tempi imperiali , ad iacominciarc dall’ uomo di stalo c finire allo schiavo fuggitivo, diventilo ladro c
lenone. Nelle rovine dei Palnzzi dei Cesari si scorge la pozza superbia e l’eccessivo lusso degrimpcratori;
il Foro civile e la Via Sacra coi suoi archi di trionfo sono il proscenio, ove furono rappresentali i
più colossali drammi della vita umana; i rcsli del Colosseo, delle icrmc di Caracalla, di Diocleziano,
di Agrippa ctc. fanno chiara la paz/.a frenesia di un popolo avido di piaceri, noncurante della dimane,
corrotto c adulatore per quaiilo vile. Tutto questo in Pompei non si vede , anzi è oblialo da chi lo
sappia, nella stessa guisa di colui clic, vivendo in paese di provincia , della capitale non sorba che
reminiscenze. Gli assordanti rumori della capitale giungevano deboli in Pompei, dove non mancava
un certo movimento di lolla, ma sollanlo nel tempo delle elezioni amminislrativc : nc fanno fede
gl’ innumeri programmi scrini nei muri delle caso ; cd attestano anche clic la lotta si svolgeva
ordinataraenlc senza offese al candidato da parte do’ suoi oppositori. Ma sopralullo si può sludiare ,
meglio che in lutla la letteratura del tempo, in Pompei la vita privala, c la si può studiare nella casa,
per la relazione che sempre ò esistila, esiste cd esisterà tuttavia Ira la disposizione della casa o la
fami''lia; sicché noi studiando gli edifizii privali pompeiani, possiamo giungere a farci csalla la idea della
vila miima di quella citlà. Prima di ogni allro fa d’uopo osservare che in Pompei, come in tulle lo
ciltà auliclie c moderne sì trovavano famiglie , le quali ricche c fornilc di ogni comodità necessaria
al benessere , rappresentavano la classe agiata , la quale era nel tempo islesso la classe dominante
(lolla città, a differenza della classe povera, che era la parte dominala. Queste due classi sociali, delia
cui esistenza non sì potrebbe dubitare anche non vi fossero pruovc, o tutte le gradazioni che tra esse
intercedono , noi le troviamo rillesse nelle case di Pompei. Già l’aristocrazia , usiamo pure questo
vocabolo, aveva improntato la vita della capitale, c questo pel contimiu conUilto , in cui gli abitanti
di lutla la Campania si trovavano con la grande aristocrazia romana, la quale nelle più belle stagioni
dell’ anno abbandonava la Ciltà, per recarsi a passare il tempo cd a dimenticare i rumori della vila
abituale negli ozii delle ville, che con lusso e pompa si avevano costruito su le ^lonJc del golfo napoletano.
E non è dilBcilc che qualcuna di queste famiglie avesse avuto sua stanza in Pompei, come di certo
l’aveva in Ercolano ; poiché alcune delle case pompeiane presentano tale un insieme di particolari, c
così bene armonizzati col tritio , da poterlo dire degne delle famiglio più polenti di Roma. Ad ogni
modo anche ciò non fosse, ci si vede sempre la casa del ricco pesano, il quale ha introdotto nel
paese il lusso della citlà. c che, non potendo vivere nella capilalc, si crea nella sua patria, tutte le
comodità e il lusso in modo da non desiderare la vila dei grandi centri. Quindi splendido il vestibolo
della casa, al quale succedeva l’atrio col pavimento a musaico, con l’ impluvio dinanzi a cui spesse
volle irovavasi la mensa marmorea reità da sostegni lavorati a forma di grifo. Intorno aìTalrio a destra
c sinistra dopo varcato il vestibolo Irovavansi le celle rustiche per lo più dei servi, poi i cubiculi ornali
da magnifiche decorazioni quasi sempre a riqiiadralurc nel mezzo delle quali sono dipinto scene della
mitologia greca o delia vita reale,paesaggi fantaslici con fiori, frulli, uccelli; ma sopralullo scene amorose.
Lo stesso genere di pitture trovasi nella bililioleca, ncll’exedra, e nel (ablino, che nella maggior parte
delle case stanno di fronte al vestibolo, e che completano la parte anteriore della casa pompeiana;
la quale pare fosse servita sollanlo al padre ed a’ figli, perché la parte clic più si avvicina alla strada.
L i nel lablino il padre delta famiglia trallava le sue faccende, riceveva i suoi clienti, gli amici, i
visitatori e gli ospiti, quindi l’atrio era la parte più decorata della casa c costituiva quel che i Greci
dicevano Andromiis, al quale succedeva il (.yiiriecomits, cioè la parte posteriore, nella quale vivevano lo
donne, ed alla quale si accedeva per mezzo della fauco o corridoio, che meitcva dall’atrio al peristilio.
In essa trovasi il triclinio, la cucina, il balineo, le apoliieclie, c anche cubicoli, lutto disposto intorno
al peristilio del giardino, nel cui mezzo mollo spesso stava la piscina. E curioso notare che mentre
nei tempi nostri si dà grande imporlanza al piano supcriore delle case, gli uiilìclii non se ne curavano c
per lo più lo destinava alle persone di servizio, ritenendo per la famiglia il pian terreno; del reslo chi
visita i piccoli paesi deirilaiia meridionale in molli luoglii trova ancora le tracce del costume pompeiano.
Però lulto quello che si è detto non si deve intendere in modo assoluto; non ogni casa ha le parti
denominante, cd alcune son prive di parecchie, altre sono di diversa disposizione; lulto però su quel
tipo, e la ragione si trova nella vila della famiglia pompeiana : una la famiglia, una la casa. Dcvcsi
però notare clic mentre la casa del ricco |iroprieluiio nella parte interna mostrava lanla comodità c
tanto lusso, <iuanlo avesse potuto trovarsi in una cillà di provincia, nella parie esterna era semplice
c spesse volte rustica. Su la strada non si manifestava clic col protiro ; poiché lo spazio della parte
anteriore di essa era occupalo da botteghe: del resto non esistevano neppure finestre per dare la luce
dalla parte esteriore; lutto era cliiuso all’ esterno; la vila della famiglia slava nella casa, nella quale
eravi perfino il santuario del Dio protcltore. Invece quando si trattavano affari non domcslici, lo stesso
paterfamilias andava nel l'oro, nei comizii, nei teatri a discuterli, in modo elie gran parte della vila
egli la viveva fuori della casa.
Avviene sovonlc in Pompei di trovaic accanto alla casa di un ricco signore quella di un povero
contadino od artigiano, la quale non si è svolta, ampliata cd ablicllita secondo il giislo dcU’artc, ma
è rimasta come la casa primitiva, proprio quella dei tempi omerici, cioè composla ilaH’alrio coporlo c
da pochi cubicoli, stretti ed oscuri. Tra la più povera la più ricca casa di Pompei esislono mollissime,
che gradatamente congiungono gli esircmi, nella stessa guisa con cui due famiglie la più ricca c la più
povera formano gli estremi anelli della catena sociale di ima citlà.
Olire a ciò in Pompei, si sludia la vila dell’ aiTigìano, nella fullonica, nella conceria di pelli, nella
linloria, eie.; entrando nelle ollicinc di costoro basla un atiento esame per potere farsi una csalla
idea del modo, come lavoravano, anche non si avesse alcuna cognizione filologica. Ad ogni piè sospirilo
Irovansi botteghe co’ podii, in cui sono fabbricati delie anfore, col fornello vicino; pistrino con le
moine, di cui la maggior parte sono marmorae, c dUposlc in modo che la parte inferiore fosse
ferma nel menirc che la superiore era girala da uno o da duo uomini; per lo |iiù accanto al pislrino
esisteva il forno, la cui costruzione non differisce punto da quella che anche oggi si usa nelle pruviiice
del Mezzogiorno d'Ualia. Rilenula Pompei una ciltà sopra ogni allro commerciale, non vi polcvaiiu
mancare gli alberghi liospilia, e questi che formano delle località meno osservate c piii curiose a
vedere sono per lo più vicini alle porle della citlà, c dal modo come son costruiti si può arguire
che in essi andavano a riposare solíanlo i miilaUiei'i e vclliiriiii, forse perchè le persone d’ iiiiporlaiiza
che capitavano in Pompei non avevano il bisogno di andare in albergo, essendo ricevuti come ospiti
dai Pompeiani nelle loro case. Osservando poi i buchi esistenti nelle pietre esterne dei margini delle
strade, verrebbe il desiderio di dire clic lì erano legale lo bestie dai rivenditori di fogliami e di ultra
roba, quando si fermavano vicino alle case per vendere la mercé.
Insomma studiando Pompei non è difficile di formarsi un concetto chiaro della vita di quel
municipio, e di giungere a conoscere come si viveva nella famiglia, cosa era il piccolo commercio
della strada, non clic le ani cd i mestieri che escrcilavano. Affiiicbè poi non rimanesse alcun vuoto
nella conoscenza di questa cillà, fa d'uopo osservare accuralamciilc le sale del Museo Nazionale di
Napoli, dove sono esposti lulli i piccoli bronzi, rinvcnuli nello case disscpolle di Pompei. In essi non
si stadia soltanto l’arte, clic in alcuni è splendida, ma l’uso, cui gli oggctii erano adibiti. E dopo ciò
recandosi nella risorta cillà, passeggiando per le strade, entrando cd uscendo dalle case, fermandosi
ora a questo ora a quoll’allro cdifizio pubblico, smarrendosi tra quel faiilaslico labirinto di muraglie
cadenti, di colonnati di stanze deserte, nella solitudine dell'ora vespertina, a inano a mano si va
obliando il presente, e sempre più si corre con la fantasia a quei tempi, a quella vila che fu. Ecco
ciò che dà Pompei nelle condizioni in cui si trova, grazie olla grande imiovaziouc apiiorlota dal Sen.
Fiorelli nel metodo di escaviizionc; metodo non tralascialo dal prcscnió direllorc degli scavi Comm. M.
Ruggiero.
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