destinavano ad ornamento d 'a rm i, di mobili, e di «tensili diversi, su ’ q uali solevano con chiodi legarsi,
corno appunto orasi fatto della Sfinge sullo scudo di Partenopeo ricordalo da Eschilo L’ esempio della
cassa di Cipsclo c del trono di Apollo Amiclco *, oltre molti a ltri sim ili, che bastano a dimostrare
pienamente u n lalc uso.
Maggioro analogia ancor col lavoro delle nostre casse pompeiane somministra quello di taluni carri
fo rm ati com’essa di legno, e coverti pure di bassirilievi e lamine di bronzo inchiodale su l legno. Uno
di questi inciso già dal Piranesi c stato poi riprodotto ed illustrato dal Visconti *. Assai più ricco di
simili o rnamenti si mostrò a llro carro , trovalo in Perugia nel 1812, o d i cui dal eh. sig, Vcrmiglioli
furono pubblicale le lamino e ligure di bronzo, in cui raw isavansi ancora le tracce de’ chiodi clic le
tenevano conficcale su l legno Queste figure sono poi stato riprodotte nelle opere de’ sig. Micali ', cd
Ingliirami ’ , il quale taluni soltanto di quei bronzi credè aver servilo di rivestimento a l carro , c gli
altri riputò sagri arredi o d o narii spettanti a q u alche tempio *. Il sig. Micali n e lTu llim a sua opera va
anche p iù o ltre, ed abbandonando l’ idea dcl c a rro , da lu i pure a ltra volta s e g u ita , crede che quello
lamine e slalucllc fermale con chiodi sopra ossature di legno ricoprissero veri mobili istoriati cd ornali
ad apparato di feste sagre Ciascun vede come seguendosi u n a lalc opinione maggiore ancora sarebbe
T analogia d i queste nostre casso pompeiane co’ bronzi perugini.
La cista d elta mislica del conte Bonarelli ricordata ne’mon umcn ti gabini del Visconti " e di legno
coperto di cuoio e legato in bronzo, della qual materia sono pure i lultalo ri rappresentali nel gruppo
dei manico. Questo momiracnlo ove fosse veramente cisfn mislica proverebbe che l’uso di far le arche
0 ciste di legno " , c foderarle di metallo, era proprio dei sagri arredi come di quelli destinali por gli
usi della vita. Talune arche di diverso formo veggonsi messo a piedi di un a statua antica colla epigrafe
mozza . . ka.iìì: . TEAaNDS.uiTi. AM. . " , e si mostrano p u r formate d i legno con o rnamenti c fasce forse
di metallo.
Chiuderemo queste osservazioni col notare che gli ornamenti d i bronzo della no stra cassa oltre al
darci l’esempio della loro sovrapposizione a l legno della cassa con chiodi, le leste globose dello q u a li,
che dicemmo bullae " , servivano anche di ornamento , ci danno pu re T esempio della , o sia
/■erneminaiio " , nelle figuro dì bronzo che vi vediamo saldale su l f e r ro , e che ci sono appunto perciò
g iunto in un o stato poco felice di conservazione.
Due, sono gli orologi solari trovati nell’ edifìcio in fondo alT rnip/iiviìtm, dei q uali noi pubblichiamo
u n o a tavola I , figura 7 , e ciò per lasciare ad altri la cu ra di dilu c id a rlo , e di confrontarlo con le
osservazioni precisamente del Sallicr ” , dello Zuzzcrl " , del Martini " , degli accademici crcolancsi " , del
G u a lla n i” , del D clam b ro ” , del P i a l e " , c degli a ltri molti scrittori i quali hanno illu strata l’ antica
gnomonica, c tra cui va anche ricordalo il sig. Schaubacli au to re di un a im p o rta n te istoria della greca
astronomia
Le scavazioni dcl giorno 9 ottobre 1 8 3 2 , diedero luogo an che alla scoverta di allro im p o rta n te
mon umen to , che decorava l’ imphiuiHm d i questa abitazione, ove fu ap p u n to rinvenuto. Parlo della vasca
di marmo greclielto cho ornava sicuramente il fonte messo nel mezzo di qac\\.’impliwium. Ila dcssa la
l'orma di una lampada o liciiuco circolare a dicci becchi, ed è nel mozzo traversala da u n foro. Dalla
illn Mrreurioxer apertili lesi» di Glo.o per Iraroe Hinerre, sisoegluciM:
ILU TuN APXAIuN TI-
NEC iHWIOTPrwN
TorroN (i. e. 'EpCTv) IlAPECTu
TA T«I ili noiOTuiv (t)
nE.AEKrN EXOOTA xx-
eAllEP EN Tul Ti¡5
XAAKIOIKOr.
Ul qureio preiiOM ttammeiuo uno e.seudosi polulo Mnserree runginole, nonlunno
pululo cliB per congcilura relliUcerei le leilnol che semtiieno concenie quelche iltJO
del Iraserillore. U lioea 3 i lu gii cosi copiata ;
TOrrON 0.4CEC . .
TATÜI4H1I . . . .
eia linéaseos):
ftAnEPENTaiTE . .
Le corrciicnl e suoplimeuil olio abOcuno adoilaie sembrano evldcnli : e cl sembra
Slrnbono che ricordi le opare -.Cii àf/diai neli'Kreo e nel DIdimeo geogr.
Ilb. XIV pig. cu e 637 e con quelle di Apulejo (Dorid, p. 3S0) magna eia aeris
eorio eijiglalu velérrimo al speolabUi opere (redi su quesll lunghi il Thiersch
cpochen peg. 40, il); mr anche, ò mnllo pib, colla paiole pressoché Inleramcnle
simili di Aieneo (Jipnoioph. hb. XIV. cap. 26) 'Egi Si xxi TX ciuv ó?x«‘»v
Ssipio'jpYW ài&px-.i T1Í; nxXx'x; ¿piñma;
•L. e.p. 310.
ss« ancho ahbellllc di simili
' PioClem. lom. V, lai. 13
'Nal saggio di bron.Ieiruse
1C degli cbura/o veAleubs, di cui
11, se, I, »,46),edllc«le6nroH (SHch.
ili degli EiroBcl o da'llamani dor erano
« Implosa nel 1802,
p arte inicrna questi becchi sono lievemente in c av a li, ma l’ incavo che trovasi in essi no n ha veruna
comunicazione con quello maggiore clic è nel mezzo dcl lioniico , cd il qu a le è separalo dall’ incavo
de’bccchi per mezzo di un a cornice circolare ornata da ovoli, o con u n piccolo dentello nella sua parte
interna.
Dulia faccia opposta a ciascuno de’ becchi corrispondono allernalivamonle scolpili a basso rilievo
un elegante fogliame cd un a maschera di fronte. La prima di tali maschere ha na so aquilino, barba
c ap rin a, corna cd orecchi anclie di capra, e questi u ltimi in gifi rivolti. La seconda anche barbata ha
u n (iufTo sulla sommità della fronte, piccole corna , c lunghi ed irti gli orec ch i. La terza è giovanile
imberbe con ciuffo fra le piccole corna sporgenti sul f ro n te , cd orecchi sim ilmen te lu n g h i ed irli. La
q u a rta è p u r giovanile con baffi, ciufl'o di forma diverea, c capelli discinti. L’ u ltima a (finalmente ìnalincnlc
giovanile
cd imberbe è coverta da u n pileo, sotto del quale escono i discinti capelli.
La significazione faunina o satiresca di queste effigie, c la loro evidente relazione al culto dionisiaco
ci spiega a sufficienza il modo con cui sono esse qui figurale come maschero senza collo. Così sovente
infatti nc’ moniimcnii compariscono le clligic dionisiache le quali quindi sono bene illiislralo colle
memoi-ic de’ xpiawsx di A e ra to , di Dionisio Dacclieo c Milichio ricordate da Pausania * , c da Ateneo
Un esempio analogo nc danno p u r le simili maschere di baccanlL che veggonsi in un o do’bassirilievi
della cassa da noi illustrata. Unitamente alla descritta vasca si rinvennero cinque piccole ligure di marmo ;
cioè quattro anatre divcree di grandezza cd a n ch e per la q u alità del marmo , cd u n rospo poggiato
su piccolo base. Tulle sono foralo, ciò che dimostra che servivano da zampilli. ' °
Con m olla avvedutezza il Fin ali opinò cho i dieci becchi del nostro fonte no n poleano credersi fatti
senza u n qualche intendimento , c doveano servire a poggiarvi altrcllan te lu ccrnclte , le quali accese
illuminavano 1’ a trio , ed accroscovano anche la vaghezza a l fonte in modo non insolito anche in altri
domestici fonti pompeiani, E veramente la forma di questa vasca in n ulla dillcrcndo da quella de’veri
licniichi pensili, mosli-a da sè anche u n a (ale sua destinazione. Abbcnchè Plinio parli di sim ili/icm ic/ii
di bronzo *, taluni pure se nc sono rinvenuti di ma rm o , e massima è la loro somiglianza con questa
nostra vasca. Uno ne ha pubblicalo il GualUini, e questo ha pu re nella faccia estern a un a maschera o
xpéc<uw» faunino Alli-o dcl musco hnrglicsinno è pubblicato ed illustralo dal Visconti, ma non ha allro
ornamento che di semplici foglie '. Ma il più simile e per cosi dire gemello a questa vasca pompeiana
e ccilamonte quello che trovasi pubblicato dal Caylus, c la cui faccia interna è similissima a quella della
nostra vasca, avendo pu re la cornice circolare ad ovolo con dentello p iom in cn le : la faccia esterna poi
0 siinilinenlo ornala di fogliami c di cinque figure o m a schere faiinine c satiresche, se no n che b a d i
pili noi mezzo un a lesta di Medusa di fro n te; dicci pure sono i becchi ’.
Qucslo mo numento dimostra che a n ch e i veri licmichi pensili, quale esso f u , dovevano avere un
ornamento a foggia di covcrchio, come questo nostro pompeiano, destinalo a decorazione del l'onlc. So
non clic nc’ ltcnuchi pensili questo covcrchio dovea aver puro nel mezzo u n fo ro , pel quale passava il
le iio da cui pendeva, c la cui estremità era introdotta nel fondo inferiore dei licnueo meiicsimo.
I RIMA STANZA A DESTRA , cella dell’ostiario. — Cinto è T atrio da ben otto divcree stanze,
delle quali q u a ltio sono a destra, c q u a ttro a sinistia di chi vi enh'a. La p rima a destra entrando
mostra una soglia di travertino co’ solili incavi per gli anlepagmenta c pc’ p e s su li, po’ quali mostrasi
elio la porla era a due p a rtile, le quali picgavansi dalla p arte interna della stanza. Nelle m u ra diiiinte
rozzamente, m parte rosse cd m p arte b ianche, mirasi tuttavia u n grosso chiodo conficcalo, e diversi
miclii che mostrano averne co n ten u ti a ltri simili. La feritoia aperta verso la s tr a d a , cd il sito stesso
di questa stanza par che mostrino ad evidenza che era la colla dolTostiario, il quale per la leriloia pelea
facilmente ossci-vare, cil anche esser cliiaiiiato da chi era nella via, Varrone raccomandava clic la cella
ael Villico SI situasse in campagna proxime januam, prneserlim si ostinrius est n ano *. Aurelio Vittore
m n i S Z : , ' ? “" ' “ 7 '™ " '^ “ ,? ' ?»» sa e U k k m l , jam lo ris. injaal, laqaaa
pai , ,„ a ad saalas U m om ,s . Lo Sol.oo.ilor a „ c n „ clic Polloco '• clii.amo c .i.l,., la ccll-i
r ? i n' 1 ,0 ““ '° ''g g iu n g o clic da ,.n Ioago di Plalono egli
miracele il Sito della colla dell osliai'io nell cpimeiro a’ memorabili " , L’ uso di c h iam a r T o s ln r io
pa olo di i l ' ‘ i “ l " 0 ! d n ' 1 It I I 1 1 le c e j elle
iò rn e M 1 ' Ì " ° ° «^sa q u alche frammento di u n a
SEC0 N n ? T T f n 7° [ " ^ r ‘'ossima alla sua volta, o soffitta.
una dipendenza del palagio clic dicevasi hospili
i clic questo sta..
più estesi orano accolli ii i q uali I
il " . Noi però n<
igli edificii
sappiamo