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ai Iati della mensa. A sinislra si trovano la cucina, u n ’a;iot/feca, duo cubicoli cd il triclinio; a dritta due
oeci preceduti da grad in a ta , siluata in a ltra località adiacente al pomerio, con l’uscita nel vicolo n . 20.
Lasciando da p arte l’isola d uodecima, che comprende la splendida casa della del F am o , della quale
i lettori trovano u n a particolareggiata descrizione nel primo volume di quest’opera, passiamo alia
REGIONE SEH IM A
Questa reg io n e , a l p a ri della precedente indicala nella tavola col color di ro sa, è contrassegnala
col colore celeste. E s s a , contenendo il F o r o , due T e rm e , p iù tempii ed a ltri cdilizii p u b b lic i, fu il
ritrovo favorito dei Pompeiani dall’epoca di Augusto sino al giorno della catastrofe. Delle quindici isole,
clic c om p re n d e , la p rima è quella d e limitala dal c o n fo , d a l decumanus minor e dalle vie «ecunda e
undecima.
N. 1. Taberna col b anco pcr la vendita, u
noi vico adiacente.
scalcila per salire alTammezzato cd u n a porta secondaria
frammezzate da N. 2-7. Seguono a ltre sci botteghe, tu lle con simili scalette p ila s tr i, su cui si
leggono a lcuni programmi relativi alle più antiche elezioni.
N. 8. E Tingresso ad un a bella Terma, già esaltamento descritta nella no slra opera, sicché torna
superiluo ogni a llro cenno.
N. 9 -1 3 . Sono botteghe, delle quali Tufiima ha due ingressi. Poco discosto trovasi sulla via il picdislallo.
che sorreggeva la sta tu a di M. Olconio Rufo, ora conservata nel Museo Nazionale di Napoli. Sul piedistallo
rivestilo di ma rm i è scritto ;
M • U 0 L C 0 N I 0 • .M • F • R V r 0
TrIB • MIt • a • POPVL • IT • VIR • 1 • D • "V
Q V ÌN Q -i TER
AVGVSTl • CAESARIS . S.VCERD
PATRONO'COLONIAE
Cioè, a Marco Olconio Rufo, figlio d i 3farco, tribuno militare p e r suffragio popolare, duUmriro giusdicente
cinque volle, quinquennale due volle, sacerdote d i Augusto Cesare, patrono della colonia.
A qucslo p u nto la strada c inaccessibile a i c arri, essendo d i livello superiore alla via stabiana {cardo},
alla quale pero si congiunge mediante u n alto g radino, nel cui fronte è incavata l’ap ertu ra d ’un a cloaca.
1 u n ambulac ro clic coree alle spallo dei bagni.
N. Ì 4 . Po rla secondaria del bagno virile.
N. 1 5 . Ingresso allo fornaci della te rm a , seg u ilo i
e riesce alla p o rta anzidelta.
N. IG. Localilà annessa a lla Torma, con a lcu n e stanze superiori usate forse p e r dormitorii.
N. 17. Porta secondaria del bagno muliebre,
N. 18. Androne già ap p artenuto alla Torma, dalla quale fu separalo murandosi la porta che vi slava
nel fondo. ‘
a seguente.
l ’arca o cortile, che
e d all’opposto lalo il
N. 19-21. Sono tre b o tteghe, delle quali la lerza comunica con la t_ ... ..p .
N. 2 2 . Questa c formata dal p roliro, accanto a l quale è u n cubicolo, e da i
in fondo ha ia gradinala per salire a l piano supcriore, con la la trin a al di sollo
tric lin io . ’
N. 2 3 . Recesso privo d i soglia o senza porla.
N. 2 4 . Piccola cella d’incerta destinazione.
N. 2 5 . È la casa di Vcdio Sirico formata di du e abitazioni , di cui la seconda h a T ingresso dal
vicolo occidentale n. 4 7 . Essendo stata già descritta, ci asteniamo dal parlarne.
N. 2 0 , Boltega con scala di legno por T am m ez za to , ed u n piccolo rialzo di fabbrica , su cui si
rinvennero gli avanzi di ima cassa ferrala.
N. 2 7 . Altra bottega con cella nel fondo, e la trin a accanto alla porla d ’ingresso. La cella è costeggiata
a d rilla da u n a faucc, che slargandosi contiene la scala del piano supcriore, o sotto di essa un a seconda
latrina: veniva quindi u n piccolo viridario preceduto da tettoia. Accosto alla fauce e sporeento su! ciard in o
sla u n ’a ltra cella. ^
N. 2 8 . Bottega.
N. 2 9 . Adito indipendente d i cenacoli supcriuri,
N. 3 0 . E u n eq u ile, al quale si en lra per una l'auce. La stalla era coverta in p arte da te tto , cd
avea u n lungo podio u sa to per mangiatoia.
N. 3 1 . Bottega che contiene due celle e la scalcila per l ’ammezzato.
N. Altra laberna avente il banco per la vendila c il focolare; nel fondo evvi la cella p c r gli avventori,
ed aitato a questa la scala delle slanze superiori e la la trin a. Sul margine della via che precede la
bottega è collocala un a fo n ta n a , su l cui cippo vedcsi effigiala la prolome d i Venere con u n a colomba
sulTomcro.
N. 3 3 . Scala per i cenacoli superiori.
N. 3 4 . Bottega, ch e nc ha u ii’a llra alle spalle comunicanle con quella che segue nel vicolo sellcntrionalc.
N- 3 5 . Piccolissima laberna con dormitorio alle spalle comunicante con la bottega precedente.
N. 30 . E u n pislrimim, a l quale si entrava dalla strada pcr u u lungo androne che metteva nelTalrio,
ove nel mezzo è un a grande vasca di fabbrica per lavare il gran ò , c su l lalo orientale u n grande
puleal di Icrracolla. A sinislra dell’ ingresso trovasi la stalla, indi u n cubicolo cd un a slanza spaziosa
adibita ])cr il panificium. A drilla dopo un a porla, che mcUcva in comunicazione il p istrin um con la
bottega n . 37 , si trovano un a rustica cella, il triclinio ed un ’ apothecd. In fondo alTalriO stan n o du e vani,
pcr i quali si enlra nell’ area, dove e rano situato le macino cd il fo rn o , che fu trovalo cìiiuso da
sportello (li ferro, c che conteneva 81 pani. Allato ad esso è la scala dei la strici, c poco discosto sta
un dolio di terracotta, nel (¡ualc T acqua era condotta da un a fistola incassata nei pavimento delTatrio.
N. 37. Questa bottega di sopra menzionala contiene u n piccolo cubicolo.
N. 38. Scala di cenacoli superiori.
N. 3 9 . É un a hiberna col podio di fabbrica , nel quale sono iniisso sci urho d i terracotta. Di
fronte alTingresso sta u n androne, nel quale aveano l'accesso u n triclinio (inestralo, u it’apoi/ieco ed u n
g ran lavalojo , donde l’acqua si versava in u n ’ ampia vasca, che era vuotala da u n ’ apertu ra prossima
al pavimento. E affinchè l’acqua, che usciva dalia vasca, no n si spandesse nello altre stanze, iT era il
passaggio inicrcellato da piccoli risalti d i fabbrica, clic cliiudcnJola sul suolo in breve spazio, la faceano
fluire in u n sottoposto canale. Vi è inoltre la cucina, tm cubicolo sito nel fondo dell’ a n d ro n e , ed un
sotterraneo, in cui discendevasi p e r la gi'admala p(jsta in vicinanza della porta.
N. 4 0 . F u quesla casa abitata da u n tal M. Cesio Blando, c en turione nella n ona coorte pretoria
L’ androne h a u n pavimento a musaico, in mezzo al quale vedesi u n timone d i riavo so rmo n ta to da
una pica marina ed aggruppalo ad u n tridente , fra (lue delfini c u n ippodariipo. L ’ a lrio luscanico
h a l’impluvio con a c apo du e poggiuoli di fabbrica per sostegno di qualche tavola, o presso all’impluvio
è la bocca della cislerna chiusa da copcrcliio di marmo. Nell’ a trio si veggono dipinli u n Amore
po rtan te ¡I globo cd u n b a stoncello; du e donne libralo in a ria con ghirlanda tra mani j e i b u sti d i
Ippolito c Fedra, Tuno con la mano elevata in a llo di rifiuto, Talira velala c in espressione d i dolore.
A dritta delTalrio si trovano due cubicoli, e a sinistra ve ne sono allri due frammezzali da u n a stanza
rustica , pcr la (¡uale si discendeva nella sottoposta c antina avente u n a uscita indipendente nel vico
occidentale n . 4 8 . Vengono in seguito le ali, delle quali T u n a a sinistra è divisa da mu ric ciu o lo di
fabbrica, c l’altra lia la soglia ornata d i Ire uccelli con fogliami.
In fondo alTalrio si apre il labiino, su l cui limitare si vedono a musaico tre fulmini intrecciali,
u na pella, u n a bipenne c due scudi ovali decussali. Esso è costeggialo a sinistra dalla fauce c a d ritta
da u n oecus a du e porte decoralo di cinque gran d i figure muliebri dipinte a guisa di ermo, che sorgono
da fogliami c reggono festoni di fru tta c di fiori; vi si vedca in o ltre u n quadretto rap p resentante una
danza orgiastica innanzi ad u n ’ e rm a di Priapo.
Dalla fauce si entrava nella cucina, o per u n a gradinala monlavasi al bag n o , formalo dal caldarium
e dal tepidnrium. Il prim o , a l quale forniva il calorico la cucina stessa mediante vasi ripieni di a cqua
bollente in tro d o tti fra le suspensuraa, m ostra su l pavimento tessellato q u a ttro figure d i palestriti , fra
cui si veggono u n u n g u en tario , due strigili ed u n vaso; il secondo, cioè il Icpidariuirt, a cui l’a ria calda
perveniva per u n foro praticato nella parole , ha an che il pavimento a musaico , che esibisce u n a stro
con du e d e lfin i, du e c o lom b e , u n sacchetto slrc llo nel m e zzo , u n ragno cd u n a lucertola.
Segue lo x yslus abbellito da tre piccole erme d i m a rm o , c cinto da spazioso p o rlic o , di cui le
colonne furono pcr metà rafforzale da pluteo d i fabbrica; nclTambulacro cho rasenta il labiino trovavasi
u n a mensa marmorea, cd u n allro sostegno triangolare di granilo nero, che ora si conserva nel Musco
Pompeiano. Le stanze, che circondavano il viridario, sono quasi tutto sprofondale; senonchè di quelle
situale a sinislra la prima sembra essere sta ta u n ’ esedra, ia seconda u n cubicolo, la terza u n oecus c
l’ ultima u n trid in io .
N. 41-42. Nell’angolo dclTIsola è u n a bottega a du e ingressi, che fu u n a laberna sutoria ten u ta
da M. Nonio Campano milite della stessa c o o rte , della quale era centurione M. Cesio Blando. Unita
a lla bottega è un a piccola cella ru stica, clic comunica con la descritta abitazione.
Addossata al mu ro occidentale c u n ’ara compilale formala d alia mela di un a macina capovolta cd
infìssa nel suolo; d i sopra ad essa, sulla parete veggonsi gli avanzi d i u n dipinto rappresentante Vesta
c i Lari. Il Brizio* ravvisa in quesTallarc Tiruii;
N. 43 . Uscita indipendente della cella vinaria di Cesio.
N. 44-45. La destinazione di quest’ edifizio ci viene indicata da du e epigrafi trac ciale su l pilastro
che ne separa gl’ingressi. Ivi infalti vcdcsi dipinto a modo d ’insegna u n elefante, che c into nel corpo
da grosso serpente è custodito da u n nano, c al di sopra u n a tabella an sata , in cui si legge:
SITTIVS lUIS
TITVIT
IILIIPAN
’ Ziso. n. 1717,1719, 1733. av. Pomp. voi. I, p. 2:
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