mille volle ripcdilo in Pemiiui, fosse sialo il puilroiic ili lutti gli cdilicii dove era nominato, avrebbe
posseduto tulla Pompei.
Fu iiolalo inoltre clic i magistiatì quasi sempre salutali c riveriti in queste iscrizioni erano gli
edili, cumc quelli clic, per il loro ullieio [iresiedcvaiio non solo alle coslriizioni, ma anche al commercio
inlei'iio della città.
E lìnnlmcntc iic venne un errore più grande ancora clic, cioè, fossero creduti edili, o duumviri ecc.
tulli coloro i cui mimi l'urono trovali gralliti sulle pareti pompcjane, quando invece molti di essi non
furono tali che nel desiderio di qiialclie ammiraliirc.
Prima di rimcltcì'c a posto con l’aiuto degli scrittori di cose pompeiane il senso ili tali programmi,
0 di dare, se non la certa, almeno la più plausibile spiegazione dello siglo e. dello ordinarie abbreviazioni
di esse, ci si coiu-cda di dire qualche cosa sulle abitudini politiche dei Ponipojaiii , c da qiicllii che
brevemente diremo ne verrà chiarumciitc spiegata ia ragione dei programmi gralliti sulle inma delie
case, 0 l’ iiilcrpreUizionc delle sigle con cui ordiuariaiucnle essi lerminauu.
Noi sa|ipiamo da un passo di Giccrouc (p. Svila, c. 21) clic in Pompei tra i vccclii e novelli
abitatori ili (picsla città , tra i Pompejani cioè ed i ridoni romani vi fu un dissidio che duri) molli
anni: /’oni/ieiimoriiin <olvnoriiiiii¡iie illsseiìsiu iiiiiiin iinii inreieriiMef, nc lindlos annos esse! ex<i¡iilala......
i'üiiipe/imi , i/iii de ambuliiUnne el de sulfriif/ns siiis rum iviouk disscnseriml. Il Garrucci esaminando
accuralanieiile questo passo con I’ ajulo di (liicumciili sturici c dei eommenlalori di Cicerone, rilione
che la ijuislioiie dell’ ;Vmbula/.ione che dal passo citato sembra slrcllaiiionle connessa con quella dei
voli dei coiiiizii, sia da iiilciidersi nel senso forense del ìUy-a-.^; dei Greci, poicliò, non può Iradiiisi
Aiiibukdio come alcuni hanno preteso pci-; l’orfico , sulla proprietà o sull' uso dei quale disputassero
tra loro i vecchi ed i nuovi abitatori di Poni|iei, perchè non v’craiio in Pompei due popoli, ma un
solo , cssciulo stati elevali ben (ireste i Pomiiejani a coiulizione di uguale cittadinanza. Più logico è
quindi ricorrere al vocabolo greco iiiriñK«, che serviva ad indicare ipiei luoghi di riunione ove il
[lopolo solea trovarsi c passeggiando discorrere degli alliiri politici, o hrigarc c coiiibrirc sulle elezioni
dei ningisliali. Con tale spiegazione si utlcrvà che « le due ipiislioni dv iiiiibuhdiuiw, o de suffnigiis,
0 si cori'isponderaimo assai bone, risiillaiido che i dcsscnsi tra i vecchi e i novelli abitatori di l’ompei
« erano iiiloruo ai brogli, od ai voli di i|uclli, perchè senza dubbio cercavano i coloni di prevalere.
s Appliianilo ora ijucsla ¡nlcrprcfazione della voce Aiiibululio, cosi ben difesa dairaiialogia dei
« senso, e dalla mgioiievolezza del costume, a quella parie ili Pompei linoni disoKcirala parrà cviileule,
» clic in luogo ili poriici, c di ¡nibblin edifizii, le ambiilazioni venivano praticale sulle maggiori strallo;
<( Qui veniva il Colono ed il Pompeiano , qui nnmoggi:iva il candidalo , qui il capo di partito |ior
« disporre in favore del tale o tal altro gli aiiiiiii degli clelloi'i. A tal uopo , c secondo la ragione
a dei tempi, gli aderenti procuravano insinuare l’opiiiiono loro i desidcrii, scrivendo sulle pareti i nomi
« ili coloro elio essi cercavano alle magisiraturc. Queste diaiostra/.iimi a cui proniloii parto anche le
■I donne, e coloro che non lianiio vermi dritto di volare, sono sì antiche in Pomiiei, clic l'aeihiionlc
IT precedono i (cni|ii dollu colonia introdotta ivi da Siila. Dico facilmente perchè i privali, clic nc sono
« autori, hanno |iotuti> usare in quei piimi tempi anche la lingua naturale del paese; c però aueor
B clic sia corto clic la lingua osca cessò, ciò nou impediva, che se nc facesse uso Ira i i'om|ioiani,
(I anzi clic vi dominasse prima clic la lingua dei coloni non vi fosse abbastanza diiiusa. Per Io che
K panili ancor probabile, che alcuni |irograiiimi oschi siano contemporanci a certi latini priiuilivi, non
0 solo perchè scridi sullo stesso tufo c con caratleve di ben remota aiitichilà, (|iiaiito perché riferiscono
9 i nomi del medesimo candidalo. Addurrò per esempio questo singolarissimo da un pilastro a sinistra
u (irlla via clic dai Icatii svolta verso il foro; il Ialino dice:
MA • IIER EN • I
SERICVS VOS
(( accanlu al liliale in un pilaslro sogucntc dopo si legge in osco (altrimenti il Mummsmi, \ . D. taf. XI):
IMM3a3B-NU1
VI3-S'H3 Sl-UIII
<1 Clic il candidalo qui proposto sia di nazione Puiu[)ciana me lo persuade il suo pronome Maio,
I! c forse il programma latina deve essere stato scritto ila alcun Osco. Sarebbe prossoechè temerario
i voler indovinare la forinola osala dagli Osci, alla quale panni si riferisca il programma recalo qui
« so|ira. Solo può stimarsi a ragione clic non dovesse gran fallo iliscostarsi dalla maniera Ialina, so la
« sigia numerica RII della linea seconda vale Quiiiuorriro (Rull. Ardi. Nap. A. 1, p. li',)) ».
Da quanto abbiamo dotto c riportalo sulle costumanze politiche dei Poinpejniii risulta chiavamenle
clic lutti i gralliti clic erano stati interpretali come manifestazioni dei clienti verso i loro patroni, nini
sono altro che programmi clellorali. A Pompei infatti, per (|uanlo no sappiamo, quantunque roriliiiainciito
municipale fosse basalo sullo stesse norme di Roma, pure il rispetto verso Roma impediva che le cariche
municipali avessero gli stessi nomi che in Roma, onde il Senato era chiamato Dccuviaiiato c la suprema
magistratura era aifiilnla ai Duumviri che nelle colonie c nei niuiiici[)ii iap|irescnlavano ijucllo die
i consoli rappresciilavaiio in Roma, clic oltre alla iiiagislratura giudiscciite o diiumviralo aveano incarico
di eseguire le opere pubbliche decretale dal Senato c di approvarne reseciizioiic. Gli edili poi, che
anche ciauio due, provvedevano al manteiiimciilo delle strade, all’ annona, al culto, c specialmente ai
ludi, onde sempre ricorrroiio i loro nomi nei prugraiiiuii gludialorii.
Causa di questo errore in cui i primi studiosi delle auliche iscriziimi erano caduti; fu l’erronea
intei prelazionc della siglo che nei gralliti completi si ritrovano, l.a tiirmola latina infatti della l'aecomandazione
elettorale constava: del nome del candidato, della carica a cui egli aspirava, del nome di colui o di
coloro clic lo racconiaiidavaiio c delia forinola ijiiasi sempre abbreviata; 0. à'. I’— ROG— FAC— CVP.
Queste abbrovi.azioiii furiino tbqipriiiia falsaiueiilc iiitcr|)relate, poi con l’ajolo delle iscrizioni sempre
|iiù luimcvuse vernile in luce, c con l’accurato studio degli arclieologi, liaiiuo avuto infine ia loro vera
sigiiilicazioiic ; con la scorta di esso siamo riusciti ad iiilciidcrc il vero senso dei |irograiiinii elettorali
|Him|icjani.
Noi sappiamo iiifalli che in latino il volare le leggi ed i luagislrali si volge per: leges maijislralusqiie
lunare, quindi le iscrizioiu pouqiejane in iiuisfionc erano un mezzo onde conoscere i nomi degli aspiranti
[irima delle elezioni e fare nieilianle esse parlilo e siiHVagi a ipici personaggi dei quali si dieliiaravaiio
postulatoli, ro<julures, qiieili clic le facevano .scrivere.
Non si coiifoiiilano però questo iscrizioni con quelle di cui si faceva uso nelle elezioni, cioè con
le tabelle su cui ogni elettore scriveva il uomo del candidalo. Ed a proposito di questo elezioni crediamo
oiiporluno di ricordare la costumanza romana di scrivere nelle tabelle aiiclie in sigle il nome dei
c.andidati. Nel!’ orazione: prò domo sua noi troviamo iiitàtli confortala tale notizia dal seguente passo:
Is posleaqiitim iiilellexil, posse se iulerrersa aidiUtulc a L . ¡’¡soiie coiiside Praelorem erear'i, si modo eadem
prima lillera coinpeiitorem hubuisset aliqiiem eie. da cui si rileva come il Pretore potesse, in caso dir.
i nomi dei eonipetilori fossero simili nelle iniziali, favorire un pretendente assegnando a lui le tavolette
(li un altro.
E similmente in Pumiìci, non [)Ocbi sono le iscrizioni in cui solo per le iniziali è sognato II nome
del caiiilidalo. Riportiamo a tale proposito il gradito scovcrto c studiato dall’ Avellino sulla strada che
dalla Rasiiica mona al tempio di Venere:
P . P • P • A • V . G . F . . .
M . E . S . 0 • M . . .
SVIIJMEA • C •
0 • V ■ F • SVILIMEA • ROG • GAI •
In questo programma (icr voto di Suiliuiea che è il i
raccomanda l’elezione di due duuinviri e di due edili.
Esso va letto c disteso cosi:
.leiniliiis scritto in maniera retrograda
. l’AQVDTM PROGVLV.M A • VETTI\iM CAPRASIV.M Velicem
.Al - EPIDIVM SABINVM. Q • MARIVM
SVILIAIEA GVPIT
ORO VOS FAGIATIS SVILIMEA ROGAT GAI • • •
A spiegare quesfo programma riportalo ibdl’AvcIlino il Garrucci si servì di un’altra iscrizione trovata
nella strada di Alcrcnrio, c che, salvo alcune piccolo irregolarità, concorda pcrfottamontc nelle iniziali
(lei nomi di coloro che così oscuraraciilc in <|uelle sono segnali:
P • l’AQVlV.M . PROGVLV.M . Il • VIR • VTRVM B • D • R . p. O W
A • VETTIV.M cnprnsiVM • FELICEM • Il - VIR • V ■ B • D • R • P . OVE DIGNI SVNT
Q • M.VRIVM rufìim M • EPIDIVM SADINVAI ■ AEDILES ■ V - A • S • P • P • O W DIGNÌ SVNT
S • • SIT ■ • • SIVS • DE • ALBATORE • ONESIAIO.
Per non Ivascmare più a lungo i nostri Idfori in un’ arida discussione sull' interpretazione dello
sigle, clic complicano e rendono oscura la lettura de' gradili Pompejani già resa didicilc per le ollesc
del loiiqio o per la lettura dei caratteri , imi ri|iorlercmo alcuni di quo.sti progrmuini dandone la
traduzione, e ci sforzeremo di riunirò in pochi cscmpii le ]irlnci()ali abbreviazioni e sigle di i>rogrammi.
M • GERRLMV.M
A ATIAAI .\ED • 0 • V - b' ■
FAVENTINVS • CVM ■ SVIS • ROG
In questa iscrizione, clic noi riportiamo al N. 2 della Tav. I l i si vedono le sigle 0 • V • F- c ROG.