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3 4 . È u n ’abitazione, il cui a lrio h a nel mezzo l’impluvio, cd è c ircondalo da due rozze località
c dal tahlino, orn alo di pitture, fra le q u a li è notevole il q u ad ro di Erco le ed Onfalc: ad oriente del
tabiino è u n oecns c ad occidente u n cubicolo fincstrato con le rappresentanze d i Endimione c Selene,
c di Fedra ed Ippolito. Seguono quindi la cu cina, la g rad in a la dol piano su p e rio re o u n a cella penaria.
3 5 . Taberna co n g ran podio d i fabbrica per la vendita e u n a piccola cella nel fondo.
36 . Alira bollega.
3 7 . Androne, che immetto in u n 'a re a , ove di fronte sta u n a cella fiancheggiala d a u n passaggio,
che riesce in u n triclinio fin e s tra to ; a dritta d e lT an d ro n c evvi u n a fau c e, che men a a lla cu cin a col
focolare, u n a vasca e il cesso.
38. Località contenente la g rad in a ta di cenacoli sovrapposti.
39 . Altro compreso d’in c crla destinazione.
4 0 . Bottega destinala forse a lla vendita di commestibili.
4 1 . Pu b b lica la lrin a .
4 2 . È un o stahutuin con la man g iato ja, Tabheveratojo e la sta lla .
4 3 . Cella comunicante con la bottega seguente.
4 4 . Questa h a in te rn am en te u n cubicolo cd u n passaggio che conduceva ad un locale nistico .
45 . Taberna vinaria con du e celle per gli avventori cd u n passaggio, che menava a l focolare e
alla la trin a.
4 0 . Bollega avenlc u n ’an gusta celia c la g rad in a ta delTammezzalo.
4 7 . Taberna con focolare, scaletta, la trin a e cubicolo.
4 8 . Bollega conleuenlc un a vasca, u u vaso d i te rra co tta ed il fusorium; alle spalle h a u n cubicolo.
49 . Poslicum della casa n . 4 .
50 . Bottega d’ incerta destinazione.
51 . Ailra boltega con g ran d i vasi di le rra co lta e duo rozze celle.
52. Adito d i u n a g rad in a ta attualniciitc d istru tta, che menava ad u n piano su p criore.
Tralasciando le isole qu in la e sesta, che sono in p arte scavate, c la settima a n co ra sepolta, passiamo
a descrivere l’isola ottav a, la qu a le, confinando da u n la to con ì’agger delle pubbliche m u ra , è
delimitata negli altri lali dal cardo, e d alle vie secunda, terlia e se.vta. Essa su p e ra in estensione tulle le
a ltre isole finora to rn a te a lu c e, comprendendo parecchi pubblici e d ifiz j, come il Ludo gladiatorio,
i du e te atri, il (empio d i Escu lap io , quello dTside, la palestra di Vibio Vinicio, c il tempio greco.
1. Oltrepassato Tadilo, p e r cui si saliva aìi’agger, qui c ertam ente coltivato, osservandosi tu tto ra i
solchi delle piantagioni, in co n lrasi lu p o rla di u n h o sp ilitm , innanzi a lla qu a le il marciapiede forma
un lieve p endio, p e r d a r comodo accesso ai c arri e agli an imali. Un lu n g o an d ro n e , conlenenle u u
pozzo con un a vasca a lialo , men a in u n ampio giardino preceduto d a u n amb u lac ro , per cui si accede
ad u n a cella ru slica ed a lla sla lla .
2 . Gradinala dei cenacoli dipendenti dall’ a lbergo.
3 . 4 . Bollcghc comunicanti pure col dello hospilium e aventi ciascuna u n a cella d ie troposla; nella
seconda vedcsi u n piccolo monopodio di ma rm o , cbe p o rta a rilievo il busto d i u n Fa u n e tlo con la
ncbrido sugli omeri.
5 . Altra b o tteg a, che contenendo ia g rad in a la e du e celle 6 an nessa alTabilazione seguente.
C. Questa ha l’a n d ro n e , che immetle in u n cavedio, dove in prossimità d ella bollega suddetta trovasi
u n focolare con u n forno: a sinislra evvi u n a ru slic a cella, e di fronte il tabiino rasen ta lo d alla
fauce, che menando alla cucina riesce nclTambulacro, clic precedeva il v irida rio. Ivi a drilla si vede
ii la ra r io , c verso o ricnle trovansi u n g ran d e triclinio a vòlla e u n a cella penaria; a sin istra è la
grad in a la dei c enacoli su periori e l’adito a q u a ttro ru stich e celle.
7. Gradinala di u n piano supcriore indipendente.
8. È u n a bottega abb astan za spaziosa, che contenendo u n focolare e due puleali d i ’ cistorna ha
iiiternamenle \in cubicolo, u n triclinio, un passaggio cbe conduce a due a llre lo c alilà, c l’ammezzato
sostenuto d a u n a colonna lalerizia. Nel suddcllo cubicolo si rinvenne il 16 luglio 1874 u n dittico in
bronzo p o ila n le la copia di u n decreto di Vespasiano , col qu a le veniva concessa la ciUadinanza
rom an a ad a lcuni c lass iarii della ilolla Misenalc. La copia spettava ad u n ta l Marco S u r o , figlio di
Dama , o riginario della Cai'acena , il qu a le , dopo aver compiuti ventisci an n i di servizio militare
nella flotta d i Miseno, in cui e ra sialo rematore, fu dedotto colono a P e s lo , donde venne a Pompei
per esercitarvi forse q ua lche in d iislria. Queslo decreto, pubblicalo la p rima volla d a l Sogliano (Giorit.
(I, Scoi», d. Pomp. voi. I I I ., pag. 5 2 -5 4 ) fu illu stralo dal Mommsen (Ephem. Epigraph. I l i,, p. 4 4 7 ).
9 . Gradinata di cenacoli superiori.
10. 11. BoUcghe, che hanno alle spalle varie celle.
1 2 . Tn6ei-iifl an nessa alla casa del bollegajo, la q u a le si componeva d i u n cubicolo, di un’ apolheca,
della cu cina, del triclinio c di u n piccolo giardino.
13-15. T re botteghe, du e delle q u a li con celle d ie lro p o slc.
IG. È il Ludiis gladialorius o c ase rm a dei g la d ia to ri, giù descrilla in a ltra p a rte di qucsT opera.
17-20. Sono i du e teatri anche descrilli allrovc.
2 1 . Vomilorio del g ran teatro.
22, Androne dipendente d alla casa n . 24,
23 . Bottega ap p artenuta al p ro prietario della casa alligna,
24. QucsTabilazione h a Talrio lu scanico, che contenendo nel mezzo l’impluvio è circondato da
cubicoli, cioè ire su l lalo se llenlrionale cd allrellaiili sul me rid io n ale, Tuliimo dei q u a li tiene h g radinata,
per cui si accedeva a quella parte d ella casa posta in u n livello superiore a lia s lra d a . Le ali costeggiano
il lab lin o , che situato di fronte alTingresso b a allato u n oecus; della p arie elevata dclTabilazione ora
non reslan o cbe pochi indizi del viridario c delle stanze adiacenli.
25 . 1 simulacri in te rra co tta di Esculapio e d’ Igca riuvciiuli nella colla di questo Icmpielto altestano
chiaramente che esso era dedicalo a siflatte divinità. In fondo al piccolo pcribolo, la cui parie an leriore
era coverta d a lello so sten u to d a du e colonne, vedesi T a ra collocala ai piedi della grad in a la , por cui
si saliva a lla c ella. Questa e ra preceduta dal pronao formalo da q u a llro colonne sulla fronle cd un a
da ciascun lalo coi covrispondcnli pilastri. A dc slra d ella porla dcl tempio è Tadilo d ella cella de sú n ala
ni sacci-doli.
2 6 . È Tingresso ad alcu n e localilà dapprima indipendenti c poi annesse ad u n a casa d iclroposla,
a lla quale si en lrav a d a lla p rima delle delle lo c alità. Questa c asa , con u u secondo ingresso nclTangiporlo
clic rasen ta il tempio d’ iside, h a Tatrio con l’impluvio nel mezzo, dove da u n lalo sono quallro cubicoli,
di fronte T u sc ila n e l v ir id a rio , c di rin co n tro ad essa il la b lin o ; a sin islra Irovasi il triclinio con
apolheca annessa c co n u sc ita sul virid a rio , clic preceduto da portico tiene a drilla u n ’ a ltra apolhecu,
u n a cellella penaría c la cucina.
27 . Il c cnnalo angiporto n on solo menava alle abilazioni dei sacerdoti c dei ministri dcl tempio,
m a serviva anche di vomilorio alle ultime gradazioni dcl le alro .
2 8 . È il tempio d’ Iside, già dcscrillo in a ilra p arto di qucsT opera.
29 . É questo u n edifizio volgarmente conosciulo sotto il nome di Ciirin /sioc«, c dal Nissen (Pomp.
Sind. p . 158 sg ;) definito pcr pahieslra. 11 3 giugno 1797 vi fu rinvenuta un a importante lapido osc a, clic
o ra conservasi n ella rac co lla epigrafica dcl Musco di Nap o li; essa Iradolla in Ialino suona co si: TiWiis
Ad iru im s, Vibii jiliu s , pecunium quam iuvenluli Pompcjanae Icstumenlo dedil, ea pecunia Vibius Vmiciiw,
Manie lilius, quaeslor Pompejanus, aediftcium hoc convenios scilo operandum dedii, idem probavil. Val dire
che avendo Vibio Adirano legato in testamento a i giovani p a lestriti pompcjani u n a somma, questa fu
pcr decrelo del sen ato pompejano d e stin a la a lla coslruzionc d ella presente palestra, essendo questore
Vibio Vin ic io , figlio di Ma rio , che n e cu rò la ed ifica zio n e , approvandola dopo compiula. L’ edifizio
consiste di u n ’area c inta per tre la ti d a portico so slen u lo d a colonne, d i cui u n a serviva di fonlana,
versando l'a c q u a nel sottoposto c analello d estinato a rac co g liere quella cadente d alle grondajo.
Nell’amb ulacro di fronte evvi u n tribunal, cui si saliva p e r grad in i diclroposti assai consumati dall’uso,
con picdislallo in n an zi; e sollo al p orlico ad occidenle trovansi gli adili di ire cello, delle quali un a
contiene la gradinala delle stanze su p e rio ri. Duo p o rte mettevano questo edifizio in comunicazione con gli
altri a tli-u i. Dcvcsi allo Schöne (presso Nissen, op. cit. p . IG3 sg .) il merito di avere scoverlo clic alla
decorazione appunto della d e scritta p a lestra apparteneva la s ta tu a dcl Doriforo, conservala nel Musco
di N ap o li, gcneralmcnle ritenuta come pro v en ien te d a Ercolano.
31). È u n grandioso portico so rre tto d a cento colonne doriche (hecalonslylonj, innalzalo nclTepoca
sannilica sulla collina , nel cui centro so rgeva maestoso il lempio greco. Prcccdulo d a propylci con
eleganti colonne jo n ich e, queslo portico consisto di du e am b u lac ri, clic d ipartendosi da u u vertice si
sla rg an o a guisa d i U'iangolo, la cui baso g u a rd a il mezzogiorno: d i qui la volgare denominazione di
foro Iriangolare. Presso a l v e rtice eravi u n a fo n tan a , e poco discosto la s la lu a d i Marco Claudio Marcello,
con la seguente epigrafe su l piedistallo ;
.M ■ CLAVDIO • C • F • MARCELLO
PATRONO
NclTambulacro orientale si irovano più in gressi, dei q uali u no in tro d u c e n e lla palestra già d e scrilla ,
ire comunicano col g r a n te atro pcr d a re a l popolo facile accesso alla summa cavea, c Tullimo è Tadilo
della grad in a la , per cui si discendeva nel L u d o glad iato rio . Un basso podio di fabbrica elevato parallclamcnlc
al dello am b u lac ro , restrin g en d o l’ a rc a cho circuiva il lempio, se rv ì a ren d e re più ampio il passaggio
a l te atro .
31. Il tempio greco, situ ato in mezzo a l descritto portico, fa di questo luogo la parte più veneranda
della disscpolta c illà , dovendosi a b uon d rillo rep u ta re imo dei più vetusti mouumciUi d 'Ita lia . Eretto
verso il sesto secolo a . C r., come lo dim o s tra lo stile delle sue colonne doriche assai simili a quelle
dei famosi templi di Posidoiiiu c di ScliuuiUc, c perciò coevo della fondazione di Pompei, osso venne
abhallulo dal Ircmuolo , e delle suo ro v in e o ra a ltro no n resla che il basamcnlo su cui sorgeva , c
qualche Irouco di colonna. Il b a samento e ra accessibile d a ogni p arie per cinque alti grad in i, ma in
seguilo sulla froiilo, rivolla alToricnle, si aggiunso u u a più comoda scaliiiala per m o n ta re a l p ronao
c quindi a lla cella. Il F io re lli cred e che lale tempio sia sialo dedicalo ad Erco le , dio archcgelc dei
Greci coloni, che insieme ai primitivi Campani ap|iro d a ro n o a questo lido; ma la su a co n gettura sembra
poco probabile, fondandosi solamente su lla mancanza di q u a lu n q u e altro tempio di Erco le n ella regione
circostaulc al Vesuvio, le cui trad izio n i lo c ali p u r si rauiiodaiio a questo dio, o su lla denoniinazionc
di alcuni ]iosli prossimi al nostro Icmpio , q u a li le S(iiiìi«fl Jlcrculeae c la Pclra IlcrcuUs (o g g i