
FOURGROYA ELEGANS Tod.
Tab.IV.
F. caule inferne brevi tractu foliis nuraerosis, fere omnibus persistentibus, in or-
bem dispositis crebre stipato, deinde per totam longitudinem fiorifero; foliis carnoso-co-
riaceis, praelongis, elongato-lanceolatis, ima basi ad marginem compressis, supra basin
vix angustatis, superne apice mucrone recto, brevissimo, corneo terminatis; supra ima
basi percrassis tumido-convexis, deinde brevi tractu convexis et usque ad tertiam
partem e convexo gradatim explanatis, ad tertiam partem plano concavis, coeterum
canaliculatis; subtus inferne semihemisphaerico-convexis, deinde gradatim depresso-
rotundatis, a tertio inferiore usque ad apicem carinato-convexis; junioribus erecto-
patulis, senioribus patentibus, omnibus sub anthesin patentibus, supra intense viridibus,
subtus scabris, margine vix sinuato, spinoso-dentato; dentibus subtriangularibus, acu-
minatis, antice incurvatis, basi brevi tractu viridibus, in reliqua parte corneis intense
castaneis; floribus numerosissimis in racemo bulbilligero, decomposito, elongato-sub-
pyramidalo dispositis, pedunculatis, pendulis, in axilla bracteolarum 2-3 enatis, sepalis
usque ad medium imbricatis, tribus interioribus majoribus ovato-ellipticis.
Fouroroya Gbriesbrechtii Verschajf. cat. ann. 1867 e 1868 p. 23.
Fourcroya p-igioniformis Verschajf. loc. c i t pag. 24.
Agave regia Hort.
F io r i tu r a . In Dicembre, Gennaro e Febbraro.
S ta z io n e . Probabilmente questa specie è ancor essa propria dell’America, al di qua dell’equatore,
e forse sarà stata raccolta dalla Ghriesbrecht, e fu dall’ orto botanico acquistata dalle culture
del signor Verscliaff'elt di Gand nel Giugno dell'anno 1868; ma- deve nascere più discosta in
vicinanza dei tropici, che le altre specie del genere; si coltiva nell’Orto Botanico ih piena aria, e
resiste ai rigori degli inverni ordinarii del clima di Palermo; nonpertanto sente l’ impressione del
freddo, ed allora le foglie prendono un colorito un po’ rossastro, senza che punto arrivassero a marcire;
non così nella specie, che coltiviamo nel giardino col nome di Fourcroya gigantea Hort, ed
in due altre specie vicine alla stessa cioè Fourcroya WUlemetiana Hort. e Fourcroya la tifo lia
Tod. ined., nelle quali negli inverni ordinarii del nostro clima, esposte in piena aria senza alcun riparo,
le foglie pria si ingialliscono, e poi marciscono. In questo anno (1876) la temperatura, per un
caso straordinariissimo, di cui non ci è memoria di uomo, che se ne ricordasse, discese nel giardino
botanico sino a due gradi sotto zero Reaumur; sicché colpì la pianta, mentre era in piena fioritura,
e tutti i peduncoli, che sopportavano i fiori, vennero a disarticolarsi : tutti i rami inferiori,
della infiorescenza, in ambedue le piante, che erano fiorite al giardino, perdettero la loro forza
vegetativa, ed-i bulbetti, che già numerosissimi erano apparsi sugli apici dei rami raccorciati della
pannocchia, che sopportano i fiori, perirono quasi interamente. Tuttavia la parte superiore della
pannocchia, elevata a molti metri al di sopra della superficie del suolo, non sentì gli effetti del
gelo; ed i bulbettini si svilupparono in buon numero, come ancora un numero infinito di bulbet-
tini sono nati, tutti agglomerati fra di loro, nelle ascelle delle foglie, da assicurare la propagazione
della specie.
Questo subitaneo abbassamento della temperatura produsse gravi danni alle varie p ian te , che
si coltivano in piena aria. Perirono molti individui di varie specie di Ficus e fra le altre varii individui
della F. sicomortis Linn.
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