Papiïio R h ea , et Unedonis, Hübn, Tav. i!\. f, 1 11
1 1 2 .- - Tav. i l 3, f. 58o, 581.
Petagna , Inst. Entom. 2. p. 443, î .
Nymphales Jasius, Latr. Inst. Natur, des Ins. x iy .
p. 83', i .
Apatura Jasius, Fabr,
Charaxes Jasius, Ochsnaimer?
Grandezza , da 3 a 3 '/, poll. largo, 3 pol. lungo ( no» com-
prese le code. )
Patria. Dai sommî entomologi, Linneo e Fabricîo, fu risguardato qnçsto
papilione come abitatore della Barbaria ; e gli entomologi, ritenendolo come in.
setto europeo, ban sohito indicate i lu oghi, oye spezialmente è stato da essi
loro veduto , o predato. Cosi il nostro benemerito Vincenzo Petagna noto averlo
ricevutô dalla Provincia di Bari ( i ) , donde gli venue trasmesso da nno de’suoi
allievi, A. Antonio Pinto ; e dopo lui l ’ illustre Cirillo lo ricevè dal Sig, Si-
eiliano , ehe trovato l ’aveu ne’ contorni di Carinola, nella prossima Campania
(2). Latreille lo porta corne inquilino de’ contorni di Nizza (3). Le Febnre
Be Cérisy lo ba trovato in Tolone ; Bonelli in Torino ; Roux in Marsiglia ;
e Gioma fatta ne avea di già la descrizione della larva e delle sue abitudmi
fin dal 1800, la quale trovasi inserita nel T. XIX, pag. 218 degli atti dell’A c-
cademia di Turino. Queste sono le poche notizie, ehe ho potute raccoghere m-
torno al domicilio diquesto bello eraropapilione nelle diverse contrade europee.
In Agosto del 1827 lo vid’ io per la prima volta nella Villa Reale, e
riusci averne fra le mani due individui. Well’ anno appresso ne presi due al-,
tri avendogli incontrati nel medesimo tempo , nello stesso sito, ed mtorno a
quéi Aiedesimi arboscelli , ove nell’ anno precedente lo v id i, e gh diedi ,1a
caccia. Kel mese di Luglio 1828 non tralasciai mezzo ne' cura, onde aver fra
le mani la la rv a, poichè poco conosciuta è dessa, per quanto io ne sappia ,
dagli entomologi : ed avendo potuto frugare in ogni guisa quegli stessi arbu-
sti sui quali abitualmente avea veduto poggiarsi i papilioni negli anni pre-
ced’enti, sono riuscito raccogliervi e larve , e crisalidi, e uova , onde ho potato
ogni cosa studiarne nel proprio gabinetto.
* ( 0 Petagna Istitut Entom. a., pag. 443 D* *Il
(a) Entom. Neapol. Specim. i. Tab. XL n. i.
*(3) Latrail. XIY. p. 83, n. i.
I pochi cenm già fatti sulla patria di questo lepidottero portano natural-
mente a conchiudere , ehe originario esso della Barberia , siccome l ’ accuratis-
simo etitomèlogo svedese lo dice, si è xnano mano propagato nel nostro regno,
passando dalle provincie più. meridionali, e quindi più prossime al suo paese
nalio: siccome ha egli appro dato, e forse in pari tempo, su tutte le coste meridionali
della peüisola italiana, ed anche sopra una parle di quelle della Francia
méridionale. Essendo un insetto di clima caldo è ben naturale ch’ egli si tenghi
ne’ s ili, ove si gode del favore d’ una temperatura maggiore, siccome in generale
lo sono i luoghi maritimi, poste le altre cose uguali , e specialmente
poi quelli eheguardano il mezzodi (i). Quindi il Giasone trova ogni cosa propi-
zia nelle poco innanzi citate regioni , onde prosperar possa , ed è presumibile
ehe contiuuerà a dilatarsi (2).
Larva, La larva del Papilionë Giasone ha il capo grosso ,' schiacciato ,
con una linea depressa, che dal labro superiore corre fino al vertice, e lo divide
in due lobi. La parte superiore è cöronata da quattro grandi tubercoli spi-
niformi , scabri anch’ essi e fiancheggiati da altre simili spine più piccole.
Li due grandi esteriori hanno innoltre una sérié di spine sul di loro.lato
inferiore , la quale si continua fin presso al labro inferiore, seguendo i mar-
gini del capo. Sülle spine maggiori o tubercoli contar se ne possono distinta-
mente quattro , e nella parte inferiore del capo 3 per ciascun lato, la prima
o posteriore dellë quali pin grande e bifida (3). I l suo colore è verde gajo,
( 1) Appena nata ha d«e line di Junghezza, presa dal capo alla estremità delle appendici
Codali. II diametro del capo è 4A0 di linea.
Il colore è di un giallo arancino, col capo un poco oscuro., le prominenze e le appendici
codali violacée, colle punte bianche.
Le appendici codali si mostrano delicate, lunghe, e forcute^
(2) E’ meraviglia il vedere, ehe nella Terra di Otranto, ove le selve sono popolatissirae
dell’ arbutus unedo o corhezzölo ; dove la temperatura è più ele va ta , e la sua prossimità colla
Barbaria è maggiore di quella di Napoli e di Nizza, questo papilione non sia reperibile. Io ho
ricercata quella provincia per più anni continui, l’ho percorsà in ogni punto , 1' ho diligen-
ziata in tutte le guise , ma non mai questo lepidottero ho visto, ne alcuno di *quei, cui la co-
noscenza degl’ insetti giungeva intieramente straniera , lo incontrù mai per avvenlura. Gagione
di ciô par ehe ne sia la variabilità del clima, montre sviluppando questo Iepidatlero tra la fine
di luglio e quella di agosto, le hùfTere ehe cola succedono in taie stagione, facilmente lo coï-
piseono , sia nello stato di larva, sia di crisalidc, ed anche d’insetto perfelto : e gli asprissira
freddi vcrnali ne uccidono ben anche i germi entro il guscio delle uova. Ed in fatti , nella pro-
vincia di Terra d Otranto , dopo la metà di luglio la fàmiglia de’ lepidotteri non offre ehe le
più volgari specie , e quelle propriamente ehe anche di verno adornaiio i nostri giardini ed
animanô la solitudine de’ boschî, siccome il P. cavolajo, lo C-bianco, ed il vulcano , con ta-
luni pochi della famiglia de’plebei. Non cosi nolle regioni di questa Capitale, fra Je quali régna
un clima meno variabile , e più temperato , onde ancora nella mettà dell’autunno trovasi
frequente sovente il P . Latona , il Pandora , il Moro quello del melofioccolo, ec. ec., frequen-
tissimi poi essendo fin press'o al verno, il P. del carÜo , della daplidice, ec. ec*
(3) Questa stiuttura di capo c molto analoga a quella del P.Populi, Vedi,Âoes: Tom.IV.Tab.31.