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Cliiudiamo la scric di queste liprodiizioni col grazioso graffilo in ionna di cuore che l'iporliaino
al N. 5 :
PSYCE
Il tiiorc è formato dai due rami della Y clic ricongiungendosi al disotto della parola dopo averla
circondata acquistano quella iorimi.
Noi non vogliamo entrare nelle discussioni elio si son fatte intorno a questo simbolo , in cui
alcuni lianno semplicemente letto Psielic, altri lianno voluto ravvisarvi un simbolo della vita ;
poicliè i Romani Iraduccvauo T espressione greca con vita.
La più giusta lezione, senza tanto arzigogolare sarebbe: Psiche è il mio cuore.
Nella Tav. VH abbiamo limiili parecclii disegni graffiti, clic meritano di essorc notati non solo
come curiosità archeologica, ma anche porcliè per inqicrfciti c irregolari che ossi siano, pure per le
iscrizioni che talvolta li illustrano, c per le prezioso osservazioni a cui hanno dato occasione, lianiio
ili molti casi avuta una vera importanza scientifica, per l'Arclicologia e la Paleogriifia Pompcjana.
Quasi tutti (jucsli disegni riproducono figure di gladiatori, rese con maggioro o minore perfeziono,
sia che rappresentino dclcrmiiiati individui , sia che rappresentino semplici figure latte per sollazzo o
per caricaluia dai lauciulli pompejani sulle mura delle vie. Anche in Orazio noi troviamo ricordata
questa abitudine di dipingerò sulle pareti le pugne gladiatorie .
Qui peccas miiiiis iilipie eyo cum l'tdvi, Ruhdiipie
Aid Plavideiimi conlenlo popUle miror
Pniclia rubrica pida ani carbone, veinl si
Reverá piiipianl, feriani, vileiUquc moveides
Arma airi.
Noi abbiamo raccolti tra ipicsti disegni quelli che più ci parvero chiari o importanti per darne
un saggio ai nostri lettori onde completo, per quanto era nelle nostro forze , rinscissn questo breve
capitulo sulla Paloogralia Pompojana.
Ai N. 1 c ‘2 della tav. Vii son riportali duo rilratli eseguili in carciatura. Sul primo in cui
1' ignoto artista si diè molt.n pena di ritrarre i capelli, o che è eseguito tutto a tratti spezzati come
nel moderno disegno si costuma, è scritto in corsivo NASSO FADIVS, Torso il nome del personaggio
che con quella figura si aveva in mente di ritrarre. Noteremo a questo proposito che al secolo di
Augusto era iiiTcIcganz.i di stile ¡1 fare precedere il nome di famiglia dal prenome o soprannome,
come si ritrova in questo caso, in cui la lettura corretta sarebbe FADIVS NASSO. Coronato d’alloro
è il secondo ritratto, forse di un tale PEREGRINVS come è scritto sopra; ed in ijiicsto la caricatura
è evidente, per la forma del naso adunco, a becco di uccello di rapina , per 1’ occhio eseguilo con
due cerchi l’uno ncJTallro dominali da mi tratto orizzontale, che aumenta la espressione ridicola del
ritrailo. È eseguilo come un semplice profilo, con lui solo tratto, c bisogna senza dubbio riconoscere
clic se colui cbc lo dipinse ebbe m mciilo di far ridere alle spalle di quiilcimo , dovette pieiiamciilc
raggiungere il suo scopo.
Seguono ai N. 3, 4 c 5, Ire elmi che per la loro forma sono ccrUmicnle ghuliatorii. Rimandiamo
per più esalti particolari sugli elmi gladiatorii alle tavole dei cap. Caserma dei Gladialori (Voi. 1).
Nel primo si vede chiaramente il cimiero e la piuma laterale. Nel secondo che è il meglio
rappveseiiliilo si vede benissimo il cimiero, le due mentoniere, c la larga falda che serviva a difendere
la l'accia c le spalle dai colpi cadenti dall’alto, l’iù confuso è il terzo, in cui però abbastanza distintamente
si riconosce il cimiero a raggi e la visiera earalloristica negli olmi gladiatorii, poiché è saputo che i
soldati non ebbero mai tii.dcm (Garrucci).
Al N. C vedesi riprodotto un impoiTanle grallito che fu trovato nella viottola tra i duo teatri
che sbocca nella via cbc mena alla |iorla di Slabia. Uu gladiatore ben ¡lianfato sulle gambe, in atto
di ripararsi con lo scudo, 6 pronto ad ofl'cnderc col gladio elio ha nella mano destra. Quantunque
il disegno non sia perfetto, si vedono cliiarameiilc i particolari dcH’armalura: l’elmo sormont.vlo da ima
piuma, la gorgiera, la forma del gladio, le fran¡¡e che ornavano la corazza, c spccialmento i gambali
allacciati alle duo gambe, clie hanno pciniesso di risolvere niT importantissima qiiistionc suli’armamento
dei gladialori; poiché i soldati romani non portavano clic un sol gambale all’ arto destro. Accanto a
questa ligura c gi'affila ima serio di nomi seguita da numeri. La più giusta interpretazione è che essa
indichi una lista di gladiatori con T indicazione del numero delle loro vittorie.
Essa va letta così .
VIRIOTAL CL SEXTIVS G
VALER XXV VIRIOTA CL
AMOX LXXV VALICR IXXV
S ERVIL c VALER 1.XXV
MARCVS L
SEQVAX LXXV
SEDVLAT XXV
VIRIOD I.XXV
ITOFAC 1.1
ANABTO LX X
(piesUi lista parcccbi nomi barbari : Firio/ni».? , Scqiinnus , Sedulaliis , Vinodus ,
Ilolugus. gladiatorie nc rmoiio ritrovate molto in l’omiwi , o ci lornirono gran numero di
nomi c di naiiicolari su «lucsta classe di disgraziati costretti ad uccidere per non essere uccisi, iguoraiiti
islrumcnti di distruzione, carne da macello, destinali a dare spettacolo di lorocc destrezza pci’ d.letU.re
ima turba di popolo avida di sangue e di orrendi spettacoli.
ImporUmtissimi sono i disegni dei N. 7 c 8.
Nel primo sotto la scritta
FAVSTVS ITACI NERONIANVS
gradinala. All’altro lato delia figura
graffili iimnodialamciilc sopra di essi.
son cinque figure:
A sinistra in allo vedesi il dircllorc dei giuuclii sopr;
sor. due gladialori, i vi.i nomi l’RI.SCVS e IIERENNIVS,
Il gladiatore clic volge le spalle al direfture dei giuoclu cd agli altri personaggi .si covre con
10 scudo, c sopra di esso si legge ;
1-ItlSCVS • N ■
VI. V
cioè il noi; c col mmicro delle sue vittorie; gli sta di scontro llcrennhis su cui si legge :
IIERENNIVS
L XIIX
11 quale lia lascialo cadere lo scudo; .|uanlmnpic nella destra mano abliia ancora la spada, con cui
si rivolge contro Prisco pure si vede cliiaramcnte clic il disegnatore ebbe in mente di ritrarre la fine
del combattimento, in cui Ifcreimius ebbe ia peggio, porche implora la vita dal populo , elevando il
dito delia mano sinistra.
La lettera L che da alcuni fu credula una espressione mimcrica da rilegare alla seguente lu
invece dal Garrucci lilcnula come la sigla di Libcriiis , c si sa clic i gladiatori Liberti crniio mollo
stimati negli spettacoli , come quelli che coi loro valore erano riusciti a eonquistarc la libertà. Ecce
habUuri sumus nmntis e.cccllenlc hi triduo die festa; familia non laimtiña, sed plurimi liberti (Pcironw,
c. 45).
Sui gradini della scala vedasi un reziario armato di un tridente c in mozzo alla figura uu
personaggio armato di una verga. Si tredelle da|iprima clic esso rappresentasse un cavaliere , e si
dedusse ciò dall’ E die alcuni'lessero accanto a lui, ma da calchi di tale graffilo rilratli con maggiore
accuratezza si vide die ia siipposla Icllcra nou era che T estremità di mi tridente , che a]ipaitcncva
all’ altra figura ; onde con maggiore esattezza il personaggio in qiiistionc fu ritenuto per un lanista .
quasi il inacslro degli spettacoli, uno dei cosi delti liberti ludi, clic avendo ricevuto la verga avevano
acipiistala la loro libertà per manumissione.
Non meno importante del precedente 6 il graffilo dd N. 8 , per 1’ inlcrprcfazioiic e commento
del quale riportiamo quanto dal Bcdii fu scritto nel .Musco Borbouieo (Tomo VI).
« Sulle pareli esterne delle case clic sono ultiinc nella Via di Mercurio, ove questa strada si
a congiungc con le mura della Città, si son trovale grallito sul muro con una punta di iiiotallo, ic Ire
« ligure e la iscrizione clic sono <|ul redclnienlc rappresentale. Gioverà qui ricordare ciò che ci lia lascialo
a scritto Tacito al Gap. XVH del Lib. XIV dogli annali, clic cioè correndo a Roma ranno 81‘2, cd il ¡50
« ali’ Era cristiana, nell’ anno quinto dell’ Impero di Nerone successe grave strage fra quei di Pompei c
« quei di Nocera da lieve motivo cagionala durante lo spettacolo di gladiatori che dava Lcviiicio Regolo
« caccialo già dal Senato. Per boria jirovinciale vennero alle ingiurie, poi ni sussi c linalineule alle anni
« (ircndo avuto il di sopra i Pompeiani in casa dei quali .d faceva la festa. Dondechè molli dei Nocerini
« niom7ii per le ferite si rifuggirono a liomu a faro un pianto chi dai parenti chi dei figliuoli morti
« in quella ris.sa , ilal che mosso il Principe commise al Scnuln il giudizio di questo fallo. I l Sellalo
« lo rimise ai Consoli, e quesli iivcudolo riinniK/uio al Senulo furono con pubblico Decrc.lu proibili «i
« /’inn/icimii gli spcllacoli di questo genere; e furono se.iolle quelle brigale che quei di Pompei avevaii
« riiiiiiiiale iileyalmeule. Quaulo a Levhieo e agli allri eiipi della sedizione furon mvida'i in esìlio,.. Fin
a qui Tacilo. Ora vedendosi chiaramente in questo graffino uu monumento di quella medesima boria