congiunte liu loro mediante un pluteo di fabbrica. Sotto al portico occidcntaie si vedono a dritta gli
avanzi della scaletta del piano superiore, e a sinistra accanto alla faucc, con cui comunica, si apre
il cubicolo già sopra menzionalo, che nel fregio conservato in parte esibisce la rappresentanza del
mito di Admeto c Alccsli, alla quale di certo va riferito il grallito pblias ]| aloestis leilo dal Mau nel
labiino della stessa casa. SoUo al porlico soltentrionalc s’ inconlra dapprima un passaggio che contenendo
l’ adito di un allro cubicolo mena ad una stanza spaziosa elegaulcmeiue decorata c adibita forse per
triclinio invernale; seguono poi un’ exedra o il gran triclinio estivo coinunicaiili fra loro, l’ una coi
quadri di Danae a Serifo, di Marte c Venere c di Arianna abbandonala, c l’ altro con le rappresentanze
del giudizio di Paride c di Diana cd Attcoue. Nell’ exedra si raccolse un grande istromenlo musicale
di bronzo a guisa di siringa, che ora conservasi nel Museo di Napoli. Oltrepassala una fauce, per la
quale si perviene .alla parte meno nobile doli’ abitazione, destinala come per consueto ai servì della
casa , si trova da ultimo su questo medesimo lato del pcrislilio un ¡liccolo oecus o cubicolo , con
decorazione che richiama lo studio dei dolli. Le sue pareti contengono cinque quadri, tre dei quali
nel fondo, cd uno da ciascun lato : sotto ad ogni dipinto eravi scritto a coloro un epigramma greco,
allusivo al soggetto r.ìpprcsenlalo. Nel primo quadro è ritratta la lotta di Amore c Pane alla presenza
di Venere, o 1’ epigramma che 1' accompagna è affalto nuovo , non essendo riportalo nell' Antologia
Palatina; il secondo rappresenta un’ ofTeiTa a Pane, il cui idolo è poggialo sopra una colonna, o nelle
tracce di pociie lettere che avanzavano dell’epigramma appostovi il Dilthey riconobbe il nolo epigramma
di Leonida Tarentino, inserito nell’ Antologia Palatina VI, 13. Nel terzo quadro è rappresentalo Omero
seduto in trono , al quale due pescatori propongono il nolo enigma , clic Icggesi nella vila di Omero
c che fu scritto di sotto alla rappresentanza- 11 quarto dipinto esibisce il sacrifizio di un caprone a
lipcco, e l’epigramma elio vi si ril'ei'isce è di Eveno Ascalouita {Anlk. Palai. IX , 75). Finalmente nel
quinlo cd ultimo dipinto, assai danneggialo, non si vede che un idolo di Bacco seduto, col braccio
sul capo c la pantera ai piedi, poggialo su di larga base : 1’ epigramma cbe dovca osservi scritto al
di sotto è anche svanito inleramcnte. SoUo a! portico orientalo del medesimo viridario cwi un’ay)o//tecrt
con ammezzato , cui si montava por la scaletta posta al di fuori. La parte meno nobile della casa ,
alla quale si accedeva per la fauce innanzi menzionala, è cosliluila da un gruppo di rustiche celle, dalla
cucina c da due latrine.
19. Bottega indipendente con gli avanzi della scalella per 1’ ammezzato.
20. Altra bottega con stanze diclroposle.
2 ! . Adito di scaletta indipendente.
22. Tabenia di un so! compreso.
23. Quest’ abitazione c l’ altra seguente, die per la bellissima decorazione ètra le più splendide
case di Pompei, poicliè comunicano fra loro, appartennero al medesimo proprietario, il quale era il
banchiere Lucio Cecilie Giocondo. L ' atrio luscanico , preceduto dal solilo androne, ha nel mezzo
l'impluvio con a capo la mensa di fabbrica: sul lato meridionale trovansi un cubicolo o l'ala, c su
quello orientale, cioè di fronte all’ ingresso, si apre il labiino, a dritta del quale è il passaggio alla
casa seguente, nonché I’ adito di un cubicolo. Nell’ambulacro che precede il viridario trovasi a dritta
un altro cubicolo c a sinistra, accanto al labiino, la faucc che dalla parie dell’atrio fu resa impervia,
c un grande triclinio. Nel viridario ovvi un ¡mleal marmoreo di cisterna, la i[uale ricovova le acque dal
letto per una grande fistula di piombo ancora esistente ; accanto ad essa esistono ancora altro due
fistulae aquar'iae con chiave. A drilla del viridario s’ inconlrano gli avanzi della scalelUi del piano
superiore c un altro passaggio alla casa seguente ; di fronte sta una fauee che mona alla cucina c
alle sue dipendenze, nonché alla uscita secondaria n. iU.
24. i'a&erna con dictrobottega.
25. Ampia bollega con tracce della scaletta per l’ammezzalo.
20. In questa casa splendidamente decorala abitava il banchiere |Lucio Cocilio Giocóndo. Per
l’ androne intcrrollo da un gradino marmoreo, sul cui pavimento vedesi a musaico l’ immagine di un
cane, l’ ordinario custode delle caso pompcjane, si entra in un bell’ atrio tuscanico con impluvio di
fabbrica e la cisterna : nell’ angolo a sinistra vedesi un altare rivcsiilo di marmo e decoralo di un
rozzo bassorilievo, che rappresenta il Capilolhm di Pompei nel momento di crollare, e il sacrifizio di
espiazione per lo scliivalo pericolo; è dunque un’ ara votiva pel terremoto dell’ anno 63 d. C., che
danneggiò grandemente quasi liUla la Campania. Sullo stesso lato sinistro trovansi duo cubicoli o
un a la , nella quale è la comunicazione con la casa descriUa , mentre a drilla si aprono altri due
cubicoli e l’ ala corrispondenic. Di fronte è situato il labiino, costeggiato dalla fauco. Addossali allo
duo aniac del tabiino erano due pilaslri marmorei col ritrailo in bronzo di Giocondo e porlanti l’epigrafe :
GENIO • L • NOSTRI
F E L IX • L •
vale a dire ; al Genio del nostro Lucio (Cecilio Giocondo) il liberto Felice pose. Dei due ritratti se nc
rinvenne un solo, .diesi osserva nd Museo di Napoli. L’ altro ritrailo, di cui esiste lullora sul posto
il pilaslro, fu iral'ugalo in tempi posleriori. La decorazione del tabiino è uno dei più splendidi avanzi
del icrao siile > giusla la cronologia stabilita dal Mau, cd era abbcllilo di quadri, fra cui mi piace
cilare quello rappresoiitanlc Ifigenia in Tauiide , ora nel Museo di Napoli. Poi labiino e por la fauce
si entrava nello spazioso viridario addossato al lato meridionale c cinto per tic lati da! portico, le
cui colonne sono ricuiigiuiUe fra loro mediaiUc un pluteo di fabbrica con alveare di sopra per la
colima dei fiori ; a sinistra presso il pluteo vedesi una conca maimoi ca soslenula da piedistallo. Sotto
al porlico occidentale Irovansi due grandi e.vedrae, l’ una accanto al tabiino, e l’ altra accanto alla
faucc, con cui comunica : sul hilo settentrionale poi cwi il passaggio alla casa precedente, una cella
rustica, un vasto iiielinio, un cubicolo e un’ ailra cella rustica. Il Iricliuio contiene le rappresentanze
di Teseo che abbandona Arianna, e del giudizio di Paride, c sulla parete orientalo Icggesi il seguente
distico graffito:
(Quis)quis amai, valeal; percal qui nesoil amare;
Bis lanío percal quisquis amare velai.
Che suona; c/iùtnqne ami, sii« bene; muoja chi non sa amare; miwja due volle chi vieta di amare.
Finalmente sotto al poilieo orientale sla una terza e.vedra precedala da piccolo vestibolo c situala fra
due cubicoli, dei quali quello a sinistra ha presso di so la discesa ad una cella sotterranea , che
serviva forse da repositorio.
Fu appunto in questo porislilio che all’altezza del secondo piano si rinvennero il 3 luglio 1875
lo celebri hmlelle cerale (Tav. 60 delia Descrizione Generale) egregiamente Ielle od illustrate dal de
Peira c dal Mommscn. Esse formavano l’ archivio del banchiere, c contengono quietanze chirografarie
c acccltilazioni. Perchè i lettore abbia un’ idea di quest’ impoiTantissimi monumenti, diamo qui sotlo il
testo di una quietanza portante nella serie il numero 34.
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QVI.NGIINTI S IIXAGIIS DVPVN
D IV S UB AV CTIO N IIM I I IV S
I IX INTIIRKQCATTO.NII FACTA
TABIILLARVM • SIGNATARVM
LEZIONE VULGATA
Seslerlìos mimmos odo millia qiiiiti/enlos sexaginta duos, quae pecunia in slipitlaliim L. Cacci/t /¡icimdi
reiiit ob auctiimom l ’ulliae Lumpuridis, mercede minus, yjerso/itia habere se dixsil Pullia Lampuris ab
L. Gaecilio lucundo.
Acimn Pompeiis x Kal. laiiuar. Nerone Caesarc ¡1 L . Caesio Marliale Cos.
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