
osservò il Salm-Dick, una pianta, che non può riferirsi ad una Agave; non affermiamo che sia una
Bromeliacea, come il prelodato scrittore, ma la descrizione del fiore ripugna a considerarsi come
una Agave.
Il Rumphius descrivendo il fiore della sua pianta si esprime in questi termini — inque iis duplex
florum forma. Quorum prima sunt viridia, et tenuiter serrata foliola, pollicis unguem
circiter longa, interne parum concava, et conniventia, unde et optime florem repraesentat, qui
tamen non est, ex ipsorum enim media parte alia iterum excrescunt similia foliola, quae
sensim post priorum lapsum genuinum exibent florem. Altera itaque forma verum constituit
florem, qui plerumque ad latera umbellarum iterum conspipitur, at in inferiore parte bina
crassa gerii foliola. Flos hic raro sese exlendit constatque ex sex oblongis, et concavis petalis,
quae plerumque cinguntur, et quasi clauduntur ab extremo maximo, quod tetrorsum flectitur,
coloris ex viridi flavescentis. Quantunque la prima categoria dei fiori descritta dal Rumphius,
non siino altro che i bulbetti, per mezzo di cui si moltiplica la pianta, e potrebbe la stessa riferirsi
ad una Agave, che si propaga in tal modo; non pertanto la descrizione del verò fiore la allontana
dal genere Agave; poiché esso è descritto con uno dei sei petali difforme dagli altri, abbracc
i a l e gli altri più piccoli, e che poi si ripiega in dentro; per il che noi crediamo che il sinonimo del
Rumphius non appartiene ad una Agave : si avverta altresi, che nel luogo, dove, egli dice averla rinvenuto
(in Maccassara), si ritrovava raramente, non avea un nome speciale volgare, e non si conosceva
a quali usi si potesse adibire; sicché egli la giudicava più presto come una pianta esotica,
non realmente indigena, molto più che là vi era stato un orlo, dove si coltivavano piante ad uso di
ornato.
Al contrario il Roxbourg nella sua flora indica, chiama la sua specie col nome di A. cantula,
perchè con tal nome era stata riconosciuta dagli indigeni, cioè con un nome sanscrito; ed in opposizione
al Rumphius la crede appunto come indigena, quantunque poi ne dubiti a ragione, che
gli Hindù la chiamano col nome di Ananassa di Europa, e dice che alla sua epoca era comunissima
nel Bengal. Coi caratteri dati dal Roxbourg è impossibile riconoscere la identità della nostra
specie ; poiché esso non vi assegna altro c a rattere, che quello di avere le foglie spinose-dentate,
ed il tubo della corolla contratto al di sopra della metà, gli stami molto più lunghi della corolla
e lo stilo quasi della stessa lunghezza; c a ra tte ri, che sono comuni ad una moltiplicità di specie
di Agave; nel modo istesso la descrizione dell’Hass/carl per il lembo della corolla revoluto ci fa
ritenere di essere una specie completamente diversa.
Intanto YHawort nella sua pi. succ. supp., p. 42, descrive una specie di Fourcroya col nome dì
F. cantala, ed a cui riferisce il sinonimo di A. cantala R. H. Beng. 1814 p. 25, non Roxb. fi. ind.
che dal Koch Wochenschr, 1860, p. 54, è stata riunita in unica specie col nome di A. Rumphii
facendone una sezione speciale col nome di Bromeliaceae.
Noi non ignoriamo che il chiarissimo signor Koch, che ha tanto illustrato il genere Agave, opina
che la pianta figurata dal Rumphius, sia una Agave; ma a ciò ripugna la descrizione da noi sopra
riferita. Dall’altro canto nessuna impressione ci recano i rizomi striscianti sul suolo, come vengono
effigiati dal Rumphius; moltissime specie di Agave coltivate in piena te r r a , si moltiplicano per
rizomi, che alle volte camminano qualche poco sotto terra, e poi si allungano sopra del suolo, il che
potrebbe essere una imperfezione nella figura del Rumphius : addippiù aggiungiamo, che la infiorescenza
nella pianta del Rumphius, è completamente difforme dalla nostra; la pannocchia, quando
i bulbettini sono sviluppati, costituisce una massa compatta, non una pannocchia lassa portante
pochi bulbetti.
Quanto poi al sinonimo di Fourcroya cantala Haw. esso è più che incerto. Jacobi assicura
di aver veduto la pianta deH’/fowori giovane, ed essere la A. rigida, la quale córre nei giardini
col nome di Fourchroya; ma che è indubitatamente una Àgave, quantunque fosse ancor essa vi