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24 NUOVI SCAVI
cui ginocchio appare un lombo del corto chitone giallo. Ai suoi piedi corre a sinistra una pantera.
Verso il centro si vede uu manto verde, appailcncntc come sembra ad una ilgiira muliebre, sdrajata
0 caduta sul suolo, c cbc sostiene sul braccio sinistro un fanciullo. Pili verso sinistra non vi è altro,
clic un piede desilo con calzare. Nel rrainmcnto, die ò l’angolo supcriore del ([uadro a sinistra dello
spettatore, si ossci'va a sinistra la parte supcriore di una figara virile, che vibra una scure con ambe
le mani clc\atc al di sopra dei capo. A'niso destra vi è la metà supcriore di uua ligura muliebre,
die tiene la mano dritta sulla lesta iu atto di ainniirazionc. È assai probabile che questo dipinto abbia
rappresentalo il mito J i Licurgo.
Nei riquadri lalcrali ai descritti dipinti si vedono Amorini c Psidii volanti, con varj allributi.
Nel fregio a fondo bianco, sulla parete orientale, ovvi ndla riquadratura del centro un giovine Satiro;
e sulla parete meridionalo una donna in piedi , con un llabelb nella sinistra , ai lali della quale si
vedono, ciascuna in una [iropria riquadratura, duo figure virili oruaracntali. A! medesimo fregio apparteneva
un l'raniiucnto, cho rappresenta Bacco col tirso c col taiit/iiiiw.
Nella parete settentrionale ddla descritta stanza si apriva una larga finestra, cbc poscia fu nuirala.
L ’ampia stanza contenente gl’ingressi alle tre stanze ora descritte, e die potè servire da labiino.
Ila in fondo il vano di comunicazione col viridario, nel quale si entrava moiilaiido un gradino. Sulla
parete occidentale, a sinistra di dii entra nel viridario, è la uicdiia dei Penati, o su quelia meridionale
è praticala la finestra, clic dava luce alla stanza, decorala del dipinto di Nareisso. Accanto all ingresso
del detto viridario trovasi la faucc, die mena alla cucina c a due celle; nella cucina vi è il cesso, la
nicdiiu dei Penali, c sulla parete sud il dipinto larario con il fieiiiiw famiUark, i due Lari c al di sotto i
serpenti.
Fra gli oggetti rinvcnuli in questa casella sono notevoli una testa di Faunctto di giallo antico, con
le orecchie" l'orale, c una inano sinisira colossale di marmo, tenente uno scettro o volume, raccolta negli
strali superiori delle terre.
Segue sul medesimo lato occidentale deU’lsola nn’osleria (cnujioiia), avente sul vicolo due vani, di cui
il primo è tutto occupato dal banco per la vendita, cd il secondo formava l’ ingresso. Sul banco rivestito
d’intonaco giallo si legge grallito il nome:
VATIVS
PRISCVS
Pd vano d’ingresso si entrava direlUmiciilc nella dictrobottega, destinala agli avventori c comunicante
con la labermi propriamente detta. In quesla dictrobottega, die conteneva la scaletta dei cenacoli superiori,
c noi mezzo un fornello di fabbrica, nei quale è tuttora infisso un vaso di piombo, sulla parete ovest, accanto
al vano di comunicazione con la bottega, si osserva il dipinto larario col Genius fainUiaris sacrificante sull’altare,
il tibicinc c i due Lari. A! di sopra pendono festoni; da quello dol centro sporgeva il busto di Mercurio
col caduceo, dal festone a sinistra il busto di Ildios radialo c munito di frusta, c l’altro festone a dritta
c distrutto. Al di sotlo il serpente agatodcmonc si slancia verso l’ ara ardente, presso la quale siede sovra
un’alta base circolare la figura di un dio lUn’ialc, rozzaiuonto eseguita, coverta di mantello blcu, cd avente
d’accanlo un’urna rovesciala, donde scaturisce l’acqua. IVobabiImcntc ralligura il Sarno come penate. Sulla
parete nord l'urono tracciale col carbone alcune epigrafi ora svanite aliiitto, delle quali una, cominciando con
le parole .fi qnis biberc non c senza importanza per la dctcrininaziuiic dcH’iuduslria, clic nella bottega
si esercitava.
11 24 gennaio 1884 vi si rinvennero tre grandi trombo aiililcatrali di bronzo , a cerchio, della
circonferenza di m. 4,12 c del diametri) di ni. 1,20 airiiicirca. Alla distanza di ni. 0,()3 dalla campana
vi è saldalo nn eilindrcUo lomilo , al (piale no currisiionde un altro alla distanza di in. 0.70
dall’ imboccalara. Essi servivano a coiitcìicre le estremità della traversa di legno , cbe poggiava sulla
spalla, come si vede nella figura del gladiatore clic suona una tromba simile, in uno dei dipinli clic
decoravano il podium dell’anlilcatro (OvniiRitcK-MAt-, Pompei p. 182, tìg. 107). Presso rimboccatura è
un grosso filo metàllico, di bronzo In due trombe, di ferro in uua , ¡1 (|uale era inchiodato sulla traversa
di legno, i.c descritte trombe, rimesse con facile restauro nel pristino stalo , ora si aininirano
nella raccolta dello armi aiilichn del .Musco di Naiioli; c riferite al luogo del rinvcniincnto non possono
non destare nella fantasia meno fervida il quadro di una brigata di gladialori, clic si recano airoslcria
per allogale nel vino le curo delia loro inreiicc osislcnza , cd ivi sorpresi dalla inaspettata catastrofe
fuggono via, lasciando le ciioriiii trombe, Icsliinoni, dopo diciotto secoli, della loro presenza in <|iicl
luogo !
Dal 5.® vano snl lato occidentale deH'Isola si entra in una modcsia cascltà, il cui androne, lianclicggialo
da due cubicoli, immette in un alrioio ilispluviato, dove sul iato destro o meridionale è .addossalo
alle pareti un sedilo di fabbrica, e sul muro orientale vedesi mi avanzo del serpente, clic si
slancia a divorare le ollértc sull’ara ardente. Di fronte è situato il tabiino, coverto di vòlta tuttora esistente,
e nel cui ingresso, sullo stipile sinistro è dipinto nn cane legato c accovacciato sulle zampe
posteriori. Esso nc rammenta l’uso romano di avere un cane a custodia dell’ entrala, al ([uale ufficio
furono spesso addetti i mastini: simu/ domns olla molossìs ¡lersonml ruiiibu» (IIoiiat., Sai. II, fi, 114);
ovvero di figurarvclo solamente iliiiiiilu, cmiLn alfe.sla Pclioiiiu (Sai. .\\1\): mi .fiiiirtram íii/ivíhíííu« (che
risiiondc pioiirio al caso nostro) Jiiui lonije oh osliiini eelln, eiiiiis ¡»//cu.«, aduni nìnrhis, iu parkie. end
pkhis. Allr:i volla iisavasi nqipieseularln sul |iavimonlo diiiaii/i rcnirala, corno uci nolo nmsaicu della
casa detta del Poeta, con ropigrafc CAVE CANE.M. Fiiialmoiilc la lidia forma in gesso del grosso cane,
clic si osserva nd piccolo Musco di Pompei, ci olire l’agio di contemplare, non dipinto nè a musaico,
mu reale qucst’urdinariu custode ddla casa romana.
lì lablino c iiaiiclioggiato da località coverte aneli’ esse di vòlta, delle cpnili le due a dritta sono
la cella pcnaria e la cucina cid focolare ed il cesso. Dal lablino si passa ndla jiarle posteriore ddla
cusa, quella cioè din occupa il posto dd viridario. Noi lali scUenlrionalc cd occidentale v’craiio ambulacri
coverti; e presso l’angolo uord-est vi è la bocca di uua cisterna iminifa di putcalc, cd avente d’accaiUo
un bacino quadrangolare murato e rivestilo di opus .sà/tiiimui, cumiinioanlo con la detta cislcma, A
scllculrioiic trovasi ima rozza località, cbiarila per uno slabiiluin dal rinvciiimciilo , die vi si l'eco, di
(|u;iltro sdidcfri di buoi; e nel lato orientale si apro, uu piccolo triclinio, accanto al cui ingresso oravi
una scaletta, die menava ad un animczzalo sovrapposto. Il triclinio è decorato dei dipinti di Polifemo,
clic riceve dali’Amorc la lettera di Calatea, di Venere in allo di togliersi uii’aurca catena, clic le s’iiicruda
sul petto, c di Nareisso (?), come puro di Amorini volanti.
Riuscendo sulla via Nolana , il vano ii." 4 è f ingresso ad mia casa di pianta irregolare c non
bella, ma di autidiissinia costruzione, come si rileva dalla facciala latta di grossi parallelepipedi di pieira
calcare (pietra di Sarno). L ’anilroiio non è , come d’ordiiiariu, un angusto passaggio, ma si slarga a
guisa di Luticga, dove a dritla deiriugrcsso ndl’alrio è cavata nd muro una nicdiia a vòlta pei Penali.
L ’atrio è luscanico,' abbastanza siiazioso, cd lia nel mezzo l’impluvio, nel quale sano due pilasliini di
marmo, die sostenevano una vasca rollangolarc marmorea, trovata in frainmciiti o dietro alla ([ualc era
collocata, sopra una basetta rellaiigolarc di marmo, sostenuta alla sua vòlta da una coioimiua marmorea
lavorala a spira c somiontata da capitello, nin graziosa stalucltu di Venere anadyomciic in maniio greco,
rinvcnnta il fi febbraio 1884. La dea, iullu nuda c iiiginocdiiata con la gamba dritta, poi laudo scolpita
im' armilla ¡iitonio al braccio dritto presso la spalla , nicnfrc f armilla dd braccio sinislro era dipinta
soltanto, c indiiiuiiido alipiaiito la lesta in avanti, solleva ambe le inani, con le quali tiene grazio.sanienlc
le trecce, quasi in allo di ravvoigcrle per amiudadc poi al capo. Evidcntcracnlo sono trecce, nè
possono essere altro , boiidic non si veda il loro attacco alla lesta ; c a spiegare questo fallo basta
lieiisaro , dio l’ ai lista lavorò separatamente le braccia, come si rileva dallo lisce superficie dei pezzi
congiunti, 0 clic ;dibia lrascur..lo l’attacco delle trecce alla lesta, Irallaiulosi di una statuetta, dcsiinalii
più a fare dl'clto con l’insieme dolio sue linee eleganti, clic a sostcìievc mi rigoiuso esame. II torso è
morbidamente modellalo c con molta verità; non cosi la parta inleriorc, die rivela ima certa negligenza.
Della lesta non può darsi im sicuro giudizio, essendone corroso il volto; c po'.diè si ruppe, venne
pusleriormeiito ricongiunta con uu pernio di ferro. 11 marmo dd braccio sinislro, ipiauluiiiiuc pur greco,
sembra di diversa grana; c la mano è im po’ più grande ddla destra. Ancbc il nuimio dd piede sinistro
è lo stesso, che quello dd braccio suddetto. Ora, pddiè (jucsto piede è diiarauioiilc uu restauro posteriore,
essendo stalo riallacealo senza il perno, die prima teneva congiunte le due parti , può credersi
clic ancbc il braccio corrispondente sia stalo nn restauro. Le parli ddla statuetta riiivciiulc distaccato
sono; la lesta in due pezzi, il braccio sinistro, la inano deslra c il piede sinislro. A capo ddl’impluvio,
cioè sul suo margine nord, è un Irapczoforo niaruiorco scanalalo, clic sorreggeva una mensa circolare
audio di marnio, c poco discoslo un puled di terracotta.
Le pareli dell’alrio scim decoralo nell’ ultimo stile, a liiiuadri rossi c gialli sopra zoccolo nero;
c sulla parete meridionale , a drilla ddl’andronc , 6 cavata ima nicdiia semicircolare , nel cui fondo
vedesi dipinlo Giovo seduto iu trono, c poggianlo i piedi sur un suppedaneo: coronalo di Irondi, mulo
la parte supcriore dd ccrpo , e coperto nella infcriorc da una clamide pavoiiazza, stringe nella dritta
il fulmine c nella sinistra dovala lo sccllio poggiato d suolo. Al di sopra del suo capo è tuttora infisso
un diiudo \ sinistra dello spedatole sta in terra l'aquila, clic guarda verso il dio; c nd mozzo ddla
vòlta delia niccbia, sparsa di-stello per siiiiilaie ii ciclo, è dipinta la testa di Sdcnc «piasi nel mozzo
di ima lima làlcala, die sporge dietro il collo; presso la sjialla sinisira le si vede la frusta.
Sul lato occidentale dciralrio s’incunira dapprima ima scalinata di fabiirica, falla di 15 gradini^ c
assai ben conservala; o poi uno spazioso cubicolo con decorazione a fondo giallo, molto deperita. Sul
pilaslro divisorio, fra l’adito ddla scalinata c l’ingresso al cubicolo, si osserva un medaglione dipinto
(diam. 0,30) col busto di lìnceo, coronato di j nn pini c di uve, adorno di collana, coverlo di clamide
celeste, c col tirso avanti alla spalla sinistra. Segue sul medesimo lalo un altro spazioso cubicolo, adibito
postari’ormciiic co:.:c apollimi, secondo clic si rileva dalle tracce di scansie ndl’angolo sud-ovest; c a tal
(loslinazionc non contraddicono i trovamcnii dio vi si Icccro. Vi si rinvennero, ( lire a Ire sdidclri umani
c a sci monete di bronzo, ima scure, di ferro, una scodella di (ciracolla a vernice rossa, tre anlorc,
(juatlro oleari, due pignatte, un urccoio, sei coiierdii di pignatta, il lutto in terracotta; ima tazzdma
di vetro c 1111 pezzo di cole, Sul lalo opposto dell’ alno si trovano ima stanza di uso iiidclcrmmalo,
l’adito di ini'allra scalella, abolita negli ultimi tempi, un cubicolo, un’rqioi/imi c un dorrailono servile.
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