m questa seconda iscrizione :
IIOSPITIVM-niC'LOCATVR
TRICLINIVil-CVM-TIUBVS LECTIS
I1T-C0MJ[
n lo stesso tabiino.
i Sittio u n a lb e rg o , fornito d i u n triclinio dalla quale si rileva essere sta ta la casa c a tre lotti e di
a ltri comodi.
I du e ingressi suddetti d an n o accesso a duo localilà comu n ican ti fra loro per u n adito aperto
nel mu ro che le divide: la p rima slanza con u n ampio banco di fabbrica rivestito superiormente di marmi
è bipartita da u n mu ro con larga lin c s lra , dietro a l quale erano situali ì tre lotti del triclinio. La
seconda stanza contiene due colle, u n lavatoio e la la trin a.
N. 4G. U scita postica della seconda casa di Siricu.
N. 4 7 . Casa d i Sirico, che comunica con Talira, e della quale, come si è detto, i lettori trovano la
descrizione in quest’ opera.
N. 4 8 . Ingresso indipendente del bagno mu liebre.
N. 4 9 . TabBriia con piccola cella e con la nicchia dei Penali.
N- 5 0 . A ltro ingresso a l bagno virile.
N- 5 1 . Po rta della fauce, che comunica con la p alestra.
N. 5 2 - 5 8 . Seguono sei anguste botteghe ed u n a fauce , le q uali comunicano Ira loro per u n
an gusto corridojo che vi sta alle spalle.
N. 5 9 . Gradinala per salire alle stanze sovrapposte alle indicate botteghe.
N. GO-G i. Spazioso botteghe con ammezzati superiori.
L’Isola seconda d i questa regione è c ircoscritta dal cardo, dalla via sc cm d a , p rima e nona. All’angolo
meridionale trovasi il castello aquario.
N. 1. 2 . r a 6eniflc.
N. 3. È u n p isirintim app arten u to al d u umviro P . Paquio Pro cu lo . L ’androne, sul cui pavimento
si eleva u n gradino d i pietra, mette nelTalrio, in mezzo al quale evvi u n serbalojo di acqua circondato
da porlico. A sin istra eravi u n a scalinata ora d istru tta, nonché c inque rozze stanze, le q uali sembrano
essere stale u n a cucina col cesso, tro cubicoli ed u n a sta lla .
A d rilla d e lTalrio si trovano altre cinque localilà, la p rima c la terza bipartita da u n sottile mu ro
d iv iso rio , e frammezzate da u n ’ apolhcca , ch e poscia fu m u ta ta in un a f a u c c , per cui si enlra
nelTaltigua abitazione. Nella q u a rta slanza era il paiiipcium, che per u n vano abbastanza largo comunicava
col praefarnium. Dal potii^cinm ovvero dalTalrio si passava nel pistrin um p ropriamente detto; vi stanno
tre molae, la mela di u n a qu a rta priva di ca tillu s , e la base d i u n a quinta. Vi si veggono inoltre due
serbatoi di acqua, u n a vasca scavata nel su o lo , la bocca dcl pozzo, u n piccolo dolio c tre poggiuoli.
Sulla parole orientale ew i il dipinto larario di Vesta in p ie d i, che avendo alle spalle l’ asino regge lo
scettro e protende u n a mano su ll’ ara : d’incontro lo sta il Gonio familiare, che p o rtando il cornucopia
protende alla su a volla la d rilla sull’ a r a ; su ciascun Iato del dipinto si vede u n Lare c o ro n a lo , col
rilone e i a patera. Finalmente trovasi u n ’ u ltima stanza, che potrebbe essere Tftorreuw.
N. 4 . 5 . Sono du e tabernae, che precedono la casa de! panettiere Paquio Proculo.
N. 6 . Questa era nello sta lo di rinnovazione, allorché sopravvenne l'incendio vesuviano. L’androne,
ch e mette n ell’ atriolo , no n c che u n a bottega , la cui porla fu resa p iù angusta. Il piccolo alrio è
circondato d a sci cubicoli, e d i fronte ovvi u n oecns, che si era già m u ta lo in lahiino e decorato con
qu a llro q u adrelli circolari, quando, o ttenutosi dal padrone deU’a llig u a officina tincloria il permesso di
aprirvi u n a fineslra, quest’ oecus fu spartito in due, cd un a p arte fu adibita p e r fauce, che conduceva
alla cucina, e l’a ltra per triclinio.
F ra Io p itture, che già erano state ultimate, la più pregevole è u n q u adro *, in cui il duumviro
Pro cu lo crasi fatto ritrarre insieme alla moglie, vestito di ioga magistrale, e col volume nella d ritta ,
mentre la su a donna avvicina alla bocca la pu n ta dello stilo, quasi meditasse su ciò che avrebbe d o vuto
scrivere no’ pugillari, che tiene a perti n c lT allra m a n o *.
N. 7. Bottega con gradinata pcr l'am m ez za to .
N. 8 . Adito di u n a scala p e r cenacoli superiori.
N. 9 . Taberna con cella dictroposta, c con la la trin a situ ata al di sotto della scala precedente.
N. 1 0 . Altra bottega d ’ ignota destinazione.
N. H . E u n ’ officina offeclorum o iin io rio di panni. NclT androne evvi a sin islra un a cella, nella
q u a le si ricevevano c si restituivano i p anni recati alTofficina. L’atrio era stalo tram u talo in u n cortile
con portico, sotto al quale orano collocale nove fornaci con le corrispondenti caldaje, u n a pila rotlangolavc
di p ie tra, u n puleale o du e grandi vasi d i terracotta.
A d ritta della porla d’ ingresso si trovano due cubicoli c all’ eslremilà d i queslo stesso la lo del
porlico è u n armadio incavalo nel m u ro , ove sopra q u a ttro scansie di legno si raccolsero molti vasi
c bottiglie di vetro per contener colori. A sinislra stan n o du e celle ru stich e, la gradinata pcr la quale
si montava ai lastrici, e u n occus con cubicolo accanto. Rivolto ad oriente c il labiino fiancheggialo
Bl Museo Nazionale. • Cfr. Qlom. Scav. Pomp. x 1. p. 03 ta
da due cello abbastanza spaziose, delle q uali una comunica pcr u n piccolo va
N. 4 2 . Bottega con ia scaletta pcr Tammezzalo e la niccliia dei Penali.
N. 1 3-15. È u n ’ altra abilazionc , il cui ingresso é costeggiato da due botteghe , dello q uali la
prima avea la scaletta ed un a porta di comunicazione coll’ alrio , che poi fu mu rala ; la se c o n d a ,
posta all’angolo nord-est dclTisola, contiene il podio per la vendila delle vivande c comunica con u n a
piccola cella, dalla quale si entrava nel triclinio della casa medesima.
Questa ha l’androne che immellc n e lT a trio , sul cui lalo sclientrionaie cvvi Tingresso al suddetto
triclinio. Di fronte si apre il lahiino decoralo di qua ttro dipinti, cioè Venere seduta sopra u n toro marino;
Pane barbalo cho scopre un a Baccante addormentala; una Nereidc portata da u n ippocampo; o finalmente
Paride, che g uarda le Ire dee, cd al quale Mercurio addita Venere. Il tabiino è rasentato d alla fauce,
in cui a dritta sono tre aditi, u n o pcr Yapolìieca Irictinii, l’altro per la cucina e sue dipendenze, e il
terzo pcr la gradinala allo stanze su p eriori c p e r accedere ad u n ergastolo : nella stessa faucc poi a
sinislra vi è una porla , per cui si cnlra in u n c o n c la v e , che comunica con u n oecus c col piccolo
viridario, dove, oltre ad u n a figura di Ercole, sono dipinti i due Lari aggruppati presso l’altare c aventi da
u n lalo Giove poggiato allo scellro con l’aquila in mano e dalTallro Minerva arm a ta , con la civetta ai piedi.
N. 10. Questa casa appartenne senza dubbio a l d u umviro M. Gavio Rufo, come lo attcstano due
iscrizioni graffile accanto al suo ingresso. A d ritta dell’androne cvvi u n cubicolo, e a sinislra la cella del
servo atriensc, la quale comunica con uno slnhulum. L'a trio ha l’impluvio marmoreo nel mezzo, accanto
al quale sla u n poggiuolo so rmo n ta to da! gruppo di u n Fau n o cd u n cane , clic versava acqua dalla
Locca. 11 lahiino monca, ed in suo luogo vi è u n a spaziosa porla, p e r cui si cnlra nel peristilio , nel
quale tengono pure T uscita il triclinio ed u n oecus , clic costeggiano T a trio . L’ occhs è decoralo di
riquadi'iilui'e , in mezzo alle quali si doveano dipingere a lcuni q u ad re tti, di cui u n solo fu eseguito c
rappresenta Danae che riceve in seno la pioggia d’oro. Qui furono rinvenuli sette sclielclri uman i, di uno
dei quali bocconi cd in allo di supremo sforzo fu presa la forma in gesso, ricavata dalla impronta cbe
n ’era rimasta nella cenere. E questo senza dubbio u n trovalo dcl Fiorelli, d ie va altamente lodalo; por
esso non abbiamo più innanzi agli occhi un nudo scliclclro, alla cui visla si è o rmai indifferenti, ma ci
sentiamo profondamente commossi nel rimirare quello formo, nelle quali p a r che da pochi istan ti sia
cessato il palpilo della vila (V. Tav. XVIII).
11 peristilio, clic é formalo di dodici colonne , lia nel mezzo un a fontana , c sul lalo occidentale
vedesi un o spazio rettangolare bipartito per due armadi! d i legno, od u n incavo n d muro privo di porla
a guisa di sacrario. Qui vicino si raccolsero insieme ad altri oggelli le sta tu e tte in bronzo di u n lare, di
Palladc, d i Apollo, della F o rtu n a c lo sgabello di u n lello tricliniarc. NclT ambulacro di fronte trovasi
u n ’ esedra fiancheggiala da due cubicoli , dei q uali quello a dritta comunica con la sua relroslanza
(cot/icciiia). L’c.rcdra era decorata di quadri, di cui ire furono trasportati nel Musco Nazionale, o rappresentano
il p rimo Bacco insieme alle figure d d Solo e di Venere, il secondo Teseo uccisore d d Minotauro, c ii
terzo Rii'iloo vincitore dei Centauri. Sotto al portico orienlalc stanno due flj)of/(mic,nna zolhecula dipendente
(lalTattiguo cubicolo cd u n triclinio ornato anche di u n quadro rappresentante Bacco, clic por salvarsi
dall’ ira di Licurgo corre a ricoverarsi in seno a Teli. Seguono due occi cd u n ’arca scovcrta, ¡ireccJula
dalla p o rla , d ie immetteva nella cella penaria c n d la cucina.
N. 17. Taberna che iia in fondo la scaletta di legno pcr il cenacolo siiiicriorc.
N. 18. Da u n suggello di bronzo rinvenuto in questa casa sappiamo elio essa fu aiutala da un
tal Cajo Viblo Italo , il quale la facca rinnovare, quan d o sopravvenne la catastrofe. Per il solilo niidrone
si entra nelTalrio luscanico, in fondo al quale era il tabiino. A sinislra dell'androne è situ ata iin’ampia
stanza, e a d ritta la cella delTostiario, con basso subsealare appartenente alla gradinata di iin’abilazione
supcriore , che s’ incontra sulla via al n. 19. Sul lalo orientale dell’ atrio si trovano duo cubicoli , c
su ll’ occidentale T adito alla scalinata d d piano superiore c u n a colla. Il tablino è costeggiato da un
OCCHS c dal triclinio preceduti da due ali. Il peristilio, che rinchiude il viridario colla piscina cd u n pozzo,
ha in un estremo T edicola dei Penali. Sollo al porlico orientale sono varie celino familiaricae , c
n ell’ ambulacro meridionale si apro u n ’ e,mira fra u a ’ apotheca cd una cella rasentata dalla fanco, che
menava alla cucina, donde pcr un a gradinala di legno si discendeva nella ioàenm n. 4 2 , ove Caio Vibio
esercitava la sua industria.
N. 20. Quest’ abitazione ap partenuta a Numcrio Popidio Prisco fu splendidamente decorata c , a
cagiono della sua importanza, rifrugala dopo la calaslrofc vesuviana, corno lo attesta l’ epigrafe rfomus
p e rii« « scritta in carallcri greci. Un piccolo vestibolo precede l’androne, che ha a sinislra un triclinio
finestrato e a destra una cella ru stica pel servo atriensc. L’alrio, ornalo dei busti di Paride col pedo o
T Amore sulla spalla, di un a donna col dittico in mano o lo stilo avvicinalo alla bocca e di quelli di
Marte c Venero riu n iti, tiene sul lalo orientale qu a llro cubicoli, c su quello occidentale ia cuciua col
cesso, indi u n a cella che cuinimica colTalliguo pistrino n. 22, u n ’apolcca c due cubicoli. In fondo trovasi
il labiino fra u n oecus cd una faucc, la quale comunicando con u n a celia familiare riesce nel viridario.
11 tablino , clic è d u p lic e , tiene dalla parlo rivolta al vasto giardino u n triclinio da ciascun lalo. Sollo
ul porlico orionlalo dcl suddetto giardino trovasi l’adito di u n sotterraneo c il larario. Nell’ ambulacro
meridionale è situala un a cella familiare comunicante con due apolhecae che precedono u n ’excdra; nel
porlico occidentale stanno u n occi« cd u n a p o rta che univa quest’ abitazione ad u n ’ altra p iù piccola
avente T ingresso separalo nel vico ad oriente n . 38.