu usbergo
color giallo c gueniito di uu sago tosso cangiante
rabescato, coi soliti peudagii, e sormontato
da un grandioso olmo di ferro ornato di due
corna, simbolo, come o’ informa Spancinio , dol
valore militare. Dall’ incaxo dello braccia nella
corazza vien da uu lato o dali’alti'o uu braccia-
letto con guanto di ferro stringente uu dardo.
Nel mentre che la Vittoria di bianca tunica x»e-
stita c da un manto paonazzo avvolto alla cinta
l’cgge in lina mano la martellina , c adatta con
l’ultra uno scudo agli oincvi del trofeo, il vincitore
coronato di lemnisei, x-estito aU'croica c con
lunga asta a niaima l’ adorna di uu bianco xos-
sillo qniidrato tolto al debellato nemico. L ’altro
elmo ornato di alta crosta o ponnaccliio, e ì due
scudi che sono presso questi duo personaggi non
ancora hanno avuto posto sul trofeo.
Su di uuu parete della casa, volgarmente
denominata delia gran caccia, erano dipinto lo
duo ligure riprodotte nel -i“ c 6° quadretto della
presente tavola. Sono due figuro foinniinili alate
c volanti, l'uiuv rimpotto oH’uUvn, l’iina inclinata
verso l’altin cd in vago atteggiamento. Le loro
tuniche leggiero sx-olazzuno al vento o sou dì x'a-
vio coloro ; in quella del 4° quadretto , di ro.s.so
con bianco lembo, nell’ altra di paonazzo. Nudi
hanno gli omeri, inule lo braccia o parte del sono;
se non che intorno al braccio sinistro della
prima si attorco svolazzante un candido x’elo, o
cingo il capo dell'altra nn ranioseello di olix’o.
La prima, con una iimno sostiene una corona, con
l’ultra lembra d'olivo, il quale
pende cd Oiidcggin ; l ultima sorregge colle due
mani un trofeo, il quale consiste d'uiia clava color
di legno , cui sono allidato aurea lorica intera
coi suoi pendagli, Telmo anche ornato, e
•sospesa nlUi tracolla la spada.
Or non é malagevole indicavo che cosa inteso
il dipintore di figurare con queste duo immagini.
Oertiimoiitc esse non appartengono n nos-
Kuiia delle iiiiuunercvoli deità della pagana mitologìa.
Sono piuttosto due figure cinblcmaticlie,
rappresentazioni di cose nstrnttc reso sensibili. Il
trofeo portatilo chiaramente contrassegna iielTul-
tiina il genio della guerra ; ma uon troviamo
negl' incerti distintivi delTultra sufficienti motivi
per riconoscervi il genio della pace.
In una leggerissima biga veloce di prospetto
si presenta molto vaga donzella con corona
nella destra, c palma nella sinistra: lo interamente
spiegato ale, la increspata chioma svolazzante
alT impeto della corsa, le sottilissime ve-
stimciita che si attaccano quasi ondeggianti sulla
figura, e hi vivacità de’ corsieri che ausanti attendono
il segno di soft’evmnvsi , a chi non farà
riconoscere nel nostro quinto dipinto, cho por ultimo
illustriamo, iimv Vittoria sollcuita apportatrice
di pace? Eaccoimuidato le redini dei destrieri al
parapetto del carro, che qui serve da trnsx ersalo
timone, essa sta ritta iu sullà biga colla destra
elevata in atto di mostrare con quasi ilare contegno
la ricca corona cui é annodata una vitta, c
colla sinistra abbassata regge il fronzuto ramo di
palma, quasi mostrasse la corona come trionfo della
riportata x'ittoria, origine della stabile pace che aii-
miiizia nel ramo di palm.a che fermamente sostiene.
Sebbeuo coiix'eiigaiio 1 dotti che quando la
vittoria appare su di una biga, suole essere tale
rappresentazione pili relativa a vittoria riiiortata
nei giuochi, die a tvìontì sul nemico, por tutta-
x-oitu crediamo clic nel nostro pompejano dipinto
si esprima la vittoria come ininzia di paco dopo
il trionfo riportato sul nemico.
I fogo.si destrieri con nari aperte o uou orecchi
distratti \-erso la Dea niostransì iiolT ansante
loro figura tutti intenti ai di lei voleri. La parto
anteriore del carro non ha alcuno onnito , non
iscovgendosi il rimanciiCc pel solito difetto di
prospettiva lineare più volte osservato nei dipinti
pompcjani. Souo però da notarsi le due
graziose borchie posto agli estremi del timone, i
quali vengono fuori dallo estomo parti del collo
di ciascun cax'nllo, c finiscono cou un pomo iii-
gogiiosamcntc immaginato por impedire T uscita
dello boreliio, cui si veggono raccomandate due
coiTcggiuoIe, forse per assicurarlo in modo da non
potersi sfibbiare nel violento corso della biga ;
come sullo stesso timone sou pure da notarsi i
dnc seniicerclii o corcliietli posti poco discosto
dalia parte interna del collo dei cavalli, dol pari
elio le due bellissime fibule che sou dappresso a
tali ccrcliiotti, le quali iuipcdiscoiio, come noi
supponiamo , elio lo redini de' clostviori possano
sfuggire dal timone. E olii sa se quei cerchietti
sicii quelli vicoixUlti da Omero ne’ carri della vittoria
ove si appendevano lo briglie dc’ cax-nlli?
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