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L'AllTE IN I'OMPEI- - ELENCO ILI.CBTBATIYO B E L L E TAVOLE
fregio ad alto rilievo dimostra necossariaincntc cbe
già nvaiui l'amio 79 mia gran parte n'crn andata
rotta c perduta. Forse le iiunierose lastre integre
del fregio delle Nereidi dovoi ano, nella rinnovazione
della casa, essere rimesse in opera, e a tale scopo
si erano già rivestite di stacco; ma contro quest'
acccttazioiio sembra clic parli il fatto, die tale
rivestimento di stucco esisteva già innanzi all’
anno 63. Certamente però era questo il caso
dei fregio col comb.attiiueuto di cavalieri.
Da ultimo non vogliamo clùudere questa
breve trattazione della oriianieiitaziono nroliitct-
tonica in terracotta senza div poche parole intorno
nd alcuni rilievi, che a torto si fanno qui
rientrare, cioè lo insegne. Sono un esempio istruttivo
del come l'autorità di un nomo celebre possa
indurre in errore le sogiieiiti generazioni. 11 Mazois
( I I pi. 46, 1, 2, pi. 19, 2) richiamò per
la prima volta l'attenzione sopra lo enseignes de
boutique en tare cuite, non soltanto con le sue
riproduzioni, ma, quel che é più, con la osservazione,
con cui egli lo accompagnò. Egli dico
(p. 88): Les sculptures soni de relief, eit masse,
et colorées sur la terre cuite. Ces enseignes «e devaient
pas être puriiculières û un seul muixhand
puisqu' elles sont faites au moule. I l g a apparence
que chacune d’elles était affectée à un genre de profession;
au dessus do ee tableau on dal écrire sur
l'enduit le nom du marchand, üi fronte a taie
esplicito parere nessun dubbio poteva di certo
aver luogo, e così questi riliei i di terracotta, quali
i portatori di anidra, la capra e il mulino girato
dnll'asiuo, entrarono in tutte le descrizioni di Pompei:
r errore di Mazois venne ripetute anche iu
trattazioni scientifiche, l i fatto invece è che in
Pompei tali lastre dì terracotta nou si sono mai
rinveunte: le sette o otto insegno, tornate a luce
siuora, souo, come giustamente lia rilevato il Fio-
rulli {Descr. Pomp. 214, 236, 314, 368), quadretti
di pielra nucaina. L' errore del Mazois è
del resto facilmente spiegabile, giacche questi
quadretti sono cdrcondati da cornice laterizia e il
fondo del rilievo sembra essere stato dipiuto iu
rosso il più delle volte.
Volgiamo ora ia nostra considerazione alle
figure isolate di terracotta. Veramente troviamo
anche dello figure adoperate come inerabri arehi-
tuttouici, ma esse sono in così stretta dipendenza
con ie rimaiieuti figure isolate, che sembra più
ooiivcniente di raggrupparle a queste.
Tra le figure in terracotta dobbiamo innanzi
tutto rivolgere la nostra attenzione alle più grandi.
Di queste il numero non è così ristretto, come
sinora si è creduto, asserendosi da taluno die,
oltre alle piccole statuette, non potessero indicarsi
altre figure in terracotta che i 'rdarnoiii
ddlc terme dd Foro, le statue dd così detto tempio
di Esculapio e un pajo di statue o statuette
di attori comici. Già nei primi rapporti officiali
degli scavi vieu registrato cbe il 29 novembre
1757, nella casa medcsiina, ove si raccolsero gli
avanzi del fregio ad altorilievo, si rinvennero
molti frammenti di una grande estatua de greda
barbata. Pochi anni più tardi seguirono gli attori,
poi nel tempio d' Iside accanto alia ¡Sfinge,
che audio qui deve essere computata, nel 19 luglio
1766 tonfo a luce la parte inferiore di una
grande figura d'Isido, alta più di 1 m., dolla quale
si fa ricordo più volte. Oltre al Gori, che la inon-
ziona come una maraviglia del Ivcal JLusoo, il
Komaiiolli, che corto non la vide, parla di questa
Iside di siile egiziano, che aveva nella mano
un istriimeiUo in forma di xin T, mentre nei rapporti
officiali dei trovamcnti é eletto die ossa por-
tana nella sinistra un anello, da cui pendo ima
piccola lesta. Oggi questo importante frammento
ò smarrito; però é da supporre clic il suo pregio
artistico difficilinento sarà stato maggiore dì
quello delle rimanenti tcvrcnottc del 'remplo d’I-
side. jìppartienc inoltre a questa classo uiui tesla,
fatta di getto , di uomo e rolla con un buco
nella sommità, di coiit. 20 di altezza, rinvenuta
il 27 settembre 1766 insieme con lo tro statue
di divinità del toinpio di Escuhipio. I l giorno I I
luglio 1767 si rimisero n luce la Cariatidi e poi,
con un intervallo di cìiiqnniit'anni è più, gli -4t-
laiiti 0 Telamoni deile terme del Foro. Forse la
tosta femniiniio, clic si conserva a Pietroburgo,
è l'avanzo di un gran busto o statua; c lo stesso
dicasi della testa menzionata il 28 settembre 1855,
forse una testa di Giunone.
Uu altro importante Irammento di una grande
figur.a in terracotta proveano dagli scavi fatti a
porta marina. Colà si trovò il 3 aprile 1861 il
bel frainmeuto della statua di Minerva, dea tutelare
della porta. E dieci anni più fardi in una
casa in quelle vicinanze si scoprì il giorno 28
marzo 1872 la più bella di tutto le più gi'aiidi
terracotte di Poinpei, l'Atlante, che reggo snl
capo una mensa . e clic ora si ammira nel pio-
colo Musco locale. Filialmente l’i l marzo 1873
tonfo a luce nel giardino della cosa n. 16, Is.
2®, Reg. I la statuetta iu terracotta, alta m. 0,70
(ora nel iluseo Nazionale di Napoli), la quale
seconda il prof. Sogliano rappiesenta Ippocrato.
Qnc.sta breve rassegna dimostra che anclie
nella Pompei romana ed imperiale la terracotta
aveva il suo posto accanto al marmo o al bronzo.
Pompoi però non va misurata alla stregua
di Roma, dove sin dal tempo niigusteo la terracotta
fu adibita come il materiale più appropriato
per la decorazione a rilievo, o n tale uso
continuò a servire per ben duo secoli. Pochi de-
cennii dopo, la modesta città di provincia avrebbe
forse seguito anche por questo rispetto la moda
della capitaie, e le figure di terracotta sarebbero
state sostituite delle .sculture in marmo, senza
paragone più splendide.
In quanto alle figuro ortinmcntnii, agli Atlanti
cioè e allo Cariatidi , Pompei offre taluni
eccciluiiti modelli in questo genere. Sin da! tempo
dd disteiTo delle torme dd Foro molto migliajn
di vi.sitntori linnno vi.sto ed ammirato gli Atlanti
nel tepidario.
Si può giustamente ancho biasimare la so-
vercliin pesantezza delle forme del loro corpo, ma
na.ssuiio può sottraisi alla impressione, dio quel
po’ di eccesso sia per altri rispetti giustificato.
I l pc.so dio devono so.stenere ic teste c lo braccia
degli Atlanti ò cosi grande , che si ridiiedono
forze superiori all’ ordinaria misura umana per
non rimaner sdiiaecinti sotto di esso. Tale coii-
siclevazione spiega c scusa in esorbitanza : ma chi
spinge più oltre lo sguardo non so nc accontenta.
A lui uon può rimaner celato che su qudla sorprendente
conformazione corporale degli JÌtlanti
abbiano influito ancora nitri fattori, massime la
tradizione e il gusto del tempo. Ciò vien diia-
rnmente dimostrato dal coiiironto coi due Atlanti
in tufo dd piccolo teatro ( Iheatrum lectum ) , ai
quali non era imposto alcun grave peso. L ’ affinità
tra questi c le figure delle terme è così
grande , cho salta agli ocelli di chiunque. Già
1’ Ovcrbeck aveva accemiato alla loro corrispondenza
stilistica, e conseguoiitemcnte alla contemporaneità
delle figuro in tufo e di quello in terracotta
; presso il Wisson {Pomp. Stud. p. 135)
porò sembra cho non sì dia gran peso a que.sta
conclusione , poidiò la prova della contempora-
nuità dd dnc edifizj vien desunta principnliaonto
dalle analogie di costruzione, e questa stilistica
affinità dogli Atlanti potrebbe valere scmplice-
incnte come una riprova o conferma. Per noi ambedue
Io provo liamio uguale valore. Una così
grande corrispondenza tra figure di materiale affatto
diverso non può essere accidentale; e però
bisogna ammettere clic il tipo prevalente in uu
determinato tempo in uu luogo alibiu trovato la
sua contemporanea applicazione nella terracotta
c nel tufo. 11 cho risulterà tanto più tliiaro, se
mettiamo a confronto ini altro membro di questa
serie, cioè i! bel sostegno di tavola scoperto
nel 1872, La corrispondenza nel motivo cogli
Atlanti di tufo è evidente, come del pari evidenti
souo le differenze. Amendue le figure servono
di sostegno, ma là è uuo schiai'o che sostiene,
qui e un dio. Nell’atlante in terracotta
tutto vi è nobilitato. 11 corpo è robusto, mu non
pesante come là, la modellatura è più fine c più
ricca, la testa non siede così tra le spalle o mostra
forme più nobili. Non v’ è bisogno di nessuna
dotta dimostrazione per ritenere clic la statua in
terracotta , rapprcscntiUKlo uu ulteriore sviluppo
del medesimo tipo, appartenga perciò ad un’epoca
posteriore. Ma dobbiamo guai-darci dal faria troppo
discendere nel tempo. Nella critica della ornamentazione
arcliitottonica si è notato ohe la tecnica
dolla terracotta neU'ultimo decennio di rompei
andò incontro a rapida decadenza. Tifo di ciò
rleorcarsi la colpa soprattutto nelle condizioni e
rapporti della città dopo il terremoto, neirardoro
febbrile, con cui si diede opera alla ricostruzione
0 al rìmiovainoiito, noila straordinaria frotta, con
la quale venne eseguita una gran quantità di orna-
meiili fittili. Ora di quel difetto nel sentimento della
fonna c di (luclla triiscunitezza del lai-oro la statua
in terracotta uou mostra tracce. Fra to terrccottc
pompeiane di eiirattcro affine si potrebbero citare
a ounlVouto quelle belle autefissc, lo quali sono
deoorato di teste desunte dal ciclo olimpico o
bacchico.
Esso tutte attcstano , appunto come questo
Atlante, non una graiidiosn concezione, ma una
certa grazia ed eleganza ; sono il lavoro acoiuato
di una mano mngistralo, cho domina la materia.
Non crediamo di errare, attribuendo la figura in
terracotta ni tempo aiigusteo. Oon ciò si accorda
il carattere della casa, nel cui impluvio l'Atlante
fu rinvenuto, e la cui maniera di costruzione c
di decorazione accenna appunto al tempo indicato.
Gli Atlanti in tufo del piccolo teaDo c le
figure nelle tcrnic del Foro sono più anticlii: il
Nissen {Pomp. Stud. 132 sgg.) colloca la costruzione
di ambedue gli edifizj fra 1'80 c il 60
innanzi Cr. Allora i piccoli Atlanti vennero eseguiti,
e nel rinnovamento della deeoraziouo della
sala fatto dopo il 63 furono lasciati negli antichi
loro posti.
Meno pregevole e più recente è ia Cariatide
rinvenuta nella casa detta dell'imperatore Giu-
•seppe n. Nella tecnica essa corrisponde ai piccoli
Atlanti; però le forme del corpo non si distaccano
dal fondo così rilevato come in quelli.
Inoltre la modellatura è notevolmente meno buona,
il trattamento delle vesti mostra poco .sentimento,
e le foimo ingiiistitìcatnmcnte alliingate accrescono
la pena dell’ impressione. Non esiteremmo
ad attribuire questa figura all' ultimo periodo, se
non ci facesse peso una circostanza di fatto: non
si può ammettere che un tal pezzo sia stato adoperato
in una casa .soluiiieiitc iu un esemplare ;
certamente la Cariatide è un anello di una grande
catena. Però, tranne questo frammento, non si è
rinvenuto nella casa dell’ imperatore Giuseppe I I
nessun altro avanzo di una siffatta decorazione.
Dai che si può ben concludere clie la più parte
già prima della catastrofe finale della citta era
distrutta c allora rimane sempre come causa ve-
risimilc il terremoto del 63, i cui tristi effetti in
Poinpei non si possono mai sufficieutenunie va
glinre, massime nella parte nicridionale della città.
'Tra le rimanenti grandi figuro iu terracotta ri-
cliiamano iimanzi tutto la nostra attenzione le
figure delle divinità; accanto alle due note statue
provenienti dal così detto tempio dì Esculapio
souo da menzionare il busto di Minerva rinvenuto
appunto con esse e il frammento della Minerva
tornato a luce negli scavi di porta Marina.
Quest’ ultimo appartiene, insieme col sostegno di
tavola sopra vicoixlato, a quanto di meglio hanno
sinora offerto gli scavi in queslo genere. Non
crediamo di errare, attrihucudo la statua alla prima
inctà del primo secolo innanzi Cr. La sua
distruzione però non si può far risalire al terremoto,
ma alla grande eruzione del àfosiivio. Dal
terremoto la porta Marina non fu danneggiata,
0 d'altra parte non ò animcssibile clic iin’imma-
giiio rovinata della divinità sia stata hingameute
esposta allo sguardo dei passanti. Seunoiicliè è
a considerare clie, so la statua fosse rovinata in
occasiono della spaventevole catasDofe, si sarebbero
dovuti trovare nello scavo delia porta c della
nicchia i restanti frammenti. Per tale obbiczioim
crediamo di aver già pronta la risposta. Noi non
possiamo immaginare abbastanza il trambusto iu
quel giorno terribile e iu quella augusta strada
della porta : i frammenti della statua caduta furono
nella confusione o pesti o portati via: qualcuno
potrebbe ancc-ra riuvonii-si negli scavi delle
adiacenze.
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