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L E F I P 0 T 1 E R I M U R 'M I
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PARPAGLIONL
Non puo leggersi , sénza restar d’ ammirazione compreso ,
1’ artifîciosa distribuzione de1 Lepidotteri fatta dal sapientissimo
Linneo. Considerandogli egli corne componenti una greca repub-
blica , gli concept diyisi in sei diverse prosapie.
La prima de’ Nobili insigniti , ossia di ordine cavalleresco
composta , che suppose discendere da-Troja e d’ Acaja , e che
percio suddivise in Cavalieri Trojani ed Achivi ( Equités T roes ;,
E . achivi y.
La seconda costitui de’ S a pien t i abitanti l’ Elicona nella Beo-
zia , che appellô quindi Eliconi ( Aeliconii ).
La terza de’ P oeti abitanti il Parnasso, Parnessiani percio
detti ( Parnassii ).
La quarta di Cittadini greci , Danaidi ( Danai ) ; de’ quali
altri in abito terzo e giornaliero ( Danai çandidi ) * altri in fe-
sta abbigliati ( Danai festivi ).
La quinta compose di sposi, Ninfali ( Nimphales ) vestiti
di abito riccamente orna to di frângia , e di gemme , i Gemmati
( Gemmati) , o di queste ultime mancanti, quali appello Falera-
ti ( Phalerati ).
La sesta finalmente compose della plebe cittadina e conta-
dinesca , detti percio Plebei cittadini e compagnoli ( Plebei rurales
et PL urbicolae ).
A questo bel pensiero associo egli 1’ idea di assegnare aile
specie nomi atti a ricordare quelli de’ piu famosi uomini , ed i
fasti piii memorandi della Grecia antica ; e fece si che aile ri-
spettive tribu si appartenghino , serbando sempie la corri^ponden^
za dell’ ipotetico col vero ! T a li, per esempio , son quelli d’ Idçr
meneo e di Ajace tra i primi, e di Giasone, Podalirio e Maçao-
ne tra secondi , nella schiatta cavalleresca : 1’ Apollo e lo Mue-*
mosine fra i Parnassiani : Il Paleno e lo la ie , 1’ Arcanio il Cleopatra
e 1 Leandro fra i cittadini : L ’ lo e ’1 F id ia , il Circe ed
il Medusa fra gli sposi gemmati; e l 1 Anliopa ed Atalanta, l’ Is-
sipile e- 1 Agliaja tra quei seniplicemente ornati di irang\a.*Amin-
ta e Damone , Adone ed Argo tra i plebei campagnuoli , e fra
quei della città i nomi di Aracinto e Tage ^ di Panisco e di F r i-
tdlo. Quai mirabile nesso fra la storia di quel popolo saggio è
guerriero, e quella della parta più bella e più toccante della En-
timologia !
Gomunque bçlla e non priva di caratteri patenti e costanti,
questa artifiziosa sistemazione mal si comporta collo stato attua-
le in cui la scienza si eleva. Non dal11 colori e dalle macchie ,
non più. dagl’ intagli ed ornamenti delle a l i , ma da caratteri or-
ganici , da’ costumi o naturali abitudini trar si vogliono i prin-
cipi regolatori de sistemi. Nè recar dee meraviglia se di accor-
do tutti non vadino i naturalisti in. ciô fare ; perciocchè i sistemi
naturali esigendo, che tutta la sérié degli anelli componenti
una data catena- siano ben noti r e non, essendo ancor giunti a
tal punto, uopo è che vagare si veggano da un canto e dali’ al-
tro, finche non siano poste in aperto le tracce dalla natura stes-
sa segnate.
Latreille , nella sua Storia Naturale de’ Crostacei e degl’ In-
setti divise i Papilioni in 8 generi ; ma dopo lui Fabricio , II-
liger , Schranc , Godart , e Ochsenaimer , stabiliti avendo più
altri generi , sia per effetto dell’ analitico esame dell’ organizzazio-
ne e costumi di quelli già no li, sia per le ulteriori scoporte faite
nel nuovo continente , egli ne adotto taluni, ne riformô altri ,
ed alcuno riconciliô co suoi : talchè ne risultô il quadro segmente
, esposto nel Regno Animole del B. Cuvier ( Ediz. 2.a 1829)*
Ma egli , il famoso Entomologo Francese , ne avea posto un
altro prospetto , assai più dettagliato di questo , nella sua opera
che ha per titolo « Familles Naturalles du Régne Animal » Par.
1835 ; quale ridotto tu trovi nella pagina sussequenteA