30. È u n gi'ande piedistallo in pietra , ornato con un o zoccolo di marmo bianco. Non saprei
determinare a quale uso fosse stato destinalo; sembra però che no n fu compilo. Accanto ad esso sul suolo
giacciono q u a ttro grossi massi circolari con u n foro nel mozzo.
Varcata la porla Ercolanesc, descritta di sopra (pag. 9 ) , entriamo in cillà. Ciascuna regione di essa
(v. s. pag. IO) comprende u n certo nume ro d’uoie, cioè vari aggregati di edilìzi, per Io più circoscritti
d a qu a llro strade. Questa seconda divisione per isole potrà vedersi nella tav. II della tupogralia, dove
il colore rosso indica glicdifi/.i pubblici compresi in ciascuna isola. Cominceremo la nostra descrizione
da quella situala a sinistra di d ii entra dalla p o rla , e il cui lato occidentale g u arda la strada consolare.
Dopo alcune località di nessuna importanza , situate in fondo all’ area, da cui si accede alle m u ra ,
incontriamo dapprima il lermopolio n°. 1 , detto di Nimpberois Esso ha il podio rivestilo superiormente
di lastre di marmo( c su cui sono addossati al muro d ’ingresso tre piccoli scalini p e r lu moslra
delle merci. La bottega h a le sue solite appendici, cioè dictrobollega e cucina. Lungo il muro esterno
a sinistra dcH’cn lrala sta u n sedile di pietra per comodo d i coloro , che frequentavano il termopolio.
Scguono due altre bollegho, dopo le q uali viene la casa n°. 2, impropriamente chiamala delle VeslalU. Essa
si compone di due abitazioni distinte, comunicanti fra loro : il suo ingresso sulla strada consolare è
ornato di q u a ttro colonne di ma tto n i, incastrate nel muro e rivestile di stucco. Costeggiano l'an d ro n e
(fauces) due s lan ze , alle quali si accede anche dalla strad a per u n gradino: esse servivano forso come
vestiboli , ed ambedue hanno il pavimento di mosaico , se n o n che in quella a sinistra vedesi sulla
p arete destra u n q u a d ro ’, ora non molto ben conservato. Un g io v a n e, munito di n e b rid e , elevando
la sinistra con espressione di sorpresa, solleva con la destra il mantello di u n a donna c orona ta, la quale
giace coricala avanti a lui e . quasi si fosse risvegliala. Io g u arda con attenzione; più innanzi verso destra
sta u n timpano. L'a ltra slanza a dritta contiene solamente u n banco di pietra.
Varcalo l’ an d ro n e , si entra n e lT atrio luscanico, cioè senza co lo n n e ; ha l’ impluvio nel mezzo e il
pavimento di mosaico. La su a decorazione dovea essere u n giorno splendida , come sì scorge dalle
tracce rimaste sulla parete meridionale. A sinistra delT atrio vi sono località d ’ incerta destinazione ,
poiché si trovano nello stalo di deperimento. In fondo vi è il lablino , fiancheggialo a destra da u n
cubicolo, nella cui parete è praticalo l’incavo per il le tto , e a sinistra da u n c o rrid o io , nel quale hanno
ingresso la cucina c parecchie a ltre località d i poca importanza, Da ta l corridoio si passa in u n a specie
di conclave, dove si ap rono il piccolo g ia rd in o , in mezzo a l quale è u n a grande pisc in a , adibita per
bagno 0 per lavatoio; u n oecus o triclinio nell'asse delTalrio e tre stanze, in un a delle q uali con finestra
. nel conclave trovasi u n dipinto * , rappresentante Ares ed Afrodite. Ambedue queste divinila seggono
in sieme l'u n o di rin co n tro all’altra; la dea, coverta le gambe con u n giallo mantello, cinge con ambe
le braccia Ares n u d o , che col parazonio allato passa il braccio destro allravei-so il dorso di Afro d ile,
poggiando la mano sul fianco di quesla. Un giallo drappo è disteso sul loi-o sedile, al quale è appoggiato
lo scudo di Ares; sul suo capo vola u n Amorino, recante nelle mani l’elmo dol Dio, e a lui d’accanlo
sla il cane da caccia. Nello sfondo si veggono rupi.
Un grande serbatoio di acqua cd u n a ltro cubicolo sta in fondo al conclave , dal quale per mezzo
di u n corridoio a sinistra, dove vi è l’ingresso ad un'ajiol/iecn, avente l’uscita a n ch e su l vicolo di Narciso,
si passa nclTallra parte della casa, la quale infalti non è che un a seconda abitazione. Questa ha Tentrala
dal suddetto vicolo d i Narciso , c sulla soglia dciT androne vi è il motto salve in mosaico. Non era
cerlamenle ciò u n a semplice cortesia, ma anche u n ’invocazione all’ospitalità. L’atrio luscanico conserva
tracce della su a decorazione e del pavimento a mosaico. Notevole principalmente è l’incasso di pietra,
che cinge l’impluvio. Costeggiano l’androne due cubicoli, ed in fondo alTatrio si apre il triclinio , un
• Fu seuTuto nell’aiino 1770. < 26 Sellemire — Si ò IsTorato nella
strada vicino la Porta della città, e neìF ingresso della bottega la più
vicina alla stessa Porta, entrando nella città alla sinistra, si 4 scoperto
il suo bancone di fabbrica, e nel mezzo di questo una piccola niccbia
con tosta di statua che sembra di fanciullo,di marmo altaon.Scbe resta
fissata nella fabbrica. E si è trovato in tale luogo il seguente. Bromo.
Un fallo fatto con tutta perfezione alto on. 2. nel pettignone del quale
vi erano situati tre anelli restandone intiero uno solo, e nella parte più
bassa dei genitali vi è fissato altro anello oon porsiooe di catenella
........................0 oUobre — Si è lavoralo levandosi del terreno da
sopra nella bottega notata nel passato rapporto, e si è scoperto per
intero verso la strada il bancone di fabbrica appartenente a questa, il
quale 6 ornato nel suo esterno di due piccole nlccbie. in ciascuna delle
quali vi è fissata una testa di marmo ; uca descritta già nel passalo
rapporto, che avendola meglio osservata sembra che sia di donna con
un ornamento a guisa di cuflla, alta la maschera con la capigliatura
on. 0; l'altra è pure di donna coronata di edera oon le sue bacche, alta
la maschera con sua capigliatura on. 5 ............. Il bancone al di sopra
è rivestito di marmo, e vi sono tre gradini per mettere in mostra lo
vasi di creta e di vetro tutti rotti, e le seguenti cose che si sono potute
mandare al Reai Museo. Una statuetta sopra di una basa rutta nella
testa, nel braccio, e spalla sinistra ed alquanto lesionala, trovata
fabbricata quasi sull'angolo dcl bancone, vollaU alla Porta della città
in atto di situarsi quasi a sedere, alquanto curvata c che preme le
mani su 1 iati del ventre. Credesi che sla un Priapo. per avere con
dlstiuzione formata la parte che può determinarlo per tale, ed è di un
fare egizio. La materia della quale è composto, se non è di gesso, sarà
di alcuna mistura che lo assomiglia; si conosco rii essere formata su
cavo, ad è coiorito si nell'esterno che noU'interno di verde oon qualche
vernice; Valtezzadellastatuettaè di on. 11 sino alla spalla, il basamento
è aito on. 7 e largo on. 4 per 4 qs. Le parli che mancano a questa
statuetta, specialmente la testa, possono essere tutte neTrantumi cbe
si sono mandali al Reai Museo........... 20 OUoOre.— Si è evacuala
interamente la bottega di sopra notata. Il bancone quale già è stato in
parte descritto, continuando nell' interno della bottega, è ornato con
alcune pitture grottesche in campo giallo , in mezzo delle quali resta
esprcssounbustodiMcrcuriocol suopileocadueooeborsa.Nell'estrcmità
del bancone vi è una fqrnacella, nella quale si è trovato fabbricato un
vaso di bronzo, ed in continuazione di questa alcune minori per uso di
metter tegami o vasi simili, de'quali si sono trovati molti frantumi....
Nella grossezza della porta sopra dei gradini dol bancone vi è dipinto
a chiaroscuro rosso un Mercurio molto patito. Oli utensili di diverse
materie, o molli frantumi di altri vasi di orda e di vetro restavano la
maggior parte in due scansie di legno trovato bruciate, una noi silo del
compratori, od altra nel recinto del bancone dentro del quale vi erano
anobe 5 idrie.....................Tra I vasi, ciololo, e scudelle che vi si
trovarono, vi si distinsero 4 in ciascuno dei quali vi era dentro del
colore unito oon qualche glutine .... op. cit- 1 pr, 1'.,
pg. 243. Add. p. 156; pr. 2*. pg. 21, Adii. pg. 103.
’ Fu sterrata negli anni 1T70, 1784 e 1785. fiorkui, op. cit. Ipr. 1‘.,
pg. 248, Add. p. 155; pr. 2*., pg. 21 Add. 180. pg. 20, AdtI. 107.
’ iieLBio.p Wandaem. n.“ 543
‘ UELBio. Wandffem, n.» 310.
ì decorato, avente l’ingresso principale dal peristilio; u n a celta p en aría ed il corridoio,
che mena all’ a ltra abitazione già descritta. Su l lato destro d elTalrio havvi u n conclave, clic comunica
col peristilio e con u n piccolo oecii« quas! distrutto. Finalmente a dritta dell’ androne trovasi u n a slanza
(apodylerium), che precede quella del bagno domestico, t presso alla quale sta la traccia della gradinata
ed un a piccola colla contenente u n puleale di tciTacotta.
Il giardino è circondato da u n porticato sorretto da undici colonne o q u a ttro p ila s tri, riuniti fra
loro da u n pluteo di fabbrica. Sulla teraa colonna dcl lato orientalo è graflila l’iscrizione (zangemeister,
Inscripl. Pariet. Pomp. n. 1226) ;
C IVLIVM POLYBIVM
II VIR
INFANTIO ROGAT
che suona, lu famio n e vuole p e r dnumtiiro C. Giulio Polibio. Per tale epigrafe il eh. Zangemeisler congetturò
che questa fosse l’ abitazione del noto candidalo Giulio Polibio. Nel mezzo dcìT area dcl peristilio ò un a
grande vasca divisa in due compartimenti disuguali; il più piccolo era destinalo pel bagno, come mostrano
i due gradini, che vi si trovano, e n e lT altro più grande sorgeva la fontana. Molto splendidamente era
ornalo il portico , la cui parete occidentale illustrata dal Mau ' occupa u n posto distinto nella storia
della decorazione murale di Pompei. Sul giallo intonaco vedesi ritratto u n colonnato adorno d i festoni,
nei cui intermezzi sono quad re tti con fru lla, pesci, volatili, commestibili; o p iù sotto ligure virili armale
di elmo, scudo e lancia, stanti o in a tto di c amminare Sullo zoccolo pavonazzo sono dipinti diversi
an imali, come lu p i, cervi, tig ri, leo n i, c a p r e , che escono da fiori giganteschi e sono frammezzali da
sfingi seduto.
I l lato orientale dcl porislilio è occupalo da varie località d ’ incerta d e stin a zio n e , d a u n piccolo
oecus ben decorato e da u n cubicolo. A settentrione poi trovansi u n a stanza, probabilmente horreiim,
a cui si accede per q uattro g ra d in i, u n ampio sacrario ( ? ) , sulle cui pareli sono cavale tre n ic ch ie ,
destinate forse a conlcncrc gl’idoli, ed infine un a spaziosa e.vedra con pavimento di musaico c con uscita o
fìneslronc n . 2 6 sul vicolo di Narciso. Sulla su a parete meridionale è u n importante dipinto, ora quasi tutto
d is tru tto , che paragonato ad un allro di recente scoverlo è stato riferito dal Sogliano * a l mito delle
Peliadi, le quali ingannate d a ll’astuzia dì Medea si fanno ad uccidere il loro vecchio padre, perchè giovane
egli riviva.
N. 10 . È quesla Tahitaziono detta dcl Chirurgo'‘ . Presentando la sua facciata principale grossi lastroni
dcl tufo di Sarno, essa è, secondo T opinione del Fiorelli di antichissima coslnizione campana, poscia
modificala con T aggiunta di nuove località nel suo lato posteriore. Pe r due g radini si accede alTandrone
(fauces) con pareti rivestite di slucco, donde si passa nelTalrio comunicanle con la bottega precedente
n. 9 , la quale avea u n luccrnaro sulla via per la uscita dcl fumo d i qualche focolare. L’atrio luscanico
h a nel mezzo l’impluvio di pietra nucerina con a capo il pozzo, cd è circondalo, oltre ad u n a spaziosa
slanza situata a destra dell’ingresso ed appartenente alccrlo alla primitiva costruzione, da q u a ttro cubicoli
e dalle due ali. Di queste quella a sinistra col pavimento d i musaico serba tracce di decorazione c comunica
con u n oecus finestrato; e l ’a ltra a dritta , dol lu tto ru stic a, introduco in u n ampio triclinio u n giorno ben
d ecorato, e per un a lànce, che fa angolo prolungandosi verso oriente, mena alla cucina c sue dipendenze.
Sul finire d i quesla fauco leggonsi du e iscrizioni graffile (z.vngemeister, op. cit. n . 1 2 3 0 -3 1 ), d i cui
T u n a è oscena.
In fondo all’ atrio si apre il tablino, dal qu a le si passa nel riridario addossato alla parete orientale.
Sotto al portico a sinistra è u n cubicolo e a dritta un elegante oecus finestrato. Delle p ittu re , che Io
decoravano, quella della pittrice ritraente T e rma di u n Bacco barbalo ’ è quasi svanita, mentre si vede
ancora T altra sulla parete meridionale, che esibisce u n poeta innanzi a du e donne *. A sinistra siede
u n uomo imberbe, che in ima mano tiene u n d iplychum aperto. A lu i d’incontro ò assisa un a do n n a ,
coverte le gambe di un a bianca vesto, avendo nella sinistra u n pedo e sollevando la destra verso il
capo; accanto le sia uiT altra d o n n a , che con ambe le mani tiene u n volume. Dielro al poeta sopra
u n ’ alta base scorgesi un vaso c nello sfondo u n ’ e rma panneggiata. Presso all'ingresso di questo oecus
e ra un a gradinata, clic conduceva al piano superiore, e quindi è u n a ltro passaggio alla cucina cd al
poslicum n . 2 3 , che avea accanto al limitare la cella dol custode.
' Glom. Scao. Pomp. n. s. voi, III, t. 3.
■ iiELDia, op. cit- a. 1833.
> aiom. Scav. Pomp. n. s. voi. Ili, pg- 05 sg.
* Tranne lo pooho località già dosoritto, la cui numerazione sarà
posta sulla pianta in rapporto-con quella adottata dal fiorelli in
Pompei, nella nostra descrizione ci gioveremo di quesla ultima.
‘ Fu scavala nel 1771. La sua denominazione di casa dol chirurgo
trova un debole apporaio ueila seguente notizia: . 20 aprilo (1771) —
Si è lavoralo nella solila abitazione dentro dellacittà, ove s'ò evacuata
una stanza dello più grandi di essa...................Bromo................
Si sono puro trovati avvolti dentro di qualche cosa, tutta infracidila,
i seguenti pezzi che si credono essere islruinenti da cerusico. Duo
mollo negli estremi dentale, di lungiiezza circa on. 7- Parto di un
istruinonto, che pare la metà di una molletta di forre, ed ha il manico
di bronzo, lunga in tutto on. 4. Una spatola a fronda dì ulivo, lunga
on. 8. Altra spatola lunga on. 4, alla quale manca un ferro, cui ai
riconosce restava unita- Tra gammaultl per tagliare fatti a guisa di
piccoli coltelli, con i manichi di bronza e le lame di ferro, ciascuno
lungo on.51|2; le lame sono fra di loro unite per mezzo della ruggine,
e due manichi restano distaccati dalle corrispondenti lame. Due altri
gararaautti della misura in circa degli descritti, e quasi della stessa
forma, non variando ohe per essere curvo lo lame in diverse maniere;
li manichi però no restano distaccati. Un ¡strumento come quello cbe
ora si usa por cavar sangue ai cavalli, oon il corpo tutto di bronzo e
la punta di ferro, lungo on. 5 1[2. Tro ¡strumenti come taste ma
uncinali lunghi in circa on. 7. Un tubo di forma conica luogo on. 8
di diametri maggiori min. 3, minore 1 •. fiorelli, Pomp. ani. /Usi. I,
prs. l.» pg, 253-54.
• Pelai. Scav. Pomp. pg- 79-