iicl primo murctlo divisorio, cd ora oUiiralo, in un canale, clic è addossato al muro orientale del
peristilio. Attraverso il primo, il terzo o il quinlo nuirctto divisorio passavano tre altri canaloni, clic
sboccavano ciascuno in un gran dolio di lerracolla. In fondo al primo scompartimento ovvi una specie
di nicchia semicircolare, poco profonda, con un incavo lungo il lato inferiore, che sarà forse servilo di
appoggio per costruzione in legno; in mezzo al .secondo sta una vasca di lerracolla, c innanzi a! terzo
vodesi un banco di travertino, adibito forse per distendere o rasebiare le pelli, accanto al quale ve n è
un altro di fabbrica. Due bassi pilaslri di tufo, situali nell’area del pcrislilio, doveano sostenere una
tavola di legno o altro. Nell'area medesima vi sono due canali, dei quali T uno sboccava dal lato sud,
e l’ altro dal lato ovest. Su questo lato Irovansi la cucina e la latrina in prossimilà dei tre letlL Inclinali
accennali di sopra, mentre su quello meridionale è un vano, dal quale inediaiUe una scalinata di l'abbrica
si discende in un vasto recinto, risultato daH’ abbaUimcnto di coslruzioiii preesistenti. Sotto al portico
scitentrionalc s’ inconlrano a dcsira, dopo l’ ingresso, duo. celle, c ritornando sotlo al porlico orientale,
nel primo dei suddetti scompaiTimenti, accanto ad un podio rivestilo di stucco imitante i marmi colorali,
forse un domestico aliare, ovvi l’ ingresso ad una cella conteiiciile una breve scalinata e comunicante con
un cubicolo fincstrato. Per la grailinula si asconde ad una iocalilà piiUtoslo larga, che formava quasi
il centro dell’ opificio. Nel mezzo sorge un pilastro, clic serviva di sostegno al soffitto: il pavimento
è occupato in gran parte da quindici grosso vasche, disposte in due filo per due lati c rinchiuse da
un rialzo di fabbrica. In ogni gruppo di quattro vasche c frapposto un lungo incavo rettangolare, sopra
i cui margini vedesi un’ anfora priva della inolà supcriore e destinala a contenere materie occorrenti
alla lavorazione. I lavoratovi poleano commodamcnlc passare sullo spazio tra una vasca e 1’ altra. Esse,
allorché furono scovcrto, serbavano ancora i residui ili una sostanza, della quale sarebbe riuscita utilissima
l ’ analisi chimica. Uno strettissimo canaletto rasenta i! muro orientale e metà del settentrionale. Una
sola parte delle pareli di questa località è decorala, ed esibisce in mezzo allo solile riquadrature uccelli,
maschere e gli attributi di Giunone e di Minerva. Sul lato nord ovvi un recesso fra due rustiche
cello, la prima delle quali contiene due altre piccole vasche.
Sul muro esterno del descritto cdifizio, accanto all’ ingrosso, si legge graffito M ■ VESONIVS, il
nome forec del padrone deH’ ofiìcina; e poco discosto vi è puro inciso VIA 111, che il Fiorclli (Descriiionc
di Pompei pag. 30) ha inteso come designazione del vico. Credo utile di riferire qui il suo ragionamento:
B . . . . sono gruppi di abitazioni private cosliluciili varie Ìsole, divise da strado minori, alle quali
B atlribuivasi un numero di ordine, in relazione col decumano della propria Regione. Ciò sappiamo per
a avventura da una scoperta teste fatta nella prima di c(ucsle vie, posta tra ]’Isola prima c la seconda,
a ove è comparso grallito sulla parete esterna di un edilìzio VIA i li, che non può supporsi dinotare
B allro se non il nome stesso della strada, in cui trovasi scritta: dulia quale epigrafe risulta,
B non solo la conforma della distribuzione della città in nove Regioni, ma anche una norma sicura
3 per l’ appellazione di tali vie minori, che ricevettero fin qui nomi avhitrarj cd incerti.— Ed invero,
8 se gli antichi avessero considerala Pompei come spartita non in novo ma in quattro segmenti o
»regioni, la enumerazione delle vie secondario, parallele al decumano, avrchbo dovuto cominciare dal
B primo di essi, cioè dalla strada detta delia Fortuna ; ondo la via non ha guari scoperta sarebbe
»stala la selliiiui dopo il primo decumano, discendendo da scllenlrione a mezzogiorno. Ma poiché
» trovasi invece indicala come lena, c tale iufalli risulta coordinata alla strada, elio partendosi dal
» Foro passa innanzi la casa di Epldio Sabino, deve concludersi che anche questa strada fu tenuta dai
B Pompejani come normale, o secondo decumano della cillà: il che rende ni.aggiormcnlc sicura la
8 esistenza dei due cardini, o nc conferma la divisione in nove segmenti o Regioni.... D’ altra parte è
» certo che tali vie secondarie ebbero un numero progressivo per ciascuna Regione, di cui delimitavano
B le Isole, c non ritennero lo stesso numero per tutta l’ ampiezza della città, da oriente ad occidente;
B poiché non sempre esse continuano nella medesima direziono, e se pure talvolta ciò avviene, le
B numeroso eccezioni non possono far tenere quella foiTiiita corrispondenza, come norma sicura di un
8 fondamentale ordinamento. Eppcrò so in ogni Regione si denominarono con numeri lo vie parallele
B al decumano, dcvesi con molta probabilità congetturare, che anche la stessa progressione continuasse
B per le vie parallele al cardine: e quindi clic lutti i sentieri di ima Regione fossero conosciuti per
8 numeri, salvo qualche nome speciale dato ad una strada in particolari circostanze.... a
All’ angolo nord-est dell’ Isola s’ inconlra una delle solile fontane pubbliche, che conserva lullora
il suo tubo di piombo, uscente da! mezzo di una patera scolpita nel cippo.
3.“ Finalmente vi è una porla, per la quale si entra in località diruto cd abbandonale, ove si
rinvenne una bellissima impronta di corpo umano, che ora si ammira uel piccolo Museo Pampejano.
flejione V I , Isola 13.® — Quest’ isola circoscritta dal (ieetimaiiiM maior, dalle vie octaua e nona c
da'quclla parallela al decimanus venne in parte scavata nel 1837 e in parte nel 1874: nella descrizione
non mancherò di notare le località tornale a luce in quesl’ullimo tempo.
1. Bottega comunicante con la casa seguente.
2. E un’ abitazione , il cui androne immetto nell’ atrio luscanico con impluvio di pietra e puleal
di maiTTio ; a dritta di esso si trovano un’ apolheca , un cubicolo o 1’ ala , c a sinistra stanno una
cella con focolare , un- altro cubicolo ed una seconda apoìlieca con rcposilorio sottoposto ad una
scalinata di legno , coi si accedeva daH’airio medesimo. Il lablino è situalo fra un oeci« e la faucc,
cui è adiacente il triclinio. Vien dopo il viridario inlcramonle sterrato nel 1874 c cinto da portico
sorretto da colonne, che son congiunte tra loro mediante un podio di fabbrica, nel quale è incavato
il canaletto dei fiori; intorno a questo si rinvennero alcune piccole ormo, di cui due bicipiti, e due
leste di leone per getto d’acqua. All’ angolo nord-est del viridario o peristilio sta un’ ara rivestila di
stucco giallo, che su i due lati presenta i due serpenti in rilievo; sul muro, al di sopra di quest’ ara,
sono dipinti i solili Lari in piedi col ritone c la sitala. A dritta del portico si trova una cella familiare
con apolheca accanto e una scala pel piano superiore ; a sinistra s’ incontra da|)prima un cubicolo ,
poi il posliciim n. 21 o porla secondaria della casa, che riesce sul vico occidentale, indi due altri cubicoli
semiti da un’altra apotheca c da un rcposilorio sottoposto ad una gradinata indipcndontc, avente l’adito
n 20 sullo stesso vico occidentale. In fondo si apre una grande e.xcdra o triclinio, col pavimento di
mattone pesto misto a pozzetti di marmi colorali, e con le pareti decorate come al solito; su quella a
sinistra vedesi l’ importante dipinto di Medea e le Peliadi. Attigua ali’ esedra sul lato sinistro ovvi la
fauce, che dando adito ad una cella familiare menava poi alla cucina ed al cesso.
3. Bottega comunicante colTabitazione or descritta.
4. Gradinata di cenacoli superiori.
5. Bottega con la scala per l’ammezzato.
6. Viene in seguilo un’abitazione appartenuta forse ad un tal Marco Terenzio Eudosso. Dall’androne
si entra ncH’atrìo luscanico, che avendo nel mezzo l ’impluvio e la bocca della cisterna, è circondalo
da quattro cubicoli c dalle due ali. Il labliiio era decoralo di due grandi quadri, dei quali ciascuno
nc avea ai lati altri due più piccoli : sulla parete sinistra si vedeva nel mezzo la rappresentanza
di Ercole cd Onfale, e nei quadretti laterali le note scene di Venere e Adone , e di un Satiro con
una Ninfa ; sulla parete destra eravi nel mezzo il dipinto di Bacco c Arianna, c in uno dei quadrelli
di lato, essendo l’altro distrutto, era ritratto Apollo citaredo. Il tabiino è costeggiato a dritta da un
iricliuio invernale c a sinistra dalla faucc, che conduceva al viridario , di cui l'area destinata alla
coltivazione è delimitala da podio. Nell’ ambulacro anteriore o meridionale trovasi un oeciis, attiguo
alla suddetta fauco, e una gradinala per montare a taluni cenacoli indipendenti, cui si accedeva anche
dal vico orientale. Ad occidente ha l ' ingresso un cubicolo dislerrato nel 1874 , nel quale tornò a
luce la seguente iscrizione gralTita:
SEMPER - M • TERENTIVS EVDOXSVS
VNVS SyPSTENET AHICOS • ET • TENET
E T • 'fVTAT SVPSTENET • OMNE MODV
cioè: sempre Marco Tcremio Eudosso solo sostiene gli amici, e li manliene a li protegge; li sostiene t»
{ullt i modi. Pare sia un elogio fatto da un ospite, bene accolto, al padrone della casa, M. Terenzio
Eudosso. 11 verbo (¡dal sta por (u/aiHr, mollo più usato ; l’omns modit, invece di omni modo , è una
sgrammaticatura della lìngua parlala. Fra le altre epigrafi tracciatevi con lo stilo è da notare NICII
(jVice) accanto alla figura graffita di una Villoria con la palma. Nel fondo s’incontra un triclinio
estivo finestrato, del quale una metà tornò a luce anche nel 1874. NeH'ambulacro orientale sono l’uscita
secondaria dell’abitazione n. Il, duo celle familiari, la cucina col focolare e il cesso, e una scalinata.
7. È una bottega contenente una gradinata c un pogginolo con fornello; sulla parete a sinistra
vedonsi graffile varie zappe c falci, che forse vi erano esposte in vendita su di una scanzia sostenuta
da robusti mutuli di legno.
All’ angolo orientale dell’ Isola è situala una fontana pubblica, che nel cippo esibisce la protomc
di bove.
8. Svoltando l’angolo si trova l’adito indipendente dei cenacoli, a cui si accedeva anche dal peristilio
della casa ór descritta.