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L’ARTE IN POMPEI"
Pcrcliè dal titolo di questo capitolo il lettore non argomenti maravigliato potervi essere un’ arte
allàlto pompejana (quantunque il titolo stesso non ci sombri lalc da ingcncriir l’equivoco), ci aiTrctliamo
a dire clic Pompei non è ricca di tesori artistici c non può vantare tradizioni d’arte; nò è da credere
che le opere d'arte, in essa accolte, siano stato in maggior numero clic iu qualunque altra citlà antica
della sua stessa irrpoitanza. i) diverso destino ha inqiortato diversità di coiisidciazicnc agii occhi dei
posteri , iu quanto clic le altre citlà anticlic , esposte allo ingiurie degli uomini c del tempo , hanno
appena lasciato traccia di loro esistenza, mentre Pimpci, nascosta per parecchi secoli sotlo gli strati
di hi|iillo e di cenere , è tornala a luce quale era ; c non è qucslo o quel monumento , die ronde
attonito il visitatore , il quale di monumenti isolali ne trova quasi in ogni angolo del mondo antico,
ma lutto un insieme, lutto un sistema , a dir così, di monunicnii , tutta una città dol primo secolo
dcH’impei'o. Solo da questo punto di visla può venir giustificala una Irallazione sull’ arte pompejana,
che del resto non offre alcuna nota caratteristica , ed è ben lontana dagli splendori, che 1’ arte ebbe
sul suolo greco. I tesori artistici di Atene e di Roma invano si cercherebbero nella modesta ciltà
campana, la quale deve unicamente al suo singoiar destino quella celebrità, cbc tu negata non solo
a citlà di gian lunga più grandi c fiorenti , ma a quelle stesse , clic , come Ercolano c Stabia , no
divisero la sventura. Ben l'u dotto quindi clic Pompei cadde di morte prematura per risorgere immortale.
Non ò noslro intendimento di dai' <jui mia jiai't colarcggiata trattazione dcH’arlc in Pompei; piuttosto
ci contcnlcrcmo di uno sguardo generale , dal (jualc ci dipartiremo , per venire ai partieulari , solo
quando l’opera d’arte lo richieda. E per cominciare dairarchitcltura, delle anticliissime cosDuzioni, del
cui novero c senza dubbio il tempio greco nel foro triangolare, poco o nulla rimane che possa l’arci
lenemente giudicare del pregio artistico della loro architettura. 11 Iciuiiio greco c dorico , c per lo
stile c l'alta aniicliilà ('orma gruppo coi famosi lempj di Pusidoiiia (Posto). Ma, mcnli'c questi con le
loro superbe ro'iiic, graiidcggiaiili in un piano infinito, il cui verde silenzio nc raddoppia la maestà,
sono c saranno sempre la lajipa finale di ogni viaggio dilcKcvole od islrultivo nel mezzogiorno d’Italia,
gli scarsissimi avanzi del tempio pompejano non parlano jicr nulla alto fantasia dol visitatore, distratto
come ò 0 dalla bellezza del panorama o dall'inlorosso clic destano gli attigui edifizj, quali i propilei
c il porlico del Foro triangolare, i Icati i, la palestra c il Indo gladiatorio. Eppure il tempio di
Pompei, sorgendo nell’ estremo lembo meridionale della città , sulla brulla roccia l'alta di scoria
vesuviana, col suo pteron o colonnato, coi suoi frontoni, col suo tcmeno.s o bosco sacro, doveva offerirsi
.alla visla boti più solenne e maestoso di quel che oggi il visitatore possa immaginarlo alla presenza
doi poelussimi avanzi, l ’nico toslimouc della sua decorazione è un bel frammenlo arcaico di grondaja
iu terracotta dipinta, clic ora si conserva nel piccolo Musco di Pompei (Fioaimu, Gli scam di Pompei
dal 1861 al 1872 (av. 20 c von RoiinF.n, Ilio rerracoften ron Pompeji tav, I pag. di).
(•1 Col prosouto capitolo si compio il torso volum» doll’opora. Doi raomiraonti qui ricordati quelli, clic sono gii, da noi
pubblicali, samnuo naturaimcnto citali; dogl’inoditi si darò iu ulUino ua olonco- E iu questa ocoasiouo saranno pubblicato
u altro parti doll’opera; e di e
ti pitturo di l’orapoi, olio non lianuo trovato posto il
distrutto, 0 dolio quali noi soli abbiamo la fortuua di possederò i disogni.
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