q uali T u n a rappresenta u n Sileno stanto , e T a ltra u n a ninfa sedente. Nel disegno si ò procuralo
esprimere colla maggior fedeltà ciò che mostra il mo n umento nel su o stato a ttu ale, e può quindi giudicar
ciascuno come perigliosa ed in certa cosa sia il d e terminarne la significazione.
La figura di Sileno che è dall’ u n o dei lati del giovane a lalo, e quella di u n a donna sedente che
c dall’ altro (n o n disconveniente a caratterizzare un a nutrice di B a c c o ) , e la certezza che lu tto il
mo numento sia relativo alla religione di qucslo n um e , ci guidano na tu ra lmen te a pensare clic il sìmbolo
incerto sostenuto dal giovane a lato , e su cui volgeri la su a allenziono c quella delle duo figure circostanti
sìa n on solamente dio n is iaco , ma anche p iù particolarmente relativo a lla nascita di Bacco , od allo
allevamento cd educazione di esso, confidata appunto alla ninfa ed a Sileno. Nè pu ò rip u ta rsi straniera
0 poco acconcia a questa significazione anche la figura del giovane a la lo , nel quale o che riconoscer
r i voglia u n 5»í;uuvtev¿o),i5?, e più particolarmente quello che Eschilo diccsi aver in tro d o tto ap p u n to nella su a
Scmelc col nome d i S o T Eros Esiodeo *, u n o degli esseri primitivi della creazione, e la cui
madre chiamavari Ilitia * , o più semplicemente an cora il genio alalo dionisiaco , che comparisce in
a ltri mo n umen ti ‘ , sarà sempre da rip u ta rsi come u n a figura assai conveniente in un a scena relativa
a lla nascila di Bacco. Le p rime due opinioni da me pocanzi accennate sono sta te anche emesse da due
valenti archeologi, il signor Raoul Rocbettc ' , ed il signor Pan o fk a ’ , nell’ illustrare u n bronzo dcl
museo fiorentino, edito già dal Cori ’ , dal Win ck e lman n * e d a l Zannoni ' , e che esprime pure u n
efebo alato con figura fanciullesca nelle braccia. E questo mo n umen to serve an che di bel confronto a
questo nostro bassorilievo, ed a confermar sempre p iù che la su a significazione sia relativa appunto
alla nascila di Bacco.
Non sembra che le tracce dcl simbolo che h a nelle m an i l’ efebo del nostro-bassorilievo ci permettano
di ravvisare in esso il mistico vaglio (xkv«v) servilo già di culla a Bacco , a cui nc derivò quindi il
cognome di Ljciiì/cì poiché la forma del licnon mo stra si assai diversa nel noto bassorilievo di te rra
colla pubblicata dal Winckelmann " , ed in a ltri mon umen ti Anche diversa, come ognun sa , cioè
tonda e coperchiata " era la figura della cesta mistica, c così è figurata nei m onumenti.
Non poche tradizioni mostravano rinchiuso Bacco noi primi momenti dcl viver su o in u n a cassa
(idpva|ox>|X«i), c la più rimarchevolo è tra queste quella conservata d a Oppiano. Pe r tema di Giunone c
di Pen tco , come egli n a rra , le n u tric i di Bacco I n o , A u lo n o c , ed Agave il rinchiusero in u n a cassa
di legno (eitet vq xsJw) in to rn o alla quale celebrarono le mistiche danze, e ie p rime orgic " , ed in essa
áseoslo fu da loro il piccolo n um e trasportato in EuLe-a ad Aristco, cui il poeta dà il vanto di averne
compiuta l’educazione " . In u n a cassa an cora (x«?va5) n arravasi da ta lu n i essere sta ta rinchiusa Semole
col piccolo Bacco da Cadmo, o gittata questa in mare diccvasi dalle onde trasporta la in Brasiae città
degli E le u to ro la c o n i, ove Semele trovata già m o rta ottenne s e p o lc ro , c Bacco fu dato ad allevare ad
In o , che appunto colà vagando era p e rvenuta “ . Del sim ulacro di Bacco fatto da Vulcano, e riposto
in u n a cassa, che da Tro ja Euripilo trasportò in Aroc, ove fu poi adorato sotto il nome di Aesj/nineics
è an che menzione in Pau san ia " , e si è creduto ravvisar pu re questo n um e A o s ym m k s in più d i u n
monumento
Pa re evidente ch e col mo stra r Bacco fanciullo così celalo ora nel su o licnon , ora n ella mistica
cesta, ed ora in u n a cassa, alludevasi a l segreto de’ misteri di quel n um e , il quale anche perciò dicesi
nel coro delie Fenisse d ì E u ripide subito dopo il nascer su o o ccultalo da rami di edera " ; colle quali
p arole giusta V au torità d i Mnasoa citato dallo scoliaste di quel trag ico , fecesi a llusione a l culto di
Dioniso Pericionio « , che e ra ap p u n to nc’ m isteri celebrato Ancora nelle Cacchoe dello stesso tragico
è rimarchevole la narrazione messa io bocca a Tircsia , secondo la quale no n fu Bacco educato nella
■ Oueslo nume ere
poiioTiil ¡I bimbinuin
cd a.pj\Sfipc(;, e gli
.eie dalla auleunilà dalla àpyiifipii
Inlurno allccularc. Vedi Esicbie malie nc
ti cilall nelle nule alla ptima di quesle .od. Il aignec
ali dell' islll. di currlap. atcbeel. t. 1830 pag. 320 e acgg.) nega lu
all II iwmonampiitiromusdalla Scmclcdl Eaeliilu, eliVglI »cguendu
h. Welakat (nachltag tur Acaehjliachcn Ifilogio p. 122) crede essere
> e rene lu slesso Slicnu. Inlurno •■fPilSi.in Osullo generale Arislld.
ag. 08) non è queaiu II luogo opporlonu e far piò esteso raglonamamu.
T Mr'elruK.'lom.'^I I.T'jS,
• Slenum. ined. n. 39.
’ Caller, di Firenio serio !V. tol. I la». 21. Secondo il Cori cd il Windielmann
la Dgora alala è Kcrcurlo, c le bneiuUawa Ptoacrplna. Secondo 11 Zannoni le
lìgiira elela i lleicuiio, eia fenclolleaee, abbanchi In abili muliebri, dare credersi
Uocco. Secondo II tig. Ilaoul-Rochalic la Ogora alala i il demone cmpliidromoa,
che lia Ita le braccia un fanciullo. Finalmenlo pel aignor Fanofiia la Ogura alala 0
l' anileo £ros, o la [anclullesca è i[radili, ed II gruppo sorcbbe cosi lllusiralo da
un luogo di Pausada, lib. V, rap. 11.
'« Orph. hjm. 43. Oaidio fa riunir l'edera al liencn per celar Bacco agli occhi
di Clunono (fasi. Iib. II!. V. 769, 70) :
JVi/siodes JVymphoe, piienim quaoraile noecrco,
Ifonc irondcm cania oppoiucfc nocía.
el. Ilb. IV ». 224 seg, Egli chiama la cassa X’I^'' àmrr,;
coscia di Giove, ma celalo alle pcrscciisioni di Giunone in u n a p a rlo dell’ clero che circonda ia Ierra
In Konna la sicssa ninfa Mislido oh' egli fa islilnleioo dello bacchica cesia, o elio c anlomcnio con Ino
allevava Bacco, è rappresentala nell' a llo di asconderlo in u n b a ra tro caliginoso (ÇoçZsvn ?tp¿Op<¡.) cd e p u r
da notarsi il precetto che qucslo stesso poeta fa d a re ad Ino nell’ anidársele il fanciullo B a cco , di
custodirlo cioè in oscura magione, ove nè il lume del sole nò quello della lu n a penetrasse
Il vedere come in qucslo bassorilievo manchi la figura di B a c c o , men tre Tattenzione dell clcbo
alato, di Sileno e della ninfa, è tu tta rivolta sulT arnese rettangolare che quell’ efebo h a tra le mani,
inviterebbe a riconoscere appunto in tale arnese la cassa ove il fanciullo dovca tenersi rac ch iu so . Noi
però no n ci dissimuliamo cho so d a un a parte la figura rettangolare già d elta no n disconviene ad indicar
la faccia esterna di u n a cassa, d’ a ltra p arto la posizione della mano destra, cho sola ri vede, del giovane
alato , c non poche altre circostanze farebbero giudicare cho 1’ artefice n on ha voluto p u nto indicare
u n a cassa, ma ben altro simbolo, dcl quale confessiamo no n sapere indovinare la significazione, anche
atteso lo stalo di ossidazione dcl m o n um en to ; ove pu re ad olcimo no n voglia semb rar più probabile
che all’ artefice ria mancata non la volo n tà , ma sì la sufficiente perizia deh’ a rie per ben esprimere le
convenienti leggi della prospettiva la cassa ove suppose il piccolo Bacco racchiuso.
Chi volesse allcncrsi a quest’u lliin a opinione, la quale io no n oserei adollarc che come un a co ngcilura,
potrebbe considerar questo pompeiano mo n umento come u n a novella conferma dell’ analogia che passava
tra le bacchiche sagre trad izio n i, c quelle relative al Xóf»« cd ni xiJiìtiot che tan ta p arto avevano nelle
cerimonie relative a l culto di Osiride *. Anche ncIT antico egizio cullo di Sa rap is rin venne il Crouzcr
argomenti per rip u ta r questo n um e simboleggialo coll’ arca '. Nò dove tralasciarsi pu re quella tradizione
cho dicca da Venere racchiuso in u n a cassa Adone an co r b ambino, e consegnato a Proscrpina tanto
più che nota è l’ identità che riconosccvasì tra Bacco cd A d o n e ’. E ad iiliislrar T u so di avvolgere c
coprire i fanciulli a l loro nascere , per n ulla d ire della cesta di Eritlonio * , può an che ricordarsi la
narrazione dell’ autore dell’ inno a Pane compreso tra gli Omerici, il quale descrive come nato appena
quel nume fu porlalo nell’ Olimpo da suo padre Mercurio, coverto cd áseoslo in pelli di lepri Paride
si disse similmente n u trito in u n sacco (xì|?a), e da ciò Inievasi pu re T climologia del suo nomo " .
Non sarebbe anche forse fu o r di luogo T osservare che nessuna rappresentazione polca scegliersi
più alla ad a llcrrirc q u ahinque mano rapace che fosse tentata d i violar l’ arca conservatrice del d anaro,
q uanto quella dell’ inviolabile e sagra arca dionisiaca.
lo non islQi'ò a ricercare qual nome dcbbasi alla ninfa sedente che è dal la to opposto a Sileno,
non parendomi che in mancanza di a lcu n segno o a ttrib u to si possa d e terminar questo nome Iva’ tanti
nelle diverse n in f e , che la favola diede a Bacco per nutrici ; nè a lcu n ’ allro cosa aggiungerà circa lo
rappresentazioni che ho già dcsci'itle degli altri bronzi che ornavano la c assa , parriid om i chiaro che
le significazioni loro sicno pu re dionisiache.
Chiuderò quindi queste osservazioni con d ir poche cose di qucslo egregio mo n umen to considerato
come opera d e ll'a n tic a ioreudca o sia caelalura " .
Notissimo è che presso i Greci fu quest’ arte assai vcliista. Per n ulla dire degli scudi di Acliillc
e di Ercole descritti da Omero o da Esiodo , nò di quelli do’ selle che recaronsi a combattere Tcbo
ricordali da Eschilo tu tti lavori loreulici dell’ epoca mitologica, assai celebri cd an tichi sono i bassi
rilievi di bronzo clic decoravano il tempio di Minerva Ckalcioecos in I s p a r ta , detti da Pausania opera
di Ciliada Ed abbenchc l’ età di questo scultore sia occasione di disputa Ira gli eru d iti, alcuni dei
quali la fanno rimontare sino aU’oliiiipiade 12 o 1 4 , cd altri so ltanto alla CO o alla C O " , pu re che
sia esso stato tenuto tra gli an tich i c primitivi arlcflri della Grecia risu ila anche da u n frammento
luUavia inedito di u n papiro e rco lan e sc , il quale è inoltre prezioso ¡icrcliè ci fa conoscere una delle
rappresentanze da lui scolpilo nel tempio della Dea Cltalcioecos, con maggior precisione di ciò clic si
può trarre da Pausania Risaputa cosa è poi p e r mille Icslimonianzo come somigliaiili opere lereuliclic
eseguile non solo in b ro n zo , ma anche in più nobili m e ta lli, ed in am b ra , in c e d ro , in a v o rio , si
lo, 2. 460 sq. Wilioiik
iiuiuor. Iijmn. in i-jncrn ». is, j
C54,llqo.lo ireerotiglnotó
ilbasorlllc.o pubblicalo oi
c, forre opero e/J-«il; nam ecnlpinro
imiiioi, preelcr co çuao, supro dlxi
ocy (iupllcr Olymp, p. 181) rlferteeo Gilioda al
orilà 111 un elico luosoOi Pausenlo (Ilb, II!, coi
uc Oc'lrlpodi Cedloail In Amido, formoli dolio d
I,«Uóod([