Vale a (lire ;
La Ina porla sia sorda a rlii y»v(/«, spalaucala a M porla.
Il purikrc l'ei/li per coloro clic dàiiim: se ipialviiiio picchi a mani mole, sordo dorma sino a nolle
amiiKuta.
E(] aiiclie il’ Ovidio è il segiiciilc grazioso distico del X. 3 (A. A. 1, 475).
QVII) DOTE TAJl DVRVM SAXSO AVT QVID MOLLIVS V.NDA
UVRA TAMEN MOLLI SAXSA CAVANTVR AQVA.
Che (.’ è di più darò della pieira, e che più molle dcU’acquii, pcriaalo le dare pietre sono enrnile
dalla molle acipiu. È una pai'al'rasi del : ¡/alla canal lapidcm.
l'n allro distico c ipicllo riportato al N. 4.
QVISQVTS AMAT GALIDIS NON DERET b’ONTlBVS \TI
NAM NEMO FLAMMAS VSTVS AMARE l’OTEST.
Chi ama non dee servirsi delle calde fonli, perchè nessuno brucialo dalle /rriimue può amare.
Dairesiunc di ([uesti tre grailUti (N. 2, 3, i ) , sarà l'acilc l'arsi un' idoa del carattere eorsivo ,
0 di ùitendornc la natura, poiché essi sono dei più regolari c non presentano l;di diflicollà, (pianluinpic
siano abbastanza lunghi, da essere di difficile iulcrprclazione , no vi sono ìaciinc c abbreviazioni che
ne oscurino II scn.so.
Non sono facili peito a leggersi i graffili seguenti r|iiaiituiu]uc brevi, clic noi ripoitiaino ai N. 5,
0, 7, 8, 9, RI e 11 della stessa tav. V.
li N. 5 si legge.
MENEDEAIE
L' unico esempio ritrovalo del nome di Pompei nei graffili è quello del N. fi.
POMPtIl
U N . I è, una niassima iiiterrofla, trovata ;
di Napoli. Si legge così :
1 intonaco clic fu trasportato al Musco Nazioiiidc
MIN1MV.M MALVM FIT CONTEMNENDO MAXVMVM...
Dopo il ma.ninnaii seguono parole iuiiilclligi
Il X. 8 sembra addirittura
decifrarlo i
scric di linee senza alcun senso , ma il Garrucci
AMAXS ANIMVS MEVS
U animo i
11 X. 9 1
io (im(jii/e.
tradotto :
Monodori.
il N. 19 dice :
CARMA
Meno difficile è l’ interpretazione del graffilo N, 11; esso dice:
AMRITIOXE TOT l’UAVUES (abbrevialo).
Per ambizione laide frodi, in cui (’• notevole ia forma dell’ A c il proluiig.iinciilo delia B. Questi
prolungatncnli, quasi un ornauicnto callcgralico, sono abbondanti nel 3" graffilo della tav. \ l. E da
notarsi in tulli i graffili della tav, V , clic ora abbiamo doscrifla , che i’ X conserva sempre la sua
forma quadrata.
Al X. 1 deila tav. VI riportiamo ima curiosa iscrizione clic è pubblicala dal Garrucci c clic è
interessante pcrclic c una specie di nota del lavoro clic alcune lànfescìic dovevano compiere :
VITALIS TRAMA UT' STA
FLORIINTINA, PIISA III.
AMARVLLIS. PIISV. TRAMA UT. STAMIIN.
lANVARIA SYRTII PllSA Ut UT. STA.M...
IlIIRACLA PIISV STA.MIIN
AIARIA P II STAMIIN
LALAGII. PUS STA.MIIN
lANVARIA. P. I I. TRAMA
FLORIINTINA. PIISV TRA.MA
DAMALIS, TRAMA PIISV
RVFA TR.\MA PIISV
TAYTIS PIISV TIUMA
DORIS PIISV STAMIIN
È impossibile, e nello stesso tempo inutile, dan
Vi/fl/is, trama el sla
Floroidina, pesa I I I
Amari/Uis, pesa, Irama, et slinnen
laiiuiiria sijric, pesa I I I el slam...
Ueruela, pesa slamen
Maria pc slanicii
Lalage, p. I l
/(iiti/Hri(i p. I l Irama
Florcenliiia p. I l
Dainiile, Irama, pesa
Jtiifa, Irama, pesa
Taiilis, pesa Irnmii
Doris, pesa, slamcn
I esalta traduzione di questo graffilo. Siccome
il Gaimeci lo ha .scriamoiitc studialo c commentalo, cosi gli cediamo la parola :
» Una piccola parto di questa curiosissima iscrizione è apparsa nel Dolletliiio Ardi. Nap. (Anno V
a pag. 10) celi queste parole di Avellino: Uavvisiii mitora uim lanijhissimn isirizione graffila con Iralli,
0 oìiremodo solidi e sovenlo iucer/iss/mi, dei quali trascriverò qui alcuni, che mi parvero meno dubbiosi
1 a leggere. Comincia quindi alla linea che k per me la terza c trascrive cosi un piccolo numero di
a parole :
a Pcasum è scritto io modo popolare pcsum. Il plurale è pesa.
a Undici serve debbono iilare; la Irama è assegnata a sci, c a cinque la catena per tessere. Il
a dispciisalor era incaricato di assegnare il lavoro giornaliero; noi lo leggiamo in San Girolamo. (De
a Vitando suspeclo contubernio) : Junenis lorosalas et delicalus qui saccidnin signei , levirinam leneal ,
a PENSA DISTR!B\'A'T, regut familiain, einal quicquid de piiblico neccssiiriiini est, di.spensalor cl doininiis
a el praivrniens officia serviilorum.
a Due serve lianno una fripliec quantità di filato; Floreidina c daimari«; Ire una doppia; Lalago,
a Jannaria, Florenlina. Io considero conio errori di scriltui'a Heraiìa , quantunque vi sia Ilcn-lus nel
« dialetto dei Vcstiiii; c Fiorentina , quantunque i|uesla seconda /'’/umilili« dovesse disliuguersi dalla
a prima con qualche aggiunta, come la seconda Jiiimariii si distingue dalla prima per il soprannome
a di Syrto ».
Interessante è il graffito ri[)ortalo al N. 2.
ZETEMA
MVLIER FERERAT l-TI.IVM SIMILEM SVI
NEC MEVS EST NEC .MI SIMILAT SEI)
VELLEM ESS ET MFA’S,
ET I-:G0 VOLERAm \'T MEVS ESS ET.
Il senso di questo graffilo sarclibc il seguente:
Zesemit portava tra le braccia un fanciullo che le (i.?zomi(//i(iti« , quidcuno le chiedeva se quel
fancialìo sia suo figlio. Essa risponde: Non è mio, non mi somiglia, ma vorrei che fos.se mio.
E notevole il segno d’abhroviazioiie clic sostituisco l’ m nella parola; volcbam-, sui momimenli era
adoperalo un tratto orizzontale, e più rcccntcmeiilc nelle iscrizioni corsivo si trova una linea sinuosa.
Il N. 3 va letto così :
L. n 'L I UVFAM LIBERA
L. Gndio libera lìiifii:
Abbiamo già detto che sono notevoli i prolungamenti delle lettere c
Del graffito riportato al N. 4 ccconc l’ interpretazione:
VENVS ENIM
PLAGIARIA
E ST QVIA EX SANGVNI
ìMEv .m p e t it
INVlllllES . TV.MVLTV
PARIET OPTET
SIBI VT RENE
NAVIGET,
QVOn ET
ARIO SVA Ro(,a/
questo grallito.