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„„„1, „ „ ..... Dodu Itu'o a i» ai uve .¡fu,Blu una cavali, caricala ad l« s » (emù
fcaccdn), su.acril. il pioc.» 9» uuvcuil.cc, c ¡..aica il lo,al» Mamiann ailualo al a, ,|ua jlcl puu c sul
Saci.0 fcilra imilcm Snrai f,ml„ come luogo, aovc il |.a.lrono adla cavalla avrc il.e iHiluto i »
«•ai-si 1101- rci-uiicrarla. II (lalo lopogiala-o « sopi-allutto prezioso nella grande scarsezza di rioti/ic sulle
relazioni di l’onipei col suo icrrilorio. Ci piace di rilèrire qui «juaulo intorno ad esso osserva il Scollano
(Ato/i-ic 1887, p. 35): « Nafiu-alii.enlo si va col pensiero al /«.ite» slabiamim (puntlram slafuumm), clic
« c menzionato nel cippo osco di ¡.oila Stabiana, c che «lei lairi dovea cssci-c sul Sarno; ma se sia
8 un medesimo ponte sotto due diverso appellazioni, ovvero due i«nli diversi, non si può ora deeidc-
« re Nel primo caso, la direzione della strada avrebbe dato iieircpigrale osca il nome ai ponte,_cic
8 nella nostra iscrizione viene indicala col nome del liumc. Del resto cfr. Nisscn, Pomp. blud. p. odi..
„ \1 «li mia del ponte sul Sarno era Ü Tondo Mamiano, la cui notizia va aggiunta a quelle pervenuteci
,, (inora (lei Tondi Badiano, Fabiano c Siltiano {C. I . L . IV ii. 2551 c 2uul.: (rwrn. Sena. / <»»/.. ii.
.( >. Ili p. 5-i), posseduti «la lamiglic pompejanc. K appena da dubitare, che il fondo m jiarola non sia
« appai-toiiiita un tempo alla ben nota sacci-dofcssa Mamiu ». „ r ,
.Viu-lie non poco im].oi1ante è la scguculc cpigralc li-acciala m grandi lettere rosso sulla fronlo
dol terzo monumento sulla rampa setloiilrionale, a contare da ovest:
L • ilAGIVM
CELEREM • IlVB
C • TAMFIVM SABEUSYm
TRI . R L E • Y • B . 0 •
Y Y FACLA
c deve lecccrsi: LCHCÌnin) 3i«i«/in»i Celerein diiiwwiniin, b(oium), G((iìum) Tampnim Sabiiium
Iri(bmum) pk(bis), »(¡rum) b(om„n), o{ramu3) u(l) v(os) faàa(lh). Non si può decicicrc so le can-
didatui-c proposte in (¡ucsto prugramma debbano nlci-irsi a Pompei ovvero a Aiícerm alla «luale ni nii.i
citta va Ihiora certamente attribuita la sola eandidatura di L. Mimazio (.eseniino. Nel Inbunato della
iilcbc, che vien qui ricordato, il Sogliano (Ato/toic cit. [i, 38) inclina piuttosto a nconosccrvi la ma-
■ nslratura urbana, e crede clic sia stalo aggiunto ai solito elogio rirrmi umeameiitc per meglio
raccomandare il candi.lato, Inilaseiandosi la menzione della magistratura, per la «piale^ egli
come qualche volta s’incontra nei programmi pompejani. La ’ ’ ’ ' ‘ .......... ...........
di nuovo ad esser proposta iu un’epigrafe dipinta sul ciuarlo
eandidatura di L . Magio Cclci-e toma
umoiilo della medesima rampa scttcìi-
Due altre iscrizioni, l'una graffila con qualche pietra rossastra e l’alti-a dipinta in rossi), riguardano
«lue attori, che aveano entusiasmalo il pubblico pompeiano. La prima è un saluto_ ed insieme un augurio
di presto rilorno al nolo .lcii»s-Inicc/ns, pantomimo assai accetto ai Pompejani cbc gl nfon-r/.zai-ono
freipicnti saluti; e nella seconda l’attore Paride, al quale ancbc li-oviaino rivolti saluti cd acclamazioni,
è cliiumato cnfatieamenle »»io scaenae, cioè giojcllo della scena. . , , n • ,• • •
1 sepolcri sinori rimessi a luce sono sei, due sorgono a dcsli-a di chi volge le spalle citta, cioc
sulla rampa meridionale, c quatiro a sinistra dollu slra.la, cioè sulla rampa sclloiitnonalc. Lomincian-
dune «la questi ultimi la descrizione, il primo, a coniare da ovest, sorge sopra un basiimenlo di lava
con modanatura di tufo, ed ha furn a .juadrala (m. 3 , I L ni. 3,11). L'altezza «luissmia «^clla parie conservata
è «li m 3 4U Losli-uilu di opci-ii incerta, con pilasl«-i angolari di mattone, racchiude uno spazio
ffi-andc 111. l,G7>,iii. 1,67, prolbiida m. 2,20, nel quale si doveva discendere dall’ alto medíanle
una piccola ran.pa di iabl.rica, clic addossala al lalo nord gira su «luello ad oriente: le pareli mtcmc
di tale spazio sono atlallo prive d’ intonaco. Soiloposla al monunieiitu c una piccola cella a v«.lUi eilm-
di-ica, nella «jualc pare si discendesse dal lalo posleriorc per mezzo di unapei-lura Erga in. 0,00, alla
m, 0,80 c prolbiula m. 0,85, praticata nella grossezza del moro di fondazione, d cui piano è inclinalo
verso l’interno. Quesfapcrtura era eliiusa esternaiiieiitc da una lastra di lava, curva supcnorniciKo
in armonia con l’andamento della vi’.lta, e messa in calce cd interrata. II sepolcro è luUo rivestilo di
stucco bianco, scompartito in riquadrature, salvo clic nel lato posteriore, dove lo stucco c liscio e«l arriva
sino al basamento di lava, mancando la modanatura di tufo. Sulla li-onte sono incavate tre piccole
niccliic ad arco, «piasi della medesima gi-andi-zza, c i-ivcstitc ¡níernamente di stucco: esse poggiano
sul basamento, e contenevano ciascuna un cippo ad erma di lava. Dei cippi ad erma lu riiiiosso solci
«lucllo delia niccliictia centrale, c vi si i-invcnne ai di sotto un’olla di len-acolta con ossa combuste. Il
ciiqK, della nicchia a sinistra ha nel davanti un buco praticalo nella grossc-zza dei niuro di londaziunc per
la Imigliczza di 1 metro, e che riesce inferioi-nicnle nella volticnia ih una iiicehiciUi rcUangolaro, cavata
nella cori-ispondenle pai-clc della cella solleri-aiiea e contenente un’oNa di (erracotta con ossa combusto.
Un buco simile è praticato nel piano delia nicchia a d.-itta, c att.^iversando la grossezza del mm-o di lon-
dazione, riesce anche esso nella volticina di un’altra «lieehiclla rettangolare, clic contiene del pan un o la
di terracotta con ossa bruciale. Sembra però che «lucslo secondo buco sia stato anlicomcnlc abolito, poulic
NUOVl SfiAYI !)
vi Tu sovrapposta ini’iiilbrnto pietra calcarea, e sopra di <|iicsla venne collocnto il ci|ipii ad c«-nia. .Xnii
è Tacile dolermiiiarc lo scopo, elio tali hiiclii avevano: il Sogliano (Abii;« cit. |i. 454) cita il eon-
Troiilo diii Tori praliciiti col trapano nelle masclicre c negli ossuai-j ctrusclii, c clic ipiiilclie dotto criidc
destinati a Tavorii-c VeUluvhim o esalazione delle ceneri. II .Mau {fìiillell. il. imp. Ut. iirrh. (Imn. Ili
p. 128 c 138 sgg.) ritiene clic servissero per lo libazioni , e Ta opporlunaiiienle osservare clic simili
apparecchi si trovano anclie in duo sepolcri della via Erculaiicsc, nella tomba cioè dì N, Velasio Gi-alo
e ncH’allia adiacente. Come (iiiisse supcrioriiionic il nostro scjiolci-o, non |)ossiaiiio sapere, essendo caduta
la {Kii-to siipci-ioro. Non è improbabilo la congclfura dol .Mini (op. cil. p. 128), che esso in origine
fosse stato immaginato per contenere cadaviiii interi, c die, iiilrodolfosi l’uso della cremazione, il
tipo ne fosse stalo mantenuto, adattandolo però alla deposizione dello ceneri mediante I’ aggiunta delle
nicobic e dcirapparecchio per versar le liba-zioni.
Sulla fronte si legge in lettere rosse anticlii.ssime :
GLAD ■ PAH . XX Q . MONM
HYFt • P\'G • NOIA • K ■ .€\IS
V . NONAS ■ MALAS ■ ET
yènX t io
Yl
ElUT
Cioè: venti eoppic di ¡lìudiiilori di Qiiinlu Mon
¡¡io e ri sarà la cuitìu.
Solfo fu tracciato anche in Ìctlcre rosse
itiifn pufineranno in Nola (?) n
la molto evanescenti:
LYS1\'M SATVRN ■ PP • YB • ÓYF
' r/ionti 1, 2 c 3 di mag-
Preghiamo di eleggere il primipiìare Liirio Lusio Salurnino, uecellenle persona. .V «junlla guisa clic
nella epigrafe di Tampio Sabino, riferita sopra, la magistratma urbana del (i-iliiniafo della plebe venne
aggiunta al ncmc del candidalo por meglio raccomandarlo , così nella |ii-csoii1e iscrizione la menziono
del /jj-inm.v pilns, carica temila in antecedenza dal candidato e oslranoa all'alto ai |irogi-aii)iiii di Pompei,
non potè avere altro scopo. La medesima iscrizione ricoric di nuovo sul lato oi-iciifalc del sepolcro; ma
divenne invisibile , quanilu fu innalzato il mnnuuienlo adiaccnle. Sul lato occidonlalc |ioi dello .sicssn
sepolcro nc avanza solo il cognoiiic SATYBN.
Più sotlo, seniprc sulla l'«-onto, al di sopra «lolle tre niccliio l'u scritto l’avviso già menzionalo ,
relativo allo smarrimento di una caviilla.
11 secondo sepolcro attiguo a «picllo era descrilla si eleva sopra un basamento di l';ibbiica rivestilo
di stucco, lungo m. 3,80, largo ni. 2,‘.K), ulto ni. 0,3(1; sulla l'ronle il basamento sporge innanzi
dalla Taccia del monumento di ni. (1,30. 11 sepolcro ba (juindi Torma rettangoiarc, c la sua altezza
massima (poiché la parte superiore è caduta) è di iii. 3,00, la larghezza di m. 3,55 (coiiiprcso
lo colonne angolari) c hi proTondilà di ni. 2,75 (comprese simtlipcnlc le colonne). È co.sti-iiito di opera
incci-fa di lava, rallbizalu negli angoli da filari di malloni, che si allemano con tilai i di |iic(rc di liilb,
tagliale a guisa di mattoni; cd è tulio rivestito di stucco bianco lìscio. Da ciascuno dei duo angoli del
prospetto sporge un /, di colonna laterizia scanalala, con ca]iilello romano-corintio di tiiTo, clic sorregge
rarebitravc, menlrc a ciascuno dei duo angoli postorioi-i è addossata una mozza colonna, anche scanalata.
Noi mezzo del nionumcnlo è praticalo un passjiggio a volta piana, largo in. 0.!I5, allo m. 2,07,
c rivestilo inlcniamcnto di stucco liscio. Noi suolo di ipiesfo passaggio sono ancora infissi due cippi ad
erma di lava; c nella sua parete uccideiilalc sono cavale due piccole nicchie ad arco, i-ivoslitc d’intonaco
ncìrinicriio. Da iilliiiio sulla Troute del nn lunuciKo, all’ idtezza di m. 0,88 dal vano del passaggio,
corre ima cornice lunga ni. 2,1-4 c sporgente per ni. 0,13, sorretta «la duo mensole. Apiiarlenno il
descritto sepolcro a un L . Cesio e ad una Tizia, i cui liberti sono ricordali nelle seguenti cpigrali
niarmoi-cc, raccolte noi menzionato passaggio;
1) cippo ad cnuii di niiu-nio
TlT-:)-L-YESBINA
cioè : Tizia Ve.sbina. ìiberla di Tizia.
2) Allro cippo simile
TITIA-yL-OPTATA
Tizia Optala. ìiberla di Tizia