elio perciò fa sospettare abbia esclusivamente servilo per le vitturo cd i cairi. Esso ha sulla parete
sinistra u n ’apcriu ra, la quale mette in un a slanza, che comunica da u u lalo con la villa, c dall’altro
con l ’u ltima bottega. Seguono a qucslo primo androne due altre boltcglie (avendo ciascuna la propria
en tra ta a fronte della via con la rispettiva retrobottega ) dopo d i d ie incontrasi il secondo androne ,
convenieiilemcnte decoralo , e che ora Y en tra la ordinaria della villa. Le sue pareti erano dipinto con
drappi gialli c ro s s i, intramezzati da a rc h ite ttu re , e nel mezzo di quelli vcdcvansi, n in p arte esistono
anche oggi, piccoli q u adretti contenenti ma sd ic ro tragiche, paesaggi, uccelli c pesci.
Varcalo l’ adito , si passa in u n a vasta corte o giardino di foi-ma irregolare , nel mezzo della quale
e ra un a pergola sostemita da q u a ttro colonne rivestite d i musaico assai fino Queslo singolare mo n u mento
offre anclT esso u n dato , c non isprcgcvoic , per formarci u n a idea della m o ltip iid tà c della
maestria dogli an tich i lavori a musaico , spccialmcnlc nel primo secolo dell’ Impero. Ognuno sa gli
innumerevoli pavimenti c i graziosi ornali a musaico, clic inconlransi dovaiiiquc sono m d e ri romani ;
abbondano anche gli esempi di composizioni iigiiralc , condotte a musaico con lavoro cd cfi'cUo
veramente stupendo ; del pari varie nicchie c fo n tan e , rinvenute nelle casc di Pompei , ci dimostrano
la valentia degli antichi nell’ operare a musaico sulla superficie concava ; od ecco d ie queste colonne
palesano la stessa valentia applicata sulla superficie convessa. Il musaico risu lla di m im ili pezzclli, non
di ma rm o coloralo (clic adopcravasi o nelle decorazioni più semplici dei pavimenti a u n o e a due colori,
e nelle composizioni figurale di maggiore importanza), m a di vivacissime paste vitree colorale, che sono
conteste in maniera, da risultarne fregi di svariali fiorami, ovoli, meandri, cd alcune figure di cacciatori
e di c cnà. Dello stesso musaico è rivestila quella p arie di m u ro , clic è di fronte alla ciilvala della villa
cd alla pergola sostenuta dalie q u a llro colonne. In quel mu ro è praticala u n a nicchia di musaico c
conchiglie, che presenta n e l mezzo u n a Ncrcidc sopra u n toro marino; o dal fondo d i essa nicchia, che
sen-iva di fontana, l’acqua cadeva giù per divorai gradini in u n a vaschetta semicircolare. Probabilmente
servivano anclic ad o rn ar quesla nicchia alcune leste d i ma rm o , clic vi si rinvcnrcro * a i 20 settembre
c ai 10, e 18 dicembre 1 8 3 7 , cioè due leste a guisa d i erme, rapprescnlanli u n baccante c u n a baccante,
du e maschere di baccanti e u n ’ a ltra di Satiro co rn u to , tu tte tre con gli occhi c la bocca forala. Nello
stesso giardino si trovarono ai 2 9 dicembre 1837 ' du e bellissimi camlolabri d i marmo in più pozzi, e
u n pilaslrino anche di marmo lavoralo in tu tte le facce , su cui poggiava u n a sta tu e tta frammentata
di stucco dipinto.
A sinistra, che è il lato settentrionale dol giardino, u n ’ a p ertu ra larga q u a ttro m e tri c mezzo mette
in comunicazione questo primo con u n secondo giardino o peristilio ' , a cui si accede direttamente
anche per qucH’allro androne rozzamente selcialo, di cui sopra è parola. E appunto di faccia a qucslo
androne è u n sacrariiim, u n a cappella consacrala agli Dei Lari, in cui Irovossi ’ un a testolina di marmo
in cattivo stalo, e ro lla in parte. Dinanzi alla nicchia esiste un a base coverta di slu c co , che prohabilmcnle
sc n iv a di aliare. Vi è dipinto nel lalo anteriore u n p opa , che tenendo nella destra u n c o lte llo , lia
con la siiiisira afferralo u n maiale ornalo in lo rn o al corpo di un a rossa cin tu ra, e lo spinge al sacrificio.
Nel lalo sinistro della base vi c lo scifo di Ercole, nel lato destro la clava, c nel p ostico u n gallo
Una gradinala pel piano superiore trovasi nello stesso lato del peristilio in cui è il sacello, cdiiiTa ltra
gradinata è su l lalo opposto, cioè su ciucilo prospiciente la via dei sepolcri. Nel Icrao lato del peristilio
csisic, verso l’angolo a destra, ima grande stalla con la mangiatoja, c Tabbcvcratojo, e verso l’angolo
a sinistra vi è la cucina con le sue dipendenze. F r a queste du e p a rti della villa rimane u n lungo
corridojo a piano in clinato, il quale mena alle stanze superiori cd al portico, che si stendevano sopra
le botteghe. Però qui si arrestarono gli scavi.
Prima di lasciar questa villa, dobbiamo ricordare, clic nel su o giardino, all’angolo a destra verso la
porla della cillà, è praticalo u n passaggio ad u n luogo chiuso adiacente , che contiene u n sepolcro
appartenente senza d u bbio al padrone stesso della villa. F u scavato ai 2 9 dicembre !8 3 7 , c i parecchi
oggetti che diede quella lomba ’ perdono ogni importanza, c quasi vanno dimenticali rispetto al prezioso
cimelio del vaso di vetro lu rcliìno, con ornamenti a bassorilievo di vclro bianco opaco, (v. Tav. 10
si ricercò mereoledì in su.i presenia, c vi si rinvennero gli oggetli che
le ho Irascrilli col nolaracnlo raandotole ieri.
9 soUcmiirc: Al locale riceroalo per la strada dol casino il di 18 del
p. p. mese in presenza della Ilogina era restato un piccolo angolo non
riconosciuto, ed in queslo si è rinvenuto quanto segue ; Bronza , un
cratere tutto rrantumalo , un altro con pezzi mancanti cd ammaccalo.
Tre vasi delia forma di quelli delti misuro , uno ad un manico , c i
duo allri con duo manici formali da dclilni, e maschera allo scudetto.
Una seccliia. Una patera col manubrio die termina in lesta di ariclc-
Una pentola con maschera di Giove Ammonc allo scudetto del manico,
Un vaso mancante del fondo. Un vaso della forma di quelli che dicono
del Bernini, a due grandi manici formati da viticci, alto un palmo c
un terzo e dì simile diametro nella bocca. Dentro di esso erano riposti
i seguonti : due vosi ad un manico per misura; due vasi di figura
sferoidale prolungata ; un allro a forma di pera; una lucerna ad un
e perni di catenella; due pedagne a Ire piedi per porti sopra le lucerne;
una piccola patera unita a tre strigili per mezzo di un oncllo ; una
lucerna. Tutti questi vasi stavano cosi ben messi nel vose detto di
sopra, die sareijbe difficile polcrvcli rimettere.
Dove gli archi, che formavano portico per la sopradolla strada, vanno
due vasi di misura ad un manioo ; un vaso in forma di conchiglia ,
con manubrio formalo da due serpi awilicchiali , cd in mozzo, vicino
al labbro, è una piccola anitra ; un vaso forse ad uso di pasticceria ;
uno scudetto di serratura; un ago grosso ; un anello. FiontLU , a. o,
‘ ¡lui. Bori, voi- XIV, tm. 48.
’ FionELU, 0. c. tm. Ili, pag. di28, Hit.
‘ FtoRKiu, 0, c, tm- III- pag. 132.
• Vi si rinvennero quattro clipei con bassorilievi di marmo, tulli però
frammentali, che stando alle Ilclazioni degli scavi. rappresentano : il
primo, un Satiro barbalo in allo dì lanciare il tirso ; il secondo , un
Satiro clic inscguc una ligro , e nella faccia opposta Bacco io piedi
appoggialo a una colonna; il terzo, c il quarlo dall'una e dall'ailra
faccia prescnlano vario tcslo frammentate. Fioneni-i, o. c. tm, III,
» Ai 15 febbraio 1838, FionEI.LI, o. c. tm. II. pag. 300.
“ Heloio, Wandyotnàlde n. 77.
' Un vaso di vetro di forma circolare , col suo covcrchio. Tredici
piccolo slaliicUc di terracotta , c fra questo duo di animali. Uba
maschera anche di torracolla con porzione di cimiero sulla fronte.
e in forma d i un a piccola anfora (dp?opei5icvoàp?oficxoi), terminala a p u n ta '. La bella rap presentazione,
ond’ è ornala , è divisa in du e riq u ad ra tu re mediante ricch i festoni di varie fronde c fru tta , i quali
partendo da due maschere bacchiche, rispondcnlisi da ambi i lati nel mezzo dcl v a so , si diramano c
ne ricoprono la periferia. Nella prima riq u ad ra tu ra vediamo sopra due basi due Geniclli dionisiaci
occupati nel cogliere e trasp o rta r grappoli di u va, men tre u n loro compagno assiso sopra u n Icltislornio
suona la lira ed u n altro , sullo slcsso sedile sdraiato , lenendo nella sinistra u n a coppa eleva quasi
e bbro la destra por accordar col suono lo scoppiettar delle dita. La seconda riq u ad ra tu ra presenta
laliiiii allri Geniclli, dei q uali d ue, seduti sopra due pilastri, suonano questo la siringa, quello la doppia
tibia ; im ferzo versa dal grembiale le uve nel palmento , sovra cui u n quarlo le pigia avendo nella
sinistra elevata u n lu ngo pislello c nella sinistra un a patera. T u tta questa graziosa composizione sta
di sopra ad u n fregio, orn.ito di mo n to n i c capre pascolanti fra alberelli.
Nessuna traccia si trova negli antichi scrittori del modo, come coprire u n vaso di vetro con bassorilievi
di altro vetro d i differente colore. Un processo, p ro b abilmente usato nei casi p iù s em p lic i, fu quello
d i trarre dallo forme i bassorilievi di pasta vitrea, di applicarli sul vaso ancora rovente, e di sottomettere
infine questa operazione ad u n determinalo calore per ottenerne tale adesione dello parti , da farle
diventare u n sol masso. Forse con tal metodo venne eseguita la bellissima patera bleu, conservala nel
Museo Nazionale, la quale h a nel mezzo una maschera silenica a hassorilievo di vetro bianco. Il Finali ’
rig u ard o al nostro vaso pensa giustamente ad a ltro processo, che così ei descrive; la massa dcl vetro
bleu, dopo di essere stala soffiata c col compasso di sesto conformata ad anfora, ricevè, essendo ancora
rovente, por mezzo di u n o stile i conlorni della composizione dcl bassorilievo ; e nei campo indicato
da quei conlorni T artefice disteso u n a massa di pasta vitrea bianca, che con l’ a iuto dcl fuoco venne
modellata secondo il disegno. Prep arato così il bassorilievo, ed u n a volla raffreddato, Tartclicc a forza
di rotino dovette perfezionarne le pa rli, come nc’cammei, rasandovi tu tto il supciiluo della pasta vitrea;
ed avventurosamente per noi, che così abbiam po lu lo indovinare la tecnica di questo lavoro, egli non
giunse a rin etlare tu tte le bavature rima ste, specialmente fra gl’intei-stizi dei Iralci. Terminando a p unta ,
il noslro vaso avea bisogno per sostenersi drillo di u n tripode o di un a base incavata nel mezzo
(àno5>i«>i, inciie«;«), che in questo caso dovca essere ccrlamonte di bronzo o di argento.
Ritornando ora sul lato destro della via , dopo il sepolcro n°. 1 6 , c h e , come si è d etto ( Dcsnrk.
Gen. p . 1-4), non fu terminato , incontriamo una serie di botteghe precedute da u n portico c non
a n co ra slen-atc, poiché ad esse sovrastano quei cumoli di terra, con cui venne ricoperta la così detta
villa d i Cicerone , indicata nella pianta col n®. 19. Di questa e dei pregevoli mon umen ti , clic vi si
rinvennero, si te rrà parola nella speciale descrizione dell’a ltra villa, chiamala di Diomede.
Nel bivio formalo dalla strada dei sepolcri e dal vicolelto, che rasenta l’emiciclo di Mamia (n . 25 ),
si scovrì il 16 agosto dcl 1 7 6 3 ' un a sta tu a togata in m a rm o , avente nella mano sinistra u n volume
cd u n anello a l dito: essa rappresenta il tribuno Tito Svedio Clemente, come si ricava dalla seguente
iscrizione*, apposta al pilastro che la sosteneva ;
E X ■ A V C T O R I T A T E
IMP - C A E S A R I S
VES PAS I AN I ■AV 6-
LOCA • PVBLICA A PBIVATIS
POSSESSA-T-SVEDIVS-CLEMEKS
TniDVm'S'CAVSIS-COGNITlS-ET
MENSVRIS - FACTIS REI
PVBLICAE • POilPEIANORV.M
RESTITVIT
Il tribuno Tito Sredio Clemente, p e r ordine dell'imperitlore Cosare Vespasiano Augusto, udite le p a rti
litiganti e prese le misure, resliluì alla città di Pompei i luoghi pubblici posseduti dai privali.
Dopo la villa dello coloime n mosaico seguono du e b o tteghe con tracce della gradinata ai cenacoli
superiori c con la rispettiva dielrobottcga. L'odifizio n. 2 0 è u n emiciclo coverto elegantemente decorato
( Tav. VI, Descriz. Gen. ). La sua parte esterna tu lla rivestila dì stucco rilrac qua ttro pilastri scanalati
con capitello fantastico, de’quali i due più bassi sono sovrapposti agli a ltri due più alti; essi sostengono
u n grazioso frontone con u n a lasira di marmo nel mezzo , su cui dovea incidersi qualclie epigrafe.
L’interna decorazione consiste in due fasce di stucco eseguito con molta precisione, delle quali la più
larga, divisa in riquadri , ricovrc T arco della v ò lta , e la p iù stretta ricorre quasi cornice sulle pareti
dipinte a rosso. Addossalo a queste è u n sedile di pietra vesuviana, a cui si accedo per u n alto gradino.
È da notare che a sinistra sporge u n muro , rosso infcriormenlc e rivestilo nella p arie superiore da
rettan g o li rilevati di slucco. Non è affatto d u bbia la destinazione di questo bel semicerchio coverto ,
che nel tempo stesso offriva ai passanti risto ro alla stanchezza e ricovero dalla pioggia o dai raggi
infuocali dcl mezzogiorno. Qui spesso il Pompeiano veniva a riposare ora nel raccoglimento della mestizia
c del ramm arico , ora nella spossatezza della gozzoviglia.
' PIORRLI!, 0. c. HI, pac- 131-32; Aftti. Bori. XV, t. 55-58 ; Bufi. Sca». Pomp. voi. I, pg. 234.