organizzata, procedere con norme sicure ad uno scopo determinato. E dovrebbe essere pronta, fulminea. Come
si organizza 1 esercito in modo da poterlo istantaneamente mobilizzare, cosi dovrebbe essere organizzata la pubblica
beneficenza, specialmente in un paese esposto a tanti pericoli come il nostro. Questo, è inutile illudersi,
noi non labbiam fatto, e occorre farlo. Ma per ora gli errori saranno molti ed inevitabili. Dobbiamo quindi
unirci, adoperare concordi tutte le nostre forze alla soluzione del problema. Guai se ci abbandoneremo invece
alle solite recriminazioni, e non sapremo perdonare gli inevitabili errori, che son colpe di tutti noi, perché
non sapemmo provvedere in tempo. Quale spettacolo daremmo alle altre nazioni, le quali sono cosi generosamente
venute in nostro aiuto? Purtroppo accanto al più generoso slancio della carità nazionale, vedremo
scatenarsi anche le basse passioni dell’egoismo umano, che cerca volgere tutto a suo vantaggio. Bisogna affrontare
anche questo pericolo con calma ed energia. Non dobbiamo, secondo il solito, passare dallo slancio
di ' fratellanza alla reazione esagerata dello sdegno e del rancore. Nella immensità stessa della nostra sventura
è necessario trovare la forza di resistere, di provvedere. Non bisogna credere che basti sempre il solo entusiasmo.
Occorrono la riflessione, l'organizzazione, la concordia, la costanza.
L altro argomento che bisogna prendere in serio esame è la ricostruzione delle case, degli edifici pubblici
e privati. Il problema fu più volte studiato, le norme da seguire furono in parte trovate e sanzionate dalla
grande esperienza fatta nel Giappone. Perché dobbiamo sempre trascurarle, sempre ricostruire sulle rovine,
rattoppando le vecchie case, per subire di nuovo gli stessi danni? Una Commissione governativa dovrebbe
render note a tutti le norme, e cercare ogni modo per farle generalmente adottare. E non dovremmo anche
profittare della grande e dolorosa esperienza ' presente, studiando quali sono le costruzioni che hanno più sofferto,
quali quelle che hanno resistito di più? Se è vero che a Messina le case di un sol piano hanno fatto
buona pròva, -non sarebbe una esperienza assai utile? E qual prova han fatta le case in cemento armato, costruite
in Calabria dopo il terremoto del 1905? Non sarebbe utile far conoscere tutto ciò al paese? Le forze
e le leggi della natura noi non possiamo mutarle, dobbiamo studiarle per difenderci. Questo studio è necessanbiillon
si tratta ’solò di rimediare al presente, si tratta'di provvedere, anche all'awenire.
f lF r i f J tantif c Ä a c h e ho .seduti fare in, questore di angoscia, di desolazione, qualche volta anche di
disoidinè .mentale; ve n'è: uno al ..quale credo di dovermi vivamente oggiSTe In presenza della prodigiosa chi
nfgnànifestatasi 'all'estero in nostro Àvore, si è-detto da q ^ Ä K i l mondo è grande, vi f c 7 popoli assai
pili" ricchi .'di noi. Se gli stranieri raccoglieranno una. somma assai maggiore di noi, dovremo finire col rime
-struire lq. nostre^ città col .danaro straniero? E si è a questo proposito Incordato l'esempio degh Stati Uniti
chc'. 1 occarione della distruzione dl San Francisco dissero noi bastiamo a noi stessi non accettiamo soc
corsi stranieri- Sarebbe, a mro awisoi* assai grave errore dare |||K i> a n c h e momentaneo B im i l f discorsi.
Prima di tutto, mjätebn abbiamo 1 mlliardih,che ha l'America. È questo' un fatto su ÌMi sarebbe inutile d j t
cutere La calamita che ci ha colpiti e tanto più grande dii tutte le altre simili',, che ogni paragone è im-
PDsslblle N°‘ abblamo lno,tre (possiamo dirlo senza orgoglio) un passato, che non tutte le altre nazioni possono
visitare. Rendemmo dei grandi servigi alla civiltà del mondo. I popoli civili sentono perciò che la distruzione
dl una P3' 1« dell Italia sarebbe Come la distruzione di una parte della' civiltà 'di cui essi ora godono, come
t e f S B I l ? 11 U”a parte d<!l lon; P'O?»7" to lto . Questa pub fo rs e i^ g e -u n a delle ragioni che destano
<W ^ ^ » m p a l i» .- 4 H ™ p » e r o e veräo é&iioi Dovremmo, sentircene umiliati? Certo, i Servigi da noi resi,
alliumamtà non a ||n n p ¡dùitto. di chiedere nulla agli altri; perché questi servigi sono ampiamentefiipénsati
dal fatto stesso | averli potuti rèndere: Ma perché smarrirci, perderci in questi vani, quasi puerili ragiona-
mentl? 1 popoli che sino ad ieri si armavano per combattersi fra loio, dinanzi ad una cosi: .tragica sventura,
alla onnipotenza delle forze dèlia natura, che ¿ i a sentire la miseria del nostro essere, la vanità dilla nostra
vita, ri gettano in uno, sublime ¡»affettuosa'fratellanza,, quasi, ielle braccia gli uni degli altri, come
per soddisfare l'eterna aspirazione dell'uomo verso un mondo migliore. Dobbiamo'Ji, protestare? Il sentimento
umano non è inferiore, - è superiore al sentimento nazionale.
•I In questo,;|iio:::iiihp dovremmo seriamente occuparci d Jirnqdo come adoperare' il danaro ià iijé p dalla carità