
Aloe elegans lod. ind. serri. hort. bot. pan. ann. 1880 p. 37
Aloe abyssinica var. Peacocki Baker Aloineae and Yuccoideae in Jour.
Soc. Linn. Lond. voi. X V IU p . 175, n. 62, et in Bot. mag. tom. X X X V III
3, ser. tab. 6620.
F io r itu r a . Da Dicembre ad Aprile.
A b ita z io n e . Coltivata da più anni nel Reai Orto Botanico proveniente
dai semr raccolti dallo Schimper neH’Abissinia.
O s s e r v a z i o n i . La pianta sopra descritta è, secondo noi, VA. abyssinica
var. Peacocldi del chiarissimo Baker, celebre monografo di questo genere : a
noi è sembrata distinta dalla vera A . abyssinica effigiata dal Salm-Dycìc, sia
per essere la nostra pianta completamente acaule; come ancora per la lunghezza
del peduncolo fiorifero, e per vaili altri caratteri di sopra rilevati: la
nostra pianta vive in Palermo in piena aria, ed è la prima fra le varie specie
di Aloe a fiorire; matura un numero prodigioso di capsule, e si moltiplica
facilmente per semi; per la copiosità dei fiori e per la eleganza del suo
portamento è oltremodo ornamentale.
D e s c r i z i o n e . La pianta è priva di fusto, essendo le foglie inserite in un
asse molto raccorciato e si dispongono in una grande rosetta; che sebbene
fosse costituita da un piccolo numero di foglie, tuttavia ha un diametro di circa
due metri. Le foglie sono di un verde glauco; le inferiori sono patentissime e si
appoggiano sul suolo, quelle del mezzo sono ascendenti, le superiori patenti;
esse abbracciano per tre quarte parti il fusto, sono molto, ma mollemente, carnose,
ed alla base arrivano ad avere la larghezza di 10 centimetri, dello spessore
verso i margini di circa 10 millimetri: indi vanno mano mano restringendosi
verso l’apice, e terminano in una punta acuta non solo, ma acuminata;
verso la base sono quasi piane, ma poscia principiano ad essere scannellate,
e questa scannellatura va aumentandosi, sicché i margini della foglia, che
sono verso la base piani principiano a rialzarsi, e la consistenza carnosa nel
centro principia a diminuire onde sopra la mettà la scannellatura è molto profonda,
ma siccome da indi in poi la lamina diviene molto ristretta, la sostanza
cellulosa si aumenta, e la lamina diviene più crassa; inferiormente sono convesse
meno verso la base, e quasi semirotondate verso l’apice, nell’ima e nell’altra
pagina sono levigate senza nessuna macchia, linea o scabrosità; il margine ò
tutto ornato di denti deltoidei, quasi cornei, verdognoli, verso la base nella parte
superiore prendono una tinta giallognola, ed all’estremità sono colorati in
rosso, più avvicinati e più piccoli verso la base, ma a misura che si procede
verso l’apice divengono insensibilmente più distanti l’uno dall’altro, e, mentre
alla base sono discosti circa tre millimetri, arrivano poscia a discostarsi 20
millimetri.
Il peduncolo è dritto, alto circa 90 centimetri, bicipite nella parte inferiore,
con i due angoli acuti, ma a poco a poco gli angoli divengono ottusi, ed il
fusto si arrotondisce; al di sopra della mettà principia a dividersi, in varii
rami rotondi; ordinariamente eretto.—patenti, quasi corimbosi, inseriti a disuguale
distanza tra di loro, il ramo inferiore alle volte si suddivide. Al di sotto
dei rami vi é una brattea ovata, ottusetta, che abbraccia la parte inferiore del
ramo e si dissecca prontamente, la sua base si prolunga e scorre sopra
l’asse principale; il ramo del lato opposto alla brattea è ancor esso munito di
un’altra brattea, che abbraccia il ramo per oltre la mettà, ancor essa si dissecca
prontamente e diviene scuriosa; queste brattee nei rami più elevati divengono
acute e poscia acuminate, ed un poco più ristrette. I rami per
un tratto più o meno esteso sono nudi nella loro parte inferiore, a misura
che si svolgono i rami secondari, essi, sono patenti-corimbosi e reiteratamente
si divide il peduncolo principale in dicotomia, sino a produrre cinque suddivisioni
e queste divisioni sono ancor esse munite di una brattea lanceolata,
acuminata, e che alla base si dilata in forma di triangolo; ogni divisione
del peduncolo sopporta un racemo alle volte ovato, ora ellittico, alle volte più
o meno allungato e cilindraceo, e sopporta un discreto numero di fiori. Tanto
il peduncolo principale, che le divisioni secondarie sono striati e pubescenti.
I pedicelli che sopportano i fiori sono eretti, più brevi del tubo, arrotonditi,
gracili lunghi 22 mill., alle volte si dispongono in forma di ombrella, muniti di
una piccola brattea, che da una base appena elongata prende la forma lan-
ceolata-acuminata, più breve della mettà del pedicello, quasi diafana percorsa
da una nervatura rossastra.
I fiori durante l’antesi sono nutanti di color citrino aventi all’apice una
tinta verdognola, alle volte assumono una tinta ranciata, alla base appena rigonfiati
indi leggermente ristretti, e poscia un poco di nuovo rigonfiati; i sepali
sono saldati sino ad un terzo della loro lunghezza, nel rimanente liberi
ma conniventi; i tre più esterni, più ristretti, lineari, ottusetti con una stria
verdognola, che scorre longitudinalmente dall’apice quasi sino alla mettà, con
una piccola fossetta all’apice della superficie interna.—I tre interni sono più
larghi con l’uguale stria verdognola nella parte esterna, ottusi.
Gli stami sono lunghi da 30 a 35 mill., eguagliano la lunghezza dei sepali,
disuguali fra loro, molto gracili, aventi un colore più sbiadito dei sepali, leggermente
compressi, inseriti alla base dei sepali. Le antere piccole introrse
sagittate inserite al di sopra della mettà del connettivo, di color giallo appena
sporgenti al di fuori dei sepali.
Lo stile filiforme quasi uguale in lunghezza ai sepali, appena più breve