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\ i iM » — Pella Bigiarola la slagione degli amori eomiiieia ai primi d’ajuile ed allora si a(Taee(‘ii(la a fabbrieai’e il nido elie in olio gioi-ni eh-ea è (enninato — li desso di forma eoneava e \aria nel modo d’essere soslemilo poieliè ora è raeeollo dai ramoseelli perpendicolari ad un ramo maggiore, ora sla fra le biforcazioni, ora fra due rami paralleli. Varia in altezza dai 4 ai 0 eenlimeiri ed lia le pareti laterali dello spessore oscillante fra eenl. 1,5 e 2. Il eavo destinalo alle uova ha per diametro nei nidi più gratuli eenl. 0,4; 0 e perfino 5 nei [»ieeoli, nel mentre ehe la profondità del ea\o ¡stesso è di cent. 2,5 o 5 o 4. li numero maggiore di nidi però ha eenl. 2,8 di profondità. Il nido del Ca|iinero è eom|>oslo di due strali non Iroppo heiu» distinti; eslernanu'iilt' intrecciati eon poco ordine, nell’ interno a libre ìneroeieehiale ed a tessuto compatto ed all'orlo formato eoi materiali dello slralo interno collocati a fasci circolari. 1 materiali adoperali variano jxieo. AH’ eslenui culmi, foglie, radici di g!‘aminac(‘c, lutti materiali sottili e rattenuti eon i-agnalele o allro Ilio sericeo. Qualche volla (pia e là si veggono impiegali dei muselii e non mancano talora le foglie di conifere. Neirinterno si trovano eoinmisli dei crini, e delle radici. Il margine inveee risulta sempre di pagliuzze o festuche. Trovasi il nido di ipiesla speeie nei hosehi, alle rive dei canali, e spesso nei giardini in città, sempre nascosto da folla verzura e d'ordinario a piccola altezza dal suolo. Il Capillero nidiliea indiflerentemente su (pialunque arbusto e nei giardini tanlo sulle piante da frullo, ((iianlo sulle mortelle, sugli allori, sulle aiieiihe, sulle conifere, ecc.; una volla ne fu persino Irovalo il nido su d'una camelia allevala in vaso. Il nido del Capinero serve al Cuculo per deporre le proprie uova, ed anelie non devo lacere di uno, Irovato all allezza di eirea Ire metri da terra, il quale fu usurpalo in seguilo dal merlo ehe vi allevò un piileinoO. Aneorelx'; il maschio sostituiscala femmina di freipieiile, essa peri» attende all'opera dell’ ¡neuhazione eon maggior costanza. E tale e tanta rinsislenza eon eui (juesla eara hesliuola eom|iìe rnllieio maleimo dii lasciarsi in lale atto premiere colle mani. Sturbala mentre cova, per le prime volle fa aneor ritorno al suo nido e ciò segue pix-hi ¡stanti dopo essersene alionlanala. La Capinera alloreliè lia maggior bisogno d’essere rispettata, vale a dire ailoreliè è madre, oltre l’ uomo ehe si ¡m|K»sscssa del novelli per tentarne rallevamenlo, deve temere anche ¡ serpenti che ne insidiano il nido onde divorarne i pulcini. u o \ A . — La Capinera depone da 4 a (5 nova ovale c per eccezione di forma ovale. —-Esse liiinno guscio liscio Incelile, senza pori visihili. Le più grandi misurano mili. 21 d’ asse maggiore e le [liù piccole mili. 15 alle (jiiali misure eoi-risponde un asse minore di mili. 1(5 pelle prime e di mili. 15 pelle seconde. Nel maggior numero il colore del fondo è bianco sporco, sul (piale staimo delle macchie terrose eliia- rissime, punti o strisele eaff»* intenso (‘d a eonlorni d(*eisi. — Dopo uii’ inciiha/.ione di 1(5 a 18 giorni nascono dei pulcini nudi ehe nei primi (empi liaiino la pelle rossa e le lettrici superiori cineree volgenti leggermente aU’olivigno, (ettriei inferiori einereo-giallasire eon fascia sterno-addominale biancastra. Remiganti cineree oscure. Questi pulcini vengono nutriti eselusivaniente eon inselli. Essi si lasciano avvieiiiari» dall’uomo ma se vengono l(x*eali, non polendo pur volare, escono dal nido e rimessivi non vi slamto. Abbandonati, allora miiojono (li fame quantunque si abbia l’esempio d'aleune Capinere che nutrono i loro piccoli aix'lie a terra. Aprono gli occhi al ipiarto giorno e volano da undici a ipiiiidici giorni dopo la nascila, secondo la slagione piìi o meno calda. (t) Lasciato un solo ¡micino ii nera, lasciauUo però morire l'ur a nido dopo averne levali tre, vi si ii suo pulcino. n giovane dresso che fu allevalo benissimo dulia i Onoo ili PASsenes. CURRUCA HORTENSIS ( NIIK) CONCAVO ) K y l v i a l io r to i i« !« Calli. - l l o l i t e i i l d l io r to n « ! « Gmel. — K . lio rte iiM i« vai. |>H««eriii«k Lalli Ciii-riu-M lid rO 'ii« !« Kocli. K y lv i« /F t t lo i i i i i Vieill. - Impilai« lia.ip. %4loili« lla r l( - ii« i« Cray. /Iiilitliio; Bip,i(nic. I.mulmnlo.- lt('cc(i(i}t i(p(iss. — Ih'cnilis. — Sardiifiiin. - Siiniaístinla. Abita il Rigione tutta (pianta l'Eiinqui temperala; iirriva da noi alla line di A(irile e ci abbandona in principio d’ autunno. Sono pochi gl'imli\i(liii clic si fcniiano da noi per nidilicarc mentre la ¡»assala è |)iiittosto mmiero.'^a in Agosto e va se(‘maixlo verso la line di dotto mese talchi* in Settembre e, i-arissinio il caso di vederne alcuni. Ha il Rigione un carattere lirioso, alh-gro, pix-a timidità Uilclii* si la.'iciu avvicinare eon facilità; il suo volo è svelto non mai allo di mollo ni' prolungalo. A lvo in boschetti folli e di questi adorna i cespugli, posandosi assai di frequente a (erra. Ama as.<ai il luogo in cui trova abbondante ¡1 pasto, ed è (x*r questo cho lo si vede a.«;sidiianien(e abilarc per (ulto il tempo che rimane fra noi una data località, e i-imanere anco nei giardini. Fa suo cibo di insetti ai (piali unisce qualche frutto succoso. Il suo carattere improntalo di non eomimc dolcezza gli permette di convivere nello stesso hosehcllo eoi capineri dei ((iiali porta i eosliimi eon h'ggere varianti difficili a scorgersi, e eon quattro e talora cinque individui della sua speci(*. È armonia, è tolleranza quella che regna fra loi-o, ma è lungi dall'essere una società. Il suo canto assomiglia a (piello del eapinero, ma i* assai meno s)iiegalo (piantimi|iie mm meno dolce, e diia'» anch’ io la vecchia parola, non meno poetico. S i [ireride con facilità nella caccia col Ìtieile, eoi panioni, cogli archetti e. ix'ile reti (piantiinqiie non in gran copia. 1' attiralo anclie dal canto degli a llr i uccelli e specialmente da (|iu'llo d(‘i Merlo, la; sm- carni sono oIIìiih', (‘ |X'r ipi(*slo in ahmni iiii'reali si vendono a parte eon prezzo distinto da quello di Itilli gli a llr i ueeelletli piccoli. Il suo addoiiiesticaiiienlo riesce henissiiiio, ma siccome in gabhia non canta bene (|iian(o il Capinero, cosi i* meno eoiiuine l'uso di tenerlo prigioniero, e ipiesto (■ cerio da ascrivergli a ventura. A i iM » . Il nido di (piesla specie» è eoslrutlo solo di radici lini o di graminacee sottili, ha pareli non mollo eguali per grossezza, ei(> clic gli importa una regolarità mm molto sentita nel suo contorno gemmale. E ei() è causa anche della pixni sti|>al(‘Z/.a (> del poco iutr(»eeio d(‘lla slolTa eolia «piale è fatto. La eavilà ha per lo più (5 ceiilinx*- Iri e mezzo di diametro. l 'O V A . Sono ovale, (aloi'a ovali, a foiulo iiiancaslro .sporco, con isrumatiirc c cliiaz- zclle vinose l(»ggere e caffè di dm» o tre gradazioni. Tulio l'uovo ue è eopcrlo egiiai- iiieuli*. Asso maggiore 1(5. Asse niiixire 14. Assomigliano ai g(*iu(ori (‘samiiiali così all’ ingrosso, sono peia'i a colori più pallidi spceialmenle iii'lle parti inferiori.


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