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La volta cho qui riproduciamo è hcllissima nolla
sua semplicità c precisione di lineo.
TAV. XVII.
PITTURA MURALE. - Questa tavola riproduce un
ìnipovtaute e pregevole dip in to , tornato a luco
nel 18G2 nella casa di Sirico. Vi ri vede Ercole
coronato di edera, coperto di corta tunica tra sparente,
e con brevi c alz ari, sdrajato in terra
c vinto COSI d a ir ebbrezza , che-roggesi appena
snl sinistro hraccio, di cui fa puntello alla persona:
il capo abbandonato sull'omero piegasi alquanto
indietro, c con l'incotto sguardo si volgo
n rimirare un vago Amorino alato , ohe allarga
le braccia e lo gambo in atto di tripudio. Col
braccio destro levato iu alto si sforza di far scopp
ie tta r le d ita , come per dire al rig uardante,
mangia, levi, godi, chi il resto è ntiìla; ma il braccio
par che gli ricada sul petto, e l’aitro è avvinto
dall’ edera, nè la mano reggo più lo scifo,
clic un piccolo Amorino seduto in to n a tira a
sè avidamente. Immorso così nella voluttà c nel
v ino , egli giace appiè di un albero sa c ro , cui
sta vicino uu'ara iiighivlandata , sulla quale tre
a ltri Amorini, favoriti da nn quarto, cbe è riuscita
a montar sull'albero, sollevano su i teneri
omeri la faretra dell'eroe, che pel grave peso fa
loro piegare la testa c le spalle : altri quattro
sono iu atto di drizzare la poderosa c la v a , c
nelle movenze ricordano lo stesso soggetto rappresentato
in talune gemmo. All'ara è appoggiata
ima tabella votiva con la immagine di Bacco,
quasi a indicare la divinità, cui era sacro quell
’altare. Un bellissimo gruppo d i tre donzelle è
a sinistra dol quadro, alquanto più indieDo, e
tu tte 0 tre guardano l’eroe, avendo nudo il seno
c i polsi adorni di fulgide armille : quella che
siede sopra uu sasso, cd h a nello mani uu flabello
in forma di foglia, è Omfale, cbe con le
Lidie fanciulle, sue compagne, mira Ercole avv
into nei lacci di amore, ed è lieta della scbia-
v itù deU’eroe. A tal gruppo serve di fondo ima
fitta boscncrlia, con una colonna ornata di bende
c sormontata da uu vaso. A destra del quadro,
eome in una regione celeste, v cdesi Bacco col suo
tiaso : il nume seduto iu atteggiamento di ti-an-
quillo riposo, e con gesto di espressiva compia-,
cenza, pare cho lavelli ai suoi seguaci, dei quali
im satiro solleva il braccio destro in atto di festante
tripudio, una baccante si appoggia con la
persona .al nume per non rimanere indietro, mi
altro satiro rimuove attonito dalla bocca la siringa,
e tutti sono coronati di edera o d i pino,
nè manca il tirso, cho un’a ltra baccante stringe.
T u tti sono intesi a mirare il figliuolo di Alcme-
iin. Se la grazia, la frescliczza del colorito c la
delicata maniera, con cui sono trattate tutte lo
parti n u d o , rendono sopra ogni diro pregevole
questo dipinto, la grandiosità della composizione
cd aicuni particolari, cho vi si scorgono, nc ialino
uuo dei più importanti moiunncnti dell’ arto figurata.
TAV. x v n i .
PITTURA MURALE. — La parete cho qui pubblichiamo
è anche un a di quello complotameiite distrutte.
La copia cho nc facemmo eseguire appena
comparve a lla luce, ci pormcttc dì riprodurla in
tu tta la sua freschezza c con tu tta la forza dello
sue tinto. 11 quadro di mezzo rappresenta una
scena del mito di Selene cd Endimione, soggetto
elio ci tror-iamo di avere già illustrato all» tav.
VI. In ciascuna delle riquadrature laterali vcdcsi
il grazioso gruppo eli un satiro, elio rapisce una
baccante.
TAV. XIX.
PITTURA MURALE—B dipinto pubblicato in questa
tavola, tornò a luoc ne! secondo cubicolo a sinistra
del peristilio delia casa n. 18, Isola 5®, licgiouo IX,
cd ora si conserva nel Musco di Napoli. Vi è
rapprosoutata la partenza di Europa. Essa si è
già seduta sul toro, nuda la parte suporioro del
corpo, mentre la inferiore è ravvolta in un manto
A'iolnceo con orlo verde : ornata di collana e munita
di sandali innalza con la destra il manto sin
dietro l’ occipite, c con la sinistra afferra il ciuffo
del toro, tenendo nel tempo stesso un lembo del
suddetto manto ed un nastrino rosso, che pare
appartenga anche ad esso. Le sono dappresso tro
sue compagne, delle quali la pviina, poggiando
il piede dritto sopra u n sasso, festeggia il toro,
e carezzandogli il collo con ambo Io m a n i, avvicina
la sua faccia alla testa del toro quasi per
baciarlo ; essa vesto chitone di doppio colore, cioè
rosso snl davanti e pavonazzo sul d i d ie tro , il
quale lascia nuda la spalla cd il braccio sinistro,
ed è cinta nei lombi da un ra.autollo pavonazzo.
Delle altre due d o n n e , cho stanno forme guardando
il toro , r una h a veste violacea ravvolta
in manto giallo, l ’ a ltra è coperta d i chitone violetto
con manto verde sovrapposto.
Adunque il momento rappresentato nel nostro
dipinto è anteriore a quello che vedesi ritratto in
tu tte le altre pitture relativo a l mito di Europa,
nelle qnali la eroina
super pontum simulalo veda inveneo
Vlrginca tenuii cornua vara manti.
Ed in fatto il motivo rappresentato in quello
pitture corrisponde perfettamente alla descrizione
ovidiana.
TAV. XX.
PITTURA MURALE. — Questa ancora è iin'nltra parete
della quale a Pompei disgraziatamente non
vesta vestigio alcuno, perchè In sun comparsa rigale
ni principio dogli scavi. Essa non è notevole
por la vivacità e diversità di colori, poiché, come
vedesi, nell’ assieme vi è un a grniulo uniformità
di tinto con poche sfumature; però indubitatamente
è pregevole oltremodo per la sun ricca »rcliittc-
tura c per V effetto dello lince,
TAV. XXI.
PITTURA MURALE. — La decorazione di questa parete
uou offre i soliti motivi ; sopra un fondo
oscuro risaltano figure femminili ad e rm a , cho
escon fuori ciascuna da un calice di foglie. Avendo
in capo il modio c una corona di edera, c mun
ite di ali di uccello sorreggono sulle hrnc-
eia, ornate di armille ai polsi, un grosso festone
di fru tta c d i froudi, che forma il motivo principale
della decoi-nziouc della parete.
TAV. XXII.
PITTURA MURALE-Qi'osta Stupenda parete è importantissima
por la visibile contezza che ci da
della imperizia degli antichi nelle regolo della
p rospettiva linoave pavngoiiata alla scienza che
adesso ne abbiamo, o del sommo merito .all’ opposto
che possedevano nella prospettiva aerea, la
quale con maggior valore trattavano di quello che
oirgi non si fa. E importantissimo al certo e l osservare
pure gU svariati o leggiadri aggiustamenti
adoperati in questo d ipiato a l di sopra dello trabeazioni
e sulla cima di quei vari architettonici
odifizt quasi tu tti terminati con animali, arabeschi,
tronchi, mascliero ecc., in modo da dimostrare
agli odierni architetti, che mal si appongano
credendo di starsi agli antichi esempi a llora
quando le private fabbriche edificano sulla
maniera medesima degli antichi pubblici edifici.
In modo che se si percorre l ltalia, per tacere di
altre colte nazioni ove tal sistema prevalse, e si
osservano le flrbbricho tu tte di questo secolo, non
si trovano che fredde imitazioni del Bartcnone, e
degli a lti! tempi di Grecia, o della lanterna di
Demostene, o del Panteon di Roma, siano pure
chiese, teatri, porte di città, case, insomma qualunque
altro edifizio ; e ciò forse perchè ì tesori
soiituritì da Ercolano e Pompei non furono, per
la p arte dell’ arte abbastanza studiati.
TAV. x x in .
PITTURA MURALE. - H dipinto muralo pubblicato
in cnicsta tavola ornava la parete occidentale di
u n ampio triclinio nella casa n. 1 8 , Is. 5.*,
Reg. IX, cd ora si conserva nel Museo di Napoli.
Esso merita grandomeiito V attenzione e la
cousidoraziono dogli archeologi per ciò che ci pone
innanzi nn soggetto, il quale non troviamo oon
sicurezza rappresentato in nitri monumenti
ù di
p ittu ra come di p la stic a: l'episodio cho fu - -
casionc del celebre viaggio degli Argonauti.
L' oracolo deifico aveva significato a Pelai, re
Jo lco' che si guardasse da colui, il quale gli comparisse
innanzi con mi sol calzare. Un giorno
Pelia invitò i suoi sudditi e tra essi Giasone, elio
YÌvca in Jolco, dedito alla cultura dei campi, a
prenderò parto a un sacrifizio in onore di Nettuno.
Giasone, che stava arando presso l'Amuiro.si toglie
ambiduo i calzari per attraversare il fiume, ma
g iunto alla riva opposta si ripone iUlcstro c di-
meiitica l'a l t r o ; oppure non toglie i calzari, o
nel trapassare il fiume ne smarrisce uno in mezzo
.alle onde. Giasone quindi intervenne
cioè con un sol calzavo, al sacrifizio, o a l ban chetto
dopo il sacrifizio. Pelia si avvede di Im,
si shigottisce e lo interroga cho farebbe egli, so
fosso stato ammonito d a ll’ oracolo di dover morire
por mano di uno dei eittudiin ; Giasone gli
rispoiido che ei lo manderebbe alla conquista del
vello d’ oro, o Pelia commette a lui stesso il grave
incarico.
Sulla gradinata di un tempio esastilo, in a tto
di disccuderc l’cdesi Pelia coronato di alloro, con
barba grigia, il quale indossa un lungo cintone
bianco manicato, avente sul davanti verticalmente
una larga fascia celeste, con mantello rosso orlato
violaceo, che perè g li lascia liberi la spalla
0(1 i! braccio destro, ed è calzato di scarpe nere;
egli regge nolla sinistra un lungo scettro, ed ab bandona
il braccio dritto ad nna dello sue figlie,
che stiindo sopra un gradino inferiore con ambe
lo inani lo sorreggo. Essa, del pari covouuta di
alloro, veste eliitoiic violaceo, cinto nelle vita, cd
ha ravvolto ai lombi il niiuito verdognolo. Dietro
alla figura dcl_vcocliio Pelia sporgo quella del-
r altra figlia, anche laure.ita, o vestita di chitone
e manto giallo con orlo violaceo. T u tta l’ attenzione
di questo gruppo è rivolta verso Giasone,
clic sì vedo a d ritta appiè della g rad in a ta , innanzi
ad una sacra mensa di legno, sulla quale
è uu’ omocàoB con qualche ramo, cd accanto posato
ili terra sta un gran vaso. L’eroe è coverto
da un' ampia clamide rossa, con orlo celeste, c
mentre a l piede dritto ha il sandalo, mostra affatto
nudo l’ altro p ied e; teiieiKlo u n 'a s ta , lancia
o bastone nella destra, egli guarda attonta-
iiicnto il vecchio re. Dappresso gli sta la terza
Pcliade. laureata o vestita di chitone violetto e
manto oliinro , la q u a le , inchinandosi alquanto
sulla mensa, «¡nasi pur pruudore o riporvi la patera
che ha nella dritta, rimira alla sua volta il
giovino eroe. Dalla parte sinistra dello spettatore
uu toro coronato di alloro vicn menato al
sacrifizio da un papa, similmente coronato , con
cotta tunica celeste, m.aiitello giallo orlato violetto
c calzari violacei.
Il concetto della rappresentanza è dunque chiaro:
Giasone interviene con un sol calzare al sacrifizio
che Pclia fa in onore di Nettuno; il vecchio
re al vbdorlo si accorgo dol sandalo che gli
manca, e ricordandosi dell'oracolo rista fra maraviglia
c spavento.
TAV. XXIV,
VETRO — Frammento c Uaza. Pubblicando in questa
tavola il piii bel frammento di vetro (e per
materia o per magistero) che ci sia rimasto degli
antichi saremmo veramente da hiiisimare so non
dicessimo poche parole sull’ arte del vetro iicll'am
ticliita. Diremo dunque, seguendo l’immenso Plinio,
r origine dell’ arte del vetro, dove, quanta c
quiil fosso nel mondo antico prima de’ Romani, od
a qua! grado di perfeziono fosse salita ni tempi
di Plinio, cho sono quelli del nostro bel monumento
Poinpejauo.
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