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portico orientalo si trovano il triclinio cd un’exedra, comunicante con un cubicolo, e sul lato meridionale
evvi un corridojo, poi quale si accede alla cucina e sue dipendenze.
16. È l’ ingresso della casella annessa aH’abilazione ora descritta. L ’atriolo privo interamente di
decorazione ha l’impluvio circondalo da uu alto podio di l'abbrica, rivestito all’eslonio e nell’interno
da intonaco rosso, cd avente superiormente il canaletto per la coltivazione dei fiori. Sul rivestimento
interno di questo podio è dipinta una barca sormonlala da ligure di diverso sesso in atteggiamento
osceno. Sul lato orientale dell’ atriolo trovasi dapprima la sculoUa del piano superiore, poi una cella
rustica, indi un’ ala alquanto spaziosa, clic potè servire da labiino, c che comunica col triclinio. Sulla
parete orientale di quest’ala o labiino tornò a luce un framinenlo di bellissimo dipinto, rappresoiilanle
forse Medea lìHìcida. Di fronte all’ingresso è il vano di comunicazione con la casa precedente, o sul
lalo occidcnlalo si trovano la cucina con larario c latrina c un cubicolo fincstrato , che contenendo
quattro rappresentanze oscene è probabile sia stalo adibito a uenereiim.
17. Uscita secondaria dell’abitazione n. 6.
18. Qnesla casa va ricordala pei pregevolissimi dipinti, cho vi tornarono a luce. Dopo l’androne,
invece del solito alrio, si trova un vero peristilio piuttosto spazioso. 11 portico sorretto da colonne c
pilaslri, congiunti fra loro mediante un pluteo di fabbrica interrotto in tre lati, rinchiudeva nel mezzo
una piscina, nella quale sorge una colonna anche di l'abbrica, attraversata da una llstula di piombo
per lo zampillo dell’ aci[ua. Questa piscina è circondata per tre lati daiT area, che era destinata alla
cultura dei fiori, cd è ciuta alla sua volta da un secondo pluteo di fabbrica. SoUo al portico seltentrionale,
presso il pluteo esterno, soiiovi la bocca della cisterna, due trapuzul’ori di iravertiiio e un monopodio.
L ’ androne è costeggialo a dritta da un cubìcolo e a sinisira dalla cella ostiarii, sottoposta ad una
gradinata, cho lia l ’adito sul vicolo ii. l'J. 11 lalo orientale del peristilio è privo di stanze, c vi stanno
solo due anguste apolhecae, mentre sotto al portico occidentale si apre un vasto triclinio, che un giorno
fu splendidamente decorato. In esso si rinvenne la rappresentanza di Giasone, che con un sol calzare
interviene al sacrifizio fatto da Pclias a Posidonc; dipinto che ora ammirasi nel Musco di Napoli, Questo
triclinio è situato fra duo cubicoli, dei quali il primo a sinistra comunica con esso, c con un allro
cubicolo dictroposto e abbellito di tre iinportauli pitture, di cui l’ima rappreseiUa Medea figlicida, l’altra
Amore che pci-suade Paride cd Elena ad amarsi, c la terza Fedra, la quale svela ad Ippolito, per mezzo
di una lettera, l’amorosa passiono cbe iiuJrc per lui. Altri tre dipinti non meno importanti adornavano
il secondo cubicolo a dritta del triclinio : in mezzo alla parete occidentale eravi la rappresentanza di
Europa seduta sul toro, sulla setlcnlrionale quella di Ercole e Nesso e sul muro meridionale si osservava
una gara musicale tra Pane e le Ninfe, dipinto assai pregevole per accuratezza di disegno c novità di
composizione. In fondo al peristilio si trova il lablino, comunicante con un cubicolo, che gli sta accanto e
con uu’altra stanza situata alle spalle, la quale è decorata di quadretti circolari, di cui restano tre, l’uno
coi busto di un Satiro coronato, avente vicino alla spalla un Amorino; l’altro col busto di Apollo; e il
terzo con quello di Diana. Sul Iato occidentale s’inconlra uu passaggio o corridojo, nel cui prolungamento
sono a dritta due rustiche celle, e a sinistra un focolare con l’ adito di un’ altra rozza località. È
probabile che questo passaggio abbia avuto nel letto un compluvium in corrispondenza di un piccolo
imyiÌHaiam addossato al muro a sinisira, accanto al quale c la bocca del pozzo. Il detto passaggio ha
nel vicolo occidentale l’ uscita a. 21, la quale da un lato tiene una cella, e dall’ altro la cellella del
servo nel sottoscala della gradinata n. 20.
Non vogliamo tralasciar di notare che nel vicolo mcridionaie,accanto all’ingresso n. 18 dcH’abilazioiie
ora descritta, vi si lesse in Icltcrc evanescenti Iracciutc col carbone il seguente pentametro :
DISCITE DVM VIVO MOHS
INIJIICA VENIT
c sullo zoccolo fra gli altri graffili ovvi il seguente;
CLVCnaA U0RDAI3
allusivo ccriamcntc a qualche donna di nome Clycera.
19. 20. Adili di scalinate indipendenti. L ’adito n. 20 fu oggetto di studio pei naturalisti, i quali
riconobbero che ia fusione delle materie ivi trovale dovette essere prodotta da un fulmine. Si hanno
finora cinque casi bene assicurali di fulmini caduti sovra Pompei, durante la pioggia delle pomici; ed
essi bastano certamente a darci un’ idea della straordinaria fulminazione, cho si aggiunse al flagello
direltamentc causato dal vulcano.
Non essendo possibile continuar la Descrizione Generale, poiché gli edifizi scovcrli negli anni
1880-82 appartengono por io più ad isole non ancora inicramenle dislcrratc, crediamo di far cosa grata
ai nostri lettori , ragguagliandoli delle più importanti scoverle epigrafiche ed arlislicho avvenuto in
questo periodo di tempo.
Sul lato orientalo del vìeolo, situalo ad oriente dell’isola, di cui è gran parte la Casa del Centenario
innanzi descritta, tornò a luco nel luglio 1880 la seguente epigrafe dipinta :
D lv(~reTi
SATOÌ • VALENTiS • PLkmiS - SEllÒ.\là • c.aesaius • AVO • lÌL l ■ *» ‘•'-■u
PEIU-ETVi - GLADLirÓltVM - PAIUA - X.V - ET • P • LYCREilO* VALENTI3 • JÌL1 •
OLAU • PARIA ■ X - PVC • POHPtlS - V! • V ' IV • III ' Pii ' Ì bV6 • APR • VE.XAilÓ • LEGITUIA .
ET - VEU • MVKT
Come si vede, è del novero di quelle iscrizioni dipinle, con le quali si annunziavano gli spettacoli
gladiatorj. Talu.ie di esse cominciano col menzionare la causa o l’occasione dello spi-tlacolo, come prò
sulule domns Auguslae, prò salute imp. Ti. Caesaris Augasii Uberorumque eius cl ob dedicationem arac etc.\
in socondo luogo , o, dove manchi la causale , in primo luogo si dice a ehi appartenga la famiglia
gladialoria; segue quante paja di gladialori pugneranno, in quale cillà c in quali giorni; vi si soggiungono
poi gli altri generi di giuochi cho accompagneranno lo spettacolo gladiatario ; e da ultimo si sogliono
promellere quello cose, che conoorrerauno a render più gradilo lo spettacolo, come la caccia, le lolle
(logli alleli, le sparsioni e le tondo (venalio, alhlelae, sparsioaes, vela). Già in un altro programma
gladiatorio (Corpus Inscr. Lai. IV n. 1195) era apparso come ediior mimmm» (0 ) Lucrelius Valens, t).
Lucrelii Valenlis f i lm , Neronis, Augusti f i l i i , fiamen perpelms; nel nostro sono edilores muneram il
padre e il figlio. Alfallo nuovo è l’aggcllivo legiliina allribiiilo a renaiio, e il sino non può interpretarsi
altrimenli che sing(niaris), se si pensa all’ epigrafe gladialoria fi. /. L. IV. n. 1190, in cui leggesi;
scr(ipsit) Secundus, dealbaiile Vic(lor)e, adslanle Vesbino. La menzione, che si fa di Pompei così in
questa come in altre simili iscrizioni, fa supporre che tali annunzi si pubblicassero non solo per
1.1 cillà , ma anche nei paesi vicini , non diversamente da quel che oggi si costuma in occasione di
qualche pubblica festa. La nostra epigrafe è l’ornila di accenti , che non sempre son ben collocali ;
LVCRETIO per LVCRETI é chiaramente un errore dello scriplor, c ad lv.na sta per ad lunam, occorrendo spesso
10 scadimento dcll’ m finale nelle epigrafi dipinle. L’inserzione del nome dello «cr/plor nel corpo di una
delle grandi Icltcrc, che suole essere G ovvero 0, trova un confronto nelle epigrafi gladiatorie C. I. L.
IV. n. 1177 c 1178.
Accanto alla latrina della casa annessa alla taberna n. 1 dcH’ Is. 7.®, Reg. IX si scovrì nel settembre
1880 un interessante dipinlo larario, che ora si osserva nei Museo di Napoli. A drilla è in piedi la
Fortuna (all. 0,59), vestila di lungo chilone rosso senza maniche, con manto dello slesso colore
che coprendole la parie media della pcraona riposa con un lembo sol braccio sinislro; ha in lesta il
modio giallo c una tenia parimente gialla, che cingendole la fronte scende con lo estremila dietro al
collo sulle spalle. Appoggialo al braccio sinislro tiene il cornucopia anche giallo , e con la diiUa il
limone poggiato al suolo. Ai suoi piedi è il globo verde-scuro. A sinistra sopra un basso rialzo a guisa
di base vedesi una ligura virilo di più piccole proporzioni (alt. 0,2i), pcrfeltameiUc nuda, di colorilo
molto bruno, accovacciala c con le mani poggiale sulle ginocchia; la testa è rivolta a sinistra, mentre
11 corpo è dipinlo dì froiito. Due piccoli serpenli si slanciano dagli opposti lali verso di quest’ uomo,
accostando le loro lesle al capo di lui, e il serpe a sinistra già ne larabc i capelli- Al di sopra si
leggo in earalleri neri :
CACATOR
GVVE • i\LVLV(m)
Feconda d’importanti Irovamenli fu la casa con l’ ingrosso dal secondo vano sul lalo occidentale
dell’ isola 7.®, Rcg. IX, a contare dell’angolo nord-ovest. In una nicchia in forma di piccola edicola,
cavala nella parole meridionale dcH’atrio, si rinvenne il 27 oUobre 1880, insieme ai simulacri dei Lari,
una siatuetia in bronzo delta Fortuna sedente in trono ( dia con la baso inillimclri 315), la quale,
poggiando i piedi su di un suppedaneo, lia sul braccio sinistro ii cornucopia e nella dcsira la patera,