'■f
'>!
7 l'i S' te
.ili'il'fr!'-];!;
7-jte'f tetel.y
t l 'i i J l i
: 1 1 l y y i ' t e
' ìil'i !!i
ri' I
Il:
I f i ìSiif : liiii;
raggiunge ia inassiina altezza. Menlro il secondo stile, introdueciulo le arcldtcllurc dipinte, aveva tolto
affa parole <|iicllo, che per mio sviluppo onianiciilalc è indispcnsjibilc, cioè la sua vera o propria
supcriìcic, 11 terzo stile allenlana .luellc arcldtellure, c ia parete si presenta semplice , come supcvf.cic
piana da decorare: solamente nel centro di essa ricorre con predilezione un palco a guisa di baìdacchmo
0 padiglione per collocarvi im dipiuto immaginato come tavola. L'uso più largo dei quadri, clic d’ordmano
sono i più belli Ira tulli i quadri pompeiani, il sistema dell'ornamentazione dipinta in piano, c nella
,piale regna la più ricca faiilasia disposata ad uu vivo sontimeiilo della bellezza dello lomic c della
purezza delle linee, c liiudincnlc 1' armonia dei colori differenziano le pareli del terzo stile da quelle
deali ultimi tempi. Ma già prima del terrcmolo dol t» di Gr. era caduto in disusa, c sottcntra la
decadenza, i cui l'adori seno l’esagerazione, clic si mostra nel soverchio uso delle arcliifcllurc i'anlaslicbc
c nel colorila troppo caldo ; la completa assenza del sciitimciilo della bellezza dei coiilorni o della
purezza delle linee ; c da ultimo la negligenza della esecuzione. Questa quarta maniera è quella
ap|)unlo clic comuneniente si riliciie per stile pnnipcjaiio, e che, se lalora riesce gaja, è pero sempre
volgare.
In quanto alla plastica, benché in essa non sia da ricercare il caratlero dellùrtc in Pompei, pure
il suo studio non è senza imporlanza, non solo per la grande varietà delle sculture pompeiane, dalla
immagine del cullo sino all.i slaluelUi decorativa dell' atrio o del peristilio di una privato abitazione ,
ma sopvallutlo per alcune particolarità leciiiclie, come la dipintura c la doratura delie statue , di cm i
uionuiiicnti plastici pompcjani offrono notevoli tracce.
11 malorialc più frequentemcnto adoperalo c il marmo bianco (greco cd italico) , poi il bronzo,
c rolalivamonle più raro è l’uso della Icrracolla. Nelle relazioni ollieiali degli scavi si l'a sposso menzione
di statue dipinte c dorale ; noi citeremo come splendido csempia di traltazionc policroma il gruppo
marmoreo di Venere c della voluto Spes, conservato nel Museo di Napoli, l'u rinvenuto nel peristilio
della casa u. 17, Is. 2.®, Reg. I, cd era collocalo in una nicchia: la figura di Venere è alto, senza
la base, m. 0,90, l’idolo, sutequale essa si appoggia, è aito insiemo con la base c i l medio, in. 0,57.
I.a dipintura è probabilmente all’encausto, gtoccbè solo questo proce.iso poteva fermare il colore sulla
levigala superficie del marmo. La chioma della Vcuorc era dipinta di giallo; uguale o molto simile
colore avca la chioma della statuetta di Venere trovata nel tempio d’Iside (A. Tempio d’/sii/e lav. \1);
ed è da su|qiorrc cbe il giallo servisse d’ordinario come sostrato alla doratura della cliioma. La benda
0 tenia, cbe cinge b cliioma, ora bianca e senza traccia alcuna di colore, era senza dubbio parimente
dipinta, forse di rosso. Le sopraccidia forlcmeiile arcuate sono nere, del medesimo nero sono i peli
delle pal|.cbrc, l’orbita degli occhi c le pupille. Invece il volto con le labbra c la parte nuda supcriore
del corpo mostra dappertutto esclusivamente il colore naluraie dol maniio : solamente nelle narici c
nella cavità dell’ombelico sono conservato tracce di rosso. 11 che non lascia alcun dubbio, clic le parti
nude della slatuella, compreso il volto, cran dipinte. La veste, che poggiando con un lembo sul gomito
sinislro della dea c cadendole lungo il dorso le covre, tirala sul fianco destro, il pube e le gambe,
è dipinta di giallo esteniamcnb, ed era foderata celeste: simile manlo gialb con fodera celeste Venere
porta anche nei dipinti murali, c ad essa soprattutto come (Veniw aurea) si dava a preferenza
tal colore di stoffa. 11 pomo nella mano sinistra, il pomo di Eris aggiudicatole da Paride, e b corregge
del sandalo al piede sinistro sono di color giallo.
L ’idolo della Spes, al quale Venere si appoggia, sta in posa rigida , coi piedi fra loro aderenti,
sur ima base conformala a guisa di un masso di basaltc. È vestilo di vci-de di tone manicalo c di
un iicpio gialb, l’uno e l’altro assai aderenti alla persona; con la destra poggiato al petto tiene un
fiore 0 frutto giallo c con la sinistra solleva graziosamente un b:iibo del chitone. 11 modio , che lui
in lesta, 6 scompailito in quattro strisce alternativamente gialle o verdi. Jbntrc la figura di Venere è
di lavoro assai mediocre, f idolo con la sua bassa fronte, b larghe guance , I.ì bocca energicamente
scolpit.T c la rigida posa, aumcnlnta dal nero colore della cliioma, esprime assai bene il tipo arcaico
orientale di Afrodite; che altro il gruppo non rappresenla se non Ja dea dell’amore, la (juab si appoggia
ad un suo idolo arcaico.
Fra b iinmagiiii del cullo son da menzionare le statue di Apollo e di Artemide in bronzo c la
staluclto arcaica di Artemide di marmo, tutte c tre nel Musco di Napoli. Lu due prime furono rinvenute
nel 1817 nel pcriliob del tempio di Apollo; c, secondo la pili probabile ricuslruzione clic di questo
tempio é stala fatta, crai) collocale, runa di ririconlro all’ altra, sulle due basi che tuttora sergono
innanzi allo due tci-zc colonne (a contare da sud) dei portici labiali. Della statua di Artemide è
conservala solo la parte supcriore, ed ambedue sono cbiaramcnle l'opci'a di un solo e medesimo artista,
e lavorale come pemlunts. Tal giudizio si fonda non solo su) medesimo materiale e sullo proporaoni
medesime delle due statue, ma anche sul fatto, che ambedue sono rajqircsenlatc in alto di scoccar
l’arco, li Finali (Mas. Borii. AHI, lav. 59 e 00), il AVclckci’ (Alie Deiihn. I |i. 25.5 Amii. 35) o
il Friedcriclis {Uniisleme I p. 517) suppongono perciò che ncll’inlenzione dell’artista i Niobidi sianoli
bei-snglio dei dardi divini ; mentre il Nisscn {Pomp. Sliiil, p. 334) opina che qui Apollo sia concepito
come il Dio del destino e della morte, c che Ai-tcmidc, la dea della naseita, rappresenti il principio
opposto.
La bella stoluclta arcaica di Artemide fu rinvenuta, secondo il Finali (-!/».*. Borb. I l, tav. 8),
« fra ic due torri, cioè del Greco c dcWAmiunzialu (forse nel luogo ove era l’antic.i Oplonle) in uno
a scavo fortuito in quel sito praticato aH’eccasionc di piantare alcune viti », mentre il AVinckclniami
(Gesvh der Kimsl I I I , 2, § I I ) la dice proveniente da Ercolano. Ma i rapporti officiali degli scavi
di l'ompci (Fioiiei-L!, Pomp. ani. hisl. 1 p. 114) sotto ia data dei 19 luglio 1760 riferiscono quanto
segue: « Se ba sacado la estatua de marmol bianco quc ya di parte se encentró en la masería de
s Iracc, y cs alla 4 pai. y 2 ou. y ’/,, que represento Diana vestida con manto apuiilado con un
« botoncino sobre cl ombro, y los brazos de encarnado con llores blancos, con cl cavclb bien compuesto
« y rojo, y una zinla alomo que mantiene bs eavellos con algunas llores de reliebo del mismo marmol,
9 y algunos frisos pintados de encarnado, y una laja ò zinta por bandolera también pintada de encarnado,
« y d.c la parte de airas tiene atacada en dicha bandulcra un iiistrumcnlo donde lleva las Ibclias; y
8 dicha estatua està situada con cl pié derecho à la parto de atras, y el izquierdo à la parte delante,
« y con la mano parcze demuestra como que tirava alguna (lecha , y b falUm bs dedos de las dos
« manos, los que se han encontrado; y tiene las zcndalias à los pies atacados con zindas encarnadas;
« el pcdcsfral ora de fabrica revestido de niarniol, delante un giuidrctu de berde antiguo con Irisos
« de blanco , otro friso negro , y otro friso blanco , y cornisas do marmol blanco y rojo
« antiguo, y de la una y otra parto del pcdesiral estaba una guarnición de inaniiol zcpolazo; cuya
(¡ estatua y ' guarniciones lian traydo y se han consignado id roal mosco, como (auibien una coluna de
« estuco de dcnde estova la estatua, que D. Gamillo l'adcrni ba hecho traer, y es de O pal. y 9 on.
« de diametro ». Come di bggicri si vede, la statua, di cui si parla nd rapporto officiale, vi c
descritta così csaltomcnte , clic non è possibile alcun dubbio sulla identità di essa con la statuelto ,
della quale ci occupiamo; c però le tcslimonianzc del AViiickclniaim c del Finali vanno rigcllale, perché
prive affatto di fondamenlo. Tornò a luce dunque b nostra bella slaluelta il 19 luglio 1760 m una
iiropria edicola nel peristilio di una grande casa pompejana, c poggiava, come sembra, sur una base
di fabbrica rivestito di lastre di inaimi colorati. Por la sua eccellente conservazione, per lo stile severo
della esecuzione c per b nolovoli tracce-di dipintura attirò subito l'aUenzioiic dei dotti c dogli artisti.
Reeenlcmente essa è stata oggetto di uno sludio accurato c goniab del prof. Franz Studiuczica {Millh.
d arci, insl. fiiim. Abili. Ili p. 277 sgg.), il quale vi riconosce la copia fedele, eseguita da un
artista del primo secolo dell’in.pero, di im’opcra l'alta intorno al tempo delle guerre persiane.
Secondo iì dolto tedesco, tutti i dati contenuti nel luogo di Pausania (7, 18, 9), dove si parla
di una stolua di Artemide cacciatrice, lavorato in oro c iu avorio da Mcneclimo c Soida, artisti di
Naupallo cià esistente come immagine di cullo in Calydonc e fatto collocare da Augusto sull acropoli
(li T«ir«Lconveiigono cccelbntemcnlc all’oHginab della stotuctta pompejana, pel quale dall'analisi della
composizione c dello stile, istituita dallo Sludiiiczka , risulta la medesima delormmaziono cronologica,
che Pausania attribuisce appunto a Mencchmo e Suida. Già la piccolezza della figura conviene ad una
immagine del culto di quell’ antico lompo, al quale ben si rannoda la concezione o, la esecuzione di
essa Agile cd insieme misurata cammina la snella c robusta cacciatrice, sollevando con la destra il
lungo chitone por rendere più spedito lo andare. Fissando lontano il suo sguardo sereno, la dea spia
la fiora, per la cui uccisione essa è annata di turcasso cilindrico, pendente sul dorso, c dellarco nel a
sinistra abbassata. Arcaica del tutto è l’acconciatura dei capelli riuniti dietro d collo in un lascio, la
cui estremità è ripiegato airinsi. o legata a ino’ di krobylos, c dal ciuab si distaccano da ambi i lati
dietro agli orecchi i riccioli discendenti sul petto: una larga benda o diadema , che per 1 ornamcntu
delle rosette fa pensare alle riv«« di Anacrconte , compie la severa c pur bella acconciatura
del capo 1 a dea è vestita di lungo chitone jonico manicato, con manlelb sovrapposto, elio potrebbe
paragona'rsi a quel di|dax o dijdois, noto ijual costume della dea eaccialrico nella statua di Gabn a
PariT ma d.e nella sua stilizzazione ricorda più da vicino il pcpbs dello figure arcaiclic d. Afrodib.
Ila i piedi muniti di sandali, che nella semplicità loro rivelano ancora una volla l’arcaismo del costume,
il quale trova uu pieno riscontro nel b'atlanienlo delle forme , specie di quelle del volto , clic sono
scliictlamcnle arcaiche. i i> i d i n
Non meno intercssanlc è la nostra statuetta ¡ler gli avanzi della dipintura, clic Raoul-hoclictic
Perni, aniig. hiédil. Tav. 7 pg. i l2 sgg.) ricostruì in maniera, so non compiuta, corto giusto nei
i.ui.ti csa'uziali. Ai dati coulemili nel rapporto officiale del tempo di sopra nbritu conviene aggiungere
(lucsii allri che Ioaliarao dalla Kunsigesebichle del AAmckcimaim, c cbe insieme con quelli rapprescntono
la Icslimoniauza più aulica i.ilomo alla policromia della statuetta. 11 AVinckclmaun dunque dice :
^ ........... 1 ,.„,,clli b Yciigoiio sulla froiilo in piccioli ricci, c lateralmente le scendono m lunghe trecce
« 7i"glV omeri ■ di dietro sono legali a molla distanza dalla lesta, e cinti di im diadema, su cui
9 stanno otto roso rilevalo di color rosscggianb La veste o piuttosto il breve manto messo a
« piogbe parallele c compresse viene nell’orlo esteriore circondalo da ima stretta fascia di color d oro,
« sopra alla quale sfa inimcdialamcnlc allra fascia pm larga d. color rossigno, sparsa di fiori bianchi,
9 per indicare il ricamo : nella stessa guisa è dipinto l’orlo della sottoveste. Rossa è la correggia del a
9 faretra, che dalla spalla destra viene a passare .iella mammella sinistra, e d. tal colore son pure le
9 stringile dei calzari ». In generale si può affermare elio il sistema, col quale la nostra slatuctla fu
•ÍIM te
■|' i'i '
r i 1“ ■ , il
» f
te ; r
, 1 1' li. ri
:ii7