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X L ’ ARTE IN ROMPEI-ELENCO ILLUSTRATIVO D ELLE TAVOLE
0 volendogliela toglierc, Hermes con una pietra
g li dio morto, o si acquistò il nomo di argifonla
ossia uccisor di Argo. Eeoo la iiavraziono che tra
le tanto Ua seguito il pittore di questo intonaco-
Qui vediamo la vaga To seduta suH’nUa rocca,
che serviva di vedetta al suo guardiano- In fronte
ha lo coma, che indicano la sua metamorfosi, ed
è mcstamoutc atteggiata por la condizione cui la
ridusse il Re doli’Olimpo. Innanzi ad Io nel
piano sottoposto siedo sopra un sasso Argo. Incolta
0 lunga h la sua chioma, fornita di maniche
la tanica, graziosamente attibhiato sul destro
omero il suo mantello. Nudo gli sta a fronte Mercurio,
appoggiandosi coRa sinistra al caduceo di
una forma tu tta nuova, i>cr quanto nc apparisce;
giaechc la parto suporioro rimane coperta dalla
clamide che pcndegli dal manco polso. Par cho
egli dopo cho diede fiato alla siringa la porga
al pastore, perchè più facilmente possa ucciderlo
mentre suona.Ma sembra ’ohe Argo eiè ricusi quasi
disperando di uguagliare la dolcezza di o .ln i da
chi gli vicn l’invito. A terra vcggonsi molti sassi,
c non essendo llerines armato dcH’arpe, è chiaro
clic quelli pingesso l'a r tis ta ad indicare l ' istvu-
inento sotto i cui colpi Argo fini i suoi giorni.
Checché ne sia, la pittura è condotta, con molto
spirito e non poca espressione; od è rarissima
pel soggetto che ci rappresenta.
3.° 11 ritorno di Criseide. Volendo il pittore pompejano
dipingere l'atrio dolla casa dotta del Poeta
Tragico con istorie dcH’Iliade di Omero,ospresso tra
le altre, In questa bellissiiim pittura quaudo Agamennone,
quantunque oltre modo fosse incantato
della bellezza di Criseide, fu costretto a riniau-
davla a suo padre Crise per far cessare la peste
con che jìpollo flagellava ì Greci, commosso dal
dolore di Griso suo sacerdote, che aveva avuto
ricorso al suo patrocinio, dopo avere invano tenta
to con le preghiere e coi doni d i riscattare la
figlia.
In questo quadro ineraviglioso \’edcsi Criseide
succinta il pallio, d ie racoogliendo con un a inauo
una falda della gonna per non essere impacciata
al salire, tiene V altra fra quelle di Agameinione,
ed ha già posto il piede sulla scala del naviglio
sul quale è in a tto di ascendere. Sembra comba
ttu ta da contrarli affetti, da nna parto il lasciare
il talamo del vincitore, tanto ad essa benigno,
le duole all’animo, dall’a ltra il rivedere la
cara p a tria , ed il padre lo scalda ii cuore. Ihl
Agamennone affettuosamente tenendola per mano
cd incurvandosi a dirle 1’ ultime parole ed il lamentabile
addio, l'a iu ta egli stesso a salire sulla
nave, che ai suoi affetti la toglie. Due guerrieri
li seguono, cd è a lui vicino un garzonetto (forse
il Camillo destinato a ministrare all'Ecatombe,
che con Criseide va in offerta ad Apollo). Oltre
che l’ attitudine dell'Agamennone è stupenda, e
comparo benissimo in quosto gruppo , fé buon
seguo ii pittore a farlo curvato por nascondere
quell'affetto, cho era difficile cosa esprimergli in
viso senza offcndore il decoro, che al Re di tanti
Re, coiivcnivasi serbare, c farlo intervenire freddo
attore in quella scena di commiato non glielo
comportava il soggetto. Como anche non fece clic
saldamente , dipingendolo a testa nuda e senza
olmo, poiché quello non ora certamente a tto di
battaglia, c leggesi sempre in Omero che i suoi
Eroi non vestivano lo armi cho allor quando combattevano.
Non è esagerazione il dire che di cpie-sta p ittura
por esoouzioiie, invenzione od espressione ain-
mirnhilc, qualsiasi sommo pittore si darebbe
vanto.
4.” Marsia qual maestro di Olimpo. Pausania
descrivendo i bei dipinti di Poliguoto d ie si tro-
vai-auo a Delfo, vide tra quelli Marsia seduto sop
ra uu sasso, cd il vago Olimpo a lui dappresso
come se volesse imparavo a suonare la tibia. Tarè
1' argomento del quadro che in (|uosta tavola por
ultimo diamo. Marsia è assiso sopra una gran
pietra, ed è tu tto nudo, so non ohe una pollo gli
circonda lo anche, o con un lombo gli si acccr-
eliia intorno alla sinistracoscia. D alla bocca aperta,
da ll'a cc ig liata fronte, dalla cicia degli ocdii , e
dal gesto dolla dritta mano si vede cho mostra-
vasi scontento d d suo alumio cui appoggia la
sinistra sulla manca spalla, o quasi moravigluisi
come costui non bene aiiprcnda i suoi musicali
insegnamenti. Olimpo bellissimo di persona, tenendo
sollevata la mano che stringe la tibia e
r altra appoggiando graziosamente a l tìaiieo, è
quasi dispiaciuto di non poter mettere in pratica
quanto gli dico il maestro. Leggiadro è il suo
asp etto , cd i biondi capelli escono vagamente
di sotto al frigio plico ohe gli copre la testa.
Questi è Olimpo figlio di Meone della Misia, suonatore
di tìbia 0 p o e ta , discepolo o amante di
òlarsin. Visse iminnzi alla guerra Ilia c a , diede
uomo al monto Olimpo, scrisse alcuni lugubri versi
e nella musica trovò la sua sciagura a l pari d d
suo maestro.
Chi volesse in questa p ittu ra un a copia rico-
scerc del quadro di Poliguoto, potrebbe troi’are
sostegno a lla sua opinione nella csprossioue delle
fisoiiomio, nelle naturalissime pose delle figuro, e
nell’ armonica disposizione con olio sono aggruppato.
TAV. XXVII.
PITTURA MURALE—In questa tavola sono riprodotti
altri tre quadri , da noi citati iu questo
capitolo.
1. Ippolito che respinge la proposta di amore
di Fedra. Benché questo dipìnto sia stato già
pubblicato n d I vohimo d d l'o p era, Io abbiamo
rpii nuovamente riprodotto per poterne descrivere
cd illustrare il soggetto.
l ’cdia , c inta il capo di b e n d a , adorna di
collana e di a rm ille , munita di scarpe gialle o
vestita di bianco diitono con manto violetto sulle
gambe, siede sur mi d ogante sedia a bracciuoli,
e, premendo la sinistra contro il petto , rivolgo
10 sguardo al suolo con e.spressiono di profondo
dolore. Innanzi a lei sta la nutrice in verde dii-
toiio c mantello giallo, clic con lu destra tocca
11 gomito d’ Ippolito. Sventnnitamcntc la parto
superiore del corpo è distrutta. Il giovino eroe,
nudo iutcrnmeiiti', salvo la clamide rossa con orlo
11
L’ARTE IN POMPEI-ELENCO 1LLUSTR.VTIV0 D E I JÆ TAV0L1Í
azzurro sulla spalla sinistra, armato di la n d a o
asta n d la sinistra, c di spada, che gli pende al
tiaiico, è in procinto dì andar v'ia per la porta,
d io è visìbile alle sue spalle, cd d ova spaventato
la d ritta in segno di rifiuto,
i i un bel dipinto , d ie decora la casa detta
doi Dioscm-i c tornò a luco n d luglio 1823.
2.® La morte d i So /o nwk . — Asdrubale figlio
di Gisooiio, dopo Annibale, il primo per autorità
e per consiglio fra i Cartagino.si, aveva una figlia
d n am ata Sofonisba celebrata in tu tta l'Affrica per
grandezza di animo e bdlozza di corpo. Ddlo
suo nozze ardeva il desiderio nell'ammo di nidt.i
principi africani, fra i quali ìlassinissa por valentia
e prodezza sopra gli altri famosi, con gli
affetti della bella aveva ottenuto il conscntunoiito
(li Asdrubale. Ala essendo Asdrubale assento al
governo d d lu guerra, c le coso d d cartaginesi
cominciando adessercsopraftlittcdai Romani, quelli
por alienare dalla alleanza di Roma Sifacc ve
de’ Numidi, principe più potente di ALissinissa,
costrinsero Sofonisba a divenirgli .sposa. Questa
offesa rivoltò l'animo di Ma.ssinissa a danno dei
Cartaginesi, c collcgatori coi Romani giurò di vendicarsi
con la rovina di q n d la città. Gravi danni
ebbe da prima a tollerare da Sifacc d ie incitato
dal suocero Asdrubale, lo cacciò da' suoi stati, c
l'obbligò a rifughirsi nel campo di Scipione. Ma
ben presto Scipione e Mnssiiiissa seonfisscro Asdm-
balc con Sifacc; o Massiuissa spiii.se tanto oltre
la vittoria, dio aiutato da Lelio luogotenente di
Soipiouc fece prigioniero Sifacc, o corso con lo
armi vittoriose a sorpronclere la città di Cirta
capitale degli Stati di Sill.cc, ove aveva stanza
Sofonisba. Questa bolla od animosa africana sapendo
l’amore d ie per lei nutriva Massiuissa, c
n d la speranza di poterlo ricondurre alla parte
de’Cartaginesi, ripudiato Sifacc. offri la sua maiw
ed i suoi affetti a Jlassinissa, che co.strctto dal
troppo amore che gli voleva, uou ostante il divieto
di Lelio, le diveuno nmvito. l’orò Scipione
redainò. come parte a lui dovuta della vittoria,
la principessa Numida c poiché costrinse Massi-
iiissa a rompere i nodi tanto cari, o tanto desiderati,
questi per non niaiicare di fede a Scipione
c per scconclnve ranìmo forte c risoluto della consorte.
le prcscntè la coppa d d veleno rimunondo
la morte unico scampo a Sofonisba dal domìnio
Romano. . ,,
11 ritratto di Scipione Seniore che con i più
autentici di questo illustro Romano perfettamente
si affaccia, secondo d ie ha con evidenza provato
Villustre Visconti (c come si può anche n d Museo
Naziounlo di Napoli confrontare, col paragonare
insieme il imignilico bronzo Ercolanese che presenta
l’dtìgio di Sdpiono col profilo rapiircsontato in
„ „osta pittura) non fa dubitare essere (¡ul espressa
la ilolonto storia d d lo brevi nozze di Sofonisba
oon Mnssiiiissa, ma il volto dimesso di Solomsba,
l'aria mesta e pensierosa di Sifaoo, la pro.sonza di
Scipione in sembianti tristi c severi, la stona dio
allo nozze di Massiuissa racconta prosontc Lobo
ma non Scipione, il quale w * 'a sua autorità
sopra Massiuissa come sc))pc vompevlo di già concluse,
avrebbe maggiormente potuto impciUrlo, se
vi fosso stato presente, iivima che fossero fatto,
d fa arditi di disseutave alcun poco dnU’opinioiic
questa pit-
vinto dalla
çlic Sofoni-
n d ie lionc
d d Visconti, o prediamo piuttosto i
tura rappre.sciitato quando Massiuis:
autorità di Scipione, consegna la i
sbn, di già sorbito il veleno dnlla t;
nello mani, a l viiidtorc Romano.
Questa pittu ra ha rivista la luce cosi mutilata
come si vedo in questa tavola delincata. La scena
è in un portico sostenuto da coloiuic che sporge
ad un giardino. Due statue vi si veggono dipinto,
una in cui si ravvisa chiaro nn Apollo, l'a ltra
che a noi non mostra tali emblemi da poterla
(.lotcrniinnrc. Un <ndca o tenda verdastra è tosa
tra colonna o colonna a diiiulero il davanti della
scena ove sono distribuite le figure iu questo modo.
Sopra mi letto dì eolor verde chiaro è distesa
Sofonisba con Massiuissa, i quali sembrano come
ricoperti da mi gran panno di porpora paonazzo
foderato di coleste, d ie cadendo dagli omeri di
Massiuissa scende da dietro fino a piwll di Sofonisba
lasciandola però discoperta: e Sofonisba o
Massiuissa hanno cinta la fronte di una benda
bianca o diadema reale. Nel \-C8thiicnto d i Ma.s-
sinissa (il cui corpo è somiinulo c olivastro) non
si vedo clic mi panno bianco cho gli cade sul
braccio sinistro. Sofonì.sba in aria mesta con la
testa Ili seno inchinata sostiene con la mano si-
•nistra, (il cui polso è cinto da uno suianiglio di
oro) la lazza da cui ha sorbito la morto. Dallo
omero destro le scende in grembo un pallio giallo,
sotto di cui una tunica N crdc, d io lo cade^ sopra
il braccio sinistro, le Inscin scoperto con l’omero
uiuv parte del tumido seno d ie tien sostenuto d:t
mio slrofio o mamiliare (fa sce tta ) rosso. Clic se
nelle a rti dei tempi clic produssero questa p ittura
rimaneva ancora presente o viva la memoria
delie fattezze di questa decantata bellezza alricana,
potrebbe d ò dar luogo alla congettura che in
(¡UBÜC regioni fino d’allora fossero in concetto di
fotino squisite quelle fattezze muliebri che presso
di noi si direbbero peccare di soverchia pinguedine.
Toidiè questa donna è qui d ipinta sovcr-
cliiamcnto grassa, c gli africani di oggigiorno
COSI barbari corno sono, non reputano bello ohe
quelle donno d ie presso di noi sarebbero tropp'o
pingui. Qudl'nmcsc, d ie bianco corno se fosse o
di argento o di avorio si vede dritto dietro a Mas-
sinìssa, a noi pare da credersi uno di quei cau-
d d a b ti cho a sostegno d i Incoino tenevano gli
au tid ii. Sdpiono cho sta iu vestimento guerriero
a i piedi d d letto ha un iiuiutdlo rosso sopra una
tunica bianca, u quello schiavo clic in un piatto
quadrato ('àma quadrala) è in atto di recare non
si sa che cose, clic bene thdla p ittu ra non appariscono,
è sucdnto da nn panno paonazzo fodc-
i-ato di bianco. Delio due donne o ancelle, d ie
dietro il letto ove giace Sofonisba con Mis.sìni.ssa
si \odouo fra loro parlare, una lia una sistido o
tnuico pallio bianco, l'a ltra ha due bende mia
gialla e l'altro bianca avvolte attorno alla tosta,
cd è vestita di una tunica verdastra.
3 ® 11 eupplUio di DiH'C.—Celebre in tu tta la
Grecia, c por la sua beltà e per lo sue avventuro
fu Aniiope figliuola d i Nittoo re di Tebe c
dolla Ninfa l’disso. SocoikIo le più ricevuto opinioni
Antiope fu amata da Epopco re di Siciouo
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