l’albero favorito una retieella a seatlo, ehe porti suirordigno ehe fa muovere ia molla fatale una larva di lenebriune. L ’ Usignuolo ehe vede ipiella larva, eon agilità scende di ramo in ramo, manda grida di gioja, ma tituba |ier qualche minuto prima di spiccare (|ueirultimo salto ehe gli costerà troppo caro, sta forse perplesso tra il dubbio d'un tesogli agguato e l’ottimismo lidueioso ispiratogli dalla gola, ma preferisce appigliarsi aH'ultimo partito, scende a lerra, fa ¡ter inghiottire la larva e rimane nelle strette penose di una rote. Lo si colloca allora in una gabbia a graticci di legno, spaziosa, e por addolcirgli la |)rìgionia gii si ammannisee pasto ahiiondaiite di formielie, larve di tenebrioni, farina di crisalidi, eco. Molli Usignuoli seliiavi amano ehe la loro gabbia sia posta sul vi'roiie in mezzo alia luce, altri invece oanlaim di'liziosamonle, e sono i più, quando la loro stia è ajipesa in nn angolo silenzioso e poco l’isehiarato. Oiielli addomesticati meglio salutano con gi-ida festevoli il loro }>adrone al quale liniseono col poi-tare tanto affetto da morire, (piando siano staccati da (pieslo. Ui-emlemloli da giovani c lasciandoli vagai- liheri nelle camere, cantano male o poco o non cantano del lullo. Sono numerosi i casi d’ Usignuoli clic addomesticali completamente c poi rimessi in liherlà, fanno r i torno al loro padrone specialmente se ivi lo attiri un buon pasto. Se nel descritto tranello, se nello gabbie insidiose, l ’Usignuolo si costituisce prigioniero da sè, nei parelaj inveee lnca)ipa a caso. Ila carne squisita. Poi- la sua eompagna l’ Usignuolo sente uno straordinario affetto e per attirarla a se, usa voci speciali ehe unisee ad un lento ma agile abbassare e rialzare della eoda. Quando la femmina cova, il maschio le-sta sempre vicino e l’ avvisa dei pericoli che le incorrono col grido che testò menzionai, ma ehe ripete varie volte di seguito. La femmina sta sul nido con tale un’ assiduità da lasciarsi pigliar eolie mani anziché abbandonare le uova. Scacciala dal nido non si disgusta facilmente, ma ritorna alle ìn- cumbenze materne. È una speeie clic va soggetta all'albinismo, ma licn pochi esemplari se nc rinvennero da noi. l \ 'li> o . — Il nido dell’Usignuolo è iiitossiito per massima parte di foglie di rovere, di lecci, d’alloro, di platani. E raccolto in branche qnasi verticali di piccoli arbusti, più di solito a lerra. In queslo secondo caso il nido è mollo più basso ehe non nel primo. In montagna per rara eccezione si Irovano Usignuoli nidilìeanli su arbusti all’ allezza d’ un uomo. E un nido diviso in due strati, l’ uno esterno di foglie, l’ altro interno, assai leggero, composto di erbe line c radici elio conservano a lungo la forma loro datagli dall’ Usignuolo, mentre il fogliame facilmente si sconnette. E un nido eoneavo, limitato esternamente (quando appoggia agli arbusti) da uti eonlorno quasi conico. Il diametro della cavità a nido intatto è di 5 centimetri. UOVA. ~ Dopo la prima settimana di maggio sì eomineiano a trovare le covalo clic conslano da 4 a (» uova ehe sono di color iiiiifornie, di un bruno olivastro. Sono inoltre molto lucenti, di forma ovata e misurano in media 2 centimetri d’asse maggiore per 15 millimelri d’asse minore. PU U C IA I. — Dopo 14 giorni di covatura nascono i pulcini dell’Usignuolo rivestiti di pelurie nera. Al terzo giorno mettono i bordoni (in dialetto milanese scolointì) c al settimo giorno spuntano le penne che nei giovani sono brune eon piccole goccio rosso- mattone, chiare al disopra delle a li, eon ondeggialure delb» stesso colore più chiaro sul collo e sul petto, c lavature di grigio bruno sui lianebi. Mangiano ¡usciti. Prima che siano capaci di volare saltellano fuori del nido per ¡sfuggire ai pericoli e si possono con tutta facilità prendere eolie mani. CURRUCA ATRfCARILLA ih n n f . l I o lH « i l l a ii(F Ì cw |> ill» l.iiiii. — K y U m (KrÌ4>n|»illH Li.lh. — ( i i iT iu 'n a ( r Ì 4 'a |M lln Briss. /(niirtfio.- Capinero — Capinera — Bigiola — Bigiarola. l.iimhuriU,: Capnegher — Capner — Bertagonin. Il Capinero mm Irovasi solamente nel noslro paese, ma è eziandio eotmme iti gran parli' della Germania, nel Belgio e nella l'raneia. iVon è vero si faccia raro al di là degli Appennini e non si hanno falli da opporre a elio non si tenga per scarso al di là dei Pirenei, eoim» vuole il Duhois. — TroAasi |mre m-U’ Asia eontineiilale ed al Giap|ioue; tu Arabia, m'ITEgitlo, m»lla INuhia, al Senegai ed al Ca|)o. In Loiidtardia il Ca|)inero è eotmmissinto e num(»roso del ¡»ari in collina ehe al piano, mentre scarseggia sui monti. ¡Nelle parli d'Europa meglio favorite dal clima, s|>eeialm(‘tile nella bassa Italia ed in Sicilia, si ferma a svernare, quaiitunipn; sia eostmiie jx'l maggior numero degli individui dì darsi all’emigrazione. — Da noi (piah-uno rimam» sempre durante la cattiva stagione e lalviilla |)ei-sino ne resta migrali numero, ([iiando rinvcrno corra moti rigido dell’ordinario. L ’epoca del loro ari-ivo cade di consueto ai primi di maggio, nè ri|iarlono se non al morir di si-lleiiibre e di rado in oltohre. E carattere del Capim'i-o l'osser molto ma molto vivace senza esser indotto alla dilìidenza per l'uomo presso il (piale spessissimo alle\a la |irole. — Coinive eoslanlc- meiili' colla femmina, di eui ha grandissima cura. Armonioso nel canto, sì da rivaleggian- eoli’Usignuolo, dà note meno vibrale di lui, ma più dolci e sommesse. La femmina risponde alle simpatiche elamazioiii del maschio eon voci senza ritmo e poco forti. Di solito il eanlo cessa eoi cessar deU’a- morc elio lo anima, ma alcune fiale si protrae fin oltre qiiell’ejxiea e si fa senlin' an- ehe in oltohre. — Il volo di (|iteslo simpatico uccellino è lento ma agüe c non allo. Il Capinero si mitre in vario modo, ma deesi considerare (piale (‘nromofago e perciò animale utilissimo ali’agrieoltnra. Oltre gli inselli mangia qualche bacca, fra le (piali preferisce (pielle della (ìtolaeea od uva turca. Presi adulti i Ca|iineri si assiK'fanno alla jirigionia ed in brevi» ripigliano il eosliiim» (li gorgheggiare e cantare alla distesa. —- Avendo per essi niollissiiiia cura si ponno tener vivi per molli anni. Molli |ien'> ne miete la morte, in seguilo ad ima agitazione straordinaria, elio provano all’epoca in cui l’ istinto li spinge od emigrare; e vuoisi (la alcuni che qiie.sUÌnqiiietezza aumenti al eliiai-or della lima.— Con molta ragione raecomaiula Beelistein «pialora si voglia alleggerire la [irigionia al Capinero lenendolo in una (-amera, di concedergli un alberello aflinelii» vi sì possa posan- «» sì distragga saltellando diramo in ramo; giacché il camminare é p(-r esso cosa dillieilis- sima. Rassegnalo alla perdita d(-l[a libertà diventa ancln» gliiitlio e si lascia adescare- volontieri colla carne, eolie Aivande, col riso. — P(-r iircmh-re il Capincro si ponm» usare i Irahoeelielli e le reti. — La sua carne é molto sipiisita. ¡Nella raccolta Turali si conserva una \arielà cenerina, presa in Lombardia. (1) ncohstciii — .UiiHiiW <ie Tamateur ies o X de coliire - iruJuit Oe rullemand 2- cilii. liruxcllcs 1838.
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