volta la verità conquistata dalla scienza, che, cioè, il fenomeno del terremoto è composto di molti urti che avvengono
in direzioni tra loro angolari, e si comprende, allora, come gli edifizi posti in moto violento in una certa
direzione, e costretti poi a cambiar questo moto repentinamente, abbiano dovuto ruotare su sè stessi .e soffrire
per tale ragione danni gravissimi.
fi Ma purtroppo la sola circostanza della variazione del senso, ossia della direzione, non potrebbe spiegare tante
rovine, o a dir più esatto, una rovina così completa come pur troppo è stata in realtà. Argomentando, anzi,
da certi fenomeni particolari, si viene a concludere perfino che l’intensità del terremoto Calabro—Siculo non
sarebbe stata così eccessiva, da poter giustificare un’opera di distruzione così intera e così generale, se non
fossero intervenuti purtroppo altri coefficienti gravissimi, principale fra tutti, la costruzione pessima degli edifizi.
Il prevalere nei muri dei ciottoli tondeggianti collegati con cattivissima calcina e per di più in edifizi alti
tre o quattro piani, avrebbe fatto sì che anche per un terremoto di minore intensità, quei muri e quegli edifizi
avrebbero dovuto sensibilmente soffrire. Immaginiamoci dunque per un terremoto come quello del 28 dicembre!
i]| Ma non si pensi che, dicendo io così, contraddica alla mia affermazione che l’intensità del terremoto non
fu supremamente eccessiva. Se quella medesima scossa avesse per esempio battuto in regioni dove le case fossero
state costruite meno peggio, avremmo certamente dovuto lamentare molte vittime, non tante però, quante
ne dobbiamo oggi deplorare, perchè, ricordiamolo bene, il terremoto, per sè stesso, non uccide nessuno; sono,
invece, gli effetti disastrosi di esso, che uccidono.
fi Auguriamoci, dunque che, dovendo in quelle contrade rifare tutto da capo, si prendano una buona volta
quei provvedimenti che la scienza e la coscienza reclamano, ma inutilmente, da un pezzo.
f | Un altro coefficiente, poi, molto importante di danni gravissimi, incalcolabili, di cui gli osservatori della
presente pubblicazione potranno trovare le tracce, fu certamente il maremoto, il quale spazzò via, tanto sulla
costa calabra, quanto su quella sicula, ma più però sulla prima che sulla seconda, interi gruppi di case situate
lungo il mare; anzi, interi paesi. Sarebbe di alta importanza l’esaminare il modo di propagarsi dell’onda
m u li
del maremoto; ma su questo problema, che interessa solamente la scienza, il lettore, ove voglia, potrà trovare
altrove studi profondi e osservazioni scrupolose in proposito.
fi Qui sono soltanto descritti dall’arte i disastrosi effetti del fenomeno, terribili ed eloquenti più di qualsiasi
parola nella loro muta semplicità.
fi Stimo però necessaria una parola di spiegazione per alcuni punti della pubblicazione presente, punti che
hanno un lato puramente scientifico, e cioè per la carta delle isosismiche (linee di eguale intensità in un terremoto)
e pei diagrammi lasciati dalle macchine sismiche in tutto il mondo,
fi Principierò dalle isosismiche, e per riuscire anche più chiaro, mi aiuterò con un paragone,
fi Si sa dall’esperienza più comune, che il suòno, la luce, tutti i fenomeni insomma, che in fisica vanno
sotto il; nome di fenomeni vibratori, ¿’indeboliscono in quel che riguarda i loro effetti a mano a mano che ci
allontaniamo dalla sorgente, ossia dal loro punto di origine; e così accade per il terremoto, che consiste appunto
in un fenomeno vibratorio, e che perciò è compreso nella legge comune.
fi La sua intensità va indebolendo a mano a mano che ci allontaniamo dall’origine sua, chiamata epicentro;
e zona epicentrale od area epicentrale dicesi quella appunto nella quale gli effetti sono più gravi e sensibili
rispetto a quelli verificatisi nelle regioni poste all’intorno. Per giungere a resultato siffatto, alla determinazione
scientifica dell’area epicentrale, è stato compilato da molti anni una specie di elenco, il quale racchiude in
brevi paragrafi la descrizione degli effetti soliti ad avvenire in occasione di un terremoto di una data intensità;
di modo che, anche senza istrumenti sismici, e senza calcoli speciali, si può stimare con sufficiente approssimazione
l’intensità di un terremoto determinato.
fi Questo elenco viene detto comunemente Scala Sismica, e la scala oggi adottata generalmente e che risponde
con evidenza, chiarezza e brevità allo scopo, si deve al celebre sismologo nostro Mercalli.
fi Crediamo ben fatto, anche per la migliore intelligenza della tavola delle isosismiche, riportare qui la Scala
Sismica Mercalli.