la fine dolili tela, di cui mostra nella destra mano
lo spole: c gli racconta il lavoro continuo de:
tristi “ iovni, reso intcnninaLilo dall'astuzia dolio
notti, e cho solo il :-)tor::o di Ulisse poteva sottrarla
alle voglie sempre più incalzanti dei proci,
l'aro, ohe lo stupoic, c il piacere vietino le parole
ad Ulisse; tanta ò l'attenzione, cho presta
al dolce racconto dolla virtù dc!l'u:nata sua donna.
E questa fu la pri:na dolcezza, choso:TÌso all’oroc
reduce alle avito suo sodi; poiciiò percosso da:
proci, vilipeso dai servi , dalle ancelle villaneggiato,
solo il sno povero cane avealo fino allora
riconosciuto, od accarezzato come padrone. Qnelhi
ilo:i:ia, d: cui si vede soltanto la testa, clic guard::
ud ascolta da quello intavolato, b la fida Euri-
no:no, sola fra Io ancelle d: Penelope, che noi:
si srniliava a di.stoglieila dal suo casto proponimento,
od a lei perciò la più cara.
Questo dipiuto spira tutto di gi-oca grazia
e .semplicità ; le due solo ligure, clic lo coiupoii-
“ 0110 hanno tanto vera espressione , c si conve-
nicnli atteggiamouti de'loi'o casi, die a chi le
vu;le ricor.tauo snhito la storia che rappresentano.
Se lu curiosità dei nostri lettori non tosse
abbastanza appagata dai tanti dipinti che ci
vengono dagli scavi di Pompei, e fo.ssu vaga di
conoscere il mudo che gli nntichi tenevano a dipingere,
potrebbero ancora questo desiderio sod-
to veloce in couduvrc le sue pitture, della quale si
ammirava in Napoli iu una gran tavola la figura di
una vcediia. Questa Pittrice clic sempre si mantenne
vergine , il più delle volte faceva ritratti di
donnc.lòd ecco conio il Bacco Ebonc in Napoli
venerato convalida (|ncsta congettura. Al cho si
aggiunga clic in questo dipiuto si veggono due
donno in atto di aspettare questa Pittrice, mag-
“ iormontc ci confermiamo nell'opinione essere
in essa Baia i-appvcseiitatn che per lo più dipingeva
ritratti di donne. Delle dnc donne clic qui
si vedono quella che sta appoggiata al pilastro,
bella e giovane di aspetto ha sopra una tunica
verde chiara un peplo, in cui tutta ù involtata
lin sopra alla testa, verde oscuro fotlerato di paonazzo,
c tiene ncila sinistra uu ventaglio anclic
cli.sfaie, poicliè nel terzo dipinto delta presente
tavola è rappresentata una Pittrice in alto di
riti-attnre mi erm.'i di Bacco. In nna specie di
portico sieda ([iiesta l'ittrioc sopra uuo sgabello
senza spalliera, una tunica senza maniche
verdastra le lascia scoperti i bracci ornati di
smaniglie di Oi'O. Sopra la tunica lia un pallio
rosso scui'O, cho avvo'geiuioscle attorno alia
vita e rimboccandosi sulla spalla sinistra le cade
in grembo Le solee, delle quali è calzata, sono
allibbintc da coreggiole gialle. Alla sua destra
sopra un tronco dì colonna è una cassettina ros-
sagna con coperchio mi apritoio sollevato sopra
di essa. In questa cassetta la Pirtrice colla destra
tiene tufìato il pennello. Quella cosa votomla
poi che tiene nella .sinistra a noi sembra come
Ila figura, c come di fatti dev’essere, la tavolozza,
cioè un pìccolo piano levigato, di qualunque materia
si voglia, atto a inc.stoiarvi copra L colori,
poicliò senza !u tavolozza è iiiipos.sibìle dipingere.
E come lin sembianza di fare la Pitti-lce qui ef-
liggiatn, fanno per l'appunto i nostri pitiori a
tuiiqira, i quali avendo avanti di loro disposti in
tair.i piccoli vascttini. o scodello, i differenti colori,
dn esso gli prendono, e quindi .sulla tavolozza
gli me.scolano , e compongono in quello
gradazioni die loro suggerisco l’arte. L'enim del
Bacco barbato clic In l ’ittrice ritratta ha mia clamide
gialla cho lo i-icopre, tiene nn cratere a due
niiiiiiclii in nna ninno, uno scettro nell'altra. I:i
proposito di che osservarono gli Ercolancsi, come
Miicrohio rammentava nn Bacco Eboiie barbuto
specialmente nel culto de'Napoletani, il clic pei--
fcttamentc »'accorda con l'altra sensatissima congettura
de'medesimi Ercolancsi, poter cioè o.sscro
in questa pittura rappresentata la famosa Pittrice
Lnla Ciziewia ricordata da Plinio, tonto abile, qunn-
¡jaonar
•rn donna giovine anche essa à
vestita di una tunica con lunniclie luiiglie
due volte siiccìuta color paonazzo, od ha un piccolo
pallio nd armacollo rossagno chiaro. Quel
(aneinllino che tiene la tavoletta a’piedi dolla
Pittrice sulla quale si vede l'erma ritrattata ò il
fattorino, per dirla a modo dei nostri pittori, che
la l ’ittrico tiene ad aiutarla nelle bisogno dol-
l'.arte sua. Sul quale costume degli antichi pittori
rammentarono gli Ercolmiesi quel tanto noto
fatto di Apollo ricordato da Plinio, quando diceva
.ad Alessandro che così Inespurtainuutu parlava
della pittura, che faceva persin ridere i fanciulli
che macinavano i colori.
Delle tre figure espresse nel quarto dipinto
iu atto di udire, tutta l’attenzione ò rivolta verso
la donna sedente, la quale con esempio forse
nuovo noi mounmeiiti, tocca colle due mani duo
lire 0 cetre diverse. 1/mia ne sostiene ella colla
sinistra, e 1' altra poggiata snl sedile medesimo,
c sobtenut.a nella sna .sommità da un pezzo forse
di legno clic no impedisca il barcollare.
È notevole la figura curva de due musicali
istrumcnti, di cui hi donna fa .uso, e visibilissima
In maggioro attenzione che olla mette nel toccare
colla destra le coi-de della lira giacente.
Questo singoiar dipinto ci fa vammontaro
delle c.spressioul latine iidiis et foris cane>-e cho
nsavansi appunto parlandosi dei suonatori di cc-
ti-a, c che sono co.si sp.iogate da Aseonio Pcdiano
nel coincntarc la terza delio Verrine di Cicerone:
Quando si suona la cetra , l’ mia e i' altra mano
de'suonatori ha il suo uffizio ; colla destra essi fanno
uso del pleltro , e cih dicesi suonar fuori ; colle
dite della sinistra toccan ie corde, e questo è il
suonar dentro, àlolti ciauliti hanno data mia spiegazione
più sottile che vera di queste espressioni,
c credono usate le voci di .suonar dentro, o nel
senso di .suonar colla sinistra mano, detta talvolta
inlerruio nel senso di esprimere suoni meno eliinri,
e che fossero qna.si de.stiiinti nd essere ascoltati
dal solo citnri.sta. Ma basta por mento allo forma
curva della lira, ed alla situazione di essa mirabilmente
espressa nella nn.stra pittura por vedere
snliito sorgere ma.»sima luco a i|uc»to parole. In-
fiitti, tenendosi la lira nel modo che In parte
convessa ne corrisponda alla sinistra, questa mivno
è obbligata a suonar dentro, introducondo.si uel-
l ' istniincnto, mentre la destra uou vi penetra, u
suona fuor i, toceaiidonc lo corde spoi'gentì snl
lato concavo. E so uon di tutto lo lire pub dirsi
cho sicno state curvo, sai'à )30Ì sempre vero clic
tutto avvaimo cosi avuta la loro parte incn principale
interna che riguardava la sinistra, c l'esterna
che riguardava la destra dol suonatore. Non vogliamo
tralasciare di rammentare a’ lettori , clic
l ’ occasione, in cui Aseonio Pcdiano parlò delle
indicato duo fra.si , fu appunto In menzione che
la Cicerone di uu celehvc citarista della città di
Aspcndo in Pamtìlia, il quale ci'a giunto alla eccellenza
di suonar solo dentro, vale a diro di eseguire
ie duo parti attribuite alla destra cd ¡dia sinistra,
colla sola sinistra, od a cui avevano perciò gli
Aspcndii eretta mm statua, che fu poi i-apita da
Verro.
La nostra Citarista ci scinbra appunto l'inverso
del suonatore di Aspcndo. Non solairieiite
essa .suona dentro c fuori con due mani, ma lo
fa anche con due cetre distinte, uò essa fa uso
di plettro, ma delle dita sole. E pare che 1' attenzione
che desta quosto modo novello ed in-
•solito, .sia veramente pinta ucl volto delle figure
ohe sono ammesse nd udire il suono delle due
cetre.
Nulla diremo della grazia ammirabile di questa
bella composizione, poiché essa da se .si manifesta.
TAV. X L V I .
BRONZO. - Nei 1808 fu scavata a Pompoi la
pregevole statuetta di Apollo cho ora trovasi nel
Museo Nazionale di Napoli e che presentiamo in
questa tavola. E.i dcssa rinvemita in una edicola
eretta fra le pareti di nna modesta ahitazione ,
ove il devoto Pompejano 1' aveva innalzata per
uso de’ suoi sacrifizii c delle sue preci. L ’ essere
infatti appoggiato all’ ara, o pilastro che sia, lo
mostra lu atto di assistere ai sagrifizii ed alle
prcgliicro, c l'attitudine di chinar dolcemente la
testa al davanti, dinota che volenteroso accoglie
le preeì che gli s'indirizzano.
Allorché questo importante monumento veline
fuori dagli scavi si sostenne da alcuni conoscitori
delle arti degli antichi , clic por esso si
rappresentasse uu iMinafrodito, c non uu Apollo,
poiché i capolli raccolti in uu modo sopra la
fronte, i lineamenti del volto, cd i lombi rilevati
“ li davano iiu deciso carattere mnliebi'c.
Questo giudizio però tu scousidai-atamenle emesso,
perché sempre giux auc c sempre bollo si rappresentava
Apollo, anzi si fingeva cosi leggiadro e
simile a dolina, che a uovclla sposa vcnii'a paragonato,
0 molti autiquarii di somma ripntazioue
han riconosciuto Apollo sotto tigni
iu alcune medaglie portanti ucl i-oves>
nuda con cetora appoggiata ad una colonna.
,a donna
I capelli raccolti iu un nodo sopra la fronte,
0 circondati da uno strotìo o cordono, ornamento
proprio degli Dei o dei Re, sono ovvii nelle statue
di Apollo. Bnsterebbo duro un’ occhiata alle
diverse statue di Apollo dol Museo Nazionale di
Napoli, ed al celebre Apollo di Belvedere (non
senza ra“ ioue eliiamuto il miracolo della scultura),
por convincersi elio siffatta acconciatura é comune
anzi clic no iiollo .statue del figlio (li Latonn.
Oltre la grazia c V eleganza doirinvciizionc,
•si distinguo que.stiV statuetta per una finezza e
maestria di lavoro non ordinaria, c quel ch’é piti,
è conservatissimo nelle parti le più fragili ed
esposte, serbando ancora intatte alcune corde della
lira cho sono di argento.
TAV. X L V I I .
TERRECOTTE. Pubblichiamo in questa tavola
sette pregevoli antefisso rinvenuto iu diversi
scavi (li Poinpei.
La 1® con testa di Sileno veduta di fronte,
0 sorretta iu ciascun lato da uu Amorino ; il volto
ha uu’ impronta ferina, e sembra coronata di
odora.
La 2® con testa siionica di fronte, coronata
di edera.
Questo due untcfissc si trovano ora nel Jlu-
seo Nazionale di Napoli.
La 3“ con testa di Giove veduto di fronte
e dalla espressione mite. Sembra simile alle antefisse
provenienti dalla ba.silioa.
La 4® con testa giovanile dì Pane vista di
fronte; ha piccole coma sulla fronte o lo orecchie
aguzze.
Questa antefissa c la precedente si conservano
nel JIusco di Poinpei,
La 5° con testa bacchica barbata; ha nella
eliioina pampini o sidla fronte una benda.
La 6° COU lupiila vista di fronte, dalle ali
aperte c che ha fra gli artigli un serpente.
La 7“ ed ultima nntefissa con testa feimni-
idle forse di Venere. Questa fu viiiveiuitn nella
casa dì Sirico, lleg. V I I , Ts. 1®. N. 25 cd ora trovasi
anche nel Museo di Pompei.
TAV. X L v n i .
MARMI _ Questa Uivola riproduce due fra i
più belli oggetti della siippellettilo marmorea del
Museo Nazionale di Napoli.
I I primo é ima fonte lustrale di rosso an-
cico . al cui piede o sostegno c addossata nna
sfinge (•?), che avvolge la coda al sostegno medesimo.
11 merito artistico c la rarità del marmo
vendono questa fonte grandemente pregevole.
I l secondo é una bolla mensa di marmo bianco,
sostonnta da tre piedi con teste c zampe leo-
uinc. Essa doxova decorare 1' atrio di qualche
splendida casa pompejana.
TAV. X L IX ,
PITTURA MURALE. _ 1 due (pindri riprodotti in
ipicsta tavola rappresonfaiio lo stesso soggetto;
Tc.seo col Minotauro.
11 primo dipinto, uno de’ più grandi elicsi
abbia il Musco Nazionale di Napoli, moiùta in
ogni conto di essere ancbe noverato fra i pn\
bolli, l’ivi e frosehi erano i suoi colori quando
fu disotterrato, e se coll' nudar del tempo di-
vciuievo un po' languidi, le figure ben disposte
ii
i' !|n