a’ altro pubblkiw, c il cullo di Vesta in Ibinlo non è dio uu altra eoiicczi aspetto de! culto della
dèa Uilclaie della città. La rdaziuiic della dèa del focolare con la dèa )iroldlricc della citlà 6 troppo
iiiaiiilcsla per ridiiodcrc mia propria diiiiostraziouc. Nel così dello reciiiio, die sta dinanzi all'ingresso
del Iciiipio, il proL Nisscn riconosce il luogo della sopolltira dello sacerdotesse. Poidiè, egli dice, le
Veslali roie.aiic erano scpollc accanlo al loro Icnipio, così polrcniiiio cunclmleie con Inllo diritto, clic
le saccrdulcssc di Veliere in Puinpei godessero un simile privilegio. E il |iciisiciu di seppellire le sa-
cerdolcsse solfo gli ocdii c ai piedi della dèa, dio in vila esse avcvaii servila, è profundo e trova
molteplici liscfliilri nel coslumc delle chiese erisliaiic. Finalmente il Nisscn coiicindc: noi non conosciamo
II none ¡iroprio ed ciigiiiario della Vcitiis Poiiipeiaiui. Che i llonianì i|iiì come in altre cillà della bassa
Italia scegliessero la Vcmis per la desigiiaziciie di ima cliviiiilà indigena o locale, si |iuù aimiiefterlo,
soprallullo se il l'atto si allribuisca ai veterani suliani a causa dcll.i predilczioiic o cullo .sjiccialo clic
il loro duce ebbe per Alredilc, la Vciik.'ì feU.v. Piià lindi tal cullo dovette avere iiiia dilTusioiie aueura
inaggicro, diicdiè la Icíins fu considerata come gaivh-i.v della famiglia Giulia c del popolo romano. Del
resto il iiuiiio ben cniivicne ad ima divinità )irulcUricc del porlo, c il silo ricorda iiudiu dd tempio
di Vciicie in Ancuna, sullo cui rovino sorgo la cattedrale di San Ciriaco. Ma, se si voglia iileiitilicaro
la rciiK.« di Poh.pei con una noia divinità indigena, si può qui ricordare la Inno Popiiluiia, il cui
sacerdozio Irovasi cumulato con quello di Cerere in Tcaiiim Shlkimin, e die il Moamisoii spiega por
una divinità nazionale dei Sanniti, /imo /’ojm/o?in è la dèa del pnpidiis, addiiillura come Fcmi.v /'ompddmi
è la dèa dei ¡ ‘uuipi-iiini : ma come Pallas Alena tluuiiiiava sull’ acropoli di Aleno, la ¡uno Cur'dìs o
GiiiriVis suiror.1- dei Quiriti, la Inno Yeienlima sull’ «r.t di Voji, la ¡ano Giibina suli'ur.a di Cabii,
cosi aiiclic In Vciiiis /'ompciniiH non può corcarsi in nessun altro posto.
Senza dubbio la i|rolcsi dal prof. Nisscn è seducente, non lauto per la erudizione non coimnie,
con la quale egli I' avvalora, quanto per quel rap]iorto , dio il dolio profcssore si sforza di stabilire
Ira i moiiumcnii, clic sorgono nell’ arca del Foro li iaiigolaie ; sicdiè con tale ipotesi non il solo toinpio,
ma tulio un insieme di cdili/.j viene spiegalo : e quanto ciò appaghi ima mente assiiclàlfa al sistema,
è facile intenderò. -Ma le ragioni, sulle quali il Nis.scii fonda la sua cungetlura, sono assai discutibili.
Già egli l'icoitoscc die il livello del Fi io idaiigoiare è iiotcvoluiciile ptx'i basso di quello del Foro Civile,
clic lo supera di m. 8,50. Ora, se si aggiunga il l'alto dio il Foro triangolare è faciliuciilc accessibile
da quella parte, della cillà, con la quale conrnia ad occidente, si vedrà di leggieri quanto la designazione
di nr.r sia poco appropriala ad uu luogo, clic non è II più elevato della ciltà c non è i! più iuacccssibiic.
L ’ (ir.r innanzi tutto dovca poter servire come luogo di rifugio, dopo la oecupazicnc della citlà da jiarle
dei iicfiiici; è dalla cittadella die gli abifaiiti potevano oppone rullima e disperala resistenza. 11 Foro triangolare
non otVrc per nulla quelle condizioni di carallcrc militare c strategico, clic ii ptol'. Nisscn vorrebbe
vedervi. Non amnic.'sa dunque la dotnrmiiiazioiio di iir.v, cade con ossa anche In relazione del nostro
tempio con la divinità l'enimiiiilc, protettrice dciracropoli o cittadella. E come avviene di ogni ricostruzione
ideale, che intelai vacilla e rovina, se una sola premessa vicn lolla, così nell’ edilizio logico del Nisscn,
scosso nei suoi fondamenti, dovrebbe a priori rigettarsi qiialniii|iic rapporto delia divinità adorala nel
tempio con gli edifizj circoslanli, nei quali il prof. Nisscn vorrebbe vedere il tempietto circolare di Vesta
c il luogo ddl.i sepoltura delle sacerdotesse. Ma a troncare bruscamente ogni rapporto non tiiancaiio
oggi prove di fatto. II preteso tempietto di Vesta, come gli .scavi rccciilcinciilc eseguiti bau dimostralo,
non è che una cisterna sacra, protetta da mi l/wlu.s o ciquilelta; e il voluto luogo della scpolliiia delle
sacerdotesse non è certamente tale, per non cssorvisi rinvenuto aicuiio indizio della sua ('nnebrc destinazione.
Sicclic possiamo concliiudcrc die la dotta indagine dd professore di Homi lascia la questiono al punto
stesso, nel quale prima si trovava.
L'esame ardutcKoiiico dd tempio fu ripreso dal prof. Mail (Ovf;rdi;ck-M.iu, Pompiyi p. 85 segg.),
die non iiiancò nc|ipurc di toccare la questione intorno alla divinità venerata in esso. Dall’ accurato
studio di quegli avanzi egli coiidiiusc die dell' aulico edilizio dorico assai poco esisteva ndl’ anno 7!)
d. G. Cr, ; die la sua disliuzionc deve risalire ad un (oiiipo anteriore al (crremulo del IKÌ d. Gr,;
die, poftcrioi mente, nel luogo ddl’aiilica cella sorgeva un modesto sacello, costruito a[)pmUo eoi materiali
del vccdiio lenqiio dorico, c al quale appiirfienc quella biase cinulaic posta nella cella, c che (iinlincntc
raiitico toinpio, ])rcsen(ando alcune deviazioni delie regole dd severo stile dorico, iiuii può considerarsi
come un puro tempio greco. In quanto al nome della divinità, il prof. Mail discute tutte lo ipotesi
fatte, die egli a bm,ii diritlo ritiene piò o menò iiifondale,
x\ tal |iimlo iidmii|iic era lo studio del più aulico tra gli cdilizj di Pompei, quando nella primavera
dd 1889 i professori von Doiiiaszc'vshy, voii Uulm e Zaiigcmcistcr, i quali cuiidueciulo una comitiva
d'inscguanfi dei Licci dd granducato di lìaden , facevano un viaggio d’istruzione per l'Italia, ottennero
dalla Direzione degli .scavi il permc.sso di fare delle esplorazioni nel basamento e inloriiu alla gradazione
dd tempio. II s.aggio di scavo fu diretto dall'ardùtctlo signor I», lacobi, cd i risullairieiili no furono
esposti dal junf. Federigo von Duini in una memoria. s))icii(liilamcnte stimipata c corredata di belle
tavole, dai titolo: Per urierltischc Teiiipd in ¡'ompeji ron F. von Dulm uiul L. lacolii. A'cò.vi ciiiem
Aiili(iii;i ; Ucber Srliornsleiniinlfiijrn unii due l!iidei:¡nrk¡diin¡i im Prauenbad dcr Slubiiinnr '¡¡wrinen in
Pomprji. Zur Erinnerunij, un die Sludknreise bmlisclicr (¡ipniuisldllelircr niich Halien im Friilijalir 1889.
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IL TEMPIO NEL FORO TRIANGOLARE •'
//crniisi/e;/ei>cit mi/ i/nfersiiiiiwii/ des ijro.ssIier:oiilkh budkvlieii Minislrriuins für liisli: , (ndlui! und
liiilcirk/il. Mil neun Ul/ioi/rapliirivn Tiifcln und drei Pholo-.inlioijriitdnecii. Ileidelbeiii. Curi Uàti/er z
IJniversiliUsbuchìiundlinuj 1890. , , -
Ccrlamcnlc spctU. al prof. Von Dulm il merito <ii aver ridiiamala V allciizioiie degli ardieologi
su questo importante niumimculo , che era stalo assai iiigiuslamciile dimenlicaio nella nuova
fase, nella imalc da circa venti anni som. entrati gli studj poaipejatii. Ma il risultalo da lui ollcmito,
a dir vero, non è per nulla adeguato c alla liberalità, con la -iualc la Dinizione degli scavi secondo
il disegno di lui, c al lusso dei mezzi scienlilici messi a sua disposizione da! governo del granducato
continuare
iiicmui'ia
oi Badcn.
Parlili i dotti tcdosclii, la importanza della ricerca iiidiis-sc la Direzione degli S'
c ad ampliare alquanto i saggi di scavo; c il prof. Sogliaiio nc pubblicò i risultali m una mcmo.ia
intitolala « I! Tempio nel Furo Triangolare di Pompei », edita noi .¥ommini/i Anlidi. puléluud, per
,:,m Mio Ikoh Aoa,M„lo M }.Moi voi. I IS9 ogg. (coi. oi.o Involo). Dello ,loo .iio.oociylicilo
poi il |iruf. .Mau (.Wi///id/imr/eu des Kiikerlkh Deuhcimi Arcluwoloukclwu ¡nslilids — ItninisidicAlilhcdunii
voi. VI p. 258 sgg.) un esteso ccmio bibliogvalico , discutcmlouu lo conclu.sioiii cd aggiiiiigoiido le
uroiiric osservazioni. „ •
Poicliè, a giudizio del Mau (op. cit. p. 259), sulla (uruia dell’ edilizio , sulle sue loiulaziom ,
sulle iiarli antiche e moderne dà migliori informazioni la memoria del Sugliaiio e la pianta aggiuntavi,
fatte in base ad imo scavo più completo, noi ci allcrrcmo principalmente ad ou senza pero
ragguagliare i IcUori delle opiiiitni manifestate dal prof, von Dulm.
I saggi eseguili nel piano dello stilobate fecero conoscere lo fomlaziuui dei muri de! mm o
cella V e dol »rimm..? B , segnate a semplice cunloriio nella pianta , ehc qui pubblichiamo per
dislinsucrle dalla parlo linla di rosso , clic era prima la sola visibile , e della <|uale e ccrfamcuto
antico lulto -lUcllo clic sorgo dallo auticlie foiulazioni , non escluso il basamciilo L accanto al muro
destro, Dall’csaii.e iiol dei gradi, clic cingono il Icmpiu nei ([uallro lati, c da alcuni saggi ò' ^-eavo
fatti appiè di essi risulta cvidcutcmeiilc antica la parte seguala a scnipUcc conloriio , mentre 1 altra,
che è Iraltcggiata in bicu, è senza dubbio restauro moderno.
Le fondazioni rintracciale sino alla ,.rolòndilà di moiri 2, conliimc per tre l.ili raceluudono mio
,clte„gol.,|.v ,lcll» huìshma ,li m. 10,25 o .Idli bvgl...». .5 »'I b
media di m. 9,75. Sono formate, nella parte intcriore, di grossi parallelepipedi calcarci (picti.i d.
Sarno) e, nella superiore, di paraliolcpipcdi di tufo (pietra di Nocora), e nc lato destro sostengono
lutlorì una parte dello antico elevalo, costruito del pari di blocchi di tiilo, della lunghezza di ni. 2,(.(
e dcH’ allczza media di m. 9,45, senza Icaer conto di una fabbrica mcerta, latta poslcriormcnle nel
medesimo lato, sulle antiche fondazioni. Queste dunque, pel muro sinistro c per q..cllo d. «''J«.
.i sono trovati sotto i muri visibili soiiri, terra, ma più indietro; c tal retlil.ca della pianta de nncv
0 cella è uno dei risultali più importanli della ricerca. Noi iato anteriore le cstienula delle lumla/ioin
dei muri laterali, isolale come nelf elevato del lemplwn in aulk , furono p.ù solidam^ costruite,
sotto forma di pilastri; e di esse (luella a destra ha l’aletta e.slcrna di in. T
l'aletta interna di m. l'^9,69 di sporto, mentre l’altra a sinistra ha I aletta esterna di ni. 9 9,.i(l
,11 0 rime,.,» ,11 0,50x11,30 ,11 sgorlo; >¡„1,4 k «— " “ b . I»™ “ .
risili ano disimuali per grandezza. I na robusta fondazione trasversale, costruita m iibbnea di lulo c
di m. ! 40 collegava le fondazioni laterali c sosteneva il muro d. partizione In. ,1
,,n„< itclla hin-liezza di m. 8,29 misurala tra le lacco miciiie, o il proimos della limglicz/.a ni m. -i,
1 II n i 1 ' ” ' 1 i i ‘ ' I l ’i 1 1 X É
,li tal muro di partizione niente oggi esiste, Ira.me un avanzo della soglia di laxa del vano ilingicsso
11 4l,cb,b „ , ,lcl ,11 1,00 . V
,l,.ll'.,ltt,.,.. ,11 ,1, 0 «5, ,.,oi.„llll™ ,11 l„l'o COI, |.;voill„»i,lo co, o iov,..|,|,oslo ,«1 iiii» lon,l,oi»i»
I I telo, .11 «.teli, n,cl,l 1,35- 1,45 „ ,11 „litote 0.47. M b ,«.„„1„ Od ,|u.k
i, ., ,1 ,„.toOi.tav„, ,„,.,„.c.,,bv„ il liill,, d ,„ b k l,„SI„.„.|.k 11,11, 1.» 04Oil»»te 0 t e to » , "te b puma SI picscm , i („n, ci mcUoiio m
die (lueslo tempio jiolessc essere stalo dedicalo a due di\im(a , ui. ' I .n„,l„ lns;miciilo
disiiosizionc notata, ..cr la quale sarebbe stala anticamente possibile la prcseiiz.i di un secondo bas.micii .
• d i ute de fasse; egli però riconosce che rcsforcbbe sempre a spiegarsi la mancanza assola a
i t o -e. quedo secondo basamento. II prof. Man nliciic invece dio .1 detto b n s a .^
ircoWe ricavato da! tamburo di una colonna, appartenga al modestissimo sacrano, o evalo e ovm
dell'antico tempio dorico; c che, trovandosi la ^ “ ""A
che cvidenlcmcnlc doveva averne ui.’allra accanto, pm vicino all ingresso die al (ondo della eclla,