L’ARTE IN POMPEI
ELENCO I L1ÜSTEATI Y0 DE LLE TATOLE
TAV. I.
ARCHITETTURA. — Abbiamo detto al principio di
questo capitolo cbe non era nostro intendimento
di dare una particolareggiata trattazione dcH'arte
in Pompei. Por questa nigione ci limitiamo a riprodurre
in questo tavola solo alcuni degli esempi
citati dei diversi ordini di arebltettiiva rinvenuti
in Pompei.
1. Cnpitcllo jonico dol portico d'ingresso j ludo gladia-
2.3. Colonna di ordine corintio appartenente alla c m detta
del Fauno.
4. Colonna dorica del portico del cosi detto Foro triangolare.
5. Elegante cornice apparlcnciito alla docoi-azioao architettonica
dei teatri.
C.l.Simn, in terracotta, di coronamento al tetto del lempio
greco. È un frammento importantissimo, che per lo
stile e la tecnica va attribuito alla Bue del VI o ai
principi del V see. avanti Cristo.
8. Altare di stilo doi'ico dol cosi detto tempio di Esou-
Inpio.
9. Aliante 0 telamone in tufo dol piocolo teatro o teatro
coperto. Siffatti atlanti ritornano anche nel teatro di
¡Jovianim T ei««, 1' odierna Pielrabbondnnlo (Campo-
basso).
10. Capitello dorico appnrtcacnlo al portico del ludo gladiatorio.
11, Colonna dorica del peristilio della cosi detta cosa del
15.13. Colonna jouioa appartenente alla medesima casa.
TAV. IL
PITTURA MURALE — Particolari di diverse pareti
di Pompei, nelle quali sono da ammirare i più
svariati nioti\i artistici, a cui i moderni decoratori
hanno spesse volto attinto.
TANL I I I .
MARMO.—Sto/iieito arcaica di Artemide nel Museo
Nazionale di Napoli.
Per la descrizione di questa bella statuetta rimandiamo
il lettore alla pagina 7® di quosto capitolo.
TAV. IV.
PITTURA MURALE-—-Af/meto cd AlccsH. Questa tavola
olire dno importanti dipinti, serbati ora nel
Musco Naziou.ale di Napoli o rappresentanti un
medesimo soggetto. Veramcutc solo il primo è
pompeiano, o tonib a luce il 22 di gennajo del
1825 nella casa detta del poeta, mentre l'alti-o è
croolnncse ; ma, trattandosi di ima grande composizione
dell’antica pittura, di cui questi quadri
sono di corto una derivazione, abbiamo creduto
opportuno di pubblicare accanto al dipinto pompejano
anche quello ercolanese, ohe senza dubbio
pub considerarsi come la migliore derivazione, se
pur uou b la copia piii fedele del celebre originale
perduto.
I vecchi eruditi credettero di riferire la com-
po.sizionc di questi dipinti a quella scena del
mito táurico, nella quale Ifigenia, mediante la
consegna delia lettera, riconosco nel giovine straniero,
fatto prigione da Toante, il fratello Oreste;
ma alla critica inodorila b riuscito assai facile
di rigettare siffatta interpretazione, la quale
manca di ogni fondamento. Invece b qui rappresentata
la pietosa favola di Admeto e Alcesti,
quale ci vieii tramandata d.al uìitografo Igino.
Admeto re di Tessaglia, essendo gravemente infermo,
volle consultar l'oracolo di Apollo; e si
ebbe il responso elio egli avrebbe potuto pur
vivere, se qualcuno si fosse offerto a morir per
lui. A falo sacrifizio, superiore certamente alle
forze umane, quando queste non siano sorrette
da un altissimo idealo, non volle sobbarcarsi nessuno
dei uninevosi parenti, amici, clienti e perfino
nessuno dei servi dell' infelice Admeto ; la sola
Alcesti, la più bella tra le floride figlie di Pclia,
attinse all’ amor conjugalc la forza di subire la
morte per prolungare la vita al suo sposo diletto.
I l momento rappresentato b dunque la lettura
del responso apollineo.
Nel dipinto pompejano vcdonsi a sinistra, seduti
sopra un sedilo con spalliera , Admeto di
fattezze assai giovanili, con una veste oscura intorno
alle gambe, alle quali b poggiata la sua
spada, od .\lcesti in chitone giallo, con manto
verdognolo soprapposto c stephane intorno al capo,
dal quale le discende sullo spalle un bianco
velo. Admeto indica con la destra il volume che
un giovine seduto dinanzi a lui sopra un sedilo
più basso 0 coperto le gambe di clamide tiene
spiegato con la sinistra, in atto di leggervi il
responso. Alcesti guarda mestamente innanzi a
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