' T l ' ■
■¡■Í
PITTURA MURALE. — K ima olfgìUiCo parutu pnilipe-
jaim, piibbliciitu ancbo «Ini Mazois nella sua splendida
opera Los ruincs de ¡'ompét.
TAAL \ n .
BRONZI. _ Td nna rappresenta Apollo , e l ' altra mi
Merenrio trnsforninto posteriormente in Escnla)>io con
l’aggiunta del bastone, eni si av\'iln|ipa il serpente.
Queste stainotto insieme con altro si rinvennero nel
larario pubblicato nella tav. V di questo Slipplemeiilo.
TAV. Vili.
PITTURA MURALE,—Questa tavola esibisce un grazioso
soiruto pomiiejano, di cui una parte si conserva
tiitiora nel Museo di Napoli.
TAV. IX.
ARGENTI. — Itedoiisi qui riprodotti i due mirabili
scili di argento dorato con rapprcscutaiizo ad altorilievo,
elle si l ini'onncro fra molti altri argenti
in nna ricca casa di l>om|)oi nel 1835 , ed ora si
osservano nella Collezione degli oggetti ¡ireziosi del
Musco di Napoli. Nel primo si vede da nn iato ima
Cciitanressa aeeoseìala, la quale coronata di pino
0 munita di pelle leonina, che lo pa.ssa nella piegatura
del braccio drillo, lionc in questa mano poggiato
alla spalla il' pcdnm o con. la sinistra porla
rai'volti nella ecmiata ¡ielle pomi cd uve: essa alza
la sinisira zampa o si rivolge con la lesta ad un Amorino,
che lo siede in groppu. A dritta, ma nello sfondo,
si scorgo nna statua di Bacco tii-sofnro, sedato in
trono sovrapposto ad alto piedistallo adorno dì ii'on-
doso 0 vago festone; mentre a sinistra sorge nn tronco
di annosa quercia, cui è legato nn tamburino. Sulla
faccia opposta del vaso ovvi uu veceliio Centauro,
che porta nella dritta il cantaro bacchico, c con la
sinistra un gran tirao adorno di licnde, appoggiato
orizzomaimcntc sulla spalla. Egli ò nella movenza
medesima della Centtircssa, o rivolge pur la testa ad
un .-Lmorino, che gli sta in groppa. Dietro al Centauro
vodesi un cdifizio sostenuto da due colonne, e
nel quale compariscono alcuni archi e cinque vasi
al di sopra ¡lei- ornamento.
Il secondo scifo presenta da im lato im vecchio
Centauro nello stesso atteggiamento doU'aliro or tle-
seritlo, se non che con la destra tiene un l'amo di
pino, e con la sinistra la siringa pastorale, .sotto di
cui si vede pendere uno pelle di tigre o leonina, che
gli si ravvolge graziosamente al braccio. L ’.Amoritto,
che gli siede in groppa, regge la lira. Dietro ovvi
mia robusta quercia, dalia quale pendono due eom-
bali raccomandali ad nn nastro, i.’ altra faccia del
!0 esibisco similmente una Ccnturcssa. la quale
a alza im rhyton
l'orma di corno, quasi n
da bere in
volesse versare il liquido
la sinistra. L'.Vmorìno, che
gran vaso con
FONTANA—Si vcc
graziosa fontana,
fondo al piccolo già
Kog. vm.
TERRACOTTA -
tornò a luco, insioin
stessa iiiaterin o nn busto di Minerva ancìic di argilla
nel piccolo tempio n. 25, Isola 8." Rcg. Vili,
l dotti non sono di accordo nella determinazione di
anibcdno qtu'ste statue, rappi osontando es.so por gli
uni GioveeGiunoue, e per gli altri Eseiilapio ed Igea:
'•otta c
3 destra abbassata
ò i)ro))i'ia di ehi stringe imo scettro o non un
bastono, l’atti-ibnto di Escnla|iio. Inolti'c mal si concilia
con i simtiliicri di Escnlapio o d'igthi il busto
di .Minerva, pel qiiivio Ut determinazione di Minerva
medica ò afl'atlo priim di fondamento. Riterremo
quindi che la statua pubblicata in questa tavola rap-
lircsentl.Gìovo, o che il temjiio fosso dedicato a Gioi'c,
Giunone e Minerva.
TAV. xir.
PITTURA MURALE— In questa tavola si riprodncoiKi
duo dei tre dipinti, elio doeoraiio il triolinio di im’n-
bitazione dell'Isola 2.”, Reg. V (con ingrosso dal 4"
vano sulla via Nolana). Nel primo, dipinto ò rappresentato
il colmo di un banchetto. È il momento delle
proitinaiiones: i commeiisaU, nomini e donno, lianno
in maiio lo tazze e bevono alla loro salute, opjio-
ncndo alla inftnila vanilà del tulio la realtà di quella
ebbrezza. Nella ¡iosa energica della etèra, elio pog-
giniKlosi con la diritta sulla sponda del letto, si solleva
col busto, e rovesciata iiKlieti'o alquatito la tosta
tracanna con tutta l’ anima il vino zampillante dal
rhyton, ohe ,essa tiene nelUi sinistra elevata; noll’cn-
tusiasino doll'noino, che riscaldato dai vino, o pili che
dal vino, dall’amplesso della sua amica, eleva concitato
la diritta, toiiendono spiegato l’indice; nel languido
abbandono degli aln i, indizio del piii compiuto
appagamento dei sensi,si fa chiara allusione aqneila
lilosolia, che riassumo,in una gozzoviglia i piaceri
doli'esistenza umana. E insomma la lilosoiia rii Tri-
malchionc, che l'orma l'ambiente del nostro dipinto.
Al di sopra delle ligure si legge in lotterò bianche;
I',\CITISVOBIS-S\’AVlTER-liGO-CANTO-EST-ITA-VALK,\ls)
Ma il baiichciio ò linito, la mensa ò già tolta, e i
commensali si .sono levati. Uno di ossi, al quale il
vino in ccrcbrum cibiil, mal si rogge, v acilla e lutto
si abbandona fra le braccia di un puer accorso a
sostenerlo. Oggi un lai l'atto desterebbe ribrezzo; intt
i nostri anticiii, come por molto altre coso, anche
]>er questa la pnusai ano boti divorsanionto, o la pià
grande indifi'crenza traspai’c dal volto dei nostri personaggi.
Duo infatti se la discorrono tranquillamente,
0 l'uno di essi, seduto sulla sponda del letto, presenta
il piede diritto ad un puer, che s'inehina per
calzargli ia scarpa, mentre un altro puer gli porge
uu canlliaros ripieno di acqua o di vino por boro o
por lavarsi. Uno sguardo severo lancia all'ubbriaco
soltanto nn uomo dall’aspetto dignitoso, cho vodesi
in piedi dietro al lotto del centro; calvo iiileramonte,
coronato di fiori o col capo coverto da nn lembo del
mantello, suscita nella nostra mente V immagino di
'l’i'imalchione, il, quale iintó'o coccineo adrasuin iu-
cluscral ca]>ut. E questa la scena rappresentata nel
secondo dipinto, elio si distinguo massimamente per
la vivì.ssima espressione di taluno ligure.
nella patera, che
lo sta in groppa, porta aneli esso i
ambe lo mani. A dritta, presso il
alto basamento arcuato, adorno di festone c di tenie
gmziosamouto annodato, con al di sopra nn vaso.
TAV- X.
0 riprodotta in questa favola una
•ivcstiui di musaici c conchiglie,
0 contenente hi ima niccliia lii'statuotia marinorea
di Sileno, che dall’otre faceva scalni-iro acqua nella
a di marmo postavi innanzi. Essa ò situata in
TAV. XIIIPITTURA
MURALE._in qucsia tavola si vedono due
jiaesaggi ¡lompo.iani, dei quali il primo rappresenta
una campagna uniinala da edilizi o da qualche fign-
riiia; e nel secondo si osserva nn sacello o tempietto
campestre in viva ad un niseollo, con l’idolo della
divinità seduta in trono, alla quale una donna, con-
diicondo una ligma l'aneiullcscn, si avvicina per fare
TAIL XIV.
PITTURA MURALE.-Son qui riunite ligiirino decorative
di animali o volanti, come cigni, capi li, o combinati
con qu.alchc ornato, come crifi, leoni, o anche
Amorini. Son queste lignrine appunto olle gindizio-
.snmonce dislribnitc c traitale con un certo brio eon-
l'eriscoiio non poco alla eleganza dello pareli pompeiane,
TAV. X\',
PITTURA MURALE Qnosta tavola riproduce una parete
pompeiana, per quanto semplice altrettanto eierrante
È hi solila aroltitctlura fantastica, che nel
campo centrale ha un leone volante; nello zoccolo
giallo vedonsi due ippocamiii inseguiti da delfini.
‘l'AV, XVI.
PITTURA MURALE— Questa tavola contieno alcuni bei
saggi di decorazione mouocrama, che non di rado
si osserva nelle pareti poiiipojauo, V! sono bizzarra-
moiito iimostati ncll’mio due centauri con mi loro e
nell'altro due srriii con mi Amorino; il terzo raiipre-
sciita una statua equestre sojira una mensola o baso,
clic richiama alla mente inon pochi nionunienti equestri,
clic decoravano le piazze e gli edilizi pubblici
delle città antiche.
'l'AV. XVII,
BRONZO- — Si vedono riuniti nella presente tavola
parecchi utensili di bronzo per uso domestico. Vi si
osservano vasi di varia foggia (uno dei quali sovra))-
posto a un tripode), casseruole, colaloj, ramnjiuili
(simjmla), una palettina, formo di pastieeuria, ciste,
Ibriiclli 0 uno di quei vasi ciUndrìci di piombo cio-
gantemonlc decorali, che sogliono rinvenirsi presso
gl'implnvil delle case, eppcrò eran destinati a con-
icuere acqua.
TAV. XVIII.
PROSPETTO.-Questa tavolacsibisceriiilerno del tompio
di Apolio , croduto sinora erroneamente di Venere.
Vi si riconosce in modo ben distinto il peri-
bolo od il portico airintorno, e nel mozzo Vara dei
saerilizii c il podio, su cui sorgeva il tempio propriamente
dotto, cioò il pronao e la colla ove si
adorava l’idolo della divinità. Addussalu alle colonne
del porlico erano le slamo di Apollo c di Artemise
in bronzo, di Venero o di Ermafiodito in marmo, e
l’erma marmorea di Mercurio, elio solo ora trovasi
al posto 0 elio è anche visibile nella nostra tavola.
Nello sfondo torreggia il Rimante Vesuvio.
TAV. XIX.
PITTURA MURALE—Si osservano in questa tavola,
due graziosi quadi-otii pompejani.
Nel primo vedesi una colonna sormontata da mia
Vittoria d’oro ed ombreggiata da uu albero. Iimaiizi
atl essa sta l'augello, clic spiega la pompa dell' occhiute
piume in atto di andare, intanto cho un Amo-
liuo lo seguita oll'i'oiidogli un ramo ed altra cosa
in una patera, quasi pereliè voglia nutrirsi prima
(li partire. Questa ò altresì l’intenzione dell’altro Amo-
riiiu, cho gli sta dirimpetto, pure con in mano una
patera più grande della già descritta o più piccola
di quella che trovasi a terra presso di una grossa
piena; ma i! terzo nUuo fanciullo che si all'aeeia dal
di dietro della colonna appoggiandosi ad mi sasso,
loiso un’ara tra l'albero e la colonna, paro che accenni
al compagno di far presto, l'or nltimo audio
in atto tli ohi mostri frettolosa premura, ò ntleggiata
la vezzosa donzella con aio di farfalla elio vediamo
dall’altra parto della colonna medesinm.
Nel secondo quadrello , vedesi sopi'a un pilaslro
l’aureo elmo crostato di Minerva, vi sta appoggiala
la sua asta d’oro, ed uu geniello alato sostiene sopra
un plinto situato davanti il pilastro stesso lo
scudo anche d’oro delia Dea. Innanzi al plinto sta
mi'ara circolare su etti ardo il fuoco sacro. Altro
geiiiecto alalo vedesi l'ieino all’ara in alto di scannare
una pecora col ciiltro cho tiene nella desti'a ;
specie di pugnale con cui i vittimarli o cultrarii uc-
cidevaiio le l iiiiine destinato ai saerilizii. Sul suolo
ai piedi dell’ ara stanno il giilto , la patera ad nn
casscitino, forse l’acerra doslinata a conlenere l'incenso.
Una giovinetta di doppia tunica vestita con
ale di farfalla è in atto di ministrare a quel sacrifizio,
osscnilo eoromiin c lenentlo un serto iu una
mauo cd una patera nell’altra.
'l'AXL XX.
PITTURA MURALE—Riproduciamo in questa tavola
una graziosa parete pouipcjaua a fondo rosso , noi
cui eiimpo centrale si vede la figura volunte di una
stagiono (la state), rappiesontata da una donna, nuda
snpci'ioi'UieilU', clic porta stille spalle im capretto.
PITTURA MURALE.—In questo dipinto è rappresentato
Apollo Citaredo, o nelle ligure isolale laterali son
da riconoscere due muso.
pompi'.iuno {pislnnuìii) coi miiliin di pictr.a vesuviana
costituiti del caliUus girante intorno alla meta.
Il forno ò rotondo, fatto corno ima mezza sfera tutto
murato di mattoni, ed lui il suolo o pavimento strato
di grandi tegolo. Aianli la bocca del forno è costruito
un antiforiio con due aperture, l’uua d’avanti
o l’altra di lalo, il quale ha tre tubi fumarli l'orniati
da tre canali di creta por incanalare il fumo del forno
¡stesso. Questo modo di aprii'e la via al fumo por
un triplice canaio lo abbiamo trovato presso cho
sem|)i o praticato da’ l’ompojaiii, clic 1’ esperienza
aveva loro mostrato come il mezzo più sicuro aU’e-
slrazioiie del fumo.
1 molinì elio si »-oggoiio ai'nnti il forno, sono tagliati
ili im tufo viilciuiico molto poroso , sovenlo
dai Tompcjaiii adoperato in varii usi del fabbricare.
Questi raolini sono cosi fatti. Sorgono da mia baso
rotonda la quale ò cinta da un piccolo canale atto
a raccogliere le furine clic cadono da un cono tronco
sopra del quale si stropiccia un altro cono incavato
e lavorato nel modo luedosiino di un orologio a pol-
voro, cioò con doppia cavità conica, mia supcriore,
l'altra inferiore. Questo due cnviuà lianno un piccolo
foro cho coituniica fra l'una c l'altra di esse, di ma-
nici'a elio mettendo il grano nolla cavità superiore
col giraro del molino questo passa a poco a poco
por il buco siiddelto nella cavità inferiore ove viono
dallo strofinare clic fanno insicnic l'r.a loi'o il cono
rilevato col cono concavo triturato , c così ridotto
in farina cado nel piccolo orlo che cingo la base
de’inolini. NcU’nngolo cho congiunge i duo coni uoii-
eai'i sono tagliali duo specie di manichi atti a con-
tonore due leve, o staiiglio di legno, por via dello
quali miiovcvansi in giro questi moiiiii.
PITTURA MURALE.— Vodesi riprodotta in questa tavola
un'elegante parete pompcjana con areliileltnro
faiitiistichc.
TAV. XXIV.
PITTURA MURALE.—Questa tavola offro una giazio-
sissiina iiarcto, i! cui centro ò occupato da mi qua-
di otio ra|)presontaiiio Venero pescatrice, uno dei sog-
gelli favoriti ai Pompejani.
TAV. XXV.
VETRI. —Sono qui riuniti alcuni vasetti di vetro,
di diverse l'ovnio e dimensioni. Graziosissiimi è l'aii-
forclia, la quale per loiiei-si ritta , dovea poggiare
sopra un sostegno di argento o di altro motiiiio ,
ovvero anelie di legno, detto incitcga.
TAV. XXVI.
PITTURA MURALE.—I gioml lidia settimana. —Siccome i
mesi dell'anno, cosi parimenti i giorni della suttiniann
posero gii autielii sotto la tutela delle loro Deità.
T'olsero i Greci agli Egizii e i Romani agli Etruschi,
com'ò probabilissimo, il costume di assegnare i mesi
ai maggiori Numi; e da Uvidio ne’ Pasti e da un
marmo pubblicato duGrutcro come dapareeclii luoglii
di classici, noi sapemmo i nomi degli Dei do’ quali
ogni mese fosso. In quanto poi a'giorni, tuie! pagano
costurau, rimase nella linguii, nel governo, c nel pi i-
valo uso del mondo romano pur quando il culto cangiò,
0 dalla lingua e dalla cronologia latina passò
m quelle di tutte le nazioni cristiano. Nè già ne
¡naiieiino documenti nell’ antichità figurata ; che la
naveitii di cui parla il Monlfaiicon cd un antico vasetto
di bronzo serbalo nel Musco Nazionale di Napoli
hanno i selle piiiueli disposti secondo 1 giorni
Uella settimana o rappresentati coU'immaginc degii
Dei goi cruatori di quelli. Mu il più chiaro c clus-
sieo monumento due riputarsene l'iintien pittura dai
iii-I