Page 36

Lade 5f 10-1

servalo che per sviare ralleiizionc dei nemici dal nido vero, accordano una eccessiva atlenzione e fingono ima apparente (repidazione straordinaria per i nidi falsi, operando precisamente al contrario e cioè con studiala noncuranza verso il nido iu cui elTetlivamcule allevcraiiuo la prole. U O V A . — Ogni covala della Gazzera consla di 4 a 0 uova di forma (»vaia a fondo bianco sporco volgente appena sensiliilmenle al verdognolo. Sono eoperle di maeehielle piccole numerose di color terreo, miste ad altre poche più larghe a confini eziandio più irregolari di color grigio violaceo. Aleiiue uova liamio il fondo meno coperto ed allora le maeebie sono piii larghe quantunque piii diradale. Misurano iu media un asse maggiore di mili. 52 por uno minore di mili. 24. L ’uovo più grande clic ho presente ha gli assi di mili. 55 por 24, il più piccolo invece di mili. 51 per 22. Ì>UU€1M . — Nascono i pulcini della Gazzcra aflàtlo muli e rimarelievoli per la nerezza della loro jicllc. Appena i bordoni lasciano uscire le barbe superiori delle piume c delle penne, i pulcini di quesla specie presentano il vcriice del capo fino all’occipite, c unto il collo di eolor nero. Dna fascia nera che si allarga gradalamenle nella parte inferiore del collo lino (piasi alla sua inserziouc apparento nella forchetta. Il petto è biancastro volgente al lionato. Nera è la parte mediana in lutto il dorso. Le fascio prealarì sono di color lionato. Le grandi penne delle ali invece di mi nero azzurrato con riflesso leggermente metallico specialmente nel pogonio che guarda in basso, nero senza riflesso nel pogonio supcriore. Coda nera, il venire, le paidi laterali del collo, delle guaiieie ed ii groppone sono nudi ancora, quando il pulcino si osserva in ([ueslo stadio. (iAHIlLLUS GLANDARtUS l in m ì . N tr v iiN frlu ii< l< ir in « Liniiif, — ( ■ a r m i l i « ( ¡ ' lu i i i la r i i i« Virili. — I*i«*a { r |a ii« ln r ia VVngIcr (■ l a i i i l a i ' i i i « {g-«*riiiaiiÌ4‘iiN et « e i i l v i i l r ì o n a i i « Brisson. — ( ■ l a i i i l a r i i i « p i c l i i « Rulli. luiliaiu,.- Gaiia ghiandaja, — Ghiandaja. LnmhuriUi.- Gasgia. — Gasciott. — Gasa. — Berta. — Sgazza-granéra, La Ghiandaja uccello non Iroppo comune sulle nostre montagne, ma abbonda assai e sui colli ed ;d piano. Abila tutta Europa, e fuori del nostro eoiilineiile si ti’ova in Arabia, in Siria, nella l ’ersia, nel Giappone ed in Uarbcria. Dimora idiiiuaimenle nei boselii ove siano albei'i folli, e eomuiKiue iu jioeo spazio s’ incoiiirino molli di ipiesii uccelli, non vanno però a loi'inc. La Gliiaiidaja è stazionaria; di earatleia; limido, astuto, alli'gi’o e litigioso, <• auebe nolevolmente svelta, e ciò le è di grande iitililà a scamparla dai pericoli. Il suo volo è lesto sì ma iiiiu mai midio alto; s'alloiilana poco dal circolo prescelto e tosto si nasconde nel folto degli allieri (piando Ìl niininio slri'pilo desia il suo limoi’e proveidiiale. Se si accorge poi d'essere iiiseguila si giunge con gran fatica ad avvicinarla e solo vi si riesee usando di liilte le |)i’ccauzioni alle a diiiiiiiiure i rumoi-i. Lassa le ore ealde della gioriiala alla fresca ombra di albero veliisto e (pialche volta anclie, ma piii di rado, in sulle rive oiuiii’eggialc di ipialclie acipia o sui iiiargine doi pi’ati. Per cacciai’c le Gbiaiidaje, bisogna (qipori’e iiiduslriosi slralageiniiii alla loi'o sveltezza. Conviene perciò allcmlcrle mollo slaudo iiascosli nei cespugli o appianali fra i castagni guardandosi dal produrre il menomo strepito. Si rie.scc meglio all’ uopo preu- deiidom; ima viva la (|uale gridando allameiile allira ¡iiloruo a sè le compagne libere le (piali per tal modo vengono uccise ad agio dal cacciatore. Trovo opporluno di (pii ricopiare un pregiudizio a cui Gem; oppose una coiifula- zione alirettanlo seiiqilice clic convincente; cioè ebe i Gorri, le Pit-he <• le G/iinndajo .sono uccelli c/te scnfono da lon/nno l ’odore della polcore da schioppo; cd è ijnc.slu la ragione, per citi riesce difficilissimo a l caccialore 1'avvieiiiarli ed ucciderli, (i. Gem'“ nega che l’ odoralo abbia merilo veruno nel proteggere codesti animali dal fucile, e per provarlo così si esprime: « mio dei imdli slralagmnnii coi (piali si aUiraiio « e si uccidono pareccliie sorta di uccelli, coiisisic m'U'csporrc supino iu mia apciia « campagna c ad op|ioi'lima disianza da mi ca|iaunuccio, ciilro il (piale il caccia- « lore si a|ipialta, il cada\cre o la pelle di un carnivoro, pi*r esempio, di nna volpe ■ rii'iiqiila di paglia. I Coi'\i, le Ifielie c le Gbinndaje ebe vedono (pieM'odiato animale, « traggono a lui da tulle le jiarti, gli svolazzano iniorno, slridoiio, e (‘ol disordiue dei « moxinienli e delle voci, |iajono sfogare rantieo odio insultando al suo sialo di « morie; posatisi |ioi sulli alberelli che la natura o l’ arte eidioearono là pri'sso, ed « alloi’a cadono faeilmeiil(‘ ed in gran numero solfo gli spari del caccialore. Ciò prova n fino aU’evidenza, e forse meglio d'ogiii ragioiianieiilo, eli’essi o min seuloiio l'odore “ della polxere o ebe (pu'slo odore non i* la causa clic gli scampa da chi li cerca « colio schioppo alla mano ». Un ullimo siralagcunua da usarsi nella caccia di codesii animali consisG“ nell’ imi- lare la voce d(‘l Merlo. I.c fiicilalc si succedono spesso, ma non pongono ostacolo al ritorno delle Ghiaiidaje, |)mvlic dopo lo sparo si abbia cura di evitare (pialiimpie beneliè minimo ntniore. Nelle inni la (diiaiidaja incappa poidii' \oll(‘, i' solo per mero (1) Ü. Gciié. — Dei prcgiadiii popolari ih(oi«9 agli uiiimali, l.«g;iiio IH-’iV


Lade 5f 10-1
To see the actual publication please follow the link above