
e quindi nel pugillo dello Elmgren è pubblicata col nóme triviale di Ellisia acuta la specie descritta
dal Brown.
Intanto uscivano alla luce le classiche opere del Jacquin, e questo insigne botanico nell’anno 1763
nella prima di esse, cioè nella storia delle piante americane descrive due specie il Duranta, l’una col
nome di Duranta P lum ie r i, e l’a ltra col nome di D. E llisia distinguendole per il carattere dei
loro calici, cioè la prima col carattere specifico, calycibus fructescentibus contortis, e la seconda
colla frase calycibus fructescentibus erectis; ed i frutti cosi descritti sono disegnati nella tavola 176
dell’opera precitata alle fig. 76 e 77 (Jacq. Amer. Hist. p. 186, tab. 176, fig. 76 e 77).
Nello Stesso anno il Linneo pubblicava la seconda edizione della Species Plantarum; e, correggendo
se stesso, segue alla lettera il Jacquin, e registra le due specie di costui. Alla D. Plumieri
riferisce la D. repens della prima edizione, e della D. erecta, Sp. p i. ed. 1* ne fa la varietà p della
detta D. P lum ie ri. Come il Linneo, riporta i sinonimi della prima edizione, non già col nome specifico,
ma colla frase specifica; ed i moderni botanici citano all’opposto i sinonimi col nome specifico,
così costoro, ripetendo la sinonimia linneana, suppongono essersi descritte nella prima edizione
della Species P la n ta rum due specie di Duranta, l’una col nome di D. inerm is, e l’altra col
nome di D. spin o sa ; mentre i nomi specifici dati dal Linneo sono di D. repens e di D. erecta.
La seconda specie descritta nella seconda edizione è la D. E llisia; e vi si riferiscono come sinonimi
la Ellisia acuta, Amoen acad. 5, p.'400, e la E llisia frutcscens Brown, pag. 262, tab. 29,
fig. I 1.
Come infelice e ra stata la frase specifica per distinguere la D. repens dalla D. erecta, cosi più
infelice fu la frase specifica per distinguere la D. Plum ie ri dalla D. Ellisia pel solo carattere della
intorsione più o meno dei calici fruttificanti; lo Sw a rtz che ancor esso fu nelle Indie Occidentali
fu il primo ad avvertire che questo carattere era di nessuna importanza, avendo nella stessa pianta osservato
i calici contorti ed i calici eretti, ed affermò ciò dipendere dallo stato diverso di maturità
dei frutti (Swart, obs. bot., p. 247).
Ciò non pertanto il Jacquin oltre alla figura dèi soli frutti, che avea dato nella tavola 176 ai
numeri 76 e 77, pubblicava le figure intiere delle due specie di Duranta. La D. E llisia è figura
ta nel suo H o rtu s Vindebonensis, tom. 3, tab. 99 ; e non già nell'Horlus Schoenbrunensis,
come erroneamente indica lo Schauer in De-C. p ro d . XI, pag. 615, e la D. P lum ie ri è figurata nel
suo lcones p i. ra r . 3, tab . 502, nella quale opera persiste nell’antica sua frase specifica.
Il Willdenow nella sua Sp. p i. tom. 2. part. l a, p. 380 considera come due specie diverse la D.
E llisia, e la D. P lum ie ri; afferma averne di entrambe veduto le piante disseccate, ed essere ancora
variabile il carattere delle foglie serrate, e delle foglie intere.
Il K u n t nello illustrare nell’anno 1823 le piante raccolte in America dall'Humbolt, e dal Bonpland
pubblica varie nuove specie di Duranta, e varie altre specie di questo genere furono dopo pubblicate
dal Desfontaines, dal Richard, dal Chamisso e da altri.
Lo Schauer nel prodromo del De-Candolle riconosce solo come buone specie la D. M u lisii Linn.
fil., la D. macrocarpa Kunth, la D. tria ca n th a Juss., e tutte le altre specie precedentemente descritte
sono considerate come semplici forme della D. P lum ie ri Jacq., e come varietà distinta di
questa specie considera la sola D. vestita Ch.
Nonpertanto lo Sprengel nell’anno 1826 pubblicando la sua Species Pla n ta rum , avea ammesso
quasi tutte le specie sin allora descritte; e dà due nuove frasi specifiche per la D. P lum ie ri e la
D. Ellisia.
La frase specifica assegnata alla prima specie per il suo carattere racemis spicatis longissimis
n u la n tib u s si attaglia bene alla pianta da noi descritta e figurata, sicché forse la D. P lum ie ri Spr.
non Jacq. si dee riferire alla nostra pianta ; ma siccome noi possediamo nel Giardino un’ altra
specie coi racemi allungati, cosi non possiamo con certezza affermarne la identità.
Dietrich, nella sua Sijnbpsis Pla n ta rum 3,; p . 618, segue lo Sprengel, dal quale copia la frase
specifica con questa differenza, che mentre lo Sprengel riferisce la D. phytolaccaefolia Juss. alla D,
Plumieri, il Dietrich la riferisce alla D. Mulisii
11 Walpers nel Repertoriùm Botapicae Systemalicue, voi. IV, p. 78 e seg.,. pubblicato quasi
contemporaneamente al lavoro dello Sch a u er, ritiene come specie distinte quelle-sin allora pubblicate
come avea fatto lo Sprengel, anzi separa la D. Ellìsia Jacq. della D. microphylla D e s f,
ma sembra che anco esso riunisca in una sola specie sotto il nome di D. P lum ie ri varie specie
effettivamente distinte.
Noi non possiamo nulla affermare intorno alla Duranta E llisia Jacq. poiché non abbiamo veduto
nè l’opera del Brown, nè quella dello Sloane e neppure quella del Jacquin (Horl. v in d . 3,
tab. 99) e non coltiviamo alcuna specie, nella quale arrivati i frutti all’època della maturità fossero
interamente dritti all’apice.
La figura del Sims pubblicata nel voi. 42 del Bòtanicdl Magazine, ci sembra essere una forma
della pianta, che noi coltiviamo al giardino botanico col nome di D. Ellisia, ma non siam sicuri
se effettivamente, corrisponda alla D. E llisia Jacq.
La inspezione della tavola 502 del Jacquin icon. p i. ra r . 3 rappresenta una specie diversa dalla
nostra, sia pel carattere delle. foglie, sia per la lunghezza dei racemi, e ci sembra distinta sia pei
caratteri delle foglie, che per la lunghezza.dei racemi.
In prosieguo saranno pubblicate le tavole delle altre specie coltivate nel giardino per rilevare le
loro differenze specifiche, e come in generale, tranne poche eccezioni, ben fecero lo Sprengel ed
il Dietrich allorquando riconobbero come specie distinte quelle allora pubblicate.
D e s c riz io n e . È una pianta alta da 3 a 5 metri, sempre verde, giammai repente, ancorché fosse
coltivata in piena terra e senza irrigazione, quantunque quando non è irrigata, e le piogge autunnali
sono tardive soffra moltissimo nel mese di agosto : coltivata nella stessa aiuola e nei boschetti
artificiali dei giardini, sia con irrigazione, sia senza di essa, non muta mai i suoi caratteri, ed i
rami plantae sitien tis sono sempre allungati, reclinati, pendenti all’apice, e coi racemi lunghissimi.
Questi rami si diffondono in tutti i sensi, dapprima appena pubescenti, ma poi del tutto glabri;
sono compressi da entrambi i lati e quindi quadrangolari.
Le foglie sono quasi opposte, ovate-lanceolate, acuminate, lunghe sino a 20 centimetri compreso
il loro picciuolo, e si impiccioliscono a misura che si avvicinano all’estremità del ramo, la lamina
verso la base si attenua in un picciuolo leggermente distinto, che arriva ad avere circa un centi-
metro di lunghezza; e nella sua maggior lunghezza arriva sino ad attinger più che 5 centimetri; è serrata
verso la parte media, alla base ed all’apice è intera. Le foglie situate all’estremità dei rami fioriferi
sono intiere; alle volte se ne osserva qualcuna intiera anco nella parte inferiore dei rami; nella
pagina inferiore sono percorse longitudinalmente da un nervo valido, molto pronunciato, sul quale
si sviluppano nervi laterali disugualmente alterni, anco essi v a lid i^ q u a li alla lor volta sviluppano
molte vene tenuissime che costituiscono una rete nella pagina inferiore; la lóro consistenza è leggermente
coriacea, e sono persistenti in tutto l’inverno. Il picciuolo di sotto è rotondato,'superiormente
è compresso e nel mezzo h a un solco leggermente pronunciato.
I racemi sono 3-4, rarissimamente 5, e si vanno mano mano allungando a misura che si sviluppano,
essi sono gracili in rapporto alla loro lunghezza; uno di essi termina il ramo ed è al doppio
più lungo di quelli ascellari; e quando è in frutto attinge la lunghezza di più che 30 centimetri; i
laterali sono situati nell’ascella delle ultime foglie dei rami, e distano poco gli uni dagli altri : essi
sono pendenti, e sopporta quello centrale sino a più che 60 fiori; i laterali ne hanno un numero
minore.
I fiori sono di un color lilla che tende al celeste, alquanto distanti fra di loro, e costituiscono un
racemo assai allungato, las so , in m odo, che le bacche alla loro maturità non si toccano fra di