|T^ ^ | IN PRESENZA DEL DISASTRO. <1 Leggo nei giornali che Messina. non può I I
risorgere, bisogna trasportarla altrove, sarà solo una grande stazione di strada ferrata.
Poco diversamente dicono di Reggio. Io non lo credo. Non dico che Messina deve |L ^ T ^ J ll
risorgere, dico che risorgerà sulle sue rovine, al pari di San Francisco in California. Le ragioni geografiche,
commerciali, strategiche, come sqn quelle che la fecero nascere, spn quelle ancora che la faranno rinascere.
Se pure venisse ricostituita altrove, finirebbe a poco a poco col trasferirsi nella sua antica sede. Posso ingannarmi,
ma è il destino di molte altre città, Non si ricostruirono ripetutamente i paesi vesuviani, continuamente
minacciati dalla lava? Ercolano non si potè ricostruire, perché totalmente sepolta dalla lava, divenuta poi dura
come pietra. Ma al disopra, nello stessissimo luogo, si ricostruì Resina. Pompei fece eccezione, perché era
divenuta un soggiorno di delizie e di villeggiatura.
fi Non bisogna del resto illudersi. Alcune intere zone d’Italia sono paesi di terremoto, e non c e rimedio.
Quello che è avvenuto oggi, avvenne ieri, potrà avvenire domani. La natura ci ha prodigato tanti doni, bisogna
rassegnarsi a; subire anche i disastri. Ogni anno segue un numero inevitabile di' naufragi. Non per
questo si propone di sopprimere la navigazione. Si cerca invece di renderla meno pericolosa col migliorare
la costruzione dei battelli, la istruzione dei marinari. Questo è quello che dobbiam fare adesso. Il pericolo
maggiore che noi corriamo è: quello di esaltarci, di abbandonarci ad uno slancio mirabile, anche eroico, di
carità, per lasciar poi tutto in balia del caso, commettere gli stessi errori, subire le medesime conseguenze.
Contro di ciò è necessario adesso resistere concòrdi con ogni energia. Si tratta di una calamità che è fuori
d ogni misura, che crea altri pericoli, i quali possono riuscire non meno funesti se non si provvede, che fa
sorgere problemi tecnici, economici, giuridici, morali di una enorme difficoltà, che pure vogliono inesorabilmente
essere risoluti.
fi Circondati come siamo da rovine, in presenza di centinaia di migliaia di cadaveri, di centinaia di m ig lia ia
di profughi sparsi per tutta Italia, di orfani, di- famiglie economicamente rovinate, la carità dovrebbe essere