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0 tutte lo parti accordato con maestria lo tanno
nn quadro pregevolissimo.
È noto come gli Ateniesi formarono con Minosse
il trattato di niandarc ogni anno in Creta
sette faiioinlli od altrettante donzello, per darli
in cibo al Minotauro ; or qui é rappresentato
Teseo vincitore doirovrondo mostro. Nudo é l’eroe,
c di gignutosca persona; stringe colla destra la
nodosa clava, c nel dito della sinistra man, prossimo
al medio, porta V anello secondo il costume
de'Greci ricordato da Gcllio. I giovanetti o le
donzelle .Ateniesi usciti dal labirinto si avvicinano
affettuosamente a lui, e clii gode imprimergli
baci sulla destia, e clii di abbracciargli uu gi-
noceliio, c chi toccare la nodosa mazza con elio
fn domo il mostro biforme clic giace spento. E
ue'sembianti di tutti si puh leggere espressa la
gioia, la riconoscenza o l’amore verso ehi da ossi
allontanò l'estrema sciagura.
La tìgiirn cho siede in .sito ad un canto del
quadro c tiene in mano l'arco e la freccia, c da
ritenersi o Diano, cui Teseo per tostimoniaiizn di
Pan.snnia eresse un tempio in Trezenc appunto per
questa vittoria , o Venere che. Tosco scelse a sun
protettrice nella impresa di Creta, come si lia da
Callimaco c da Plutarco.
Gli auticlii si piacquero assai di rappresentare
in opere di ogni maiiiei-a l 'eroe di .Atene.
Cclohrntissinii erano il Teseo intagliato suH’arca
(li Cipselo, c quello che si vedova sul trono di
.Apollo in Amicla, e sul trono di Giove in Olimpia
, e gli nitri dipinti da Enfraiiore, l’arrasio,
Jliconc, Paneno e Poligloto.
E forse da qualcuno di questi modelli traeva
il pittore dei quadro clic abbiamo iliustrnto, giacché
da certi difetti ohe mal si confaniio col
totale della composizione ben si rileva essere questa
una copia di qualche squisito originale. Ma
per escludere dalla nostra ipotesi Parrasio, vedendo
In bruna tinta del nostro Teseo, ricorde-
renio ni lettore quel che del cenn.ato pittorc ri-
poteva Enfranore ; il Teseo di Parrasio è pasciuto
di rose, il mio di carne bovina.
Nel secondo quadro della tavola, Teseo, cui
mia clamide copre appena in qualche parte, siede
su larga base, me.ssn forse innanzi al labcrinto.
Nella sinistra egli tiene la mazza cou che lia
ucciso l ’ orrendo Minotauro, di cui per maggior
disprezzo si iia fatto sgabello ai piedi, c pare
che pensieroso ascolti le parole di vaga donzella
la quale appoggiata ad un muro con occhi di
compassione gli parla. Costei é Arianna die la
sua condizione compiango, ed al valoroso Ateniese
ricorda io stato suo miserando, ove i genitori
scoprissero il tradimento di lei, che per
1' amore di uno straniero il sangue proprio tradì,
cooperaiulosì alla uccisione del frntullo, ed il prega
a volerla seco lui condurre lungi dal suolo
Cretese, al regno di Egeo per assistere ni trionfo
con clie In patria festeggerà il sno ritorno. La
composizione é bene aggruppata, c quei contrapposti
della bellezza virile c femiiiea co’ mostruosi
tratti del Minotauro, fanno gran pniova.
piedi sopra
ambe le n
TAV. h.
PITTURA MURALE,— Nella privata dimora, ove
furono ritrovati 1’ Apollo citaredo di bronzo cd
alti-i interessanti lavori clcllo stesso motallo cho
ora sono collocati nel Museo Nazionale di Napoli,
oomparvo l’ importante dipinto cho riproduciamo
nel primo ([uadro di questa tavola, c cho
fu benanche trasportato in Napoli , nello stesso
Musco. Vcdcsi a destra nn uomo barbato c diademato
eon lunga tunica manìoata, purpurea eia-
calzari; questi siede sopra un sc-
distosa una gialla pollo, c pone i
i un suppedaneo, appoggiandosi con
i nd un bastone. Vedesi sulle suo
cosce la spada nel fodero. Presso la sua persona
é un giovino guerriero con bianca clamide, che
tiene l’ asta c lo scudo : al suolo é un vaso di
bronzo ad nn sol manico, da cui pende mm rossa
tenia. Più in 111 é una piccola ava cpiadrata sopra
mia baso o sodo, cou ornamento di un verde
rame, o sopra é forse acceso profumo da cui
s’ innalza il vaporo; presso la base dell’ oretta é
un'accesa fiaccola rovesciata. AH’altrii estremità
del (¡uadro, cd al medesimo livello, vcggonsi due
imberbi giovani nudi colle mani legato dietro il
dorso, é già coronati pel sagi'ifizio; uno di essi
ha gialla hi clamide, l'altra l ' Im rossa. Li segue
quasi couduccudoli una figura imberbe e coronata,
con giallo manto clic no ricopre hi testa,
recando due aste. Nel mezzo del quadro vedesi
uno spazio più elevato, a cui si ascende per alcuni
binuciii scalini. Su questa elevata costruzione
0 tempio é una figura femuiiiille con ampio panneggio,
la cui testa é perduta, per esser caduto
ii muro ; ella stende il sinistro braccio. Indietro
a (¡uesta figura vedesi in fondo un rosso panneggio.
Dietro all’ uomo sedente scorgcsi un pilastro ornato
di testone, o con erba verde nella parte superiore
: più in là é un tronco di albero. 11 campo
della parete é bianco.
È facile ravvisare hi generale significazione
del descritto dipinto, nel (pialo iiiuiio tarderà a
riconoscere Oreste c Piliule in Tanride. Veggonsl
1 due giovani colle inaui legate dietro il dorso
e già coronati pel sagrifìzio. Nell' uomo barbuto
e sedente con barbarico vestimento ben si ravvisa
Toanto a.ssistito dn uno do’ suoi seguaci, clic
ne sostiene l’ a.sta e lo scudo. Sul più elevato
cdifizio a cui si ascende por alcuni bianchi scalini,
nir ingres.so del toinpio é Ifcgenia hi cui figura,
in parte perduta, oi vieta di osservare so
giù touosse Ira le mani la immagine di Diana.
Ci .sembra però ohe nel ros.so pannoggio, clic si
scopre indietro, possiamo ravvisare uno di quei
pcripctasini del quali era frequente l'uso negli antichi
.sacrnrii, e co’ (|nali si .solcano ricoprire le
immagini dello divinità. Vadosi poi rara, sulla
(¡ualc l'acceso fuoco dà fumo, c il vaso delle libazioni
cs.scnzialc per quel sacrifizio.
Non ci si presenta giii il momento della prima
presentazione de'duc amici ad Ifigenia, poicln'i
so noi nostro dipinto si trattasse di quel inoincnto
accennato puro dn ICuvipcdo, non si dovrebbero
vedere già coronati pel sagrìfizio. Noi crediamo
dia il pittore abbia scelto il momento, in cui la
sacerdotessa ha già consigliato clic Piladc cd Oreste
fossero imovnnieiitc legati, il che vcnue eseguito
da uno dei ministri : che é appunto quello, che
li conduce nel poinpcjano quadro. Ella avca proscritto
a Toante di riiiiauore fuori del tempio iil-
l’ ingrosso, cd ivi attendere alla purificazione del
BdllLirao é il confronto col nostro dipinto,
iu cui apparisco appunto il re di Tauvide presso
dir ara ove é acceso il fuoco, eil ove appaiono
vicino la fiaccolo ed il voso della purificazione.
La sacerdotessa intanto pensa n portare via l’idolo
di Diana, ed a tentare la fuga. L ’uomo che guida
i duo giovani reca due aste, per dinotare' die
erano stato loro tolte le armature. Sembra dunque
che nel quadro pompejano ci si presenti la
preparazione alla catastrofe : lo vittime fuori dd
tempio , perché so ne allontanino vicramaggior-
meutc ; la sacerdotessa pronta a portar \ia quel
cho doveva essere la salute del fratello ; c Toante
destinato a stare a bada, perché gli possa sfuggivo
la sua preda.
Uapprescuta il secondo dipinto della nostra
tavola Un sacrificio a Bacco. D qui una donzella
olio viene a deporre sull’ ara innanzi a Bacco i
sacri doni dio avei’a recati nel desco da lei tenuto
nella mano sinistra. Biondi ha i capelli,
bianchi la veste ed il manto, che nell’estremità
é adorno dì due strìsdoiinc violette, c rossi porta
i calzari. L ’ ma di candido marmo é situata innanzi
ad alto e rosso piedistallo, sul quale sorge
la statua dol nume, bronzina di colore. Giovine
c vago di aspetto ha la testa cinta di fronde,
donde pendono alcune vitte. i l petto rilevato alcun
poco, la fascia che Io stringe, e la maniera
degli abiti souo piuttosto di una figura fbniiuea.
Del che nou ci prenderà meraviglia sapendo cho
doppio sesso nttribuivasi a quosto nume. Ai piedi
ha i coturni , nella dritta sDinge il cantaro in
atto di versarlo, nella manca il tirso, tal clic
questa statua pei simboli c por la mossa pur similissima
a quella di rolielcto descritto da Pivu-
siuiia. Ma non l’uolsi trasandiive che quel tirso
é propriaracutc il tirso con punta di lancia, il
tirso cou cui Bacco uccìso Eurito nella gigaiito-
machia, o Doriade nell' Asia ; e che quell’ arme
formidabile violigli data dn Stazio e dall'Inno
Orfico.
11 pezzo di rosso miu-mo striato che sta dietro
a questa immagine, come per appoggio, avrebbe
dovuto finire conio una volta di nicchia, o sostenere
(¡ualcho menisco, ornamonto solito a uicD
tersi sullo testo dei simulacri por nou fani cadevo
immoiuiozze, o csscro miclio una colonna,
i la L danni sofferti dalla pittura non ci permettono
di ben detormiiuiro siffatto punto. 11 perché
rimano ancora indeciso, so tale sostegno anziché
alla statua non fosso appartenuto all’ odifizio ri-
inaso diotio cd ombreggiato da albori ; il quale
poi la s rugiom uou é a diro so rappresenti
tompiotto bislungo, o piuttosto, coi
paro più probabile, una tomba ; nello cui vi
iHuizo il delnnto devoto di Bacco avrà oidimi
che si elevasse la statua o l’ ara del mime. Certo
so quella specie di lumi rotondi che vi si veggono,
fossero tali veramente. si avvicinerebbe più al
vero la nostra oongcttuva, osservandone di siffatti
iu molti sepolcrali monumenti. Checché di cib
no sia, il tetto é a coloro di terra cotta, c nel
lato dove la gronda (clic sporge assai iu fuori)
non venne guasta, sorgono tre ornamenti quasi
ili figura di acrotcrìi.
Elegante é l’ invenzione di questa pittura,
franco c delicato lo stile.
TAV. LI.
p,TT»m »URALE. - Kp toilu»™ » ¡«
tavola duo importanti dipinti riiiveiiiiti molti nniu
or sono in Pompei. I l primo condotto in campo
(Varia, o chiusa da bianca cornice in campo rosso,
con im oscuro giro al di dentro, é uno di quei
monumenti da meritare un esteso comento . anziché
una fuggevole descrizione. All'umbra di un
grande ulbcrol edesi sorgere una fàbbrica, forse
una sacra edicola, la quale é coperta da un arco
di ciiieiaio coloro, sorretto da una statua femínea
bianca, tutta con capelli bruni : all’estremità
di quell’ arco stanno verticalmente due cembali
dello stesso suo colore con sonagli, intantoché un
altro cembalo rosso é legato all’arco cou gialle
■fascette, pari alle altro che si veggono pendere
al (li sotto, G che adoriiniio il pilastro della colonnetta
in cui sta quella donna o cariatide, che
dir si voglia, in bella movenza; alla qunl donna
attraversa il braccio ed il petto altra gialla fascia
che viene dall'albero cui é legata. E gialla eziandio
é 1' ampia fascia clic pendo dal gran mura-
glioiie su cui sto accovacciata una barbuta sfinge
col modio in testa. I l vecchio coronato di p.-im-
piui clic in bianco ammanto sì avanza, portando
in testo un cesto di x erdastro colore ed in mano
un cembalo a sonagli, ha figura dì Sileno : pare
cho egli si accosti alla figura muliebre sedente
e velato. Essa stringe nella sinistra mano un’asta
puututa, cd il braccio appoggia mollemente sopra
uu cembalo a sonagli dello stesso coloro dell’ e-
difizio. Alla base su cui ella é assisa trovasi appoggiato
nn pezzo bislungo di color bruno con
durnnelli al di sopra; forse un istrumouto da
fare strepitoso rumore, o un libro. E poiché il
primo era usato nei riti di Proscrpina, cd il secondo
ricordava i libri sacri e legali clic si portavano
in testa dalle donne nelle tesmoforie di
Coroie; di ipii si é voluto riconoscere noi vecchio
barbuto Sorapide o Osiride, nell’ idoletto
sulla colonna nn’ Iside o Cererò Egizia, c nella
donna Bcduta una sacerdotessa; c supponendo che
quosto potesse essere ancho una statua, m tale
ipotesi la chiamarono Bea o la gran madre, o
Cerere stessa, e la donzelln chiamarono la Dea
Lìbera, o Proscrpina, o Libero o Bacco il vecchio
col modio.
Nel muro cho fiancheggia il xisto della casa
volgarinontc denominata del Questore scoverta nel
1S28 osistevauo alcuni dipinti che rappresentavano
edifizii 0 campagne. Uno di questi dipinti
abbiamo riprodotto nel secondo quadro della no-
Iklli