iscrizione riferita da Laerzio, se no n che premette a quello d’Èrcole il nome di Callmico > ; con ch e vicn
a formarsi u n doppio senario, il quale no n è certamente fo rtu ito , ma compone u n vero epigramma;
È evidente che in questa iscrizione, Callinico n on è il nome dello sposo, ma u n aggiunto d i Erco le ,
il quale dicesi abitar quella casa per essere sotto la sua p ro te z io n e , e nel modo stesso che si è letio
in Pompei sopra u n fo rn o : BIG. HABITAT. FELICITAS. E perciò ap p u n to soggìugnevasi ; nessun
male vi enlri Se no n clic colla su a risposta in dicar volle il cinico che a n u lla p iù giovava il soccorso
(«/.ìzaxi«) d’Èrcole dopo che la b a ttaglia cioè le no zie , era già avvenuta. Presso i! Sagittario * possono
risco n tra rsi le a u to rità classiche relative a ll’u so d i scrivere i nomi delle co rtigiane sulle proprie loro celle
c de’melniores che scrivevano sulle imposte delie case il nome di coloro, p e r cui alloggio erano destinate.
A’ due lati dell’ ingresso risaltano ancitc lievemente a ltre du e aniae di fabbrica , e queste sono
r.marchevoli a causa de’ loro capitelli scolpiti de' q uali diamo il disegno nella nostra Tav. I. De! e due
facce ch e h a ciascuno di questi capitelli, quelle che son volle su lla 's trad a N° 2 e 3 mostrano figure al tiasc
bacchico appartenenti. Quelle che sporgono nelTintcrno, N.' 4 e 5, rappresentano u n uomo ed u n a d o n n a ii
affettuosi ed amichevoli allcggiaraenti. Questi m o n um e n ti di an tichità figurata sono oltremodo imp o rtan ti,
poiché sembra che p e r la p rima volta essi ci mo strino l’uso d 'adornare in tal modo il lim ita r delle case
n o n solo con figure d io n is iach e , ma an che con a ltre che alludono alla felicità che dopo la r
Di-te i giusti
c gl’iniziati si auguravano. , ,
P e r d ir qualche cosa intorno alle anlae , s a rem contenti a ricordare che Festo le dillmi i
quadrae cohmn a e , e Servio che le denomina antes dice che pro p rie nnles s«nt eminentes lapides vel
columnae ultimae quibus fabrica sustinetur et appellanlur òkò «5 ¿TOetj|«iv \ Nella specie di tempio che Vitruvio
denomina in autis, egli situ a queste in fronte p arielum qui cellam circumcluduiU, e poiché colloca mter
anlus in medio columnas duas ‘ ben ne traggono g l’ interpreti che le a n la e , dette grecamente ra?iottc3s«
dallo stesso Vitruvio , sono piìae in extremo p a r ie lum , appunto come le vediamo in qu e sto nostro
e d ific io '. Le anlae poi facevansi n o n solamente quadralo saxo aiti m n rm o re , ma a n ch e d i fab b ric a ,
e xtruclae, come sono questo nostre, nel q u a l caso Vitruvio consiglia che si formino rpiom niinuitsstmis
caemeniis • , r .
Dell’uso poi delle anlae messe presso alle p o rte degli cdifìcii non solo p e r servir loro di ornamento,
ma anche per essere sostegno a l limitare superiore de’medesimi, no n mancano anffche au to rità c nelle
iscrizioni e negli scrittori. La celebre iscrizione in tito la la lex p a rie ti fa c iu n d o y d esistente ora nel nostro
museo Nazionale, ha tra le altre queste parole: in eo pariete medio oslii lumen a p enlo : ex eo pártele
anlas duas ad mare versum projicilo: insuper id limen robuslum imponilo : insuper td et antas mtilulos
robustos projicilo extra parialem \ E Tabbrevialore d i Festo similmente: Anlcs suitf e.rircmi ordtnes viiiearitm,
linde eliam nomen Irahunt a nlae , quae sunl latera osliorum
Gli scavi pompeiani illustrano simili au to rità co’molti esempli che somm in istran o di nniac exlruclae,
cioè d i fabbrica, messa appunto a’ lati delle p o rle d’ingresso. Singolari però e degne di attenzione sono
q uelle che ornale vcggonsi di c a p ite lli, e precisamente di capitelli con figure s c o lp ite , come appunto
son quelle che illustriamo. . »
Non è poi unico nè nuovo l’esempio di siffatti capitelli. Il Mazois ne ha d a to già a ltri^ d u e , che
h anno n on poca affinità co’noslri. In quello che è scolpilo nella Tav. I della su a p arte li 1 altezza dei
capitelli di poco supera la tredicesima parte del p ila stro , inclusa la base, cui son sovrapposti mentre
i n o s l r i corrispondono ad un a tredicesima parte de’p ila s lr i,iq u a li però non hanno alcuna base. Laòacus,
Wcymatium e la rc¡7HÍa dc’capitelli dal Mazois p ubblicali so n curvi, mentre quadrangolari sono i nostri,
ed hanno di più inciso l’ornamento dell’ovolo {echinus) clic man ca nc’capilelli del Mazois ma che trovasi
sovente in a ltri L'abacus, il ctjmalium e la regula tanto ne’ n o s tri, q u anto in quelli del Mazois, di poco
superano la sesta p arte dell’ in tera altezza del cap ite llo : m olta diversità, però presentano le volute ed il
fogliame: poiché nc’nostri capitelli ravvìsansì fino a sette foglie nel rango inferiore, oltre te duo laterali, e
queste sono alternativamente disposte, cioè Tuna co n orlo intagliato, e l’altra liscio, come pu re ravv.sansi
nel Mazois, se no n che ivi le foglie so n tre, oltre le du e la te ra li'“. Maggior somig lian za ancora ha coi
n o stri, il capitello che rim an e ad un a delle anlae della casa che suoi dirsi delTAifeonc, essendo l altro
d istru tto . Lo stesso Mazois lo ha p u b blic ato " ed il dice scolpilo in pietra d i lava tenera e grigia, come
sono appunto i n o stri, nè m ancante di grazia, ab b en ch c di u n genere affatto capriccioso. L f iò a c « . i!
ctimalium e la regula dì questo capitello o c cupano più della qu a rta parto della sua altezza. L abaco
h a , come ne’ n o stri, T ornamento dell’ ovolo, c lo foglie, che alternando pu re mo stran o 1 u n a 1 orlo
frastagliato e l’a ltra liscio, non sono che tre o ltre le du e laterali. P iù semplici assai, e pm diversi per
conseguenza da’ n o s tr i, sono i capitelli delle anlae d ella casa d en ominata di P a n s a , incisi a n co r essi
nell’opera del Mazois poiché Ira le volute di qu e sti, a ltro non si vedo clic un a lesta di prospetto,
(. CCVll-
leaeilit,
’ Gralcr,
• Sab. V. «»Ili
Pane II, un.
uilncnsi, «, ediiirai,
non molto ben conservala. Nè terremo qui conto di a ltri capitelli, ove sono scolpilo figuro no n um an e,
come p. e. quello capricciosissimo inciso pu re dal Mazois ove tra le volute sono scolpiti du e delfini
che cingono u n remo o u n timone '. Posteriormente nell’ ingresso di a ltra casa pompeiana messa
d all’ altro canlo della strada medesima , ove c sita quella di cui descriviamo i capitelli , si è avuto
a ltro rimarchevole esempio di capitelli o rnali a n co r essi di figuro dionisiache.
Ci rosta ora ad esaminare, quali sieno le ligure che fu ro n o Irascclte ad o rnamento de’nostri capitelli
pompeiani, e la loro semplice descrizione chiaro ne mostrerà, se pu re no n c’inganniam o, quale intendimento
siesi avuto nell’ effigiarle.
Cominciando dai descriverò le facce di questi capitelli che guardano verso la strada , vedi Tav. I
noteremo come in quello che è a destra d i chi entra, N. 2 , veggonsi le mezze figure d’u n Sileno c di un a
Baccante, coronate ambedue di edera *. Rimarchevole è l'attitu d in e di ebbrietà e d i riposo, in cui è il
p rimo, col braccio destro rivolto sulla lesta. Stre tto sotto a l sinistro braccio h a poi l’otre ripiegalo d i cui
comparisce tanto Teslremilà legala, cho l’orificio della sc iolta, ch ’egli stringendo tra le sue d ila mostra
abbastanza come l’abbia da poco dcposlo dalla bocca, o forse come si p rep a ri a novcllamcnlcapprcssarvclo.
Pu ò consultarsi il bel dipinto pompeiano pubblicato nel V tomo delle p ittu re di Ercolano, tav. 45^, per
ravvisarvi espressa anche con chiarezza la doppia estremità dell’otre Tuna ligata, c l’altra sc io lta , dalla
quale scaturiva il vino. Ed è da paragonarsi poi assolutamente col nostro bassorilievo il Sileno del bel
candelabro di bronzo pubblicato nella tav. 59^ de! IV tomo del rea i musco borb o n ico , che tiene fra le dila
l’ap ertu ra dcH’otre in u n a foggia assolutamente simile.
In q u anto aH’a llo di elevare il braccio destro sul c apo, che troviamo espresso in tanti altri antichi
m onumenti, assai conosciuto è che con esso fu simboleggiato talvolta semplicemente il riposo o il sonno
altre volle il sonno cagionato d all’ ebbrezza, come nel bellissimo Fa u n o giovano ercolanesc di bronzo
del nostro museo nazionale *, c in quelli non dissimili, ma marmorei del museo valicano ' , e del Casali “ :
cd altre volle ancora la semplice ebbrezza, come per esempio ne’bassirilievi vaticani illu strati da! Visconti ’.
Assai rimarchevole cosa è il vedere in qu e sta stessa altitudine espresso 1’ -npaxi« 4ve«iavZ^.6vo{ della celebre
tavola conosciuta sotto il nome di Herculis quies, ove e egli rappresentato collo scifo nella sinistra
e nel modo stesso pu re è effigiato V Ercole tra’ compagni di B a c c o , con u n o scifo ug u a lmen te nella
sinistra, in u n a marmorea base pubblicata dal Z o cg a ’ .
Questo gesto che è a l nostro Sileno comune con a ltre ligure in riposo o deificate, va poi distinto
da q u e ir altro tu tto suo p ro p rio , col quale è sovente effigialo in alto d i elevar la destra in a l to , ed
anche d i farne schioppettare le dita. Tale il presenta il boi sim u lac ro ercolanesc illustralo nel tomo II
de’ bronzi ‘“j c la stessa altitudine può facilmente a n ch e ravvisarsi nelle monete della famiglia Marcia " ,
c nelle imperatorie b a ttu te in Boslra " , in Damasco " , in Tiro " , ed in Troade ” , nelle quali liille.
Sileno no n manca dei distintivo deH’olre nella su a sinistra.
P u ò osservarsi infine clic il nostro Sileno mostra ancora le hoirentes })eclore satas, che gli attribuisce
appunto Nemcsiano " , e che gli danno così frequentemente anche gli a ltri mo n um en ti " .
Compagna di Sileno è la mezza figura muliebre distinta a sufficienza come u n a baccante sì per la
corona d i edera, che per la veste cadente d all’ om e ro , propria non solo delle figuro di Venere " , ma
anche frequentissimamcnie ne’ mon umen ti a ttrib u ita alle Baccanti " .
Ugualmente al tiaso bacchico si mostrano appartenenti le figure scolpile dalla p arte della strada
n ell’allro capitello, vedi N. 3. Invece del Sileno ba rb u to è però ivi u n Satiro di età giovanile, ¿-ri«'«?*“)
a l quale comincia a sp u n ta r appena la ba rba . Egli iia pu re lo stesso serto di e d e re , cd un a nebride
gittata su ll’ omero. I suoi capelli irli e le orecchie caprine lo distinguono, come altro numerose simili
immagini In quanto alla donna, che gli c da presso, la co rona d’ edera c la fiaccola bastimo a farci
in essa riconoscere u n a baccante La fiaccola poi indipendentemente dalle altre ragioni p o trebbe anche
co «01. 1 «V. 10. Virgilio Oc
pillorct. musco pio ctcm. tom. IV liv, 2, o qoollo rio..... . 21 del som. IV pog. 198, Zocgi
co borbonico «m, IV 59. E coll poro no'üiploil