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I MESTIERI E LE IM T R I E
DEI POMPEJMI
Crediamo di far cosa grata a quanti scguónò con amore le riccrclio e gli studj su i monumenti
della dissnpolta città, toccando brevemente dei mestieri o dello industrie dei suoi abitanti, argomento
per quanto umile, allrellanlo interessante. E alla Iraltazione di tale argomento siamo condotti dai
carattere della stessa Pompei, la quale, se nel primo secolo dello impero, al pari di Neapolis, Bajae
e Pufeoi», era un soggiorno favorita dei ricclii romani, elio venivano a cercar la pace e il riposo dalle
cure cittadine sollo il bel cielo della Campania e in mezzo al costume e all’arte greca, rimase pur sempre,
qual fu in origine, la modesta cillà industrialo o commerciale, il piccolo emporio delie citlà mediterranee,
Nola, Nuceria cd Acerrac. Se da una parte talune splendide abitazioni ci attestano (ciò cbe peraltro è
indubitato), clic vi fosse una certa classe di abitanti, i quali vivevano del loro, senza esercitare arte o
industria, daU’allra il gran iiuraoro di bollegbe nelle case, c delle case in relazione con le botteghe ci
avverte dell’attività industriale e commerciale dei Pompcjani: tranne la via delta di Mercurio, cbe olire
una noia aristocratica, essendo le case, che la fiancheggiano, prive alTallo di boUeglie, luUe le altre vie,
quelle segnatamente che muovono dalle porte Ercolanese e Siabiuna, coi loro grandi magazzini cd
officine, hanno tutta fimpronla di strade commerciali. E queslo un carattere cosi spiccato della rediviva
città, che lo studioso delle sue antichità non può non irovai-si dinauzi alla importaatu c non facile
questione, relativa ai mestieri, allo industrie c al piccolo commercio dei Porapejani-.
Un fermo punto di partenza per lo sludio di siffalla questione ci vicn dato dai numerosi programmi
lei quali si fa spesso menzione di persone esercitanti un mestiere o una industria. Da essi
togliamo in gran parte il seguente elenco, che nella scarsezza di notizie al riguardo ci è di non poca
utilità (cfr. Corpus Inscript. Lai. IV, p. 256, X I : BitlleClìno archeol. nap. nuova serio 1, p, 159): pi-
storei, ciiòaiiarii, lAarii, poinarii, lupiiiarins, piscicapi, forenses, saccani, cattpoites, toiisores, ungiieiitarii,
ihurarii, perfusor, fornacator, lignarii, phstrarii, cisiarii, muliones, leclor, dissignalor, coriarii, fulloiies,
lanifricarius, offectores, sagarii, vestiarius, aurifices, agricolae, salinienses.
I .
PISTORES, CUGAMARit, LIBARII.
Mentre presso di noi moderni il mugnajo e il panettiere sono due mcsiiori affatto distinti, presso
i Pompcjani invece f uno o l’ allro mcsliere veniva esercitato dal ^isfor, che nella sua officina (pisfriimm^
accanlo allo macine avea il panificio e il forno. E poiché il sistema di macinazione, assai semplice c
primitivo, non pcrinoUeva lo srarinamento in gran quantità in un tempo relalivamenlc breve, si sentiva
naturalmente il bisogno di più pislriiii, perché si potesse rispondere alle esigenze della popolazione.
Di qui si spiega la presenza dei non pochi pislrini in Pompei, dove si direbbe alla prima che l’industria
più diffusa fosse stata appunlo quella dei pistorcs. Oltre ai pislrini privali, cho s’ incontrano in parecchie
case, come ad esempio nella casa della del Laberinio, nella cosi della villa di Uioinedc o iiclia grande
Fullonica, son da menzionare, corno veri e proprj pislrini, nei quali pnbblicainento si esercitava l’industria,
il pistrino nella casa detta di Sallustio, quello nella casa della di Pausa, un terzo nel vico storto e un
quarto nella così delta sfriidn degli Aiiguslali (Ueg. VII, Is. 1.*, n.® 36).
La parte principale di un ptsfrtiiitm, del quale si offre uella tav. 1, fìg. 1.“ la pianta, annesso
all’ abitazione del pislor, era costituita dalf arca dello macine I , d’ ordinario in numero di quattro
c situale in modo funa accanlo all’altra, che io spazio da esse occupalo rendesse la forma di un rombo
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